Amianto E’ oggi universalmente riconosciuto il fatto che l’amianto sia uno dei materiali a più elevata pericolosità biologica fra quelli presenti negli ambienti di vita e di lavoro. L’universale riconoscimento di tale pericolosità è però una acquisizione troppo recente, soprattutto se si considera che è un materiale utilizzato sin dall’antichità, e che nell’ultimo secolo ha avuto impieghi estremamente diversificati e quantitativamente imponenti.
DEFINIZIONE DI FIBRA (fibra regolamentata) DIAMETRO < 3 µm LUNGHEZZA > 5 µm Lunghezza/Diametro > 3
INORGANICHE ORGANICHE FIBRE ARTIFICIALI NATURALI AMIANTI COTONE NYLON RAYON POLIACRILONITRILE POLIVINILALCOOL ARAMIDICHE POLIETILENE POLIPROPILENE VETRO ROCCIA SCORIA BASALTO CERAMICHE (refrattarie) SILICATO DI CALCIO CARBURO DI SILICIO CARBONIO COTONE LANA JUTA LINO CANAPA SISAL AMIANTI SEPIOLITE WOLLASTONITE INORGANICHE ORGANICHE FIBRE ARTIFICIALI NATURALI
Pericolosità dell’esposizione alle fibre È funzione di: Diametro Lunghezza Natura (durabilità) Dose (concentrazione e tempo di esposizione)
Generalità Un po’ di storia… Depositi del “materiale magico” erano conosciuti fin dai tempi antichi: dai Greci, Romani, Cinesi. Marco Polo al ritorno dai suoi viaggi riferisce di un tessuto che resiste al fuoco ricavato da una “fibra scavata dalla terra”.
Generalità Alcune tappe di “conoscenza” e “presa coscienza” della pericolosità dell’amianto: 1908 prima segnalazione di fibrosi polmonare interstiziale in esposti ad amianto 1927 descrizione completa e formale definizione di “asbestosi” 1933 indagine su lavoratori inglesi, e primo tentativo di regolamentare i rischi 1935 prima descrizione di un caso di carcinoma polmonare in esposti ad amianto 1939/40 alla Confederazione Fascista degli Industriali proposta di limite di 200 fibre/litro (limite identico all’attuale massimo tollerabile ai sensi del D.Lgs n° 277/91)
1947 evidenziato il nesso eziopatogenetico amianto-mesotelioma Generalità 1943 inserimento dell’asbestosi nell’elenco italiano delle malattie con obbligo di assicurazione contro le malattie professionali 1947 evidenziato il nesso eziopatogenetico amianto-mesotelioma 1960 studi epidemiologici sull’associazione fra asbestosi, ca. polmonare e mesoteliomi 1991 recepimento della Direttiva Europea in materia di esposizioni professionali ad amianto, con D.Lgs n° 277/91 1992 emanazione di norme per la cessazione dell’uso di amianto, con L. n° 257
Definizione di amianto amianto in greco immacolato e incorruttibile asbesto perpetuo e inestinguibile L’amianto (o asbesto) è: minerale naturale a struttura microcristallina ha aspetto fibroso appartiene alla classe chimica dei silicati appartiene alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli E’ presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
Tipologie di amianto Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi 6 composti distinti in 2 grandi gruppi: anfiboli (silicati di Ca e Mg) comprendono la crocidolite (amianto blu), l’amosite (amianto bruno), l’antofillite, l’actinolite, la tremolite serpentino (silicati di Mg) comprende il crisotilo (amianto bianco). Tutte le varietà di amianto sono costituite da fibre, cioè da particelle solide per le quali è individuabile una larghezza (o diametro) e una lunghezza il cui valore è almeno 3 volte quello del diametro. le fibre di amianto durante le varie lavorazioni, presentano un comportamento particolare che le differenzia sostanzialmente da quelle di altre fibre, quali le fibre di vetro. Si sfaldano longitudinalmente (cioè lungo l’asse maggiore), al contrario delle fibre di vetro!
Proprietà tecnologiche dell’amianto La struttura fibrosa conferisce all’amianto: notevole resistenza meccanica alta flessibilità resiste al fuoco e al calore resiste all’azione di agenti chimici e biologici resiste alla abrasione e all’usura termica e meccanica è facilmente filabile e può essere tessuta è dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti si lega facilmente con materiali di costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC).
Materiali contenenti l’amianto Nei prodotti in cui l’amianto è presente, le fibre possono essere: libere o debolmente legate amianto in matrice friabile fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto) amianto in matrice compatta l’amianto in matrice friabile può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale. L’amianto è compatto invece quando può essere sbriciolato o ridotto in polvere solamente con l’impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, etc..)!
Pericolosità dell’amianto La consistenza fibrosa dell’amianto è alla base delle sue ottime proprietà tecnologiche. Essa conferisce al materiale anche, purtroppo, delle proprietà di rischio essendo essa stessa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell’apparato respiratorio! La pericolosità consiste, nella capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili e inoltre nella estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere. Le fibre penetrano nell’organismo attraverso 2 vie: per via respiratoria (la più importante) per via digestiva (mangiando, bevendo, inghiottendo fibre respirate e intrappolate nel muco) non sempre l’amianto, però, è pericoloso!
sollecitazione meccanica eolica stress termico Pericolosità E’ pericoloso quando si trova nelle condizioni di disperdere le sue fibre nell’ambiente circostante: sollecitazione meccanica eolica stress termico dilavamento di acqua piovana l’amianto in matrice friabile (può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale) è considerato più pericoloso dell’amianto in matrice compatta (ha una scarsissima tendenza a liberare fibre)!
Pericolosità Larghezza delle fibre In un cm lineare si possono affiancare circa 250 capelli umani, 1300 fibre di nylon e 335000 fibre di amianto. crisotilo 0,75-1,5 µm anfiboli 13-4 µm vetro 1-5 µm cotone 10 µm lana 20-28 µm nylon 7-7,5 µm capello umano 50-100 µm
Le caratteristiche fisiche Le fibre inalate hanno grande importanza nel determinare il diverso potere cancerogeno, che si è rivelato massimo per quelle con: diametro < 0.25 µm e di lunghezza > 8 µm.
rapporto larghezza/lunghezza Caratteristiche fisiche I parametri che determinano la respirabilità della fibra e quindi la possibilità che essa arrivi o meno fino agli alveoli o alle pleure e qui esplichi la sua attività biologica sono: larghezza lunghezza rapporto larghezza/lunghezza solo a questo punto altre caratteristiche quali la dose inalata, la durevolezza e la resistenza delle fibre diventano decisive in rapporto all’insorgenza della malattia!
Importanti per l’effetto patogeno sono le fibre con: Caratteristiche fisiche Importanti per l’effetto patogeno sono le fibre con: larghezza < 3 micron lunghezza > 5 micron rapporto larghezza/lunghezza = 3 queste fibre sono quelle a cui si fa riferimento nel valutare l’esposizione mediante conteggio al microscopio ottico!
Conformazione Il crisotilo, essendo ricurvo, più difficilmente riesce a progredire lungo le vie aeree con il flusso dell’aria inspirata e quindi a penetrare nell’interstizio attraversando le membrane alveolari. Gli anfiboli, invece, che hanno una forma rettilinea, più facilmente vengono trasportati fino ai punti più estremi dell’albero respiratorio!
Patologie legate all’inalazione di fibre di amianto L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). si manifestano dopo molti anni dall’esposizione. Da 10-15 per l’asbestosi ad anche 20-40 per il ca. polmonare ed il mesotelioma!
Asbestosi Grave malattia respiratoria ad andamento cronico che per prima è stata correlata alla inalazione di fibre di amianto. Caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. Essa consiste in una fibrosi con ispessimento ed indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di ossigeno tra aria inspirata e sangue. Si manifesta per esposizioni medio alte ed è quindi, tipicamente una malattia professionale che attualmente è sempre più rara ma che ha provocato il maggior numero di decessi. Si manifesta dopo 10-15 anni dall’esposizione.
Carcinoma polmonare E’ il tumore maligno più frequente e si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo di sigaretta amplifica notevolmente l’effetto cancerogeno dell’amianto aumentando sensibilmente la probabilità di contrarre tale malattia. Nei fumatori esposti ad amianto la probabilità è infatti 90 volte superiore a quella di non fumatori non esposti! Si manifesta dopo 20-40 anni dall’esposizione.
Mesotelioma della pleura Mesotelioma pleurico Tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi. Nel corso degli anni sono stati accertati anche casi riferibili sia ad esposizioni professionali limitate nell’entità e durata, sia ad esposizioni al di fuori dell’ambito professionale (come ad es. per gli abitanti in zone prossime ad insediamenti produttivi, per i conviventi o per i frequentatori di lavoratori esposti). Si manifesta dopo 20-40 anni dall’esposizione.
Soggetti a rischio Attualmente i soggetti maggiormente a rischio sono gli addetti alle opere di bonifica. Per i fumatori il rischio aumenta di molto. Non rappresentano invece un pericolo per la pubblica incolumità le carrozze ferroviarie di cui tanto si parla.
Valutazione del rischio la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti! Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto! Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, si verifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale.
materiale in cattive condizioni Valutazione del rischio materiale in cattive condizioni materiale altamente friabile vibrazioni dell’edificio movimenti di persone o macchine correnti d’aria …possono causare il distacco di fibre legate debolmente al resto del materiale!
Valutazione del rischio Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto del personale presente nell’edificio sono utilizzabili 2 tipi di criteri: 1. esame delle condizioni dell’installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale 2. misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all’interno dell’edificio.
Classificazione dei materiali contenenti amianto I materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in 3 grandi categorie: 1. materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola 2. rivestimenti isolanti di tubi e caldaie 3. una miscellanea di altri materiali comprendente pannelli ad alta densità (cemento-amianto), pannelli a bassa densità e prodotti tessili. I materiali in cemento-amianto (lastre di copertura) sono quelli maggiormente diffusi.
Tecniche analitiche per l’analisi dell’asbesto in materiali solidi o in campioni raccolti su mezzi filtranti
polveri in massa e in strato sottile su filtro Tecnica analitica Forma del campione Limitazioni Potere risolutivo limitato a 0,2-0,3µ; interferenze da particelle fibrose ed inorganiche; i leganti usati per i materiali (nella spazzatura, nell’A/C (**) ecc.) oppure particelle molto fini possono ricoprire le fibre oscurando le loro caratteristiche ottiche; sovrapposizioni delle proprietà ottiche delle varie fasi minerali; difficoltà nella distinzione delle proprietà ottiche standard per dimensioni ridotte. Microscopia ottica CF, DC, POL (*) polveri in massa e in strato sottile su filtro La superficie del campione è ridotta e può non essere rappresentativa ad elevato ingrandimento; la preparazione dei campioni ed il loro esame può richiedere molte manipolazioni (TEM) e tempi notevolmente lunghi; difficoltà di interpretazioni dei risultati microanalitici (EDXA e SAED) (***) con il diminuire delle dimensioni; interferenze da particelle fibrose di altre fasi minerali. Microscopia elettronica a scansione e trasmissione con accessorio per microanalisi a raggi X a dispersione di energia (EDXA) (*) CF= contrasto di fase; DC= dispersione cromatica; POL= luce polarizzata (**) A/C= amianto-cemento (***) SAED= diffrazione elettronica zonale
polveri in massa e in strato sottile su filtro Tecnica analitica Forma del campione Limitazioni Non dà informazioni morfologiche; la presenza delle varietà non fibrose di serpentino e anfiboli interferiscono, interferenze da parte di altre fasi minerali e reciproche tra la diverse varietà asbestiformi di anfiboli; limite di rivelabilità intorno a 0,5 per cento in peso. Diffrattometria R-X (DRX) polveri in massa e in strato sottile su filtro Spettrometria I-R Come per la DRX
Spettro di una fibra di Amosite
MOCF A 80 X CON IL METODO DELLA DISPERSIONE CROMATICA FASCIO DI FIBRE DI CRISOTILO IN UN CAMPIONE DI PANNELLO IN CEMENTO AMIANTO
Normative essenziale di riferimento 1. DLgs 15 agosto 1991, n° 277 recepisce precedenti direttive comunitarie in materia di… …protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici, e biologici durante il lavoro. è finalizzato… alla riduzione e al controllo dell’esposizione in tutte le attività produttive che utilizzano, direttamente o indirettamente, amianto nelle operazioni di rimozione o bonifica di ambienti o strutture in cui sono presenti materiali contenenti amianto!
Normative Il superamento del livello di azione (0.1 ff/cc) comporta l’attuazione di una serie di provvedimenti di ordine: organizzativo procedurale tecnico igienico sanitario …abbastanza complessi, tanto da rendere sicuramente vantaggioso, in termini di costi ed impegno, cercare di non superare tale limite!
la immediata sospensione del lavoro Normative Il superamento dei limiti massimi di esposizione (0.6 ff/cc per crisotilo e 0.2 ff/cc per anfiboli) comporta invece: la immediata sospensione del lavoro la rimozione della causa che ha determinato l’inquinamento l’attuazione di misure protettive ambientali e personali l’autorizzazione dell’ “organo di vigilanza” (USL) al piano di lavorazione predisposto tutti gli adempimenti già previsti per livelli di esposizione inferiori.
Normative 2. Legge n 257/1992 definisce le norme applicative per la cessazione dell’impiego dell’amianto e le norme del suo smaltimento. Sono vietate: estrazione importazione esportazione commercializzazione produzione di amianto Il decreto attuativo della Legge n 257/92 che ha definito le tipologie d’intervento nel settore della edilizia è il D. Min. Sanità 6 Settembre 1994. In base a questo decreto, le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto sono in sostanza 3: 1. Rimozione 2. Incapsulamento 3. Confinamento
Normative 1. Rimozione elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell’edificio. comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti produce notevoli quantitativi di rifiuti speciali che devono essere correttamente smaltiti; in genere richiede l’applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell’amianto rimosso!
Normative 2. Incapsulamento prevede il trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l’aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta; non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti. il rischio per i lavoratori addetti è minore rispetto alla rimozione; è il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio.L’inconveniente principale è la permanenza nell’edificio del materiale di amianto e la conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione!
Normative 3. Confinamento consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle aree occupate dell’edificio; se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all’interno del confinamento; rispetto all’incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’amianto rimane nell’edificio. Inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni!
pericolosi e non pericolosi. Normative Il materiale contenente amianto, eventualmente rimosso, deve essere poi correttamente smaltito. A questo proposito il D.Lgs 5 Febbraio 1997, n° 22 (decreto Ronchi, successivamente modificato ed integrato dal D.Lgs 8 Novembre 1997, n° 389 e dalla Legge 9 dicembre 1998, n° 426) abrogando la normativa esistente (all’art.56), sostituisce la precedente classificazione dei rifiuti in speciali/tossici e nocivi con la nuova che li distingue in rifiuti pericolosi e non pericolosi.
In base a questo decreto… Normative In base a questo decreto… rifiuti di costruzioni e demolizioni (materiali di costruzione a base di amianto compatto RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI rifiuti di costruzioni e demolizioni (materiali isolanti contenenti amianto friabile RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI.
…altre norme Normative DPR 30.6.65 n° 1124 disposizioni speciali per la silicosi e l’asbestosi Circolare Ministero della sanità 10.7.86 n° 45 prevede una serie di interventi negli edifici scolastici ed ospedalieri all’interno dei quali sia stato utilizzato amianto o materiali che lo contengano DPR 24.5.88 n° 215 limitazioni e divieti riguardanti l’uso della crocidolite, etichettatura all’uso di tipi di amianto diverso dalla crocidolite. DM 6.9.94 norme e metodologie di applicazione della 257 relativa ad analisi ed interventi di bonifica Dlegs 17.3.95 n° 114 attuazione direttiva CEE per prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’ambiente causato dall’amianto (emissioni in amosfera e nei liquidi) L.271/93 benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto.
Livelli di esposizione la concentrazione di amianto nell’aria si misura in numero di fibre per cm³ ff/cm³ La concentrazione massima di amianto nell’aria (valore limite di esposizione) è differente per i diversi tipi di amianto: più bassa 0,2 ff/cm³ per anfiboli e miscele più alta 0,6 ff/cm³ per il crisotilo!
Normativa: novità D.Lgs 25 luglio 2006 n. 257 “Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione all’amianto durante il lavoro Il nuovo decreto abroga a decorrere dalla data di entrata in vigore (15 gg dopo la pubblicazione sulla G.U.) le disposizioni di cui al capo III del D.lgs 277/91 del medesimo oggetto. Il decreto si inserisce organicamente nel D.lgs 626/94 attraverso l’inserimento del nuovo titolo VI bis e la modifica dell’apparato sanzionatorio. Le procedure applicative del decreto ricalcano quelle del D.lgs 626/94.
Titolo VI – bis D.lgs 626/94 Poiché in Italia, dal marzo 1992, l’amianto non può più essere prodotto e commercializzato il rinnovamento normativo si va applicare alle situazioni di esposizione residuale e in particolare alle attività lavorative che possono comportare rischio di esposizione ad amianto quali: Manutenzione Rimozione dell’amianto o di materiali contenenti amianto Smaltimento e trattamento dei rifiuti Bonifica delle aree interessate Le disposizioni vanno applicate anche “se vi è il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione”.
D.Lgs 626/94 Titolo VI bis: principali obblighi OBBLIGO / ARTICOLO CONTENUTI E NOTE valutazione del rischio, art. 59 V Richiamando l’art. 4 del D.Lgs 626/1994, il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvere proveniente dall'amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il grado dell'esposizione e le misure di sicurezza preventive e protettive da attuare misure di prevenzione e protezione generali, art. 59 - VII In tutte le attività finalizzate all'eliminazione dell'amianto l'esposizione dei lavoratori deve essere ridotta al minimo, e non deve comunque mai superare il "valore limite". A tal fine, il datore di lavoro deve: - limitare al minimo il numero di persone esposte all'amianto; - adottare processi lavorativi che non producano la dispersione di amianto nell'aria; - sottoporre a regolar pulizia locali e attrezzature di trattamento dell'amianto; - stoccare e trasportare l'amianto solo con imballaggi chiusi; - raccogliere e rimuovere il più presto possibile dal luogo di lavoro i rifiuti di amianto ed avviarli al trattamento
D.Lgs 626/94 Titolo VI bis: principali obblighi OBBLIGO / ARTICOLO CONTENUTI E NOTE misure igieniche, art. 59 - VIII I luoghi interessati dalle attività relative all'amianto devono essere chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli; accessibili esclusivamente ai lavoratori interessati; oggetto del divieto di fumo. Le attività di ristorazione e quella di igiene personale dei lavoratori deve avvenire in apposite aree prive di rischio di contaminazione. Indumenti di lavoro protettivi devono essere messi a disposizione dei lavoratori, devono essere separatamente conservati e possono essere trasportati fuori dall'impresa solo per il lavaggio e secondo particolari procedure di sicurezza. L'equipaggiamento protettivo deve essere controllato e pulito dopo ogni utilizzo, riparato o sostituito in caso di difetti valore limite e misure in caso di superamento, art. 59 - X Se il valore limite viene superato, il datore di lavoro deve: - individuare le cause del superamento; - riportare l'esposizione al di sotto del valore; - verificare immediatamente l'efficacia delle misure con una nuova determinazione della concentrazione di amianto nell'aria. - Il proseguimento del lavoro nella zona interessata è lecito solo se vengono prese misure adeguate per la protezione dei lavoratori interessati.
piano per i lavori di demolizione e rimozione, art. 59 - XII D.Lgs 626/94 Titolo VI bis: principali obblighi OBBLIGO / ARTICOLO CONTENUTI E NOTE piano per i lavori di demolizione e rimozione, art. 59 - XII Nei lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto da edifici, strutture, apparecchi, impianti e mezzi di trasporto, il datore di lavoro predispone un piano di lavoro. Il piano deve contenere informazioni sui seguenti punti: - rimozione dell’amianto prima dell’applicazione delle tecniche di demolizione - fornitura ai lavoratori dei DPI - verifica dell’assenza di rischi dovuti all’esposizione all’amianto al termine dei lavori; - adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori e adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali; - natura dei lavori e loro durata presumibile, luogo ove i lavori verranno effettuati; - tecniche lavorative adottate per la rimozione; - caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare. Copia del piano di lavoro è inviata all'organo di vigilanza, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori.
D.Lgs 626/94 Titolo VI bis: principali obblighi OBBLIGO / ARTICOLO CONTENUTI E NOTE Informazione e formazione ai lavoratori, art. 59- XIII e XIV Le attività di rimozione, smaltimento e bonifica possono essere svolte (art. 59 - XIV comma 3) solo da addetti formati attraverso i corsi di cui all’art. 10 comma 2 lettera h della Legge 27/3/92 n. 257 sorveglianza sanitaria tramite medico competente, art. 59- XV NO in caso di esposizioni sporadiche e di debole intensità se il limite di esposizione non è superato (cfr. art. 59-V comma 2) registro di esposizione e cartella sanitaria, art. 59-XVI NO in caso di esposizioni sporadiche e di debole intensità se il limite di esposizione non è superato notifica all’organo di vigilanza competente, art. 59 - VI Prima dell’inizio dei lavori; sostituibile dal piano dei lavori in caso di demolizioni e rimozioni. NO in caso di esposizioni sporadiche e di debole intensità se il limite di esposizione non è superato
D.Lgs 626/94 Titolo VI bis:le novità Limite di esposizione professionale: 100 f/l (= 0.1 fibre per cm3 come media nel tempo di 8 ore) Misura della concentrazione di fibre aerodisperse: il prelievo deve essere effettuato da personale qualificato nell’ambito (ossia coordinato, non “obbligatoriamente assunto”) dal SPP
Conclusioni L’uso dell’amianto nell’industria è stato bandito e le procedure per il controllo dell’esposizione nelle attività che ancora comportassero manipolazione di questo materiale sono state precisamente definite ed indicate. L’amianto però costituisce ancora un problema per la salute: 1. alto numero di persone che sono state esposte in ambiente di lavoro nei decenni precedenti (popolazione a rischio per patologie neoplastiche) 2. permanere di potenziali esposizioni in particolari e limitate attività. Ciò impone di mantenere attive le capacità di valutare il rischio reale negli ambienti di lavoro e di poterlo monitorare nel tempo 3. l’inquinamento degli ambienti normali di vita (rischi per la salute da basse esposizioni a fibre ultracorte e ultrafini) fondamentale identificare le principali fonti di dispersione e poter intervenire per eliminarle o quanto meno controllarle!
tipo di rischio rischio di vita su 100.000 abitanti Conclusioni I seguenti dati elaborati dall’università di Harvard e relativi agli Stati Uniti mostrano quanto incida poco il rischio da amianto sulla mortalità riferita ad altri rischi: tipo di rischio rischio di vita su 100.000 abitanti amianto 1 uragano 3 fulmine 3 caduta o investimento ciclista 75 raggi X 75 sigarette 200 auto che investe pedone 270