CAMBIAMENTO DI VARIABILI IN INTEGRALI DOPPI E TRIPLI.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Le forme dello spazio Caffè Scienza. Associazione formaScienza.
Advertisements

Funzioni reali di due variabili reali
Appunti di analisi matematica: Integrale Definito
FORMULE DI GAUSS-GREEN NEL PIANO.
L’ IPERBOLE.
Funzioni di due variabili
Risoluzione di triangoli qualsiasi
DIDATTICA A DISTANZA “CARRELLATA” SULLE CONICHE CON ESERCITAZIONI
Capitolo 8 Sistemi lineari.
Dinamica del manipolatore
Fisica 2 18° lezione.
angoli orientati negativamente se la rotazione avviene in verso orario
Sfere e cilindri: un viaggio nelle geometrie Progetto Elites 2005.
La curva di rotolamento. F F T O Per determinare lequazione della curva di rotolamento esaminiamo ciò che succede quando lellisse rotola senza strisciare.
Elementi di Matematica
Elementi di Matematica
* Notazioni di algebra e di analisi matematica utilizzate
Cinematica differenziale
PER FUNZIONI DI PIÙ VARIABILI - 3.
CALCOLO DIFFERENZIALE PER FUNZIONI DI PIÙ VARIABILI - 4.
SUPERFICIE NELLO SPAZIO, FORMULE DELLA DIVERGENZA E DI STOKES
SISTEMI D’EQUAZIONI ED EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI.
EQUAZIONI DIFFERENZIALI ORDINARIE PRIME CONSIDERAZIONI .
Rappresentazione delle Quadriche
TRIGONOMETRIA Ripasso veloce.
Considera un quadrato inscritto in una circonferenza di raggio r
Poligoni inscritti e circoscritti
Formule generali per il calcolo di superficie e volume di solidi a 2 basi Preparatevi all’esame di matematica e scienze, studiando queste pagine, rielaborate.
LE CONICHE                                       .
A cura del S.T.V. (CP) Giuseppe FIORINI
L’ellisse come luogo di punti
MOMENTI DI SECONDO ORDINE
I solidi.
RETTE E PIANI NELLO SPAZIO
Fabrizio Gay – corso di fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva aa CURVE e SUPERFICIE 1: Modelli matematico e categorie comuni (morfologia.
CONICHE 1. coniche come “luoghi solidi” 1.1 le coniche di Menecmo
Lo studio delle coniche nel tempo
F. Gay, Università IUAV di Venezia, Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura - Modulo coordinato di rappresentazione 1 – aa Curve e superficie.
Curve e superficie prima parte: coniche nel piano e nello spazio
LA PARABOLA.
TRIGONOMETRIA Ripasso veloce.
SPAZI TOPOLOGICI: topologia locale (a cui siamo interessati)
Cap. 13 Cerchio e circonferenza
LA CIRCONFERENZA.
Formule generali per il calcolo di superficie e volume di solidi a 2 basi by iprof.
Esempio di programmazione modulare
Prof. Francesco Gaspare Caputo
Trasformazioni nel piano
Formule generali per il calcolo di superficie e volume di solidi a 2 basi Preparatevi all’esame di matematica e scienze, studiando queste pagine, rielaborate.
Liceo Scientifico Tecnologico “Grigoletti” Precorsi Trigonometria
Proff. Cornacchia - De Fino
Università degli Studi Roma Tre – Facoltà di Ingegneria – Corso di Cemento Armato precompresso A/A Richiami di geometria delle Aree Università.
centro di massa e momento di inerzia
Campo Elettrico Definizione operativa di campo elettrico: Il vettore campo elettrico associato ad una determinata carica sorgente Q, posta in un.
APPUNTI DI GEOMETRIA ANALITICA DELLA RETTA
Le funzioni matematiche e il piano cartesiano
I poliedri diagonale DEFINIZIONE. Un poliedro è la parte di spazio delimitata da poligoni posti su piani diversi in modo tale che ogni lato sia comune.
La circonferenza e l’ellisse La sezione conica è l’intersezione di un piano con un cono. La sezione cambia a seconda dell’inclinazione del piano. Se il.
IL PIANO CARTESIANO E LA RETTA
IISS "E. Medi" - Galatone Prof. Giuseppe Frassanito a.s. 2012/2013
CONICHE.
Per un punto non passa alcuna parallela ad una retta data
Integrali indefiniti.
Triennio 1Preparazione giochi di Archimede - Triennio.
prof.Giuseppe Frassanito a.s
Il cilindro DEFINIZIONE. Si dice cilindro il solido generato dalla rotazione completa di un rettangolo attorno ad uno dei suoi lati. Analizzando la figura.
La Circonferenza. LA CIRCONFERENZA Assegnato nel piano un punto C detto Centro, si chiama circonferenza la curva piana con i punti equidistanti da C.
Funzioni trigonometriche. Funzioni Trigonometriche si dice angolo positivo individuato dalla coppia di semirette r e r' uscenti dal punto O, l'insieme.
Le frazioni A partire da N vogliamo costruire un nuovo insieme numerico nel quale sia sempre possibile eseguire la divisione. Per fare ciò dobbiamo introdurre.
Transcript della presentazione:

CAMBIAMENTO DI VARIABILI IN INTEGRALI DOPPI E TRIPLI.

Argomenti della lezione Cambiamento di variabili per integrali doppi e tripli Applicazioni al calcolo di aree, volumi, baricentri, momenti

CAMBIAMENTO DI VARIABILI IN INTEGRALI DOPPI E TRIPLI.

Il teorema sul cambiamento di variabili negli integrali multipli, in particolare doppi e tripli, è uno dei teoremi più sofisticati del Calcolo. Noi ci limiteremo ad enunciarlo e a mostrarne l’applicazione nei casi più comuni

Abbiamo già introdotto la nozione di funzione localmente invertibile. Ripetiamo e precisiamo meglio questa nozione Abbiamo affermato che se f : A  Rm  Rm, A aperto, è di classe C1(A), e se det J(f)(x0) ≠ 0 allora f è localmente invertibile; cioè esistono intorni aperti U di x0 e V di y0 = f(x0) x tra i quali f è biiettiva; dunque f(U) = V

Sappiamo che se una trasformazione è regolare, essa ha il determinate jacobiano non nullo in ogni punto del dominio e quindi f(A) è aperto anche se f non è necessariamente iniettiva su A. Una siffatta f è adatta a definire un cambiamento di variabili. Si può dimostrare poi che i punti singolari non costituiscono un insieme molto “pesante” (ha misura nulla secondo Lebesgue: Teorema di Sard)

Inoltre l’inversa locale tra gli intorni aperti V e U è di classe C1(V), e la sua matrice jacobiana è l’inversa della matrice jacobiana di f. Con queste precisazioni, possiamo enunciare il teorema sul cambiamento di variabili negli integrali multipli

(cambiamento di variabili ) Sia h : U  Rm  V  Rm, U, V aperti, Teorema (cambiamento di variabili ) Sia h : U  Rm  V  Rm, U, V aperti, regolare e di classe C1(U), sia E  U un compatto PJ-misurabile e f:h(E)R integrabile. Allora è integrabile f•h su E e si ha

Per brevità di notazione abbiamo indicato y=h(x), e scritto h’(x) al f ( y ) d = h x )) | det ¢ E ò Per brevità di notazione abbiamo indicato y=h(x), e scritto h’(x) al posto della matrice jacobiana. È chiaro che questa trasformazione di coordinate è conveniente se l’integrazione su E è più agevole di quella su h(E); per esempio E è un rettangolo e la nuova funzione da integrare non è troppo complicata

òò ( x + y ) d Esempio: Si voglia calcolare con E = {(x,y): 0<x≤y≤2x, 1≤xy≤2} Posto u= x y e v = y/x , la Trasformazione h così individuata manda l’insieme E del piano xy

g ( u , v ) : x = y × ì í ï î nel rettangolo J= [1,2][1,2] del piano uv. La trasformazione inversa di h è g ( u , v ) : x = y × ì í ï î che ha determinate jacobiano det g’(u,v) = 1/2v > 0

òò òò ( x + y ) d u 1 = ( u v ) d u d v + v v 2 Dunque J 2 A conti fatti si trova 1/3 (4 -  2). Il dominio è divenuto un rettangolo e la funzione non si è troppo complicata

A parte i cambiamenti di variabili che possono essere suggeriti dalla natura del problema (tipo di dominio o particolarità della funzione), come abbiamo visto nell’esempio precedente, i tipi di trasformazioni di coordinate più comuni, sono quelli che già abbiamo introdotto in una lezione precedente: il cambiamento di coordinate polari o (polari ellittiche) nel piano; il

cambiamento di coordinate cilindriche (o cilindrico ellittiche) e il cambiamento di coordinate sferiche (o ellissoidali) nello spazio. Precisamente

ì x cos = r J , í r ³ £ J < 2 p ï y sen î = r J COORDINATE POLARI Sono le coordinate così individuate ì x cos = r J , í r ³ £ J < 2 p ï y sen î = r J Sappiamo che questa trasformazione ha un solo punto singolare: l’origine (0,0)T

Infatti il determinante jacobiano è det J(x y) =    La trasformazione è biiettiva tra R2\(0,0)T, e {(,): >0, 0 <  < 2π} Cioè vi è corrispondenza biunivoca tra tutto il piano x y privato dell’origine e una striscia infinita nel piano  . Se indichiamo con h-1(x,y) la trasformazione che a ,

òò òò f ( x , y ) d x d y = = f ( r cos , r sen ) r d r d J J J fa corrispondere x,y abbiamo òò f ( x , y ) d x d y = E = òò f ( r cos , r sen ) r d r d J J J h - 1 ( E ) Se il dominio E è un’ellisse o parte di essa di semiassi a e b, è conveniente usare le coordinate polari ellittiche x = a  cos  , y = b  sen  . Il determinante Jacobiano è a b 

òò m ( E ) = d x y a b r J Mostriamo come ciò sia utile nel calcolo dell’area di un ellisse o del volume di un ellissoide Sia E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 = 1} m ( E ) = d x y a b r h - 1 òò J Si trova facilmente m(E) = πab

Calcolo del volume di un ellissoide E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 + z2/c2 = 1} Si trova, dopo qualche calcolo non difficile, m(E) = (4/3)π abc Ricordiamo che il calcolo in coordinate cartesiane presentava invece qualche difficoltà

COORDINATE CILINDRICHE Sono le coordinate così individuate x = r cos J y sen z u ³ , £ < 2 p Î R ì í ï î Il determinante jacobiano di questa trasformazione è . L’asse z è fatto di punti singolari

La trasformazione è biunivoca tra l’aperto dato da R3\{asse z} dello spazio x y z e l’aperto  > 0, 0 <  < 2π, u  R, dello spazio   u. Si può combinare questa trasformazione con quella delle coordinate ellittiche

, r ³ £ j p J < 2 x = r sen j cos J y z ì í ï î COORDINATE SFERICHE Sono le coordinate così descritte x = r sen j cos J y z ì í ï î , r ³ £ j p J < 2

Il determinante jacobiano di questa trasformazione è 2 sen . L’asse z è fatto tutto di punti singolari. La trasformazione è biunivoca tra l’aperto dato da R3\{semipiano x z, con x≤ 0} dello spazio x y z e l’aperto > 0, 0 <  < π, 0 <  < 2π, dello spazio   . Si può combinare que- sta trasformazione con quella delle coordinate ellittiche

òòò ò d x y z = r sen j J abc Mostriamo come ciò sia facilissimo con questa trasformazione calcolare il volume dell’ellissoide E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 + z2/c2 = 1} d x y z = r 2 sen j J p ò 1 E òòò abc Si trova facilmente, come noto, (4/3)π abc

APPLICAZIONI AL CALCOLO DI AREE, VOLUMI, BARICENTRI, MOMENTI

Già abbiamo applicato le trasformazioni di coordinate per calcolare alcune aree e volumi notevoli. Vogliamo ora presentare alcuni ulteriori esempi

òò x y d x d y + Si calcolino i seguenti integrali doppi 1) Calcolare 2 2 + E dove E è la semicorona circolare con y ≥ 0 compresa tra i cerchi di raggi 2 e 3 e centro nell’origine

òò arctg y x d 2) Calcolare dove E è la parte di piano compresa fra la spirale d’Archimede d’equazione  = 2 , per 0≤  ≤ π, e l’asse x.

òò ( x y ) d x d y + 3) Calcolare dove E è la parte di piano compresa 2 2 + E dove E è la parte di piano compresa fra l’asse x, la circonferenza di raggio 1 e centro l’origine e la circonferenza di raggio 1 e centro in (1,0)T

Si calcolino i seguenti volumi 1) Volume della porzione di semisfera per z ≥ 0, che si proietta Sul piano x y sulla circonferenza di diametro r e centro in (r/2,0)T 2) Volume della porzione di cilindro circolare d’equazione z = √1-x2 , che si proietta sul piano x y sul triangolo rettangolo di vertici (0,0)T, (1,0)T, (0,1)T

3) Volume della porzione di superficie paraboloidica d’equazione 2 p z = x2 + y2 che si proietta sul piano x y in un cerchio con centro nell’origine a raggio r

òò x = d y m ( ) , BARICENTRI Il baricentro d’una lamina piana E è dato dal punto di coordinate x = d y E òò m ( ) ,

Si calcolino i seguenti baricentri 1) Di un triangolo rettangolo 2) Di un settore circolare 3) Di una semiellissi 4) Di un segmento di parabola

òòò M = ( x + y ) d z MOMENTI D’INERZIA Il momento d’inerzia di un solido di densità unitaria rispetto a un asse assunto come asse z, solido che occupa la regione dello spazio E, è dato da M = ( x 2 + y ) d z E òòò

Si calcolino i seguenti momenti d’inerzia 1) Di un parallelepipedo rettangolo, rispetto ad uno spigolo 2) Di un cilindro rotondo, rispetto all’asse 3) Di un ellissoide, rispetto ad un asse