LA SPECIFICITA’ DEL SETTORE CULTURALE Industria culturale Impresa culturale
Si è fatta strada la consapevolezza che il settore artistico e culturale esprime un sempre maggiore fabbisogno di valorizzazione, per il fondamentale contributo che esso può offrire alla economica e sociale della collettività. Ricchezza e valore culturale, sino a qualche tempo fa, erano considerati concetti antinomici, quasi che l’uno dovesse necessariamente escludere l’altro. Il timore maggiore risiedeva nella possibilità di una reciproca contaminazione o, piuttosto, nella paura che la CULTURA potesse risultare, in qualche modo asservita al profitto, snaturando quindi i suoi contenuti e venendo meno al compito primario di contribuire al progresso sociale e civile di un territorio o di una nazione. Con il passare del tempo si è capito che ricchezza e valore culturale possono essere considerati due fattori di una medesima equazione, il cui risultato è maggiore della somma delle singole parti.
Sono presi in esame alcune tipologie di organizzazione e precisamente: I teatri e le fondazioni liriche Le biblioteche Gli archivi I musei e le aree archeologiche I festival a prevalente contenuto culturale (di teatro, danza, lirica, letteratura) Queste tipologie di organizzazione si caratterizzano per la rispondenza ad alcuni elementi discriminanti:
La preminente finalità culturale che caratterizza queste organizzazioni; L’assenza dello scopo di lucro tipica delle soggetti pubblici e delle organizzazioni non profit; La presenza di un complesso strutturato e permanente di risorse (umane, tecniche e finanziarie) da amministrare, messe a servizio del raggiungimento degli obiettivi primari di gestione; L’escludibilità, nel senso che l’accesso ai servizi erogati (ovvero, la loro fruizione) non è libero, ma è disciplinato da forme di accesso controllato. Il profitto è un fattore strumentale per il raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali. Quanto sopra ci fa capire l’esclusione da questo contesto di quelle organizzazioni che pur operando in ambito artistico e culturale:
trovano nella logica del profitto l’elemento centrale del proprio processo decisionale; questo vale per le industrie culturali che hanno per oggetto opere riproducibili, attive nelle produzioni di contenuti (società editoriali, cinematografiche, radiofoniche, televisive, discografiche, ecc.), e per coloro che perseguono una prevalente finalità commerciale, come nel caso delle gallerie e delle case d’asta; si caratterizzano per la presenza di una diversa funzione primaria, di tipo scientifico (parchi archeologici, giardini botanici, ecc.) ovvero di natura liturgica (chiese, santuari, luoghi di culto in genere); sono liberamente accessibili, come accade per il patrimonio ambientale e paesaggistico.