Rimanenze e costo del venduto

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Transcript della presentazione:

Rimanenze e costo del venduto Bilancio capitolo 6 Rimanenze e costo del venduto Come si calcola il costo del venduto I metodi per determinare il valore delle rimanenze Identificazione specifica Media Ponderata F.I.F.O. L.I.F.O. Il valore delle rimanenze di un’azienda di produzione Il principio di continuità dei criteri di valutazione La distinzione tra costi di prodotto e di periodo I costi indiretti e i coefficienti di allocazione

Tipi “puri” di imprese Imprese commerciali Imprese di produzione materie prime semilavorati prodotti finiti Imprese di servizio giacenze materiali giacenze immateriali .

= Rimanenze finali + CdV Il problema = Rimanenze finali + CdV Acquisti 2.000 € Beni disponibili per la vendita 2.800 € Rimanenze finali ? Costo dei beni venduti 800 € Rimanenze iniziali Inventario periodico Inventario perpetuo

Il metodo indiretto di calcolo del costo dei beni venduti attraverso l’inventario periodico Rimanenze iniziali + Acquisti del periodo - Rimanenze finali = Costo dei beni venduti modello Rimanenze finali del periodo precedente Valori accumulati nel sistema contabile Valorizzate alla fine del periodo attraverso un inventario fisico Calcolato come ammontare residuo fonte dei dati Con il metodo dell’inventario periodico il conteggio fisico della merce e la sua valorizzazione sono effettuati solo al termine del periodo

Beni disponibili per la vendita 2.800 Il metodo indiretto di calcolo del costo dei beni venduti attraverso l’inventario periodico Acquisti 2.000 Beni disponibili per la vendita 2.800 Finali (1.000) Costo dei beni venduti 1.800 Rimanenze iniziali (800) Rimanenze iniziali 800 Acquisti (+) 2.000 Beni disponibili per la vendita 2.800 Rimanenze finali (-) 1.000 Costo del venduto 1.800 Costo dei beni venduti

Il processo contabile di rilevazione con il metodo dell’inventario periodico Si ipotizza sino alla data del bilancio che le risorse iniziali e quelle acquistate siano state interamente consumate (costo del venduto) Alla data del bilancio si rettifica l’ipotesi attraverso un inventario fisico che viene valorizzato

Le scritture contabili con l’inventario periodico Giacenze (SP) Fornitori (SP) 2.000 (2) 800 Val.iniz. 800 (1) 800 (1) (3) 1.000 inventario Rimanenze iniziali (CE) Rimanenze finali (CE) 800 (4) 1.000 (6) 1.000 (3) (4) 800 1.000 (6) Acquisti (CE) Costo beni venduti (CE) 2.000 (2) 2.000 (5) (5) 2.000 1.800

Il metodo diretto di calcolo del costo dei beni venduti attraverso l’inventario perpetuo Esempio di inventario perpetuo Rimanenze Valore iniziale Acquisti Valore finale 800 1.800 2.000 1.000 Spedizioni Costo dei beni venduti 1.800 Debito vs fornitori 2.000

Il metodo diretto di calcolo del costo del costo dei beni venduti attraverso l’inventario perpetuo Ogni singola transazione modifica il conto Rimanenze Costo dei beni venduti e livello rimanenze in tempo reale Controllo delle giacenze e delle perdite di inventario Possibilità di redigere il C/E senza fare l’inventario Impegno superiore di rilevazione

La determinazione del reddito con l’inventario periodico: un esempio Una nuova concessionaria viene costituita con un capitale di 100, utilizzato interamente per acquistare 5 autovetture. Lo stato patrimoniale iniziale è: Nel corso dell’esercizio la concessionaria vende nell’ordine le quattro autovetture (3, 5, 2 e 1) rispettivamente per 20,19,28 e 21 e acquista per 13 una sesta autovettura.

La determinazione del reddito con l’inventario periodico (metodo deduttivo): un esempio = + ATTIVITA' PASSIVITA' CAPITALE NETTO Rimanenze 18 23 17 20 22 100 100 Capitale sociale 100 (1) in apertura (1) 100 Rimanenze iniziali Costo dei beni venduti Costo del venduto = RI + Acquisti - RF = 100 + 13 - 33 = 80 in chiusura (7) 33 Cassa auto 3 (2) 20 13 (6) Acquisti auto 5 (3) 19 auto 2 (4) 28 auto 1 (5) 21 75 auto 6 13 auto 4 20 33 (7) Rimanenze finali Ricavi auto 3 20 (2) auto 5 19 (3) auto 2 28 (4) auto 1 21 (5) 88 Attività = 108 Passività = 0 Capitale netto =

La determinazione del reddito con l’inventario perpetuo: un esempio con transazioni semplificate ATTIVITA' = PASSIVITA' + CAPITALE NETTO Con l’inventario perpetuo viene rilevato non solo il ricavo, ma anche il costo di ciascuna transazione auto 5 22 Rimanenze auto 1 18 auto 2 23 auto 3 17 auto 4 20 100 Capitale sociale (4) 18 auto 1 23 auto 2 (3) 17 auto 3 (1) Ricavi auto 3 20 (1) 22 auto 5 (2) auto 5 19 (2) 13 auto 6 (5) 33 auto 2 28 (3) auto 1 21 (4) 88 Cassa auto 3 (1) 20 13 (5) auto 6 Costo del venduto auto 5 (2) 19 auto 3 17 (1) auto 2 (3) 28 auto 5 22 (2) auto 1 (4) 21 auto 2 23 (3) 75 auto 1 18 (4) 80 Attività = 108 Passività = 0 CN = CS + RU = 100 + (88-80) = 108

Contabilità Analitica La determinazione del risultato d’esercizio con l’inventario perpetuo: un esempio Contabilità Generale 100 Rimanenze 100 Capitale sociale 100 33 Cassa auto 3 (1) 20 13 (5) auto 6 auto 5 (2) 19 auto 2 (3) 28 SP auto 1 (4) 21 75 C/E Rimanenze iniziali Rimanenze finali Ricavi 33 auto 3 20 (1) 100 auto 5 19 (2) auto 2 28 (3) Acquisti auto 1 21 (4) auto 6 13 88 Contabilità Analitica auto 4 20 auto 3 17 Rimanenze auto 1 18 auto 2 23 auto 5 22 Acquisti Costo del venduto (4) 18 auto 1 13 13 23 auto 2 (3) auto 3 17 (1) 13 auto 6 (5) 17 auto 3 (1) auto 5 22 (2) auto 2 23 (3) 22 auto 5 (2) auto 1 18 (4) 80 33

I vantaggi del metodo dell’inventario periodico In CO.GE sono rilevati esclusivamente gli effetti di scambi con l’esterno (fatti amministrativi esterni) e non anche fatti amministrativi interni quali: impieghi dei fattori produttivi nella produzione (materie prime, lavoro..); passaggi di materiali e di denaro tra magazzini e tra uffici; deterioramenti e ammanchi di materiale …, quindi, La contabilità generale è alleggerita delle rilevazioni dei fenomeni interni di gestione per il quale il metodo della PD può essere lento e ingombrante La determinazione degli effetti economici derivanti da scambi con l’esterno è oggettiva (produce variazioni della cassa o dei debiti o dei crediti) e non esige stime più o meno arbitrarie e laboriose, quindi Si evita la commistione nei conti della contabilità generale di valori stimati e di valori determinati oggettivamente; i conti risultano così meno eterogenei in quanto ai valori in essi presenti

Gli svantaggi del metodo dell’inventario periodico Nelle grandi imprese l’oggettività dei dati contenuti nella CO.GE sarebbe fortemente compromessa da una valorizzazione dell’inventario finale “fatta a braccio” In queste imprese deve dunque coesistere un sistema contabile parallelo alla CO.GE. per la rilevazione dei fatti amministrativi interni quali impieghi dei fattori produttivi nella produzione (materie prime, lavoro..); passaggi di materiali e di denaro tra magazzini e tra uffici; deterioramenti e ammanchi di materiale …. In tali condizioni la separazione dei fatti amministrativi esterni da quelli interni è, da un punto di vista della comprensione del funzionamento del sistema nel suo insieme poco rilevante: questa comprensione non sarebbe possibile prescindendo dalle modalità contabili di valorizzazione delle rimanenze I sistemi informativi integrati hanno adottato questo modello contabile

Come valorizzare le quantità vendute e le rimanenze finali? Quali articoli includere nelle rimanenze finali quando i prezzi unitari cambiano nel tempo? Come valorizzare le quantità vendute e le rimanenze finali?

Quale dei due valori stimare meglio? Quali articoli includere nelle rimanenze finali quando i prezzi unitari cambiano nel tempo? Quale dei due valori stimare meglio? Rimanenze iniziali Acquisti + Costo del venduto Rimanenze finali + = 1. Identificazione specifica 2. Costo medio 3. F.I.F.O. 4. L.I.F.O.

Metodo dell’identificazione specifica Dati di input Unità Costo unitario Totali Rimanenze iniziali, 1° gen. 100 €8 €800 Acquisti, 1° giugno 60 9 540 Acquisti, 1° ottobre 80 10 800 Beni disponibili per la vendita 240 €2.140 Beni venduti 150 Rimanenze finali (quantità) 90

Metodo dell’identificazione specifica Ipotesi Unità Costo unitario Totali Rimanenze iniziali, 1° gen. 100 €8 €800 Acquisti, 1° giugno 60 9 540 Acquisti, 1° ottobre 80 10 800 Beni disponibili per la vendita 240 €2.140 Beni venduti 150 Rimanenze finali (quantità) 90 vendute 90 vendute 50 vendute 10

Metodo dell’identificazione specifica Unità Costo unitario Totali Rimanenze iniziali, 1° gennaio 10 € 8 € 80 Acquisti, 1° giugno 10 9 90 Acquisti, 1° ottobre 70 10 700 Rimanenze finali 90 870 Costo del venduto [(90 x € 8) + (50 x € 9) + (10 x € 10)] € 1.270 2.140

Valorizzazione al costo medio (inventario periodico) Inventory Costing Methods Valorizzazione al costo medio (inventario periodico) Unità Costo unitario Totali Rimanenze iniziali, 1° gennaio 100 € 8 € 800 Acquisti, 1° giugno 60 9 540 Acquisti, 1° ottobre 80 10 800 Beni disponibili per la vendita 240 8,917 € 2.140 Beni venduti in quantità 150 Rimanenze finali 90 802 Costo dei beni venduti (150 x 8.917) 1.338 2.140 €2.140 240

Valorizzazione F.I.F.O. (first in first out) con inventario periodico Unità Costo unitario Totali Rimanenze, 1° gennaio 100 € 8 E800 Acquisti, 1° giugno 60 9 540 Acquisti, 1° ottobre 80 10 800 Beni disponibili per la vendita 240 € 2.140 Beni venduti 150 Rimanenze finali in quantità 90 Rimananze finali a valore (10 x 9 + 80 x 10) € 890 Costo dei beni venduti (100x8) + 50 x 9) € 1.250 € 2.140 venduti 100 venduti 50

Valorizzazione L.I.F.O. (last in first out) con inventario periodico Unità Costo unitario Totali Rimanenze, 1° gennaio 100 € 8 E800 Acquisti, 1° giugno 60 9 540 Acquisti, 1° ottobre 80 10 800 Beni disponibili per la vendita 240 € 2.140 Beni venduti 150 Rimanenze finali in quantità 90 Rimananze finali a valore (90 x 8) € 720 Costo dei beni venduti (10x8 + 60 x 9 + 80 x 10) € 1.420 € 2.140 venduti 10 venduti 60 venduti 80

Il confronto tra i 3 metodi F.I.FO. Rispetta il principio di competenza (flusso fisico dei beni) Rappresenta adeguatamente il valore delle rimanenze L.I.F.O. Rispetta il principio di competenza (ricavi e costi entrambi a prezzi correnti) Impatto fiscale Valorizzazione delle rimanenze?

Gli “strati” F.I.F.O. con inventario perpetuo

Gli “strati” L.I.F.O. con inventario perpetuo

Il principio di continuità dei criteri di valutazione Per determinare il reddito è possibile applicare uno dei qualsiasi criteri, ma una volta adottato questo non può essere modificato se non giustificando il motivo del cambiamento e indicando in nota integrativa l’effetto sul reddito del cambiamento. Principio di continuità dei criteri di valutazione: Applicazione costante nel tempo dei medesimi criteri come requisito per potere confrontare i bilanci di diversi esercizi.

La valutazione delle rimanenze e dei titoli Costo storico vs. valore di mercato (principio di prudenza) Al costo d’acquisto Valore di mercato = prezzo medio del titolo nel mese che ha preceduto la chiusura del bilancio La valutazione delle rimanenze La valutazione dei titoli acquistati a titolo speculativo costituenti immobilizzazioni finanziarie Costo storico vs. valore di mercato (principio di prudenza)

Le rimanenze in un’azienda di produzione I costi di prodotto materiali diretti manodopera diretta costi generali di produzione Le basi di allocazione Il coefficiente di allocazione I costi di periodo

Costi di prodotto e costi di periodo Stato Patrimoniale COSTI DI PRODOTTO Costo d’acquisto di materiali diretti Rimanenze di materiali diretti Rimanenze di semilavorati prelievo Costo della manodopera diretta Costi generali di produzione Conto Economico Rimanenze di prodotti finiti trasformazione completata Costo dei beni venduti vendita COSTI DI PERIODO Costi commerciali generali & amministrativi Costi commerciali generali & amministrativi nello stesso periodo in cui si sostiene la spesa

Costi di prodotto e costi di periodo Inizialmente un'attività (scorte) diventano costo di competenza (costo del venduto) quando avviene la vendita Costi di periodo Sono costi di competenza nel periodo in cui la risorsa viene consumata. Non sono mai un'attività Nessuno (tranne eccezioni) Stipendi, ammortamenti, illuminazione e riscaldamento assicurazioni, pubblicità, imposte Imprese di servizio Prezzo d'acquisto della merce + costi di trasporto Stipendi, ammortamenti, illuminazione e riscaldamento assicurazioni, pubblicità, costi di trasporto al cliente, imposte Imprese commerciali Materiali diretti + manodopera diretta + costi indiretti di produzione (materiali ind., moi, ammortamenti fabbricati e impianti, assicurazione dello stabilimento, energia dello stabilimento, imposte e tasse relative allo stabilimento) R&S, costi di trasporto al cliente, ammortamenti non di produzione, illuminazione e riscaldamento, assicurazioni, pubblicità, costi di trasporto al cliente, imposte Imprese di produzione

Alcuni indici di bilancio costo dei beni venduti rimanenze finali Indice di rotazione delle rimanenze = rimanenze costo del venduto/365 GG. di copertura delle vendite = ricavi - costo dei beni venduti Ricavi X 100 Margine % lordo =

Una sintesi dei dieci principi del bilancio 1. Principio del duplice aspetto: attività = passività + capitale netto. 2. Principio di omogeneità: la contabilità riporta soltanto i risultati di eventi passati esprimibili “oggettivamente” in termini monetari. 3. Principio dell’identità giuridica: i rendiconti si riferiscono all’azienda considerata distinta dalle persone che la possiedono o che, a vario titolo, con essa hanno a che fare. 4. Principio della prospettiva di funzionamento: la contabilità presuppone che l’azienda continui a operare per un tempo indeterminato e non, invece, che stia per essere venduta o liquidata a breve termine. 5. Principio del costo: la contabilità rileva il costo storico delle attività non finanziarie, non il loro valore di mercato.

Una sintesi dei dieci principi del bilancio 6. Principio di prudenza: i ricavi vengono riconosciuti solo quando sono ragionevolmente certi, mentre i costi non appena sono possibili. 7. Principio di significatività e rilevanza: trascurare gli eventi insignificanti e individuare tutti quelli significativi. 8. Principio di realizzazione dei ricavi: un ricavo si realizza al momento della consegna dei beni o dell’erogazione dei servizi. 9. Principio di competenza: i costi di un periodo sono quelli correlati ai ricavi del periodo e cioè: 1. costo del venduto; 2. costi di periodo; 3. perdite. 10. Principio di continuità dei criteri di valutazione: i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro. La continuità valutativa costituisce infatti una condizione essenziale di confrontabilità dei bilanci

Punti chiave da ricordare Se un’azienda non rileva il costo di ogni singolo articolo venduto, allora può dedurre il costo del venduto di un certo periodo sommando gli acquisti complessivi del periodo alle rimanenze iniziali (valore dei beni disponibili per la vendita) e sottraendo da tale ammontare il valore delle rimanenze finali. Per applicare il metodo indiretto è pertanto necessario determinare - o definire convenzionalmente - quali specifici prodotti sono stati venduti e quali, invece, fanno parte delle rimanenze alla fine del periodo. Il metodo F.I.F.O. presuppone che gli articoli più “vecchi” vengano venduti per primi.

Punti chiave da ricordare Il metodo L.I.F.O. presuppone invece che gli articoli di più recente acquisto vengano venduti per primi. In periodi di crescita dei prezzi, il costo del venduto calcolato con tale metodo risulta più alto rispetto a quello calcolato con il metodo F.I.F.O. e, conseguentemente, il reddito imponibile risulta più basso. Il metodo del costo medio valuta sia il costo del venduto sia le rimanenze finali in base al costo medio dei beni disponibili per la vendita. Il metodo che un’azienda sceglie per la valutazione delle rimanenze non riflette necessariamente l’effettiva movimentazione fisica dei beni.

Punti chiave da ricordare Il valore di un prodotto presente fra le rimanenze finali deve essere “svalutato” al valore di mercato se quest’ultimo fosse inferiore al costo d’acquisto o al costo di produzione. Il costo dei beni prodotti da un’azienda di produzione è la somma del costo dei materiali diretti, della manodopera diretta e di una quota dei costi generali di produzione o costi indiretti di produzione. I costi di periodo sono di competenza del periodo nel quale la corrispondente spesa è sostenuta. I costi di prodotto o costi inventariabili diventano prima un’attività e poi, nel periodo nel quale i beni sono venduti, costo del venduto.