Psichiatria, Diritti Umani e Modello Sanitario Philip Thomas Professore di Filosofia, Diversità e Salute Mentale Istituto di Filosofia, Diversità e Salute Mentale Centro di Etica e Salute Università del Lancashire Centrale Preston PR1 2HE Lancashire Inghilterra
La ruota cava. Verso la fine del XVIII secolo, lo psichiatra tedesco Johann Reil (1758-1813) inventò la ruota terapeutica cava (figure 1). Il paziente veniva posizionato al suo interno e poteva rimanere fermo o correre in avanti e indietro. Teoricamente, questa attività doveva indurre specifici comportamenti con la speranza che l’attività forzata da parte del paziente lo avrebbe aiutato ad uscire dal suo mondo allucinato e ricondotto alla realtà. Nei momenti in cui veniva liberato per soddisfare i propri bisogni fisiologici, il paziente passava generalmente dalle 36 alle 48 ore all’interno della ruota e “come conseguenza della ruota risultava essere più trattabile ed obbediente” oppure talmente spossato dall’andatura costante da presentare scarsi, se non esistenti, problemi di gestibilità.
Sedia tranquillizante/sedia di deprivazione sensoriale Sedia tranquillizante/sedia di deprivazione sensoriale. Sedia tranquillizzante inventata da Rush (figura 2). Il paziente veniva legato alla sedia e le sue braccia e gambe venivano immobilizzate con delle cinghie prima che venisse calato sulla sua testa il cappuccio di legno. Scopo di questo strumento era calmare il paziente reprimendo il suo input sensoriale. La sedia tranquillante era anche nota con il nome di sedia di deprivazione sensoriale.
“…viste le attuali restrizioni tecnologiche, il settore è lontano anni, se non decenni, dall’ottenere un sistema di classificazione eziologico e patopsicologico per la psichiatria sufficientemente sviluppato. Nonostante lo scorso ventennio abbia visto un progresso consistente nelle indagini neurobiologiche, il settore fino ad ora non è riuscito ad identificare un singolo marker o gene fenotipico neurobiologico che potesse essere utile nella formulazione di diagnosi per i disordini mentali più diffusi o per prevedere le reazioni alle terapie psicofarmaceutiche.” First, M (2004) A research agenda for DSM-V: Compendio sul Libro Bianco preliminare del DSM-V pubblicato nel maggio 2002 su http://www.dsm5.org/whitepapers.cfm e visionato il 26 Ottobre 2006.
Conclusioni Distinguere tra coercizione e cura Offrire una scelta più ampia, specialmente per quanto riguarda i servizi non obbligatori