e disturbo di personalità schizotipico

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Transcript della presentazione:

e disturbo di personalità schizotipico Schizofrenia e disturbo di personalità schizotipico

Disturbo di personalità schizotipico I dati empirici non confermano l’esistenza di uno stile schizotipico che, forse, può essere più appropriatamente considerato come espressione meno grave dello spettro schizofrenico. Come evidenziato da numerosi studi, il disturbo schizotipico ha un forte legame con la schizofrenia: esistono criteri diagnostici per il primo che si rivelano ottimi predittori della seconda, in più, esiste il rischio familiare di sviluppo di schizofrenia in presenza di un paziente con disturbo schizotipico.

Schizofrenia e disturbo schizoide Dato che la diagnosi di schizofrenia si adatta anche alle persone che si trovano all’estremo più disturbato del continuum schizoide, e dato che lo schizoide può avere un comportamento non convenzionale, eccentrico, o perfino bizzarro, si tende generalmente a patologizzare coloro che presentano dinamiche schizoidi. Il disturbo schizoide ha però una propria specificità. Viene considerato un disturbo distinto dalla schizofrenia.

Gabbard = la schizofrenia è una patologia che presenta tre raggruppamento di sintomi: positivi o floridi: costituiscono la “presenza” della malattia; riguardano disturbi del contenuto del pensiero (DELIRI), disturbi della percezione (ALLUCINAZIONI) e manifestazioni comportamentali; negativi: costituiscono l’“assenza” di funzioni e si riferiscono ad affettività coartata, povertà di pensiero, apatia, anedonia; Relazioni personali disturbate: ritiro, espressione inadeguata dell’aggressività e sessualità, mancanza di consapevolezza dei bisogni altrui e incapacità di contatto significativo con le altre persone.

Delirio: interpretazione errata ed incrollabile della realtà non correggibile da critica, giudizio o esperienza, colorata di un senso di assoluta certezza soggettiva; Allucinazioni: percezioni senza stimoli, caratterizzate da concretezza, sensorialità (legate alle qualità sensoriali pertinenti a ciascun senso) e spazialità (l’oggetto viene percepito chiaramente all’esterno del soggetto).

Comprensione psicodinamica Freud: determinata da disinvestimento energetico verso gli oggetti, una regressione ad uno stadio evolutivo autoerotico, parallelamente ad un ritiro dell’investimento. La carica ritirata era reinvestita sull’Io. Non trattabili. Sullivan: determinata da difficoltà relazionali precoci che determinerebbero una dissociazione di un Sé carico d’angoscia. L’esordio della malattia consiste nella riattivazione di questa parte dissociata - disorganizzazione psicotica. Trattabili. La psicologia dell’Io: confine difettoso fra l’Io e il mondo a causa di un mancato investimento energetico da parte del paziente. Modello bioniano: La psicosi si caratterizza, dunque, come un grave disturbo della capacità di pensare dovuta al deterioramento della finzione alfa e alla mancata creazione (o alla distruzione) della barriera di contatto, sostituita dallo schermo di elementi beta. Si caratterizza per l’uso prevalente dell’identificazione proiettiva patologica.

Studi biologici: ipersensibilità di questi bambini agli stimoli sensoriali che li fa vivere in una situazione di cronico sovraccarico sensorio. I fattori genetici risultano essenziali per lo sviluppo della patologia, dal momento che la loro assenza, anche quando associata a condizioni familiari altamente disfunzionali, non porta all’esordio della schizofrenia. La positiva esperienza di crescita può essere determinante nel proteggere individui ad alto rischio dalla possibilità di sviluppare in futuro la patologia.

Temi comuni alle teorie psicodinamiche: I sintomi psicotici come deliri e allucinazioni hanno un significato soggettivo profondo; Le relazioni interpersonali sono fonte di terrore per questi pazienti.