Personalità paranoide

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Personalità paranoide

Caratterizzati da un atteggiamento rigidamente sospettoso e prevenuto. Perennemente all’erta, molto acuti nel cogliere dettagli. Estremamente diffidenti, si aspettano continuamente di essere oggetto dei tentativi di attacco e sottomissione da parte degli altri. L’essenza dell’organizzazione di personalità paranoide sta nella tendenza abituale a proiettare sugli altri le qualità personali considerate negative. Il processo proiettivo può essere o meno accompagnato da un senso di sé coscientemente megalomanico.

Psicopatologia psicoanalitica dello stile paranoide A seconda della impostazione teorica di base, vengono privilegiate ipotesi eziologiche da conflitto e da deficit. La prima lettura assegna un ruolo centrale alla eccessiva intensità costituzionale delle tendenze aggressive con conseguente non integrazione delle relazioni oggettuali interiorizzate. Le ipotesi da deficit danno maggiore importanza al contesto familiare. I rapporti sono dominati da elevate richieste rivolte al bambino, da critiche e rimproveri. Il bambino si sente umiliato in quanto viene considerato debole e incapace.

Quale che sia la teoria di riferimento, l’immagine di sé onnipotente, vendicativa e trionfante sull’oggetto, fa in realtà da contraltare a un profondo senso di impotenza e incapacità, permeato dal terrore di essere scoperti, umiliati e sopraffatti.

Una tale inconsistenza del proprio senso di competenza porta queste persone a non sentirsi mai al sicuro. Le porta anche a vivere in una condizione di profondo isolamento emotivo, che suscita forti bisogni di contatto affettivo, rivolti su oggetti immaginati non dissimili da sé (in quanto meno pericolosi). In questo senso può ora essere raccolta l’intuizione di Freud. D’altro canto, anche la tendenza a trionfare sugli altri è fonte di disagio, poiché suscita vissuti di colpa che poi, a loro volta, non possono essere sopportati dal soggetto.

1. Pulsioni, affettività e temperamento Poiché molte persone paranoidi presentano livelli elevati di atteggiamenti minacciosi e di rabbia, si è fatta l’ipotesi che a tale orientamento contribuisca un grado elevato di irritabilità o aggressività innata. Dal punto di vista affettivo soffrono anche di paure soverchianti. Il paranoico vive con il terrore di essere danneggiato dagli altri e controlla ogni interazione umana con estrema vigilanza.

Anche la vergogna rappresenta una grande minaccia, ma il massiccio ricorso al diniego e alla proiezione non rimane accessibile. Gli individui paranoici sono anche estremamente suscettibili di provare invidia e se ne difendono con la proiezione. Infine, i paranoici sono profondamente oppressi dai sensi di colpa: anche questo sentimento non viene riconosciuto ed è proiettato .

Processi difensivi e adattivi Il processo difensivo dominante del paranoico è per definizione la proiezione. Può trattarsi di un livello psicotico, borderline o nevrotico di proiezione. L’intero processo è intrinsecamente progressivo perché è soggettivamente alleviante: 1)  trasforma una tensione interna in una esterna; 2) trasforma uno stato di confusione (perché la tensione è senza oggetto e disorganizzata) in uno stato di tensione diretto allo scopo.

Le altre difese Le strategie difensive abitualmente utilizzate per far fronte sia all’impotenza e ai relativi bisogni, che ai sensi di colpa, sono, oltre a quelle di tipo proiettivo, anche il diniego e la formazione reattiva nei confronti dei propri stati emotivi: nessun sentimento di amore o bisogno di intimità e, al contrario, solo odio (proiettato). In questi soggetti è molto lunga e tortuosa la strada che separa gli affetti di base dalla loro percezione cosciente.

Le relazioni oggettuali L’esperienza clinica suggerisce che i bambini che diventano adulti paranoici hanno fatto ripetute esperienze di sopraffazione e umiliazione. Nella storia di persone paranoiche si ritrovano spesso critiche, punizioni pretestuose, adulti difficili da accontentare e pesanti mortificazioni. I paranoici di tipo borderline e psicotico provengono di solito da contesti difficili in cui le relazioni familiari erano dominate dalle critiche e dallo scherno, o dove il bambino veniva usato come capro espiatorio.

A causa della loro inclinazione a problemi di potere e all’agito, i paranoici presentano alcune caratteristiche in comune con gli psicopatici. Ma la loro capacità di amare rappresenta una differenza fondamentale. I paranoici, sebbene siano tormentati da sospetti sulle motivazioni e intenzioni delle persone per loro importanti, sono capaci di profondo attaccamento e fedeltà.

Il Sé paranoide Presenza di un’immagine di sé impotente e umiliata in contrasto con un’immagine onnipotente, vendicativa e trionfante. Nessuna delle due posizioni offre un qualche sollievo. Il lato debole di questa polarità è evidente nel grado di paura in cui i paranoici vivono cronicamente. Il lato forte, la megalomania, trascina con sé un senso di colpa insopportabile: se sono onnipotente, allora tutte le cose terribili sono colpa mia. La fragilità del senso del sé porta a un irrigidimento e a una ipertrofizzazione dell’intenzionalità, sostenuta dalla convinzione che gli altri vogliano violare la propria autonomia.

Transfert e controtransfert   In molti pazienti paranoici il transfert è immediato, intenso e negativo. Il controtransfert è di solito ansioso e ostile.

La cognizione paranoide Caratteristiche del pensiero paranoide: 1 - La prima, per definizione, è la sospettosità. In particolare, la estrema rigidità del pensiero sospettoso. 2 - La seconda riguarda il tipo di attenzione: rigidamente intenzionale, acuta, attiva e prevenuta. estremamente acuta e rivolta alla ricerca dell’indizio 3 - La terza caratteristica è l’ipervigilanza. Ciò che distingue il paranoico dalle altre personalità rigide, è l’estrema intolleranza verso ciò che è inatteso,

Lo stile paranoide secondo la SWAP-200 La descrizione proposta da Westen e coll. dà grande importanza anche a caratteristiche della personalità paranoide come la sensazione di minaccia incombente, la paura di essere umiliati e la percezione di essere vittime di ingiustizie. Inoltre, attraverso la descrizione proposta dalla SWAP-200 è possibile indagare la presenza di correlati fenomenici dei meccanismi di difesa tipici della struttura di personalità paranoide, quali ad esempio: -         La scissione – -         L’esteriorizzazione e la proiezione -         L’identificazione proiettiva – La SWAP-200, inoltre, mette in evidenza gli elementi aggressivi, attivi e passivi, il moralismo e una certa quota di disregolazione emotiva che comporta l’interferenza tra processi cognitivi e stati emotivi. Inoltre, la scarsa competenza rispetto all’insight psicologico verso gli altri e una mediocre capacità di mentalizzazione. Per Fonagy, invece, la patologia della funzione riflessiva in questi soggetti consiste nella sua iperattività, che porta il soggetto ad una spasmodica ricerca del significato del comportamento altrui.