Rimanere in Cristo per portare frutti…

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Transcript della presentazione:

Rimanere in Cristo per portare frutti… V dom. di Pasqua - B Rimanere in Cristo per portare frutti… Gv 15,1-8

Signore, per camminare in questo mondo, per non scegliere la via sbagliata della chiusura e della solitudine, Tu ci inviti a “rimanere” con Te! Apri il nostro cuore! Aprici alla Vita con la potenza misteriosa della tua Parola. Aiutaci ad ascoltarla, a mangiare e gustare questo cibo di vita! Tu sai che ci è indispensabile! Manda, ora, il frutto buono del tuo Spirito, perché realizzi in noi ciò che leggiamo e meditiamo di Te.

Gv 15, 1-8 1“In quel tempo Gesù disse: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Contesto Gv 15, 1-8 È la 2^ parte di Gv, il libro della «gloria» e della «passione» che si suddivide in due sezioni: 13-17: è il testamento spirituale di Gesù o i discorsi di addio; 18-20-21: il racconto della passione e risurrezione. * Il contesto è (grande discorso di addio prima dell’arresto) costituito da tutto ciò che Gesù fa e dice nell’ultima cena con i discepoli. * Indica i percorsi concreti che i discepoli dovranno compiere per renderlo presente

Contesto/liturgico Dalla Pasqua celebrata alla Pasqua vissuta: * 1a - 3a Domeniche di Pasqua: esperienza/incontro dei singoli e della comunità con il Risorto. * 4a - 5a Domeniche di Pasqua: l’incontro/relazione del singolo credente col Signore Risorto. * Continuità tra i brani della 5a e 6a Domenica: Gv 15,1-8: Soggetti e condizioni della relazione. Gv 15,8-15: Contenuti e scopi della relazione.

Testo Dominato da «RIMANERE IN» (7 volte)= la vera identità del discepolo è una identità relazionale. Diviso in tre parti: * vv. 1-2 Definiscono i ruoli all’interno di questa immagine-simbolo della vite: vite (Gesù), vignaiolo (Padre), tralci (i credenti: vedi v. 5). * vv. 3-4 A quali condizioni la comunità (vigna) porta frutto. * vv. 5-8 La fecondità e la sterilità del discepolo. La 1^ e la 3^ parte iniziano con «Io sono la vera vite».

Soggetti e loro azioni Gesù= vite Padre= vignaiolo Discepolo= tralcio Comunità= tralci Verbi che riguardano il/i tralcio/i uniti alla vite. Verbi che riguardano il/i tralci/i separati dalla vite.

Testo * v.1 Come per l’immagine del pastore (dom. scorsa) anche qui l’immagine è veterotestamentaria. - Sal. 80,9: la vite/vigna è simbolo di Israele. - Ger. 2,21: la vite/vigna è simbolo di Israele. - Sal.128,3: «la tua vite come sposa feconda…». Vite e vigna: l’immagine serve ad esprimere il rapporto di alleanza tra Dio e Israele, spesso infranta (Os 10,1; Is 5,1-7). «Io sono la vera vite»: Gv si rifà al modello veterotestamentario delle presentazioni di Dio (Es 3,6.14; Is 45,18).

È un modello che torna in Gv È un modello che torna in Gv.: mettendo insieme queste espressioni è possibile vedere ciò che Gesù (o la comunità) dice di sé (di Gesù): v. 6,48: “il pane” v. 8,12: “la luce del mondo” v. 10,7: “la porta delle pecore” v. 10, 11,14: “il buon pastore” v. 11,25: “la resurrezione e la vita” v. 14,26: “la via, la verità e la vita”

* v. 2 «Ogni tralcio che NON… lo toglie/taglia…» Il Padre vuole una comunità in cammino/ crescita/espansione, viva, che porti frutto. É il Padre, con il suo Spirito, che si incarica di sfrondare la sua vigna quando questa “non porta frutto” (cf. Gv. 12, 24.32). L’azione del Padre tende a rendere il tralcio-discepolo più autentico, più libero, più capace di dedizione, in grado di portare frutto = amare! * v. 3 «…siete già mondi per la Parola...» La purificazione operata dalla parola/messaggio di Gesù corrisponde al processo continuo di purificazione che si realizza nel credente che ascolta la Parola.

Vi sono quindi due purificazioni: quella che si realizza ascoltando la Parola (dicendo di “sì” a Gesù - Gv 13,10s) e vi è la pulitura che fa il Padre lungo la crescita. * v. 4 «Rimanete in me ed io in voi…» La vicendevole unione con Gesù (non solo dei singoli) è condizione per l’esistenza della comunità, per la vita e per PORTARE FRUTTO: il tralcio non ha vita propria! * v. 5 «Chi rimane…» È il v. centrale in cui viene confermata la totale dipendenza dei discepoli da Cristo. Cf. Gv. 6,56: “Chi mangia la mia carne… rimane in me”. L’unione con la vite consiste nel “mangiare/bere”: assimilare la sua vita e la sua morte.

* v. 6 «Chi non rimane…» “gettare via”, “seccarsi”, “raccogliere”, I cinque verbi: “gettare via”, “seccarsi”, “raccogliere”, “gettare nel fuoco”, “bruciare” rimandano alle immagini e ai verbi del giudizio presenti in Gv 6,37; 12,31; Mt 3,10; 7,19; 8,12; 13,42.

* v. 7 «Se rimanete in me e le mie parole (esigenze)…» I due aspetti della comunione con Gesù: a) con la sua persona (= in me), b) con il suo messaggio (= esigenze). Se si è il sintonia con lui e con il suo messaggio… non vi saranno limiti! Al tralcio non spetta “far qualcosa” bensì “rimanere in qualcosa”, anzi in QUALCUNO. La FEDE è un radicarsi, un rimanere, ma non in senso emotivo, bensì nel concreto delle “parole”(vv. 3 e 7). * v. 8 «…la gloria del Padre mio (= l’amore)…» La comunità “nuova” (manifesta la gloria del Padre) - sorge solo dove c’è partecipazione alla vita di Gesù e del suo Spirito.

Brani di riferimento Sulla vigna nell'AT: * Is 5,1-7; * Ger 2,21; * Ez 15,1-8; 17,2-10; * Sal 80,9-20 Sulla vigna nel NT: * Mc 12,1-9; * Mt 20,1-16; 21, 28-32 Sul "rimanere": * Gv 8,31; * 1Gv 4,13-16

Preghiamo con Gv 15,1-8 La tentazione di “mettermi in proprio”, senza “rimanere in Te” è sempre in agguato, Signore! Sostienimi soprattutto nei momenti in cui penso di poter far frutto senza riferirmi a Te e senza nutrirmi di Te. Non permettere, Signore, che io mi illuda tanto da voler rimanere in Te, senza gli altri tralci, senza i miei fratelli e le mie sorelle. Sarei un frutto acerbo ed inutile per tutti. “Rimanete in me e io in voi”. In tanti modi, Signore, Tu mi chiami ad essere tralcio fecondo, ad essere io stesso frutto del tuo amore per gli uomini: ad essere vino che rallegra il cuore e olio che sana le ferite. Signore, aiutami ad accogliere questo tuo invito e a realizzare questa tua Parola. Solo così gli altri potranno cogliere questo frutto e goderne.