Se è vero che l'invito del Signore a « rimanere nel suo amore », (cf. Jn 15,9,) vale per tutti i battezzati, il giorno della festa del Sacro Cuore di Gesù, risuona con una forza nuova in noi, preti. Da questo Cuore, non dobbiamo mai dimenticarlo, è sgorgato il dono del ministero sacerdotale.
Che il vostro insegnamento sia cibo per il Popolo di Dio, il profumo della vostra vita, gioia e sostegno dei fedeli di Cristo, affinché, con la parola e con l'esempio, costruite la casa di Dio che è la Chiesa.
Abbiate consapevolezza di ciò che fate; conformate la vostra vita a ciò che celebrate, affinché partecipando al mistero della morte e della risurrezione del Signore, portiate la morte del Cristo cioè, nella vostra carne, morire con Lui e risorgere con una vita nuova.
Coscienti di essere stati scelti tra gli uomini e formati a loro favore per occuparvi delle cose di Dio, esercitate con gioia e carità sincera l'opera sacerdotale di Cristo solamente per piacere a Dio e non a voi stessi. Siate pastori, non funzionari. Mediatori, non intermediari.
Abbiate sempre sotto gli occh l'esempio del Buono Pastore che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare e condurre alla salveza ciò che era perso.
Siate senza tregua misericordiosi. Per l'unzione di olio santo, fortificherete i malati così come le persone anziane: non abbiate vergogna di avere tenerezza per le persone anziane. Celebrando le azioni liturgiche ed offrendo giornalmente preghiere di lode e di supplica, sarete la voce del Popolo di Dio e dell'umanità intera.
Come il Buon Pastore, il prete è un uomo di misericordia e di condivisione, vicino al suo popolo e servitore di tutti. È un criterio pastorale che vorrei sottolineare veramente: la vicinanza. Vicinanza e servizio, ma vicinanza, essere vicino!...
Chi è ferito nella propria vita, di qualsiasi ferita essa sia, può trovare in lui attenzione ed ascolto. In particolare, il prete manifesta la ricchezza della misericordia quando amministra il sacramento della riconciliazione; la manifesta soprattutto con il suo atteggiamento, nel suo modo di accogliere, di consigliare, di dare l’assoluzione…
Misericordia non significa né indulgenza né rigidità. Il prete veramente misericordioso si comporta come il Buon Samaritano … ma perché lo fa? Perché il suo cuore è capace di compassione, ed è il cuore di Cristo!
Seguire Cristo, ed essere pastori « Simon, figlio di Giovanni, mi ami tu?. » Il Cristo chiede per tre volte al primo degli Apostoli se l'ama più degli altri. Come sta il mio primo amore? Cioè, sono innamorato di te come il primo giorno? Sono felice con te o ti ignoro? Sono delle domande universali che conviene chiedersi spesso.
« Non bisogna dimenticare mai il suo primo amore. Mai», Prima di ogni cosa: prima dello studio, prima di volere diventare « un filosofo intellettuale, un teologo, un esperto di patristica » un « pastore » come Gesù incalzava Pietro. « Pascola le mie pecore. » Il resto viene poi.
Se abbiamo perso l'orientamento e perchè non sappiamo come rispondere a proposito dell'amore; perchè non sappiamo come rispondere sul fatto di essere pastore o perchè non abbiamo la certezza che il Signore non ci lascerà soli nei momenti più gravi della vita, nella malattia, dice: « Seguimi». Ecco, la nostra certezza!
E non c'è né « gloria » né « grandezza » per il pastore consacrato a Gesù. « Spesso, terminerà la sua vita nel modo più comune, Forse anche più umiliante. Il destino è di finire come è finito Lui. un amore che muore « come » il seme del grano e così produrrà frutto. Ma io, non lo vedrò. »
Che il Signore dia a tutti, vescovi e preti, la grazia di trovare sempre o di ricordarsi del nostro primo amore, di essere dei pastori, di non avere vergogna di finire umiliati su un letto o di perdere la testa. Che il Signore dia sempre la grazia di seguire Gesù, di camminare sui suoi passi: la grazia di seguirlo.