Nel 1498 d.C. Michelangelo, a soli 22 anni, stipula un contratto, garantito da Jacopo Galli, con il cardinale francese di San Dionigi, per la realizzazione,

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Nel 1498 d.C. Michelangelo, a soli 22 anni, stipula un contratto, garantito da Jacopo Galli, con il cardinale francese di San Dionigi, per la realizzazione, entro un anno, di una Pietà di marmo destinata ad essere esposta nella Basilica di San Pietro

La Pietà di Michelagelo nasce su un blocco di marmo scelto personalmente nelle cave di Carrara, dove l'artista rappresenta le figure isolate della Vergine Maria che tiene in grembo il corpo di Cristo appena deposto dalla croce, secondo un'iconografia che, in quel periodo, aveva trovato largo consenso al di là delle Alpi. Alta 1.74cm, la Pietà di Michelangelo presenta forti particolari anatomici e nelle finiture dei panneggi, con effetti di traslucido accentuati dal modo in cui la luce sembra carezzare le superfici marmoree. Una delle cose che maggiormente sorprende nella scultura è l'aspetto estremamente giovanile che l'artista volle dare al volto della Vergine Maria; questa scelta, vivamente criticata dai contemporanei, trova giustificazione nel carattere astratto della composizione. Nelle intenzioni dello scultore, la Madonna rappresenta probabilmente l'intera umanità e come tale, usando le parole della "Divina Commedia" di Dante, ella è "Vergine Madre, figlia di tuo figlio".

Dalla figura del Cristo sono assenti i segni della Passione, Michelangelo, infatti, non persegue la rappresentazione oggettiva della morte ma manifesta la propria visione religiosa nel volto abbandonato e tuttavia sereno del Figlio a testimonianza della comunione fra uomo e Dio sancita con il sacrificio del Salvatore. Si racconta che Michelangelo, non solito a firmare le proprie opere, dopo aver casualmente sentito alcuni visitatori lombardi dire che la Pietà era opera di Gobbo di Milano, sia entrato la notte stessa nella Basilica di San Pietro, ed abbia inciso sull'opera la scritta: "Angelus Bonarotus Florentinus Faciebat". La scultura fu collocata nel 1499 d.C. nella Cappella di Santa Petronilla in San Pietro, dove rimase fino al 1517 d.C quando venne spostata nella Sacrestia vecchia. Dal 1749 d.C. l'opera occupa l'attuale collocazione ed ha abbandonato la Basilica di San Pietro solo per essere ospitata nell'Esposizione Universale di New York dal 1962 al 1964. A seguito del gesto di un folle, che nel 1972 danneggiò l'opera con numerosi colpi di martello, dopo il restauro è stato deciso di proteggere la scultura con una parete di cristallo.

La celebre Pietà vaticana è conservata nella basilica ca di San Pietro in Vaticano di Roma ed è una delle prime scolpite da Michelangelo. Rispetto a quelle di data più recente, ha carattere meno spirituale, ma è ugualmente meravigliosa. È considerata all'unanimità una delle maggiori opere che l'arte occidentale abbia mai prodotto. I due personaggi principali sono estremamente levigati, a differenza del basamento, che risulta essere scolpito piuttosto grossolanamente. È in dubbio se abbia lasciato il basamento abbozzato per sua volontà oppure no, ma la tesi più accreditata è che lo abbia fatto di proposito, per esaltare ancor di più la divinità del Cristo e della Madonna, e segnare una netta divisione tra umanità (terrena) e divinità. La struttura è visibilmente piramidale, con la veste della Madre che si allarga verso il basamente e le gambe divaricate per meglio armonizzare con essa il corpo orizzontale del Cristo. L'abito sovrabbondante e il sudario contribuiscono a fornire una solida piattaforma al complesso scultoreo.

Pietà - particolare La loro posizione rispetta l'iconografia nordica della Pietà, ossia adottata per primi dagli artisti fiamminghi, la quale prevede che la Madre tenga in grembo il Figlio. Questa Pietà è l'unica opera firmata dall'autore in quanto, infastidito dalle voci e dalla credenza popolare che quell'opera fosse di un artista lombardo, decise di firmarla lungo la cintura che tiene la veste. Il fatto che la Madonna abbia un volto molto giovane ha suscitato non poco scalpore all'epoca, ma Michelangelo abilmente si difese lasciando intendere questo concetto: "La castità, la santità e l'incorruzione preservano la giovinezza". Michelangelo inoltre non vuole rappresentare la scena con lo scopo di narrare un episodio (la morte di Cristo) ma è principalmente interessato all'aspetto simbolico della totalità: Maria è rappresentata giovane come quando concepì Cristo, e con il gesto dimostrativo della mano sinistra pare dire al mondo che ciò che aveva previsto (la morte di suo figlio) si è avverato.

LA VITA E LE PRIME OPERE DI MICHELANGELO Questa scultura è pensata per essere vista frontalmente, se infatti la si osserva di lato si noterà che è schiacciata, compressa, anche solo spostandosi di poco dal centro si perdono particolari (la definizione della muscolatura, i panneggi) importantissimi. LA VITA E LE PRIME OPERE DI MICHELANGELO Dai marmi e dai colori di Michelangelo balza vivo l'uomo del Rinascimento.

LA VITA E LE PRIME OPERE DI MICHELANGELO Dai marmi e dai colori di Michelangelo balza vivo l'uomo del Rinascimento. Michelangelo è senza dubbio la più alta figura d'artista del Rinascimento, è l'artista che con maggior potenza ed energia ha espresso la nuova concezione dell'uomo così come si era andata formando, tra lotte e contrasti, nella società italiana di quel tempo…, concezione attiva, eroica, vigorosa, che nell'uomo vedeva il centro di tutta la realtà, il protagonista della storia e della vita. Tutto l'interesse di Michelangelo infatti è rivolto unicamente all'uomo, senza distrazioni di sorta. Neppure il paesaggio lo interessa. E' l'uomo che egli scolpisce o dipinge. Creatore di grandi caratteri, di personaggi accesi da profonde passioni, sconvolti da terribili

drammi, o sollevati da nobili ideali…, tale è Michelangelo drammi, o sollevati da nobili ideali…, tale è Michelangelo. La sua arte si pone sotto il segno della nobiltà e della grandezza. Egli riassume nelle sue immagini il significato di una civiltà nuova, dirompente, dinamica, tormentata dallo sforzo di liberarsi di tutto ciò che le impedisce di avanzare, di agire, di affermare il suo dominio. Amore, odio, dolore, decisione, la varia ed intensa gamma dei sentimenti umani, potenziati sino alla loro più acuta tensione, nutrono le sue opere e vi infondono ora una sovrana calma, ora violenza, furore, impeto. Come Dante, Michelangelo possiede un'anima fiera, ferma nelle sue convinzioni, scontrosa e ricca di affetti ad un tempo. Egli vive nel culto dell'ideale classico della bellezza, tuttavia il suo classicismo, come del resto il classicismo di tutti i Maestri del Rinascimento, è pervaso dall'ispirazione dei tempi nuovi, è dilatato da una visione che ne risolleva le sorti in creazioni attuali, pregne di nuovi contenuti. Michelangelo cioè, non è mai appartenuto a quell'umanesimo sterile e retorico, aristocratico e vacuo, contro cui, con tanta veemenza, si scagliava anche Leonardo. Egli è sempre stato un artista vivo, legato alla sua epoca in senso attivo, e se talora alcuni elementi di inquietudine mistica lo hanno agitato, non sono certamente questi a fornirci la chiave della sua personalità come qualche critico ha tentato di far credere.

Giorgio Vasari (1511 - 1574) ne ha lasciato un vivacissimo ritratto nelle sue "Vite"… - "Fu di statura mediocre, nelle spalle largo, ma ben proporzionato con tutto il resto del corpo..., alle gambe portò, invecchiando, di continuo stivali di pelle di cane sopra lo ignudo i mesi interi, che quando poi gli voleva cavare nel tirarli ne veniva spesso la pelle… La faccia era ritonda, la fronte quadrata e spaziosa, le tempie spuntavano in fuori più delle orecchie assai… il corpo era piuttosto grande… il naso alquanto stiacciato… gli occhi piuttosto piccoli che no di color corneo… le ciglia con pochi peli… le labbra sottili, e quel di sotto più grossetto ed alquanto in fuori… la barba e capelli neri lunga non molto, e biforcata, e non molto folta…". 2

È talmente tanto che sono fermo che mi sento dipinto