ATC BARI Corso per la formazione di cacciatori operatori per il controllo della fauna selvatica Biologia e controllo dello storno (dr. Francesco Santilli)

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I meccanismi dell’evoluzione
Advertisements

La luce e il colore.
L'ornitorinco.
“Caratteristiche generali del capriolo”
BIODIVERSITA' Rappresenta la varietà di forme viventi in un ambiente. Include la diversità genetica all’interno di una popolazione, il numero e la distribuzione.
I tamerici Pianta ornamentale arbustiva o arborea con rami sottili, foglie a squame e fiori piccoli, a spighe, di colore rosato; vive in terreni aridi.
ORTHOPTERA Regno: Animalia Sottoregno: Eumetazoa Ramo:Bilateria
Specie : geotrupes stercorarius
Allevamento della pollastra
LA PIGNA Martedì 11 settembre abbiamo messo delle lenticchie dentro alla pigna. Abbiamo messo la pigna in un contenitore con un po’ d’acqua. PIGNA LENTICCHIE.
Carta d'identità.
MIMETISMO E COEVOLUZIONE
Progetto pari opportunità
Gli uccelli Caratteristiche principali Riproduzione e sviluppo
Riproduzione e comportamento
(dr. Francesco Santilli)
Garzetta by Laura.
Phoenicopterus By Chiara M..
By Cristina D.. Nome scientifico: Anas platyrhynchos Nome sardo: Armau de anadi Nome inglese: Mallard Classe: Aves Ordine: Anseriformes Famiglia: Anatidae.
Gaia D. Nome scientifico:Himantopus himantopus Nome sardo : Tzurrullinu, tzurrulliu Nome inglese: Black-winged Stilt Classe:Aves Ordine:Charadriiformes.
Martin pescatore Chiara v..
Airone Cenerino By Sophia U..
Falco di palude Gaia D..
FALCO DI PALUDE CHIARA.
By Cristina D.. Nome scientifico: Alcedo atthis Nome inglese: common kingfischer Classe: Aves Ordine: A. atthis Famiglia: Alcedinidae Genere: Alcedo.
Federico.C. Nome scientifico:Porphyrio porphyrio Nome sardo:Porpora, Nome inglese: porphyrio Classe:Aves Ordine:Aves Famiglia:Rallidae Genere: Porphyrio.
BALESTRUCCIO (Delichon urbica)
In questa presentazione troverai…
LA FORMAZIONE DELLE COPPIE
DANNI ARRECATI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE PRODUZIONI AGRICOLE
Norme di sicurezza per la caccia in battuta
Christian Martinelli Classe 4^ a. s. 2011/2012
COME FAVORIRE LA NIDIFICAZIONE DELLA STARNA
POPOLAZIONE E STRUTTURA
INDICE ZOOLOGICO La cinciallegra (dott.sse Capra G., La Rosa C., Rharib D.) Il luì piccolo (Dott. Barka M., Celadin C., Rocco) Il merlo (Dott. Aimonetto.
PUGLIA a cura di PATRICK SCORTI Classe V B - Anno scolastico 2012/2013
Il cinghiale è un mammifero della famiglia dei Suidi.
Gli animali (serpenti granchi pesci tursiopi e tanti altri ….) 
PROGETTO PARI OPPORTUNITA’
TROPICALE Tommaso Filucchi 10 slide
L’ ECOSISTEMA DI UNO STAGNO
BALESTRUCCIO (Delichon urbica)
MONZA.
Prospettive per la gestione e prevenzione delle problematiche di danneggiamento Dott.ssa Claudia Russo Dipartimento di Produzioni Animali Universit à di.
MODULO GENERALE Quadro normativo.
indice Pag. 2 w i pinguini Pag. 3 introduzione
GLI ISTITUTI FAUNISTICO-VENATORI IN PROVINCIA DI SIENA
IL CONTROLLO DELLA PREDAZIONE E LA STARNA
RONDONE (Apus apus) CARATTERISTICHE GENERALI Ordine : Apodiformi
Ecologia.
La gazza ladra.
Ecco a voi il signor gambe lunghe: lo struzzo
Il Colibrì.
GHIOTTONE Il ghiottone, o volverina, è un mammifero carnivoro che vive nelle zone artiche di tundra e taiga (Russia), nelle foreste di conifere e nelle.
Il Gerboa.
IL PAVONE.
Il bradipo.
Chiara V. Nome scientifico:Himantopus himantopus Classe:Aves Ordine:Charadriiformes Famiglia: recurvirostidae Genere: Himantopus.
I pesci migratori: salmoni e anguille
Folaga Giulia P. Nome scientifico: Fulica. Nome sardo: Puliga Nome inglese: Common Coot Classe:Aves Ordine: Gruiformes Famiglia: Rallidae Genere: Fulica.
Nicolas sanna e lorenzo bertolotti IL PULCINELLA DI MARE.
Il Falco della Regina Falco eleonorae.
Circus aeruginosus By: Federica S.. Nome scientifico: Circus aeruginosus Nome sardo: arcireddu de paùli Nome inglese: marsh harrier Classe: Aves Ordine:
By Cristina D.. Nome scientifico: Himantopus himantopus Classe: Aves Ordine: Charadriiformes Famiglia: Recurvirostridae Genere: Himantopus.
Bozza LEGGE OBIETTIVO su gestione ungulati di validità triennale.
CORSO DI PREPARAZIONE ALLA GESTIONE FAUNISTICA COLOMBO INSELVATICHITO ORDINE Columbiformes FAMIGLIA Columbidae.
Uccelli da record Il più “grosso” e il più veloce ma anche il più piccolo e quello dal becco più lungo…
Cicalina della Flavescenza Dorata
Classe: Insetti Ordine: Coleotteri Sottordine: Polifagi Famiglia: Crisomelidi Genere: Diabrotica Specie: D. Diabrotica virgifera virgifera Le Conte Nome.
I CAVALLUCCI MARINI.
Transcript della presentazione:

ATC BARI Corso per la formazione di cacciatori operatori per il controllo della fauna selvatica Biologia e controllo dello storno (dr. Francesco Santilli)

Storno Sturnus vulgaris Caratteristiche La Storno (Sturnus vulgaris) è un uccello di piccole dimensioni appartenente all’ordine dei passeriformi ed alla famiglia degli sturnidi. Di taglia medio-piccola, presenta un corpo compatto con testa grande e tonda, becco lungo, coda corta e ali lunghe e affusolate. Il corpo raggiunge una lunghezza media di 20 cm e un peso di 80 grammi ca. Il piumaggio dei due sessi è molto simile ed in inverno assume una colorazione nera fittamente punteggiata di bianco; negli adulti il becco è nero in autunno-inverno mentre, in estate, diventa giallo. I giovani nati nell’anno si riconoscono per essere interamente grigi con becco scuro. La specie si potrebbe confondere con il merlo, da cui si differenzia per le maggiori dimensioni, coda più corta e per il caratteristico modo di muoversi sul terreno, dove sembra che cammini, associando ai piccoli “passetti” i movimenti del collo (il merlo invece si muove saltellando); in volo lo storno si riconosce per la forma triangolare delle ali. Il volo è rapido e diritto, con ripetute planate; quando vola in gruppo effettua grandi evoluzioni, con cambiamenti repentini di direzione e improvvise cabrate. Il canto è fatto di svariati suoni, di solito, mentre canta, batte spesso le ali. Lo storno è un uccello che non può essere definito né migratore, né stanziale, perlomeno in Italia. Infatti alcune popolazioni svernano nelle regioni dell'Italia meridionale per poi migrare nelle regioni settentrionali ai primi caldi, altre popolazioni sono stanziali

Storno Sturnus vulgaris estate inverno Caratteristiche Il piumaggio è nero, macchiettato di bianco crema, ma con l’usura le macchie tendono a sparire, facendo in modo che, nel periodo riproduttivo, vengano alla luce i riflessi metallici verdi e violacei che nel maschio appaiono più iridescenti. Questo cambiamento è forse legato alle differenze comportamentali fra il periodo invernale (più gregario) e quello riproduttivo. La macchiettatura rende gli uccelli più uniformi e meno individuabili tra una miriade di uccelli uguali.

Storno Sturnus vulgaris giovane adulto Caratteristiche I giovani si distinguono dagli adulti per il colore bruno grigiastro e per una più evidente macchiettatura su tutto il corpo. Il becco è grigio nerastro. E’ molto difficile distinguere il maschio dalla femmina

Storno Sturnus vulgaris Distribuzione La storno ha una distribuzione naturale che copre gran parte dell’Europa e dell’Asia. Le isole Azzorre rappresentano il limite occidentale dell’areale riproduttivo, il lago Bikal quello orientale, la Finlandia il limite Nord ed il Pakistan quello meridionale. Le popolazioni nordiche ed orientali svernando a Sud, Sud Ovest ed Ovest della reale riproduttivo. Lo storno ha dimostrato di essere un animale estremamente adattabile a nuove situazioni ambientali: è stato infatti introdotto con notevole successo in molte parti del mondo dove la sua espansione non si è ancora arrestata. A livello europeo si assiste ad uno spostamento verso Sud dell’areale di nidificazione della specie. Nei paesi più settentrionali la specie è in regresso con diminuzioni segnalate in Germania e Danimarca, Gran Bretagna e nella penisola scandinava. Nel contempo si sono registrati nuovi insediamenti nelle isole Canarie, aumenti nella Francia meridionale ed in Spagina sud occidentale. In Italia la specie è considerata sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante. Si è stimato che nel nostro paese nidifichino tra 1 e 3 milioni di coppie, ma non esistono stime globali del numero di individui svernanti anche se si stima che nella sola Roma siano circa 2 milioni.

Storno Sturnus vulgaris Abitudini Lo storno conduce vita gregaria riunendosi in stormi assai numerosi e chiassosi, soprattutto nel periodo di fine estate - inizio inverno, quando la nidificazione è terminata e i giovani mutano il piumaggio; in questo periodo è possibile osservare, soprattutto a sera, stuoli numerosissimi di storni, radunarsi in zone alberate per trascorrere la notte. I dormitori prescelti possono essere costituiti anche da alberi ubicati in città, dove generalmente il clima è più mite. In Europa la migrazione inizia ai primi di settembre quando le popolazioni più nordiche si spostano a sud Una parte consistente della popolazione non migra affatto

Storno Sturnus vulgaris Abitudini Gli Stormi in migrazione possono possono essere composti anche da 100.000 individui

Storno Sturnus vulgaris Abitudini Gli Stormi in migrazione possono possono essere composti anche da 100.000 individui

Storno Sturnus vulgaris Predazione Rapaci come lo smeriglio e lo sparviero, falco pellegrino

Storno Sturnus vulgaris Predazione Quando è catturato lo storno emette un particolare richiamo detto “grido di angoscia” o “distress call” con lo scopo di spaventare il predatore ed indurlo a lasciare la presa

Storno Sturnus vulgaris Riproduzione E’ normalmente monogamo Verso la fine dell’inverno i maschi sedentari iniziano a delimitare il territorio. Ma è nel mese di aprile, con l’arrivo dei contingenti dai quartieri di svernamento che avviene la nidificazione. Gli scontri fra i maschi possono anche essere mortali. Lo storno tende a nidificare in prossimità di altri nidi.

Storno Sturnus vulgaris Riproduzione Il nido viene posizionato nelle cavità degli alberi, o sotto le tegole delle abitazioni o in altri fabbricati. Di forma a coppa, è costituito da un ammasso approssimativo di erba secca, foglie e rami. Il maschio selezione il sito di nidificazione e poi la femmina vi depone le uova. Spesso utilizza il cavità realizzate da altre specie (picchio) La fedeltà al sito di nidificazione nel corso degli anni è piuttosto elevata. Circa 1/3 delle femmine seleziona lo stesso sito di nidificazione.

Storno Sturnus vulgaris Riproduzione Lo storno difende il proprio nido dalle intrusioni di altre specie e può essere in grado di “sfrattare” altre specie come picchi, pigliamosche e pettirossi. Nelle cavità occupate dal pettirosso può rimuovere tutte le uova od i piccoli della colonia e ricostruirvi il proprio nido

Storno Sturnus vulgaris pettirosso La femmina effettua da una a tre covate l’anno, deponendo ogni volta 4-6 uova di colore azzurrognolo. La cova è effettuata dalla femmina per 13 -14 gg. Dopo la schiusa i piccoli vengono accuditi per altri 10 giorni ed anche il maschio collabora alla ricerca del cibo.

Storno Sturnus vulgaris Nelle popolazione di storni è possibile osservare un particolare comportamento, il fenomeno del parassitismo di covata intraspecifico; le femmine depongono facoltativamente delle uova nei nidi custoditi da altre femmine della stessa specie, un espediente che probabilmente ha lo scopo di aumentare la produzione di uova Circa fra il 15 ed il 33% delle uova vengono deposte nel nido di un’altra coppia.

Storno Sturnus vulgaris E’ stato calcolato che vengono portati al nido fino a 1200 prede al giorno composte principalmente da aracnidi, lepidotteri e coleotteri. A 15 giorni di vita i piccoli escono dal nido e vengono alimentati dai genitori per almeno una settimana, diventando via via più indipendenti

Storno Sturnus vulgaris Longevità In Germania è stato osservato uno storno che ha vissuto per 21 anni!!!. Tuttavia dal 33 al 77% degli storni muore nel primo anno di vita. Curiosità Lo storno può imitare il canto di altri uccelli ed anche la voce dell’uomo.

Alimentazione Il becco appuntito e robusto, permette allo storno una dieta piuttosto varia, composta da insetti, gasteropodi, frutti e semi, variabile con la stagione e la disponibilità. Durante il periodo riproduttivo lo storno predilige tuttavia una dieta insettivora altamente proteica. Mentre nel periodo autunno-invernale diventa più vegetariana. A questo cambiamento contribuisce la struttura del becco che durante l’inverno risulta più duro grazie alla maggiore concentrazione di melanina (il colore infatti varia da giallo a bruno). Anche l’intestino si allunga per adattarsi a questo tipo di dieta. In questo periodo la frutta matura è l’alimemto preferito ed infatti è il momento in cui si registrano i maggiori danni alle coltivazioni agricole, quando i grossi stormi di questa specie sono soliti spostarsi nelle campagne coltivate, alla ricerca incessante di cibo.

Lo Storno e i danni in agricoltura Grazie alle enormi capacità di adattamento di questa specie, alla continua disponibilità di cibo offerta dalle campagne e alla scarsa presenza di nemici naturali, le popolazioni di storno si sono propagate considerevolmente in tutto l’areale di diffusione della specie, tanto da costituire, nel nostro territorio, una delle specie più dannose al settore agricolo Negli USA viene stimato un danno di $ 800 mil all’anno. In Toscana i danni sono molto diminuiti negli ultimi anni.

Lo Storno e i danni in agricoltura Solitamente i danni provocati dallo storno sono a carico delle piante da frutto, siano esse piante isolate o frutteti specializzati, mostrando una predilezione per i frutti maturi o prossimi alla maturazione. I danni maggiori si registrano nel periodo autunnale, quando, terminato il periodo di nidificazione, gli storni, sia i soggetti adulti, sia quelli giovani, tendono ad aggregarsi in stormi assai numerosi e a rimanere uniti. Nel mese di settembre e di ottobre è frequente osservare grandi stuoli di questi uccelli girovagare nelle campagne alla ricerca incessante di cibo per fronteggiare i rigori invernali o per affrontare l’impegnativo viaggio di migrazione.

Lo Storno e i danni in agricoltura La migrazione dello storno è molto lenta, in quanto la specie non teme eccessivamente il freddo, pertanto, i gruppi migranti, per procurarsi il cibo, sono soliti fermarsi lungo le rotte migratorie, causando danni anche ingenti alle piantagioni da frutto che incontrano. Nel periodo fine agosto-ottobre le colture maggiormente attaccate dallo storno sono la vite, l’olivo. mentre, in primavera –estate, i fruttiferi prediletti sono il ciliegio e il fico

Lo Storno e i danni in agricoltura Anche nel periodo primaverile-estivo possiamo assistere a danni rilevanti su fruttiferi quali il ciliegio e il fico. Le modalità con cui si manifesta il danno da storno variano in funzione della specie arborea coinvolta: ad esempio in presenza di piante di olivo e ciliegio, lo storno si alimenta ingoiando l’intera frutto (drupa) ed espellendo il nocciolo del frutto solo successivamente insieme alle deiezioni

Lo Storno e i danni in agricoltura Sulla vite il danno si manifesta con la sottrazione continua e ripetuta degli acini maturi che costituiscono il grappolo; generalmente è su questa coltura che si registrano i maggiori danni: non è difficile trovare a fine agosto, un vigneto completamente “spogliato” del suo raccolto, dopo il “passaggio” di un grosso stuolo di storni in cerca di cibo

Lo Storno e i danni in agricoltura COLTURE PIU’ DANNEGGIATE Uva Ciliegie Cereli seminati Olive Kaki Fichi Per quanto riguarda i danni agli oliveti, secondo alcuni studi gli storni si nutrono più volentieri delle olive parassitate dalla mosca Negli ultimi anni i danni da storno alle colture sono molto diminuiti

Lo Storno: altri problemi in ambito rurale Imbrattamento di mangiatoie e granaglie negli allevamenti zootecnici e conseguente rischi di natura sanitaria

Lo Storno: problemi in ambito urbano Imbrattamento di marciapiedi, autovetture, e manufatti in prossimità dei dormitori notturni. Incidenti stradali; Rumorosità notturna; Rischi sanitari; Collisioni con velivoli

Sistemi di prevenzione dei danni da avifauna

I danni da fauna selvatica in Toscana Circa 3.000.000 €

La dissuasione visiva Palloni predator

La dissuasione visiva Falsi occhi sulle ali di Caligula

La dissuasione visiva

La dissuasione visiva

La dissuasione visiva Strisce riflettenti

Sperimentazione Helikite

Andamento dei danni da avifauna su girasole in maturazione

Vantaggi dell’Helikite Efficacia superiore agli altri sistemi visivi (grazie alla minore assuefazione) Possibilità di coprire ampie superfici Nel complesso è un sistema abbastanza economico Utilizzo ideale Ortaggi in pieno campo

La dissuasione acustica Bombarda a gas Funzionamento semplice Assuefazione rapida (1 settimana) Distress call (grida di angoscia) Occorre il richiamo della specie da allontanare Efficacia in ambito agricolo non dimostrata

La dissuasione meccanica

Sistema meccanizzato di protezione

La dissuasione chimica L’unico principio attivo registrato in Italia è l’antrachinone (Morkit) E’ molto efficace per prevenire i danni sulle semine di mais e barbabietola da parte di corvidi, fagiani e altri volatili. Si tratta di una polvere bagnabile che viene distribuita sul seme su cui forma una pellicola che poi rimane sulla plantula. Provoca disturbo e malessere negli animali che se ne nutrono e che pertanto sviluppano un condizionamento avversativo ed evitano l’alimento trattato

Interventi di abbattimento Gli interventi di contenimento di specie avicole vengono effettuati su richiesta dell’operatore agricolo ed attuati mediante abbattimento con fucile da caccia ad anima liscia, caricato con munizione spezzata dalle caratteristiche previste dall’art. 13 della legge 157/92 esclusivamente in corrispondenza delle coltivazioni maggiormente sensibili

Interventi di abbattimento Gli interventi di contenimento delle specie sono ammessi negli istituti faunistici pubblici, privati e nel territorio a caccia programmata, ai soli scopi di difesa delle coltivazioni. Le province autorizzano singoli interventi di abbattimento a scopo esclusivamente dissuasivo e di rinforzi ad altri sistemi di difesa. Gli interventi di abbattimento possono essere autorizzati in tempi diversi in base alla tipologia della coltura da difendere. Es. Lo storno può essere abbattuto durante il periodo di maturazione dell’uva o delle olive.

Sviluppare un approccio integrato L’integrazione fra abbattimento e dissuasione acustica o visiva garantisce un maggiore efficacia dell’intervento

Interventi di abbattimento Le persone autorizzate a partecipare a tali interventi sono: Operatori abilitati con corsi di formazione Proprietari e conduttori dei fondi Agenti di polizia provinciale o agenti volontari da essa autorizzati.

Interventi di abbattimento I diversi soggetti che a vario titolo possono partecipare a tali interventi, devono sempre dimostrare ad eventuali organi di controllo la documentazione attestante il titolo sulla base del quale possono partecipare (fotocopia dell’abilitazione, titoli attestanti la proprietà o la conduzione, decreto di guardia).

Interventi di abbattimento Di norma gli interventi possono essere attuati fino ad una distanza prestabilita (di norma 100 m) dalle colture danneggiabili. Di norma non possono essere utilizzati richiami di qualsiasi genere compresi quelli acustici.

Interventi di abbattimento Nel corso degli interventi si devono rispettare le leggi vigenti in materia di caccia regolamentate dalla L.N. 157/92 e L.R.. Distanze da immobili, fabbricati o stabili adibiti ad abitazioni o posti di lavoro (m. 100) e da vie di comunicazione, ferrovie o strade carrozzabili (m. 50). E’ parimenti vietato sparare in direzione di detti immobili o vie di comunicazioni da distanza inferiore di m. 150 con fucile da caccia ad anima liscia.

NORME DI SICUREZZA L’arma va sempre trasportata scarica ed in custodia. L’operatore utilizzerà l’arma sulla base delle indicazioni che riceverà dal responsabile dell’intervento ed una volta terminatolo riporrà l’arma in custodia. Ogni arma è da considerarsi carica. Per prima cosa quando si prende in mano un`arma si deve effettuare il movimento di scarica. Un`arma deve sempre essere manipolata con prudenza, poiché potrebbe essere stata caricata a nostra insaputa. L`arma deve sempre essere in perfetto stato: ad es. un difetto alla sicura può essere all`origine di una disgrazia. Controllate di tanto in tanto anche la cinghia e le magliette che la reggono. Adoperate solo munizione costruite per la vostra arma. Caricate l`arma solo in territorio di caccia, dopo aver controllato se le canne sono libere, e assicuratela immediatamente. L`arma deve essere disassicurata solo immediatamente prima di sparare. Prima di sparare assicuratevi che il colpo termini la sua corsa sull`obiettivo e, in caso di errore di tiro, non causi pericolo a persone o ad animali domestici. Non sparate contro il cielo (un colpo a palla può essere pericoloso ancora a diversi Km di distanza!!) Durante la caccia, evitate di rivolgere le canne verso una persona e portate l`arma con le stesse rivolte verso l`alto.

Attualmente negli interventi di contenimento su specie avicole non vi è l’obbligo di utilizzo di giubbino di segnalazione, così come su specie ungulate.

RICORDARSI BENE!!!!! Gli interventi di contenimento sono sempre autorizzati in deroga ad un divieto (es. abbattimento cinghiali in periodo di caccia chiusa o abbattimento avifauna su specie non cacciabili). Caccia ed abbattimenti sono due cose diverse!