L’impegno di Confindustria per fonti rinnovabili ed

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Transcript della presentazione:

L’impegno di Confindustria per fonti rinnovabili ed efficienza energetica Sara Rosati Area Impresa e Territorio, Confindustria Caltanissetta, 21 aprile 2008

Evoluzione domanda mondiale di energia primaria 1970-2030 Vorrei iniziare condividendo con voi alcuni dati sullo scenario energetico mondiale, che destano profonde preoccupazioni Secondo il World Energy Outlook 2006 dell’AIE, nel caso di crescita inerziale, da oggi al 2030, la domanda mondiale di energia primaria aumenterà di circa il 50%, con oltre il 70% dell’aumento a carico dai Paesi emergenti e il 30% dalla sola Cina. In generale, i combustibili fossili rimarranno la principale fonte di energia. La domanda mondiale di petrolio è prevista in aumento del 38%. La domanda di carbone registra il maggior incremento in termini assoluti, soprattutto per la produzione di energia elettrica. Cina e India assorbiranno circa i quattro quinti della domanda aggiuntiva di carbone, che continua a rimanere il secondo combustibile primario più importante È previsto in crescita anche il consumo di gas naturale. Modesta la crescita percentuale del settore idroelettrico, mentre è in diminuzione la quota di energia proveniente da nucleare e da biomasse. Idro e rinnovabili Nucleare Biomasse Gas Carbone Olio Fonte: World Energy Outlook 2006

Evoluzione delle emissioni di CO2 1990-2030 Date queste premesse, se nel frattempo non si verificheranno cambiamenti drastici nelle politiche energetico-ambientali, le emissioni mondiali di CO2 subiranno un incremento del 55% rispetto al 2004, raggiungendo nel 2030 i 40 miliardi di tonnellate l’anno. I paesi emergenti saranno responsabili per oltre tre quarti dell’aumento di tali emissioni.  Alla sola Cina – che dal 2010 soppianterà gli USA quale maggiore responsabile delle emissioni mondiali - sarà ascrivibile il 39% dell’aumento delle emissioni. Inoltre, sommando i contributi di Cina e India, nel 2030 essi saranno responsabili per il 70% dell’aumento delle immissioni in atmosfera di CO2. Complessivamente entro il 2030 i Paesi emergenti saranno responsabili di circa la metà delle emissioni mondiali. Fonte: World Energy Outlook 2006

La risposta dell’Unione Europea LIBRO VERDE sull’energia : 3 PILASTRI Sostenibilità ambientale Sicurezza approvvigionamenti Competitività ROAD MAP al 2020 Di fronte all’incremento della domanda energetica mondiale, ad uno scenario geopolitico incerto ed ai cambiamenti climatici, l’Unione Europea, con il recente libro verde, si sta dotando di una strategia energetica a lungo termine, che si fonda sui tre pilastri: lotta contro i cambiamenti climatici, limitazione della vulnerabilità esterna dell’UE nei confronti delle importazioni di idrocarburi promozione di occupazione e crescita economica e competitività dell’imprese In quest’ottica, la Commissione Europea, il 10 gennaio scorso, ha presentato il “Pacchetto energia” per una nuova strategia di politica energetica per l’Europa, fondata sul principio prioritario della sostenibilità ambientale. Il piano d'azione della Commissione si propone tre obiettivi da raggiungersi entro il 2020: la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 20% il miglioramento dell'efficienza energetica del 20% l’incremento del 20% nell'uso delle fonti di energia rinnovabile Fonti rinnovabili: obiettivo 20% di energie rinnovabili Efficienza energetica: risparmio di energia primaria del 20% Emissioni CO2: riduzione del 20%

Fonti rinnovabili: obiettivo comunitario al 2020 Il 23 gennaio 2008 la Commissione Europea ha adottato una proposta di direttiva per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, definendo obiettivi nazionali vincolanti per la quota dei consumi finali di energia al 2020 proveniente da fonti rinnovabili. La proposta ha anche stabilito un obiettivo per i biocarburanti del 10% sui consumi energetici finali nel settore trasporti, uguale per tutti gli Stati Membri Il target di energia rinnovabile fissato per l’Italia è il 17% del consumo energetico finale Il target fissato per l’Italia appare eccessivamente ambizioso e irrealistico. Considerando l’apporto complessivo di energia da fonti rinnovabili previsto dal position paper del Governo e la crescita dei consumi energetici complessivi al 2020, l’Italia potrebbe appena raggiungere la quota del 14% Il 23 gennaio 2008 la Commissione Europea, nel quadro della normativa in materia di cambiamento climatico ed energie rinnovabili, ha adottato una proposta di direttiva per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, definendo obiettivi nazionali vincolanti per la quota dei consumi finali di energia al 2020 proveniente da fonti rinnovabili. Il target di energia rinnovabile fissato per l’Italia è il 17%, del consumo energetico finale. La proposta di Direttiva ha anche stabilito un obiettivo di produzione dei biocarburanti pari al 10% sui consumi energetici finali nel settore trasporti, uguale per tutti gli Stati Membri. Il target di produzione di energia rinnovabile fissato per l’Italia, il 17% del consumo energetico finale, appare eccessivamente ambizioso e irrealistico. Considerando l’apporto complessivo di energia da fonti rinnovabili previsto dal position paper del Governo[1] e la crescita dei consumi energetici complessivi stimata dallo scenario tendenziale al 2020[2], l’Italia potrebbe appena raggiungere la quota del 14%. [1] Il Governo italiano ha redatto, nel settembre 2007, un position paper, individuando in: §         104 TWh (9 Mtep) il potenziale massimo teorico di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (a fronte dei 50 TWh o 4,29 Mtep del 2005); §         15,6 Mtep il potenziale massimo teorico per i consumi diretti di energia da fonti rinnovabili (a fronte dei 2,4 Mtep del 2005). Per complessivi 24,6 Mtep. [2] Lo “Scenario tendenziale dei consumi e del fabbisogno al 2020” del Ministero delle Attività Produttive stima che i consumi energetici al 2020 ammonteranno a 184 Mtep

Sostenibilità del target del 17% per l’Italia La definizione di un target irrealistico rischia di innescare livelli di incentivazione enormi, che graverebbero soprattutto sul sistema industriale del nostro Paese a danno della competitività internazionale. Nel solo anno 2020 la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che beneficerà dei regimi di sostegno costerà ai consumatori 8.830 milioni di euro contro un costo di 3.450 milioni di euro sostenuto nel 2006. Si stima un incremento del costo medio dell’energia elettrica consumata di 25 euro/MWh. L’insostenibilità economica di questa politica energetica è aggravata dalla incertezza sul costo che l’Italia dovrebbe sostenere in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo.

Fonti rinnovabili: gli obiettivi comunitari al 2010 Tutti in ritardo tranne Germania e Danimarca 25,0 In realtà, la Commissione europea aveva già fissato un obiettivo relativo, però, all’utilizzo delle rinnovabili per la produzione di energia elettrica La direttiva 2001/77/CE sulla promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, fissa un obiettivo di contributo delle fonti rinnovabili sul totale del consumo interno lordo di energia elettrica pari al 25%, per l’anno 2010 Dalla panoramica europea del livello di produzione da fonti rinnovabili, rispetto all’obiettivo specifico al 2010 fissato dalla direttiva, emerge che la quasi totalità dei paesi è in ritardo rispetto al target. L’analisi dello stato di attuazione della Direttiva inserisce l’Italia nel gruppo dei paesi “lontani dall’obiettivo”

Mix di fonti per la produzione di energia elettrica: confronto UE-27 ed Italia 100% Per meglio inquadrare il tema, è necessario un breve focus sul mix energetico italiano Nello scenario europeo, il nostro Paese dispone di un sistema energetico particolarmente fragile a causa dell’estrema dipendenza da fonti esogene Il nostro mix di produzione è infatti fortemente sbilanciato verso il gas naturale, che proviene prevalentemente da due soli paesi: Russia ed Algeria, caratterizzati da un elevato rischio di instabilità dal punto di vista geopolitico. L’olio combustibile sfiora il 20 % contro il 4 % dell’Europa. Quasi il 65% della nostra produzione proviene da olio e gas, ed è soggetta alla volatilità dei prezzi dei combustibili, mentre in Europa tale quota è del 4 % La nostra quota di produzione a carbone è piuttosto modesta, 15% contro il 30% dell’UE, e questo è un combustibile caratterizzato da prezzi costanti e soprattutto indifferenti alla volatilità del Brent, ed acquistabile da oltre 100 paesi fornitori nel mondo. Infine, come noto, l’Europa produce energia utilizzando in larga parte la fonte nucleare, per il 31%, mentre noi ci limitiamo ad importare ad alto costo il nucleare francese e sloveno. Fonte: Commissione Europea, EU policy data, 2007

EU 25: produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel 2005 Attualmente, le fonti rinnovabili rappresentano circa il 18% della produzione complessiva di energia elettrica in Italia. Tale valore pone l’Italia al quarto posto per produzione da rinnovabili nell’Europa a 25, dopo Svezia Germania e Francia. Questa positiva situazione rischia, in prospettiva, di essere compromessa a causa della più limitata crescita degli impianti rinnovabili riscontrata negli ultimi anni in Italia, rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.

Fonti rinnovabili: i meccanismi di incentivazione E’ necessaria una razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione, per avere un quadro che incoraggi l’investitore e che sia sostenibile per i consumatori Gli oneri di sistema per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili nel 2006 hanno rappresentato circa il 9,4% del prezzo dell’energia elettrica Lo sviluppo delle fonti rinnovabili deve evitare di produrre un incremento dei costi dell’energia, in particolare per le industrie manifatturiere ad alta intensità energetica che, operando su mercati internazionali, maggiormente ne risentirebbero in termini di perdita di competitività Un secondo ordine di criticità riguarda i meccanismi di incentivazione per sviluppo delle fonti rinnovabili E’ necessaria una razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione, per avere un quadro di supporto organico che incoraggi l’investitore e che sia sostenibile economicamente per i consumatori Il peso in bolletta degli oneri di sistema relativi alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili, che per il 2006 hanno rappresentato circa il 9,4% del prezzo dell’energia elettrica (l’onere A3 costituisce la voce predominante all’interno degli oneri) è piuttosto elevato. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili dovrebbe evitare di produrre un incremento dei costi dell’energia, in particolare per le industrie manifatturiere ad alta intensità energetica che, operando su mercati internazionali, maggiormente ne risentirebbero in termini di perdita di competitività

Fonti rinnovabili: le azioni prioritarie Precisi obiettivi regionali, coerenti con quelli nazionali, responsabilizzando Regioni ed Enti locali anche con meccanismi premianti e sanzionatori Riduzione delle barriere amministrative per le autorizzazioni Garanzia di accesso alle reti con l’adozione di procedure semplici, trasparenti e non discriminatorie Adeguamento delle reti, dove la loro attuale configurazione vincola lo sfruttamento delle fonti rinnovabili Sviluppo di filiere agro-energetiche ambientalmente compatibili e a costi economicamente sostenibili Politiche per la promozione di un’industria nazionale manifatturiera di settore, per creare nuova occupazione e divenire occasione di sviluppo per l’intera economia Rilancio di una forte iniziativa di ricerca nel settore

Il concetto di efficienza energetica = produrre gli stessi beni e servizi con meno energia minor impatto sull’ambiente minori costi per aziende e sistema Italia Chiariamo innanzitutto qualche concetto di fondo: Efficienza energetica e risparmio energetico: A noi piace parlare più di efficienza, che vuol dire produrre gli stessi beni e servizi con minor energia Promuovere l’efficienza energetica deve essere considerata una priorità nella politica energetica in quanto: Permette di ridurre la dipendenza italiana dai paesi esportatori di fonti energetiche primarie (petrolio e gas) Consente di migliorare l’impatto ambientale delle attività umane senza diminuire gli standard di vita Rappresenta un'importante occasione di progresso tecnologico per il Paese attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e l’applicazione di quelle esistenti su vasta scala.

L’Italia e gli obiettivi comunitari Totale consumi finali in Italia ~ 146 MTEP CE ritiene possibili con efficientizzazioni risparmiare il 20% di energie primarie. Ciò equivale per Italia a ~ 30 MTEP 30 MTEP corrispondono all’energia primaria richiesta in un anno da 35.000 MW di centrali a ciclo combinato funzionanti 5.500 ore/anno per fornirci oltre 190 TWh/anno di energia elettrica Totale energia immessa in rete in Italia ~ 330 TWh Indubbiamente, l’obiettivo comunitario del 20 % di risparmio di energia primaria è molto ambizioso. In Italia, considerando che i consumi finali sono pari a circa 145 MTEP, il 20% è pari a circa 30 MTEP. Per darvi un’idea 30 MTEP equivalgono all’energia primaria necessaria in un anno per produrre 190 TWh di energia 190 TWh di energia sono pari al 57% del totale di energia elettrica immessa in rete

L’Italia è un paese “virtuoso” energeticamente L’Italia, può considerarsi un paese “virtuoso” energeticamente sebbene negli ultimi anni vi sia stato un rallentamento Vi sono tuttavia ancora notevoli spazi per un’efficienza energetica, la cui diffusione è fondamentalmente legata ad aspetti informativi e culturali. Per una “efficiente efficienza” è indispensabile arrivare ad una estesa applicazione del concetto “life cycle cost” In termini di efficienza, l’Italia è considerato già un paese virtuosoEsistono ancora notevoli spazi per un’efficienza energetica, la cui diffusione è fondamentalmente legata ad aspetti informativi e culturali Per una “efficiente efficienza” è indispensabile arrivare ad una estesa applicazione del concetto del “life cycle cost”, e cioè del costo complessivo nell’intero ciclo di vita del prodotto: Ad esempio, forse molti non sanno che per un motore elettrico, il costo di acquisto e quindi l’investimento iniziale, pesa solo per un 3% rispetto al costo totale che quel motore presenterà durante il suo ciclo di vita Il resto è imputabile, quasi per intero, il 95%, alla sua relativa bolletta elettrica, da pagare per l’intero ciclo di vita (10 anni!) Visto in questa prospettiva, è evidente che il vero risparmio si ottiene riducendo la componente di costo maggiore, quella della bolletta elettrica, acquistando un motore ad alta efficienza E lo stesso concetto è applicabile, ad esempio, agli elettrodomestici di classe A.

La Task Force Efficienza Energetica di Confindustria Sulla base di tali indicazioni preliminari Emma Marcegaglia nel luglio 2006 ha deciso di costituire, nell'ambito della Commissione Energia di Confindustria, una Task Force ad hoc sull'efficienza energetica Coinvolte tutte le associazioni e strutture locali facenti riferimento a Confindustria stessa e considerate tutte le varie applicazioni, dagli edifici ai macchinari ed apparecchi degli utenti, dai trasporti ai vari servizi del terziario ed alle infrastrutture Nel luglio 2006 Emma Marcegaglia -Vice Presidente di Confindustria per Ambiente, Energia ed Infrastrutture- ha deciso di costituire, nell'ambito della Commissione Energia di Confindustria, una Task Force ad hoc sull'efficienza energetica coinvolgendo tutte le associazioni e strutture locali facenti riferimento a Confindustria stessa e considerando tutte le varie applicazioni (dagli edifizi ai macchinari ed apparecchi degli utenti, dai trasporti ai vari servizi del terziario ed alle infrastrutture). La task force, coordinata da Alessandro Clerici di Anie, ha effettuato un complesso lavoro di approfondimento per capire al meglio quali siano le opportunità che il miglioramento dell’efficienza energetica presenta, sia per il sistema energetico nazionale sia per lo sviluppo dell’industria per individuare le opportunità che il miglioramento dell’efficienza energetica presenta, sia per il sistema energetico nazionale sia per lo sviluppo dell’industria E per indirizzare le istituzioni a promuovere l’efficienza energetica attraverso un quadro coerente di politica energetica di medio-lungo termine

Obiettivi della Task Force Efficienza Energetica Valutare effettivamente i risparmi energetici conseguibili evitando oneri addizionali alle imprese, individuando quei settori che per dimensione e per potenziali risparmi risultino i più interessanti per interventi specifici Evidenziare le tecnologie disponibili per implementare programmi di efficienza energetica sulla base di analisi di costi/benefici Sottolineare l’importanza di affrontare l’efficienza con un approccio integrato che considera tutti i processi energivori di un settore Indirizzare i competenti Ministeri verso uno stimolo all'efficienza energetica con leggi inserite organicamente in un quadro coerente di politica energetica di medio - lungo termine Definire ed implementare azioni di comunicazione e informazione, fondamentali per il successo delle iniziative

Dopo un anno di lavoro, Confindustria ha prodotto un documento che analizza il consumo energetico in Italia, settore per settore. Abbiamo scoperto alcune cose che ci hanno sorpreso. Ad esempio: i motori elettrici rappresentano il 45 per cento dei consumi finali, la coibentazione degli edifici potrebbe portare un risparmio del 10-15 per cento, e molto si può ancora fare per quanto riguarda elettrodomestici ed energia elettrica. Si tratta di agire a livello culturale su tutta la società, a partire dai cittadini. La ricerca di nuovi mezzi per aumentare il risparmio energetico potrebbe tra l’altro essere uno straordinario driver di innovazione tecnologica, un campo in cui l’Italia potrebbe cominciare a sviluppare una leadership a livello europeo. Il Ministro Bersani ha proposto un bando su questo tema (industria 2015) che ha ricevuto una risposta inaspettata: sono stati presentati circa 4.000 progetti.  

Il lavoro della Task Force Dopo una prima analisi preliminare per settore ci si è focalizzati su l’approfondimento delle tecnologie rilevanti Per ciascuna tecnologia si è considerato come periodo iniziale il 2005 e il prevedibile andamento del mercato al 2016 Con ipotesi specifiche per ciascuna tecnologia sono stati elaborati scenari di possibili risparmi in funzione di diverse politiche di incentivazione ed analisti costi/benefici Per lo svolgimento dei lavori è stata stabilita una fattiva collaborazione con ENEA e CESI Ricerca il quale ha messo a disposizione i risultati del Programma Ricerca di Sistema per il settore elettrico relativi all’efficienza negli usi finali

Le tecnologie considerate dalla Task Force L’analisi per settore (industriale, terziario, residenziale, infrastrutture/trasporti) è integrata per tecnologie Le tecnologie rilevanti ai fini dell’efficienza energetica individuate ad ora sono: MOTORI ELETTRICI / INVERTERS COIBENTAZIONE E/O ALTRI INTERVENTI EDILI ELETTRODOMESTICI / CLIMATIZZAZIONE RESIDENZIALE CLIMATIZZAZIONE COGENERAZIONE / TRIGENERAZIONE ILLUMINAZIONE RIFASAMENTO HOME AND BUILDING AUTOMATION AUTOMAZIONE DI PROCESSI CONTINUI ICT SISTEMI DI PROPULSIONE

I Consumi in Italia nel 2005 Consumi finali di ~146 MTEP per settore: Trasporti ~ 30% Industria ~ 28% Residenziale ~ 21% Terziario ~ 11% Altri ~ 10% Consumi lordi di ~ 198 MTEP per fonte: Petrolio ~ 43% Gas ~ 36% Carbone ~ 9% Elettricità primaria ~ 6% Altri ~ 6% Trend con B.A.U. al 2030: +20%= +30 MTEP Risparmi al 2020 da CE: -20%= -30 MTEP 85% di energia è importata: dipendenza è in crescita Vorrei condividere alcuni dati fondamentali sullo quadro dei consumi del nostro Paese: In Italia consumiamo 146 MTEP, il settore dei trasporti ha una fetta del 30%, l’industria il 28%, il settore residenziale il 21% Dal punto di vista della fonti, i consumi lordi vengono coperti per il 43% dal petrolio, per il 36% dal gas, per il 9% dal carbone Importiamo l’85 % dell’energia primaria, e tale dipendenza si mostra in crescita Fonte: Cesi Ricerca

Consumi di energia elettrica in Italia nel 2005 per settore Nel 2005 il settore industriale ha assorbito il 49% del consumo italiano di energia elettrica pari a circa 153.727GWh Secondo un rapporto CESI l’80% dei consumi del settore è assorbito da motori elettrici Passando ai consumi di energia elettrica: Nel 2005 il settore industriale ha assorbito il 49% del consumo italiano di energia elettrica Secondo un rapporto CESI l’80% dei consumi del settore è assorbito da motori elettrici. Il terziario consuma il 27% dell’energia elettrica italiana Ed il settore domestico il 22%

Consumi elettrici finali italiani I principali consumi elettrici sono così suddivisi: Motori ~ 45-50% lluminazione ~ 14-17% Elettrodomestici ~ 12-15% Stand by, carica batterie, etc. > 4%! Focalizzandoci sui consumi elettrici finali emerge che oltre il 70% sono attribuibili a tre categorie di utilizzo:          Motori ~ 45-50%          Illuminazione ~ 14-17%          Elettrodomestici ~ 12-15% Un punto di attenzione: gli stand by assorbono oltre il 4% dei consumi! Serve una centrale elettrica accesa solamente per alimentare questi consumi inutili!

Azionamenti elettrici - motori incidenza su consumo primario: 18% Gli interventi riguardano principalmente l’industria e i costruttori di macchinari che includono motori come componenti dei loro prodotti Interventi previsti: Installazione di motori efficienti di potenza 1  90 kW (motori in classe eff 1) Installazione di inverter su motori che operano in regime variabile Risparmi conseguibili 9,7  18 TWh 7%  13% dei consumi dei motori elettrici del 2005 Passiamo ora ai risultati Abbiamo stimato, per tecnologia, i potenziali risparmi conseguibili a fronte di una serie di interventi. Cominciamo dai motori…

Finanziaria 2008 per motori e inverters L’acquisto di motore ad alto rendimento o di un inverter permette di beneficiare fino al 31 dicembre 2010 di una detrazione dall’imposta lorda pari al 20 per cento della spesa effettivamente sostenuta e documentata per l’acquisto e l’installazione sul territorio nazionale Al fine di incentivare il risparmio e ’efficienza energetica dal 1º gennaio 2010 e` vietata la commercializzazione di motori elettrici appartenenti alla classe 3 anche all’interno di apparati

Riscaldamento/raffrescamento/acqua calda sanitaria nel settore civile incidenza su consumo primario: 22% Incide per circa il 60% (in energia primaria) sui consumi complessivi del settore civile Vantaggi derivanti dall’integrazione tra le varie tecnologie Risparmi conseguibili: Coibentazione e interventi edili Tecnologie per riscaldamento e acqua calda sanitaria Tecnologie per raffrescamento Risparmio conseguibile complessivo: 5,6  8 Mtep 15%  20% dei consumi per riscaldamento/raffrescamento del 2005

Finanziaria 2008 per la riqualificazione energetica degli edifici Sono prorogate fino al 31 dicembre 2010 le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici La detrazione del 55% si applica anche alle spese per la sostituzione intera o parziale di impianti di climatizzazione invernale non a condensazione, sostenute entro il 31 dicembre 2009 Le modalità per il riconoscimento dei benefici saranno stabilite con un decreto del Ministro dell‘Economia e delle Finanze

Efficienza energetica: le priorità Informazione e comunicazione sono strumenti essenziali: Ruolo fondamentale delle Unioni Industriali Dialogo continuo fornitori/utilizzatori/operatori/ESCO L’attività di audit energetico può avere importanti effetti e deve essere supportata dalle istituzioni L’approccio integrato al problema, tipico dell’audit energetico, può costituire uno strumento importante anche nella realizzazione degli interventi (servizi energetici, contratti a risultato) Indispensabili sono le azioni “innovative” da parte di traders/ESCO verso le industrie con interventi finanziari supportati da un sistema bancario “efficiente per l’efficienza energetica” E’ necessario dare vita ad un circuito virtuoso di comunicazione e informazione e a un dialogo continuo fornitori/utilizzatori/operatori/ESCO E’ opportuno che traders ed ESCO intraprendano azioni "innovative" verso le industrie e che gli interventi finanziari vengano supportati da un sistema bancario "efficiente per l'efficienza energetica".  L’audit energetico è uno strumento basilare con il quale i consumatori possano rendersi conto dei costi/benefici di interventi di efficientizzazione per i loro casi specifici. È importante prevedere dei fondi di incentivazione per gli audits energetici. [Fonte Assoutility]

Efficienza energetica: gli strumenti Come incidere sull'efficienza energetica agendo sia sul parco installato sia sul "nuovo" senza creare oneri al consumatore? Sebbene i differenti settori tecnologici abbiano ciascuno le proprie caratteristiche, occorrerà per ciascuno di essi sfruttare le leve di: incentivi ai consumatori certificati bianchi requisiti normativi per il nuovo da installare sgravi fiscali per fornitori di prodotti “high efficiency” Gli incentivi devono essere portati a carico della fiscalità generale, senza incidere sulle tariffe Sebbene i differenti settori tecnologici abbiano ciascuno le proprie caratteristiche è auspicabile una linea di condotta il più possibile "omogenea e coerente" sfruttando le leve di:        incentivi ai consumatori        certificati bianchi        eventuali requisiti normativi per il nuovo da installare       sgravi fiscali per l'industria fornitrice di prodotti “high efficiency”

Efficienza energetica: un’opportunità per il Paese L’efficienza energetica va vista come un’opportunità non solo per i fornitori di tecnologie ma specialmente per il sistema paese e le sue industrie Occorre concentrarsi su quei settori che danno da subito i maggiori ritorni con le tecnologie esistenti e con il supporto di leggi/incentivi che non creino al sistema industriale ed al paese oneri aggiuntivi Occorre agire in modo differenziato sia sul parco installato sia sul "nuovo" considerando orizzonti temporali adeguati, almeno di medio periodo (5-10 anni)

L’azione di Confindustria sul territorio Confindustria ha organizzato un “road show” che attraverserà tutto il Paese per coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni locali e gli operatori economici Il “road show” attraverserà tutto il Paese, con lo scopo di presentare i risultati di questa ricerca, per coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni locali e gli operatori economici. Tale iniziativa si concretizzerà in una serie di seminari sul territorio nazionale, finalizzati all’approfondimento tecnico dei settori tecnologici più promettenti in termini di efficienza ed in particolare: - edifici ed illuminazione pubblica, - motori ed inverters, - cogenerazione. È necessario che aziende ed istituzioni comprendano che l’investimento in efficienza energetica, se effettuato secondo logiche corrette, produce ritorni economici anche nel breve termine e può favorire situazioni di vantaggio competitivo. Questa è la cultura da portare avanti in tutto il Paese in modo capillare.

Il Road Show di Confindustria per l’efficienza energetica Milano 19 febbraio 2008 Roma 1 aprile 2008 Ravenna 7 maggio 2008 Bari 29 maggio 2008 Napoli 11 giugno 2008 Treviso 1 luglio 2008 www.confindustria.it