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1.La TV dei ragazzi La TV dei ragazziLa TV dei ragazzi 2.Cinema degli adolescenti Cinema degli adolescentiCinema degli adolescenti 3.Le critiche autorevoli alla TV Le critiche autorevoli alla TVLe critiche autorevoli alla TV
a.Il 97% dei ragazzi guarda la TV, ma non la ritiene attendibile. b.È ormai unamica quotidiana. c.Influisce sul linguaggio parlato,sui processi di costruzione sociale e stereotipata e diminuisce il senso del pudore. stereotipata d.I programmi sono altamente diseducativi.
Lo spettatore di ogni target considera importante laspetto e la forza fisica, il linguaggio, il comportamento, le reazioni emotive, le espressioni non verbali e lattribuzione di tratti positivi e negativi. Lo spettatore di ogni target considera importante laspetto e la forza fisica, il linguaggio, il comportamento, le reazioni emotive, le espressioni non verbali e lattribuzione di tratti positivi e negativi. Si preferiscono programmi in cui ci si può identificare nei personaggi e in cui sono presenti ambienti familiari. Si preferiscono programmi in cui ci si può identificare nei personaggi e in cui sono presenti ambienti familiari. I personaggi più ricorrenti sono maschi bianchi adulti di classe medio-alta. I personaggi più ricorrenti sono maschi bianchi adulti di classe medio-alta. La donna televisiva è rappresentata come più bisognosa di supporto emotivo, subordinata agli uomini nei rapporti professionali (adolescenti e bambini sono sottostimati). La donna televisiva è rappresentata come più bisognosa di supporto emotivo, subordinata agli uomini nei rapporti professionali (adolescenti e bambini sono sottostimati). I ceti inferiori sono ignorati. I ceti inferiori sono ignorati. Il ceto medio è protagonista e visto come positivo ( a differenza di quello inferiore e superiore). Il ceto medio è protagonista e visto come positivo ( a differenza di quello inferiore e superiore).
Mediaset: adolescenti e preadolescenti. Mediaset: adolescenti e preadolescenti. Rai: bambini (Art-attack, Melevisione, Teletubbies…). Rai: bambini (Art-attack, Melevisione, Teletubbies…). 6/10 bambini guardano programmi per adulti. 6/10 bambini guardano programmi per adulti. Programmi più seguiti: Film (95%) Film (95%) Tg (70%) Tg (70%) Programmi comici (70%) Programmi comici (70%) Cartoni (64%) Cartoni (64%) Varietà e musica (63%) Varietà e musica (63%) Reality show (50%) Reality show (50%)
Storie di adolescenti Preferisco il rumore del mare (1999, di Mimmo Calopresti, drammatico); Preferisco il rumore del mare (1999, di Mimmo Calopresti, drammatico); Ragazzi fuori (1990, di Marco Risi, drammatico); Ragazzi fuori (1990, di Marco Risi, drammatico); Letà inquieta (1998, di Bruno Dumont, drammatico); Letà inquieta (1998, di Bruno Dumont, drammatico); Il grande cocomero (1993, di Francesca Archibugi, dramma-psicologico); Il grande cocomero (1993, di Francesca Archibugi, dramma-psicologico); Voltati Eugenio (1980, di Luigi Comencini, dramma-psicologico); Voltati Eugenio (1980, di Luigi Comencini, dramma-psicologico); Colpire al cuore (1982, di Gianni Amelio, drammatico); Colpire al cuore (1982, di Gianni Amelio, drammatico); I bambini ci guardano (1943, di Vittorio De Sica, drammatico); I bambini ci guardano (1943, di Vittorio De Sica, drammatico); Diario di un ex schizofrenica (1968, di Nelo Risi, drammatico). Diario di un ex schizofrenica (1968, di Nelo Risi, drammatico).
. Giovanni Sartori Giovanni Sartori Karl Popper Karl Popper Mario Lodi Mario Lodi Umberto Eco Umberto Eco Clicca qui per tornare alla prima diapositiva Clicca sul simbolo dei documenti per aprire le diapositive corrispondenti
GIOVANNI SARTORI È il più grande politologo italiano. Sostiene che la televisione abbia portato luomo a compiere un vero e proprio mutamento; da homo Sapiens a homo Videns (la comunicazione è basata sullimmagine: vediamo, ma non interpretiamo). La nascita della televisione è stata acclamata come una nuova grande scoperta. Questo, per Sartori, non è progresso, ma semplicemente il suo contrario. "Sapere per immagini", - ci dice -, non è democratico, come tanti sostengono: "sapere per immagini" non diffonde cultura, ne erode le premesse.per SartoriSapere per immaginisapere per immagini La televisione omogeneizza gli usi e le mode, ma allo stesso tempo, ci rinchiude in piccoli villaggi in conflitto tra loro. La quantità schiaccia sempre più la qualità. E se per un attimo ci illudiamo di essere liberi cittadini che vivono in un libero mercato, ci siamo forse dimenticati che i clienti della TV non siamo noi, ma le aziende che comprano gli spazi pubblicitari.La televisione omogeneizza gli usi e le modei clienti della TV Che la televisione informi, non vi sono dubbiChe la televisione informi, non vi sono dubbi. Ma informazione non è conoscenza. La TV, più precisamente, sotto-informa perché riduce tutto alla sintesi più estrema e disinforma, perché provoca la distorsione dell'informazione.La TVsotto-informa Sartori nel suo libro Homo Videns sostiene che lavvento della televisione abbia portato un vero e proprio mutamento nel modo di pensare dellessere umano, trasformandolo da HOMO SAPIENS a HOMO VIDENS.
POPPER Filosofo e insegnante di matematica e fisica, afferma che la televisione emette violenza formando giovani deumanizzati, violenti e indifferenti. La televisione è un pericolo per la democrazia una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione e più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il suo potere non sarà pienamente scoperto.
MARIO LODI Insegnante e pedagogista che condivide i pensieri di Karl Popper e afferma che i bambini vanno protetti dalla televisione. Nel 1997 viene pubblicato il suo libro Cara Tv con te non ci sto più, realizzato insieme ad altri autori. Il libro raccoglie la voce di gente comune, madri, padri, educatori, liberi cittadini che hanno qualcosa da dire sulla TV, sul suo degrado, sul bisogno di cambiamento che deve urgentemente essere promosso all'interno del sistema televisivo. A parlare non sono solo gli esperti, ma gli italiani. Le lettere inviate a Mario Lodi a sostegno del suo documento "Una firma per cambiare la TV" sono la testimonianza di un'Italia civile e consapevole che desidera essere ascoltata come "parte in causa". Un libro che non mostra più gli italiani solo come spettatori passivi in balia di chi costruisce palinsesti. Lattività di Mario Lodi, collegata ai grandi problemi sociali, ha affrontato, con la campagna Una firma per cambiare la TV, la questione delluso educativo della TV; con la pubblicazione di Alberi del mio paese e di Rifiuti si è posto lobiettivo di un intervento sui giovani per creare un modo di pensare nuovo in difesa dellambiente, una nuova cultura del comportamento responsabile
UMBERTO ECO Definisce i termini Paleotelevisione (vecchia televisione, monopolio di stato, bianco e nero e pochi canali) e Neotelevisione (televisione commerciale, con molti canali e governata da nuove logiche pubblicitarie). Paleotelevisione e Neotelevisione Paleotelevisione e neotelevisione sono termini coniati da Umberto Eco, uno in contrapposizione allaltro. La Paleotelevisione ( ) è quella del monopolio statale, in bianco e nero, con scarsa disponibilità di canali, limpostazione pedagogica, con la struttura a palinsesto, fatta di programmi distanziati dalle sigle, di generi televisivi separati per fasce orarie e di audience. La Neotelevisione, invece, è quella attuale, dei giorni nostri:la televisione commerciale, che moltiplica lofferta televisiva, governata da nuove logiche pubblicitarie e con una struttura di programmazione a flusso, in cui le trasmissioni sono sostanzialmente in continuità e si richiamano costantemente le une con le altre.