Partenze e virate Giulio Signorini Facoltà di Scienze delle Attività Motorie e Sportive Università degli Studi di Verona
Partenze e virate: indicazioni generali In una gara sulla distanza dei 50 metri il tempo di partenza costituisce il 30% del tempo totale In una gara sulla distanza di 100 metri il tempo di virata e partenza scende a circa i 25% In una gara sulla distanza dei 200 e 400 metri si riduce al 20% In una gara sulla distanza dei 1500 metri corrisponde al 15% del totale
Le partenze Sono il modo più efficace e rispettoso del regolamento per iniziare la gara, entrando in acqua e sapendo conservare per maggior tempo possibile la maggior velocità: un criterio base per determinare la qualità della partenza è appunto la velocità di scivolamento in acqua Partenze dall’acqua e dal blocco
Partenza dal blocco Con rotazione delle braccia a piedi pari Grab start (posizione raggruppata con mani all’interno od all’esterno dei piedi) Track start (posizione raggruppata con un piede avanti l’altro)
Le fasi della partenza dal blocco Sul blocco e stacco dal blocco (latenza ed attivazione) La fase di volo (fase ascendente e discendente) L’entrata in acqua (dalla testa ai piedi nella stessa porta) Apnea ed uscita (gambe delfino fino a 15 metri tranne che per la rana). Si esce a velocità di nuotata
Grab start Grab sta per granchio e da l’idea di attaccarsi al blocco: si utilizza per gare individuali o di prima frazione (stimolo acustico) Track è una variante di grab: si riferisce alle partenze dell’atletica (una gamba avanti all’altra): la testa non guarda l’acqua, mani larghe con braccia che non circonducono né slanciano per dietro ma seguono solo in avanti; mani strette per effetto catapulta. Minor tempo di permanenza sul blocco (consigliabile nelle gare brevi), minor distanza di volo Angolo di ingresso in acqua di 15° per tutti gli stili, circa 20/25° nella rana
Partenza dall’acqua Regolamento FINA: “nelle gare a dorso o nella staffetta mista (do – ra – de –sti) la partenza deve effettuarsi dall’acqua” Fronte rivolta al blocco, mani sulle maniglie, piedi sotto la superficie dell’acqua Al via si ricerca la posizione dei fianchi più alta possibile, le braccia si portano in alto sul capo (non per avanti alto, portando all’indietro la testa con il corpo) Le gambe devono essere richiamate per entrare dalla stessa porta aperta dalle mani Sott’acqua a circa 45 m e battuta di gambe delfino stretta e veloce. Si esce con un angolo di 40°
Le virate L’azione che consente al nuotatore il cambio di fronte più efficiente ed efficace a fine corsia. Si divide in quattro fasi: entrata cambio di direzione spinta apnea ed uscita
Virata crawl L’entrata (inizio della rotazione con abbassamento del capo verso il petto) è condizionata dalla lunghezza degli arti e dalla velocità di nuotata Cambio di direzione viene prodotto dalla adduzione del busto alle gambe La spinta va effettuata con il corpo in linea con il punto di appoggio (l’avvitamento deve essere eseguito dopo il distacco dal muro per non perdere l’appoggio dei piedi) Apnea e fase di uscita: dopo la spinta si scivola fino a 50 cm di profondità, battuta di gambe delfino e si esce in un sol punto con testa e spalla (40° e comunque l’angolo più basso possibile)
Virata dorso Entrata: quando si abbandona la posizione sul dorso bisogna iniziare la virata dando continuità all’azione senza più sollevare il capo Cambio di direzione: come nel crawl pure senza avvitamento Spinta: con i segmenti corporei in linea con la testa tra le braccia Apnea ed uscita: con battuta di gambe delfino senza superare la linea dei fianchi nella spinta verso l’alto; si esce in un solo punto (40°)
Virata rana Entrata: senza affondare le spalle, appoggiando le spalle contemporaneamente al bordo, facendo avanzare i fianchi verso il muro Cambio di direzione: una delle mani resta al bordo, le ginocchia vanno tenute alte, la mano rimasta al bordo vi si spinge (recuperando la bracciata) appena prima dell’arrivo dei piedi Spinta: su di un fianco effettuando successivamente l’avvitamento Apnea ed uscita: si esegue una bracciata completa senza perdere velocità, si recupera senza rallentare spingendo con le gambe (la spinta è direzionata all’indietro)
Virata delfino Entrata: le spalle non devono essere affondate nel tocco simultaneo del muro con due mani Cambio di direzione: si devono mantenere le ginocchia alte Spinta: con i piedi in appoggio Apnea ed uscita: l’intensità delle gambate è di crescente intensità (la gambata delfino in apnea prevede una maggior escursione in flessione dei segmenti articolari interessati
Virata nei misti I misti: gara individuale (200 e 400 metri) con i quattro stili in successione (delfino, dorso, rana, stile) Le virate di passaggio si compongono nella prima parte della virata dello stile di arrivo, nella seconda parte dello stile di partenza Il passaggio dorso – rana: capriola o spin turn (con rotazione del bacino e sollevamento delle gambe fuori dall’acqua)