(sollevamento pesi, salto in alto) ATP-CP + Glicolisi anerobia

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Corso di Laurea Magistrale in Biologia Curriculum in Biologia della Nutrizione Corso Basi Molecolari Della Nutrizione Modulo Biochimica della Nutrizione.
Transcript della presentazione:

(sollevamento pesi, salto in alto) ATP-CP + Glicolisi anerobia TEMPO 1,5m 3m + ATP Forza esplosiva (sollevamento pesi, salto in alto) Sforzo prolungato (scatto) ATP-CP Tipo di Prestazione Resistenza anaerobica (200/400 mt corsa, 100 mt nuoto) ATP-CP + Glicolisi anerobia Resistenza aerobica (fondo) Ciclo di Krebs Sistemi non-ossidativi a brevissimo/breve termine Sistema aerobico-ossidativo a medio/lungo termine 1

intensità e lunga durata UTILIZZAZIONE DEI SUBSTRATI IN RAPPORTO ALLE CARATTERISTICHE DELL’ESERCIZIO FISICO Tipo di esercizio Disponibilità di O2 Substrato utilizzato Esercizio intenso e di breve durata Glucosio (richiede meno O2 per ossidazione) Limitata Esercizio a bassa intensità e lunga durata VO2max Glucosio + Acidi grassi liberi

Valore energetico dei substrati e consumo di ossigeno richiesto per l’ossidazione ATP generato/substrato utilizzato (mol/mol) ATP generato /O2 consumato (mol/mol) Glucosio 36 3.00 Acidi grassi 131 2.85 Aminoacidi 23 2.25

captazione di glucosio + FFA Contributo dei principali substrati come fonte di energia durante esercizio in rapporto alla durata % 100 Glicogeno muscolare FFA ematici 75 Glucosio ematico 50 25 ore 1 2 3 4 glicogeno captazione di glucosio + FFA captazione FFA  captazione glucosio

Ultrastruttura del muscolo striato nel soggetto non diabetico e in quello con diabete tipo 2 grasso normale diabete Levin et al, Diabetologia 2001

CONTRIBUTO DEL GLUCOSIO E DEGLI FFA COME FONTE ENERGETICA IN RAPPORTO ALLA INTENSITA’ DELL’ ESERCIZIO GLUCOSE glucosio acidi grassi FFA 60 50 Ra Glucosio e FFA (µmol·kg-1·min-1) 40 30 20 10 % VO2 max 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 da Brooks and Trimmer J Appl Physiol 80: 1073, 1996

Glucosio Lattato Corpi chetonici

REGOLAZIONE ORMONALE DEL BILANCIO ENERGETICO INSULINA/GLUCAGONE INSULINA/ADRENALINA TESSUTO ADIPOSO FFA LIBERAZIONE CAPTAZIONE MUSCOLO FEGATO GLICEMIA GLUCOSIO GLUCOSIO CERVELLO

BILANCIO DEL GLUCOSIO NELL'UOMO A DIGIUNO E A RIPOSO Produzione di glucosio Consumo di glucosio Glicemia 150 g Piruvato e lattato (15-20%) Alanina (5-10%) Aminoacidi glicogenici (5%) Glucosio 50 g Glicogeno (75%) 50 g Cellule del sangue 2

insulinodipendenti (muscolo, grasso, fegato): REGOLAZIONE INSULINICA DELL'UTILIZZO DI GLUCOSIO - T essuti insulinodipendenti (muscolo, grasso, fegato): tessuti di deposito, possono utilizzare glucosio solo in presenza di insulina T - essuti non insulinodipendenti (sistema nervoso, globuli rossi): tessuti vitali, utilizzano glucosio anche in assenza di insulina

8 12 16 20 24 180 100 ore ­ Glicemia (mg/dl) ¯ ¯ ¯ NORMALE

Principali ormoni coinvolti nell’omeostasi glicemica Glucagone Catecolamine Cortisolo GH Insulina iperglicemia ipoglicemia

DIABETE MELLITO DEFINIZIONE Sindrome caratterizzata da aumento dei livelli ematici di glucosio (iperglicemia). • a digiuno ≥126 mg/dl • 2h dopo OGTT ≥200 mg/dl Comporta il rischio di complicanze acute (coma iperglicemico) e croniche (microangiopatia, neuropatia e macroangiopatia)

Concentrazione di glucosio nel plasma venoso (mg/dl) CRITERI DIAGNOSTICI DEL DIABETE MELLITO E DELLE ALTRE CATEGORIE DI ALTERATA REGOLAZIONE GLICEMICA Concentrazione di glucosio nel plasma venoso (mg/dl) Diabete mellito Digiuno ≥126 Digiuno <126 ma 2-h OGTT ≥200 Ridotta tolleranza glucidica Digiuno<126 e 2-h OGTT 140-199 Alterata glicemia a digiuno Digiuno 100-125 (OGTT non necessario) Normalità Digiuno <100 e 2-h OGTT<140

DIABETE MELLITO Cause: 1. Carenza (assoluta o relativa) di insulina 2. Inefficacia dell’insulina

DIABETE MELLITO Tipo 1 : carenza assoluta di insulina Tipo 2 : - esordio in genere in età giovane - peso corporeo in genere normale Tipo 2 : carenza relativa + inefficacia dell’insulina (insulinoresistenza) - esordio in genere in età adulta/senile - spesso associato a obesità

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO • Tipo 1 5% • Tipo 2 90-95% • Altri tipi (associato o secondario ad altre patologie) • Gestazionale

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO Diabete Tipo 1 A. Autoimmune B. Idiopatico Diabete Tipo 2 Include forme con predominante insulino-resistenza e modesta insulino-deficienza e forme con predominante difetto di secrezione insulinica (con o senza insulino-resistenza)

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO Altri tipi di diabete - Da difetti genetici della funzione -cellulare (es. MODY 1, MODY 2) - Da difetti genetici nell’azione insulinica (es. lepreconismo, diabete lipoatrofico) - Da malattie del pancreas esocrino (es. pancreatite cronica, emocromatosi) - Da endocrinopatie (es. s. di Cushing, acromegalia) - Da farmaci o tossici (es. glucocorticoidi, vacor) - Da infezioni (es. rosolia congenita, citomegalovirus) - Forme rare di diabete immuno-mediato (es. anticorpi anti-recettore, anti-insulina) - Altre sindromi genetiche associate con diabete (es. distrofia miotonica, s. Down)

PREVALENZA DI DIABETE NOTO IN ITALIA Negli anni ‘80 n. di casi % Casale Monferrato (TO) 2069 2.7 Cremona 4547 3.2 Verona 5996 2.5 Pisa 4503 2.6 Foligno (PG) 2908 3.2 Pozzuoli (NA) 2958 2.5 Bari 2917 2.8 Stima globale ~3% Prevalenza attuale 5%

DIABETE IN ITALIA 1985-1990 Diabete noto ~1.700.000 Diabete ignoto ~ 800.000 Totale ~2.500.000

Paesi in via di sviluppo 40 80 160 Diabetici (milioni) 1990 2000 2010 Paesi in via di sviluppo 40 80 160 Paesi sviluppati 20 40 80 Totale 60 120 240

Verona Diabetes Study DISTRIBUZIONE PER SESSO E PER ETA' DEI CASI DI DIABETE MELLITO A VERONA (31.12.1986) 200 400 600 800 0-4 -9 -14 -19 -24 -29 -34 -39 -44 -49 -54 -59 -64 -69 -74 -79 -84 ≥85 Classe di età (anni) Maschi Femmine

DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA PER ETA’ ALLA DIAGNOSI DI DIABETE 40 80 120 160 Diabete tipo 2 n° pazienti 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 anni Diabete tipo 1

INCIDENZA DEL DIABETE IN ITALIA (casi/anno) Tipo 1 ~1.000 Tipo 2 ~150.000

carenza di insulina endogena - necessario apporto di insulina esogena DIABETE TIPO 1 - carenza di insulina endogena - necessario apporto di insulina esogena - tendenza alla chetosi in condizioni di vita normale - esordio prevalente in gioventù, ma possibile ad ogni età - presenza di anticorpi anti-insula (all'esordio) associazione con caratteri genetici (sistema HLA) -

HLA E RISCHIO DI DIABETE TIPO 1 Rischio relativo Antigeni HLA - B8 5.88 - DR3 10.03 - DR4 4.70 Fenotipo HLA - DR3/ 3.74 - DR3/DR4 27.87

EZIOPATOGENESI DEL DIABETE TIPO 1 - fattori genetici (risposta immunitaria) - fattori acquisiti (virus, tossici, ???) autoimmunità DEFICIT SECREZIONE INSULINICA

(autoanticorpi + linfociti T) STORIA NATURALE DEL DIABETE TIPO 1 Eventi precipitanti Massa -cellule (%) 20 40 60 80 100 Predisposizione Genetica (HLA + altro) anni Eventi Autoimmunitari (autoanticorpi + linfociti T) Eventi metabolici (pulsatilità, picco precoce) Diabete manifesto (iperglicemia)

STORIA NATURALE DELLA SECREZIONE INSULINICA NEL DIABETE TIPO 1 12 13 14 età (anni) Secrezione insulinica 15 stress periodo della "luna di miele" Diabete manifesto chetoacidosi

SINTOMI E SEGNI DEL DIABETE TIPO 1 Insorgenza in genere acuta - Poliuria (diuresi eccessiva) Polidipsia (sete eccessiva) Iperfagia (appetito eccessivo) Astenia (debolezza) dimagrimento dolori addominali disturbi cognitivi disturbi di coscienza (coma) - iperglicemia Glicosuria (zucchero nelle urine) Chetonuria (chetoni nelle urine)

PRINCIPALI MANIFESTAZIONI CLINICHE DEL DIABETE Iperglicemia Difetto di insulina Causa Meccanismo Conseguenze cliniche perdita di glucosio e acqua con le urine poliuria, polidipsia, disidratazione, alterazioni del sensorio abbondanza di glucosio extracellulare Infezioni (genitali!), disturbi transitori della vista ? ? ? complicanze croniche mancato utilizzo del glucosio/neosintesi di glucosio dalle proteine/lipolisi dimagrimento, iperfagia, astenia eccesso di chetoni con acidosi polipnea, alterazioni del sensorio

- DIABETE TIPO 2 frequente associazione con sovrappeso-obesità - non chetosi in condizione di vita normale - esordio prevalente dopo i 40 anni, ma possibile ad ogni età - la terapia insulinica può essere necessaria in alcuni casi per il controllo dei sintomi e della iperglicemia - frequente aggregazione familiare

DIABETE TIPO 2 Patogenesi AMBIENTE GENI

GENETICA DEL DIABETE TIPO 2 Studi sui gemelli - 90% di concordanza nei monozigoti - 15% di concordanza nei dizigoti Studi sulle famiglie - 25% dei diabetici ha un familiare diabetico - Sviluppano il diabete tipo 2: • 15% dei figli di un genitore diabetico • 50% dei figli di 2 genitori diabetici • 15% dei fratelli di 1 diabetico Nessuna correlazione coi geni del sistema HLA

PATOGENESI DEL DIABETE TIPO 2 Insulinoresistenza deficit -cellulare DIABETE TIPO 2

RISPOSTA INSULINEMICA AL GLUCOSIO E.V. (Pfeiffer et al, 1981) µU/ml -30 30 60 90 120 20 40 80 100 min 20 g glucosio e.v. Normali Diabetici tipo 2 20 g glucosio e.v. -30 30 60 90 120 min

INSULINORESISTENZA INSULINORESISTENZA Condizione clinica in cui l'insulina esercita un effetto biologico inferiore al normale

L’INSULINORESISTENZA METODI PER MISURARE L’INSULINORESISTENZA • Clamp euglicemico • IVGTT + Minimal Model • ITT • HOMA • (altri metodi)

Stima della sensibilità insulinica con l’HOMA (Homeostasis Model Assessment) (Matthews et al; Diabetologia 28: 412, 1985) Glicemia a digiuno Insulina a digiuno x HOMA-IR = 22.5 Glicemia, mmol/l; Insulina, µU/ml

SINTOMI E SEGNI DEL DIABETE TIPO 2 Insorgenza subdola e progressiva - poliuria polidipsia polifagia astenia incremento o decremento ponderale - prurito, dermatiti, foruncolosi, micosi - vaginiti, balanopostiti, uretriti, cistiti - parodontopatie, carie dentarie - sintomi e segni della macroangiopatia " " retinopatia neuropatia nefropatia

STIMA DELLA DURATA DELLA FASE PREDIAGNOSTICA DEL DIABETE TIPO 2 (Harris et al, 1993) Diagnosi clinica • _ 80 • • • • • • • • _ -6.5 Inizio della retinopatia • 60 • • • • Retinopatia (%) -11.5 Inizio del Diabete tipo 2 _ 40 • • • • • _ • • 20 _ I I I I I I I 5 10 15 20 Anni dalla diagnosi

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DIFFERENZIALI DEL DIABETE TIPO 1 E DEL DIABETE TIPO 2 Diabete tipo 1: • Esordio quasi sempre improvviso, con sintomi di iperglicemia/acidosi Esordio spesso insidioso, senza sintomi • Complicanze croniche non prima di 5 anni Complicanze talora già alla diagnosi • Peso corporeo spesso normale Obesità frequente • Età in genere giovane (<30 anni) Età in genere avanzata (>40 anni) • Familiarità spesso assente Familiarità spesso presente • Carenza assoluta di insulina (=necessità assoluta di insulina) Carenza relativa di insulina (=non necessità assoluta di insulina) Diabete tipo 2

COMPLICANZE ACUTE DEL DIABETE • Coma diabetico (iperglicemico) • Coma ipoglicemico (iatrogeno) • Infezioni

INCIDENZA SINDROMI IPERGLICEMICHE ACUTE NEL DIABETE Chetoacidosi: 1-5 casi ogni 100 T1DM/anno (2-8 casi ogni 100.000 persone/anno) mortalità 5-10% casi Sindrome iperosmolare non chetosica: 0.5-1 caso ogni 100 T2DM/anno (15-30 casi ogni 100.000 persone/anno) mortalità 20-30% casi

CHETOACIDOSI DIABETICA Definizione Grave scompenso metabolico con: - Iperchetonemia (>5 mM/l) e chetonuria - Acidosi metabolica (diminuzione pH e bicarbonati) - Iperglicemia (>300 mg/dl) - Disionia (diminuzione K+,P) - Disidratazione

SINTESI E METABOLISMO DEI CORPI CHETONICI Ciclo di Krebs Acidi grassi  ossidazione citrato Acetil-CoA AcetoacetilSCoA + acetil-CoA ossalacetato -idrossi-metil glutarilSCoA glicolisi glucosio Acetil-SCoA NAD NADH2 CO2 Acido -idrossibutirrico Acido acetacetico Acetone Sangue polmoni Tessuti (ossidazione)

CHETOACIDOSI DIABETICA Patogenesi - Carenza grave di insulina - Aumento degli ormoni controinsulari

Grave scompenso metabolico con: SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA Definizione Grave scompenso metabolico con: - iperglicemia (>600 mg/dl) - mancanza di chetoacidosi - iperosmolarità plasmatica - disidratazione - uremia pre-renale

SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA Patogenesi • Deficit relativo di insulina • Aumento degli ormoni controinsulari • Perdite di liquidi (urine, tubo digerente, cute, polmone, emorragie) con disidratazione

COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE MELLITO RETINOPATIA NEFROPATIA Diabete MALATTIE CARDIOVASCOLARI NEUROPATIA

Microangiopatia Macroangiopatia Neuropatia COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE Microangiopatia - retinopatia ---> cecità - nefropatia ---> dialisi e trapianto di rene Macroangiopatia - infarto, ictus, vasculopatia arti inferiori e carotidi, gangrena e amputazioni, etc. Neuropatia - sensitiva (dolori e perdita di sensibilità) motoria (paralisi, atrofia muscolare) autonomica (gastroparesi, impotenza, vescica paralitica, ipotensione ortostatica, aritmie cardiache, morte improvvisa, piede diabetico, etc.)

RISCHIO CUMULATIVO DI COMPLICANZE NEL DIABETE TIPO 1 10 15 20 25 30 35 40 60 80 % anni di diabete Retinopatia non proliferante Aterosclerosi Proteinuria Retinop. proliferante Insuff.renale Cecità (Knowler et al, 1971)

La gravità e la frequenza delle complicanze del diabete sono proporzionali alla gravità dell’alterazione metabolica (iperglicemia)

PREVALENZA DI COMPLICANZE CRONICHE NEL DIABETE IN RAPPORTO AI VALORI DI GLICEMIA (Studio Prospettico DCCT - USA) 2 4 6 8 10 12 % <6 6-7.0 7.1-8.0 8.1-9.0 >9 HbA1c (%)

COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE MELLITO NEFROPATIA RETINOPATIA Ipertensione Fumo Ipertensione Fumo Diabete Ipertensione Fumo Ipertensione Dislipidemia Trombofilia Fumo NEUROPATIA MALATTIE CARDIOVASCOLARI

PREVALENZA DELLA RETINOPATIA DIABETICA Alla diagnosi 45-50% 50-55% 70-80% 15-20% Dopo 20 anni di malattia Background Proliferante Tipo 1 0% Tipo 2 15-20%

MACROANGIOPATIA DIABETICA Malattia Rischio aterogeno Diabete tipo 1 + + - - Diabete tipo 2 + + + +

PREVALENZA DI DISORDINI METABOLICI NEL DIABETE TIPO 2 (Verona NIDDM Complications Study, n=1780) Sovrappeso e obesità Adiposità centrale Ipertensione arteriosa Dislipidemia 20 40 60 80 % Iperuricemia

SINDROME METABOLICA E ATEROSCLEROSI diabete dislipidemia obesità ipertensione iperuricemia trombofilia

INSULIN RESISTANCE

inadeguata adeguata Alterazioni metaboliche Insulinoresistenza Iperinsulinemia compensatoria Complicanze microangiopatiche inadeguata Diabete tipo 2 Rischio cardiovascolare adeguata Sindrome dell’insulinoresistenza fattori favorenti Alterazioni metaboliche

Criteri Diagnostici della Sindrome Metabolica NCEP-ATP III 2001 (Revisione IDF 2009) Criteri Diagnostici della Sindrome Metabolica Tre o più alterazioni fra le seguenti: Glicemia a digiuno > 100 mg/dl Trigliceridi > 150 mg/dl HDL <40 mg/dl M, <50 mg/dl F Ipertensione arteriosa (> 130/85 mmHg) Obesità addominale (circonf.vita >94 M, >80 F)

Age-specific prevalence of the Insulin-Resistance Syndrome among 8814 US adults aged at least 20 years - National Health and Nutrition Examination Survey III, 1988-94 - (ATP III report criteria) 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 ≥70 Men Women Prevalence (%) Age (years) (Ford et al, JAMA 2002)

SINDROME METABOLICA E ATEROSCLEROSI diabete dislipidemia obesità ipertensione iperuricemia trombofilia

TASSI DI MORTALITA' CVD NELLE DIVERSE CLASSI DI ETA’ IN MASCHI CON E SENZA DIABETE Morti CVD/10.000 persone-anno 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 40 80 120 160 200 Età (anni) Non diabetici Diabetici MRFIT- Stamler et al, 1993

Probabilità di CHD in 8 anni (%) RISCHIO E FATTORI DI RISCHIO PER MALATTIE CARDIOVASCOLARI IN MASCHI DIABETICI DI ETA’ >40 anni (Framingham Study, 1979) Probabilità di CHD in 8 anni (%) 10 20 30 40 50 60 + 195 336 46 % 32 % non diabetici - 195 336 33 % 2% nei non-diabetici senza fattori di rischio - 195 185 8 % 3% Fumo - P.A. sistolica 135 Colesterolo 185

Ipoglicemie inavvertite NEUROPATIA DIABETICA AUTONOMICA TURBE DELLA CONTROREGOLAZIONE - Ipoglicemie inavvertite - Ipoglicemie protratte

Ipotensione ortostatica NEUROPATIA DIABETICA AUTONOMICA SEGNI E SINTOMI CARDIOVASCOLARI - Tachicardia fissa - Ipotensione ortostatica - Infarto indolore - Arresto cardiaco

Linee guida per la cura del diabete - Automonitoraggio della glicemia (con frequenza personalizzata), eventuale controllo della chetonuria - Periodici controlli della emoglobina glicata - Educazione terapeutica - Educazione alimentare e terapia dietetica - Esame oculistico - Esame dei piedi - Screening per la nefropatia diabetica - Screening vascolare - Controllo della pressione arteriosa - Controllo colesterolo totale e HDL, trigliceridi

Raccomandazioni dietetiche per tutte le persone con diabete - Proteine: ~10-20% delle calorie totali - Grassi saturi: <10% delle calorie totali - Grassi monoinsaturi: ~ 10% delle calorie totali - Grassi poliinsaturi: 10% delle calorie totali - Carboidrati complessi: ~ 55% delle calorie totali - L’uso di dolcificanti calorici (zucchero, miele, etc.) è sconsigliato, ma non proibito - Fibre: 20-35 g/die; Sodio: <3 g/die - Colesterolo: ≤300 mg/die - Alcool (vino o birra) : uso moderato ai pasti

TERAPIA FARMACOLOGICA DEL DIABETE Insulina* Altri ipoglicemizzanti stimolanti la secrezione insulinica Glucosio-dipendenti (analoghi GLP-1 e gliptine) Non glucosio-dipendenti (sulfoniluree e glinidi)* sensibilizzanti all’azione insulinica interferenti con l’assorbimento intestinale dei carboidrati * possono causare ipoglicemia