Un Approccio Fenomenologico alla Coscienza

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Un Approccio Fenomenologico alla Coscienza FILOSOFIA DELLA MENTE Giacomo Romano a. a. 2007/2008: I° Quarto, Modulo 1 Un Approccio Fenomenologico alla Coscienza 18/10/07

La Fenomenologia Fenomenologia: analisi della “coscienza”nella sua intenzionalità La coscienza fenomenologica è la condizione per comprendere gli oggetti in uno o più dei loro possibili modi di presentarsi L’analisi fenomenologica della coscienza (dei suoi atti intenzionali) consente di cogliere le essenze costitutive degli oggetti Per un’ottima introduzione al metodo fenomenologico, confronta: http://www.swif.uniba.it/lei/pdf/biblioteca/readings/fenomenologia_SWIF.pdf

Pre-Fenomenologi Bernhard Bolzano (1781-1848): importante per la sua idea di logica Franz Brentano (1838-1917): insegnante di Husserl, lo influenza soprattutto per la sua concezione (psicologica) di “intenzionalità”, caratterizzante i fenomeni psichici Intentio (nozione di origine tardo-scolastica): il rapporto che ha qualcosa che si riferisce a qualcos’altro, diverso da sé, e sta in luogo di esso

Husserl Edmund Husserl (1859-1938) L’intenzionalità della coscienza per Husserl diventa fondamento della filosofia ed assume una sua specifica validità logico-oggettiva che ne supera la normale accezione di carattere psicologico Nella sua dimensione di validità logico-oggettiva l’intenzionalità della coscienza si candida a diventare fondamento di conoscenza

Psicologia Descrittiva o Fenomenologia Filosofia dell’Aritmetica (1891 – un’opera di psicologia empirica) Ricerche Logiche (1900-1901): una logica pura funzionale a farci comprendere l’essenza dei modi di conoscenza Che cos’è l’essenza di un modo di conoscenza? Come si coglie un’essenza?

Una Scienza Eidetica La Fenomenologia è scienza di essenze, non di fatti contingenti (quelli investigati da una scienza empirica) Le essenze che costituiscono un determinato oggetto di un atto intenzionale sono delle proprietà fondamentali, delle invarianze strutturali che si manifestano nel momento in cui si coglie un oggetto mediante un’intuizione pura

L’essenza delle cose “L’oggetto non é soltanto quello che si trova in questa o quella circostanza, non ha soltanto caratteristiche contingenti, ma possiede anche un’essenza, delle proprietà che adesso competono necessariamente, e senza le quali non potrebbe essere. Questa essenza delle cose, il loro essere autentico, il loro ontos ov (come lo chiama Platone) è precisamente quello a cui mirava la filosofia. E nella misura in cui la filosofia è ricerca dell’essenza, la si può definire ontologia.” (E. Stein)

Epoché Ma come si giunge ad avere un’intuizione pura di un oggetto, che è magari oggetto di una nostra attuale percezione? Come si riesce a cogliere la sua costituzione essenziale? Mediante la messa tra parentesi di ogni forma di conoscenza contingente di quel dato oggetto (conoscenza ordinaria e delle scienze empiriche)

Il Mondo presente alla Coscienza La messa in parentesi delle conoscenze contingenti relative agli oggetti, degli oggetti ci rimane il loro essere presenti alla coscienza come fenomeni mediante la manifestazione delle loro proprietà invarianti in ogni possibile situazione Questa è la dimensione della pura coscienza e dei suoi contenuti

Coscienza e Intenzionalità La coscienza è sempre coscienza di qualcosa, anche se può presentarsi in versioni differenti I modi in cui gli oggetti si presentano alla coscienza costituiscono l’intenzionalità, che va intesa come un rapporto oggettivo (non psicologico) di corrispondenza tra l’atto cognitivo di un soggetto e il suo contenuto

Tra Soggetto e Oggetto L’atto cognitivo (intenzionale) ha a) sia una connotazione (peculiarmente) soggettiva identificabile con la tensione di un individuo nei confronti dell’oggetto del suo atto (noesis), b) sia una connotazione oggettiva costituita da tutti i modi in cui l’oggetto in questione si presenta agli atti cognitivi di un soggetto Ma così non c’è rischio di soggettivismo?

Oggettività dell’atto intenzionale L’argomento husserliano è sempre lo stesso, e possiamo ritradurlo così: ogni coscienza di realtà, se è passibile di tematizzazione riflessiva, è necessariamente in una prospettiva di prima persona; ma una prospettiva di prima persona non è affatto la mia prospettiva: è una prospettiva del tipo che la mia esemplifica, con un polo-io e un orizzonte intenzionale. Solo operando questa, diciamo, messa fra parentesi anche del soggetto empirico che attua la riflessione filosofica, accedo alla vera e propria attualità di una coscienza pura: attualità, perché l’atto in vigore sono pur sempre io a fornirlo, con il presente della mia vita: non ci sono accessi “impersonali” alla filosofia. “Coscienza pura”, perché con la messa fra parentesi del soggetto empirico tutto quello che resta sotto la luce della riflessione è la pura struttura intenzionale del vissuto di cui di volta in volta si tratta, vale a dire da un lato il polo Io, e dall’altro il polo-oggetto, l’oggetto nel modo della sua presenza, secondo l’atto di cui si tratta (percezione, fantasia, ricordo, emozione, progetto eccetera) [Roberta De Monticelli]

La Filosofia come Scienza Rigorosa Il saggio è pubblicato come testo inaugurale della rivista “Logos” nel 1911 Non si tratta di una accurata esposizione della dottrina fenomenologica, quanto di una sorta di documento programmatico La prospettiva fenomenologica emerge da una critica (prevalente) sia nei confronti del naturalismo che dello storicismo

Psicologia Empirica e Coscienza La critica al naturalismo che domina nella seconda parte del saggio ha come bersaglio privilegiato la psicologia sperimentale, che in questo periodo sta conoscendo i suoi momenti di gloria In opposizione alla metodologia empirica (erroneamente, secondo Husserl) adottata dalla psicologia scientifica, emerge la scienza (eidetica) della coscienza