1 INDIVIDUO O ATTORE SOCIALE?. 2 Individuo o attore sociale? Scegliere, decidere, valutare, in mancanza (o in crisi) di adeguati modelli socialmente determinati.

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1 INDIVIDUO O ATTORE SOCIALE?

2 Individuo o attore sociale? Scegliere, decidere, valutare, in mancanza (o in crisi) di adeguati modelli socialmente determinati di comportamento (la crisi dei valori della società contemporanea), significa doversi affidare ad una risorsa fondamentale: lautoriflessività. Lindividuo-attore sociale è quindi costretto ad attivare una sua razionalità (limitata ma fondamentale) che si fonda sulla base delle sue motivazioni, scopi, limiti e risorse, e nel contesto obbligato (come leggi o convenzioni) in cui si trova ad operare.

3 Individuo o attore sociale? Una razionalità soggettiva in continuo oscillare tra la sua specificità (motivazioni, desideri, scopi, ecc.) e lessere determinato da modelli prestabiliti quali norme-doverosità di status-ruolo, appartenenze obbligate. Lindividuo vive pur sempre in un contesto sociale di cui deve tener conto: è la dicotomia continua tra individuo (o soggettività) e attore sociale.

4 Individuo o attore sociale? Questa dicotomia opera naturalmente nello spazio della socialità (la sfera del sociale non ancora organizzata in cerchie o strutture): quello in cui un individuo-attore sociale deve declinare le sue motivazioni, sentimenti, desideri nellambito di un ordine invisibile (Simmel) che potremmo intendere come tutto ciò che conta e non può essere ignorato.

5 Individuo o attore sociale? Quindi la razionalità soggettiva deve continuamente muoversi tra due poli di un ordine soggettivo (cosa vorrei essere o avere) e un ordine invisibile ma che spesso riemerge e si impone con forza (anche attraverso norme e consuetudini, rituali e il facile e comodo ricorso al senso comune o a quello che si ritiene il parere di tutti)

6 Individuo o attore sociale? Lagire individuale su base autoriflessiva (comprendere ciò che accade, scegliere, valutare, prevedere e accettare le conseguenze) non è affatto facile. In genere, salvo che nella quotidianità, le sue risorse sono alquanto scarse: diventa necessario cercare aiuto. O strumentalmente o, spesso come bisogno acuto, nella ricerca di rapporti puri (Giddens), in cui cercare accettazione e suggerimenti.

7 INDIVIDUO E ATTORE SOCIALE: il Sé e lidentità

8 Il Sé e lidentità E necessario, quindi, lavorare su due termini: lindividuo e la società. Iniziamo dal primo termine: lindividuo. Molti i sinonimi utilizzati in Sociologia, al posto di individuo: personalità, Sé, identità, soggetto. Scegliamo e lavoriamo su quello di Sé. Intendendo Il Sé come il prodotto (ma, insieme, il produttore) di schemi cognitivi e di significati sempre più complessi sulla base delle esperienze e conoscenze che ogni attore va recependo ed elaborando lungo tutto larco della sua vita.

9 Il Sé e lidentità il Sé E lagire sociale che si fonda sul progetto individuale che ognuno –più o meno coscientemente- tende a costruirsi. E la vita di ogni uomo. Un lavoro continuo alla ricerca di soddisfazioni (brevi o importanti), capace di gestire sconfitte e delusioni, necessariamente teso alla coerenza (non assoluta, ma necessaria) e ad una specificità (il valore che ci attribuiamo) Un lavoro che si fonda su come il soggetto lavora sulle sue conoscenze ed esperienze diverse maturate fino a quel punto. Non tanto su quante e quali, ma sul modo in cui sono stati interiorizzati: dallavervi ricavato gratificazioni o frustrazioni, insegnamenti o senso di inadeguatezza.

10 Il Sé e lidentità il Sé Ogni esperienza non è mai finita: resta aperta, lascia degli strascichi, degli interrogativi aperti, ecc. Non si tratta, quindi, in ogni occasione,di elaborare semplicemente informazioni, ma di fare i conti con emozioni e sentimenti che vengono da lontano e non sono sempre evidenti (a volte sono ambigue o pericolose)

11 Il Sé e lidentità il Sé Vi sono (anche per gestire un costo psicologico alto, altrimente sfociante nella totale incertezza o ansietà) molte possibili scorciatoie, non sempre funzionali, per mediare tra soggettività e ordine sociale: gestire le impressioni (Goffman) indossando maschere (il conformismo), anche virtuali o fantastiche rinchiudersi in sé stessi (solitudine e depressione) costruirsi e difendere piccoli intorni sociali entro cui cercare relazioni sicure o pure.

12 Il Sé e lidentità il Sé Informazioni, sentimenti, emozioni, si fondono in schemi cognitivo-emotivi. In piccole storie o narrazioni, in significati, valori, credenze collettive (anche queste tra il soggettivo e il sociale, tra limmaginario e il reale),ecc. Il mondo del soggetto è questa rete di piccole e grandi narrazioni e in esso si costruisce come personaggio che agisce-recita una parte nellambito di una narrazione più o meno complessa.

13 Il Sé e lidentità il Sé Questo personaggio non è solo il Sé-ideale (semplicemente come si vede e si crede senza nessuna proiezione paranoica), ma è anche lattore che, in ogni situazione si atteggia per fare le sue scelte. Ogni individuo è portato ad agire (non istintivamente, ma sulla base delle sue motivazioni e dei suoi scopi e cioè della sua razionalità) in un certo modo. Spesso nei rapporti sociali tutto ciò è ignorato e crea gravi difficoltà di rapporti.

14 Il Sé e lidentità il Sé In concreto è quindi in certe situazioni, in un certo contesto e con certe persone, che vengono attivate le conoscenze (sempre ad alto tasso emotivo-simbolico) che si rendono o reputano necessarie per comprendere quanto ci accade, scegliere cosa fare per valutarne le conseguenze. E quello che gli psicologi chiamano working self. Il Sé ha sempre un forte aspetto operativo anche se, spesso, si è spesso considerato il solo aspetto speculativo. Lagire ha sempre un fine, uno scopo, un progetto anche se di modesta natura.

15 Il Sé e lidentità il Sé Abbiamo più volte detto che razionalità e Sé hanno forti tratti emotivo-simbolici. Tutto ciò per almeno due motivi: il primo è che le informazioni più sicure sono state trasmesse da altri significativi (per amore o stima) e hanno avuto, fin dallinizio, una coloritura particolare. Lo stesso accade, più modernamente, con i media e il loro modo di informare-raccontare-sedurre. Il secondo è ogni apprendimento è anche un momento di autocostruzione della propria personalità (facciamo fatica ad accettare cose in cui non crediamo o ci appaiono lontane dalle nostre precedenti esperienze), anche in chiave di coerenza e autostima.

16 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé La costruzione del Sé è un processo complesso. Cerchiamo di smontarne la natura e le componenti. Cominciamo con il dire che il Sé è la risultante di due spinte contrastanti: lIo e il Me.

17 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: lIo LIO è un concetto molto battuto dalle scienze sociali, ad iniziare dalla Psicoanalisi: rappresenta la razionalità di un soggetto che si fonda, prevalentemente, sulla base di schemi razionali e di comportamenti socialmente determinati e obbliganti. In genere si tratta di schemi cognitivi e morali piuttosto rigidi in quanto si rifanno ad una morale condivisa e socialmente sanzionata a cui alla soggettività è lasciato spazio limitato.

18 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: il Me Il ME è la componente istintivo-biologica (emozioni, paure, spaventi, problemi fisici, ecc.), quella meno conscia e, a volte, istintuale. Questo concetto ha avuto unelaborazione più complessa anche se più ricca. Secondo molti autori è il prodotto di tutte le esperienze affettive che hanno caratterizzato la vita dellindividuo.

19 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: Io e Me Questa mediazione tra Io e Me non è mai stata tenuta in gran conto nelle sue conseguenze (ad esempio lemergere di personalità meno rigide, un certo rifiuto per lautorità e lordine, lemergere di sub-culture new- age, ecc.) Il Sé tende a caratterizzarsi, spesso, come larea della fantasia e dellimmaginazione, con in fondo una forte componente emotiva. E la parte espressiva della soggettività.

20 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: Io e Me Può così avvenire che nel Sé vada a nascondersi una componente istintuale (potremmo dire fisico-corporea) che no può essere ignorata. E, ad esempio, larea delle paure, delle fobie, delle malattie, delle incapacità, delle pulsioni motive (e simpatie-antipatie improvvise e inspiegabili, delle modalità dellapprendimento spettacolare).

21 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: Io e Me Ma la mediazione è pur sempre il prodotto della razionalità individuale, che si fonda su motivazioni e scopi e che deve tener conto di vincoli e risorse (in questo si recupera la dimensione dellIO). Il Sé media continuamente tra istinto e ragione, tra piacere e dovere, tra spinte personali e suggerimenti sociali. Una continua mediazione attiva anche se complicata in cui riemerge continuamente lobbligo della coerenza.

22 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé: Io e Me Nella società contemporanea (grazie alla socializzazione familiare permissiva e a quella di provenienza mediale e alla grande attenzione data al corpo o alla salute- benessere) la mediazione del Sé, tra Io e Me, tende a sbilanciarsi verso il secondo polo, ad essere flessibile e permissivo, ad abbandonarsi al disimpegno e allevasione, o rinviando le decisioni importanti ad un tempo successivo o accettando facili e poco profonde razionalizzazioni, o ancora presentandosi come si crede necessario.

23 Il Sé e lidentità la costruzione del Sé come processo Ma per riuscire a mediare, il Sé deve avere una sua base, dei contenuti di fondo, delle specificità che lo caratterizzano da qualunque altro individuo. Il Sé, abbiamo detto più volte, è il prodotto di tutte le esperienze fatte nella vita da quellindividuo. Il Sé, quindi un prodotto o, meglio, un processo. Un processo non facile e non lineare e che si sviluppa per tutta la vita. O meglio si sviluppa nella prima infanzia e si caratterizza e rafforza lungo tutto larco della vita.