La mente nel corpo I Giacomo Romano

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Transcript della presentazione:

La mente nel corpo I Giacomo Romano Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali Università degli Studi di Siena, a. a. 2008/2009 Corso di Filosofia della Mente, II parte 27/11/08

Le scienze della mente e l’esperienza umana Le scienze della mente (scienze cognitive*) non possono accantonare l’esperienza umana Sussiste infatti una interazione circolare tra le une e l’altra Le scienze della mente non si sono mai cimentate (almeno fino a tempi recenti – i primi anni ’90) nel rispondere ai problemi che si incontrano con l’esperienza umana *Scienze cognitive, scienze della mente al plurale; non una scienza della mente al singolare, quindi.

Sulle tracce di M. Merleau Ponty Per Merleau Ponty (1908-1961) il corpo è una struttura fisica e una struttura esperienziale vissuta UNIFICATA: è sia sede dell’esperienza sia sede dei meccanismi cognitivi. Le SC hanno trascurato questa forma di dualismo unificato MA negli anni ’50 le SC non esistevano né si disponeva dell’attuale tecnologia (e la fenomenologia aveva un carattere piuttosto definito in Europa)

Il revival fenomenologico Occorre riprendere in considerazione l’attuale convinzione dominante nelle scienze (anche e soprattutto quelle cognitive) che ha portato ad una concezione frammentata del Sé o Soggetto Conoscente e che fa perdere di vista la dimensione vissuta dell’esperienza umana; sia quella immediata che quella riflessiva La questione investe direttamente la vita e l’autocomprensione umana

Il Buddhismo Cognitivo Per far fronte al problema della frammentazione del Sé e al suo impatto sull’esistenza umana VTR* si rifanno alla tradizione Buddhista: grazie a questa tradizione “di pratica meditativa ed esplorazione pragmatica e filosofica” (VTR: 19) sarebbe possibile studiare l’esperienza in modo rigoroso, soprattutto nella prospettiva di un essere cognitivo non unitario o privo di centro (cfr. ibid.) L’esperienza umana si trasformerebbe in una cultura scientifica … (cfr. ibid.) * Varela, Francisco J., Thompson, Evan, Rosch, Eleanor 1991: “La via di mezzo della conoscenza. Le scienze cognitive alla prova dell’esperienza”; trad. it. Feltrinelli, Milano, 1992.

Mente e riflessività Lo scienziato cognitivo fenomenologico vuole fare i conti con due problemi fondamentali della natura della attività conoscitiva e della mente: - Come si pone un soggetto cognitivo nei confronti dell’ambiente che lo circonda? - Un soggetto cognitivo si rende conto che l’ambiente lo comprende e determina le condizioni della sua attività mentale?

Mente e circolarità Queste domande aprono allo scienziato cognitivo fenomenologico la prospettiva di una circolarità tra ambiente e soggetto cognitivo: la circolarità tra Sé e Mondo, che testimonia la presenza di uno spazio di continuità tra Sé e Mondo (l’ entre-deux di Merleau-Ponty) L’ entre-deux, la via di mezzo, normalmente è ignorata dalla ricerca scientifica Nota: anche se questa prospettiva insiste sulla continuità tra Sé e Mondo, distinguendo due termini, per quanto in una dimensione epistemica, sembra confermare la distinzione tra Sé e Mondo

Le scienze cognitive non-riflessive Le scienze cognitive hanno ereditato dall’atteggiamento scientifico occidentale la tendenza a trascurare la riflessività Il soggetto cognitivo è preso in considerazione come distaccato rispetto ai fenomeni che osserva Le scienze cognitive affrontano la conoscenza in una dimensione astratta e decontestualizzata, priva di un radicamento nell’esistente

Le scienze cognitive come scienze occidentali Questo atteggiamento occidentale è confermato dalla identità delle discipline che afferiscono all’area delle scienze cognitive (1991): Intelligenza Artificiale; Linguistica; Neuroscienze; Psicologia; (Antropologia); Filosofia della Mente Queste discipline si rivolgono allo studio della conoscenza, come molti filosofi occidentali hanno sempre fatto; ma della conoscenza hanno anche fatto un oggetto di studio scientifico ben al di là dell’interesse di carattere epistemologico

Conoscenza, Cognitivismo e tecnologia Il programma cognitivista ha definito la conoscenza come oggetto di ricerca scientifica Il Cognitivismo ha applicato alla conoscenza gli strumenti tecnologici più innovativi, dai quali è profondamente modificata a vari livelli: “Attraverso la tecnologia, l’esplorazione scientifica della mente fornisce alla società nel suo complesso uno specchio di se stessa senza precedenti, ben al di là della cerchia del filosofo, dello psicologo, del terapeuta …” (VTR: 28) Pensiamo ai calcolatori, alle videocamere, ecc.

Cognitivismo e computer Tra le tecnologie adottate, quella che ha consentito la realizzazione dei moderni calcolatori ha avuto l’impatto più importante Le sequenze combinatorie eseguite da un computer possono essere interpretate come calcoli; così il Cognitivismo ha interpretato anche la conoscenza umana come una serie di calcoli o manipolazioni di simboli; le manipolazioni di simboli con cui sarebbe organizzata la conoscenza umana sono rappresentazioni mentali riferite ad aspetti del mondo

Dubbi sul Cognitivismo L’idea che l’attività mentale consista in una complessa forma di elaborazione simbolica può davvero spiegare la mente? Nella prospettiva cognitivista la “rappresentazione” è il concetto operativo di base; ma questo concetto è caratterizzato in modo sufficientemente chiaro e preciso da consentire l’equazione conoscenza = rappresentazione?

Vaghezza della rappresentazione Secondo VTR (cfr. p. 31) l’idea di rappresentazione presuppone tre assunti: Le proprietà intrinseche caratterizzanti il mondo; La ricostruzione interna al soggetto di queste proprietà; La presenza di un soggetto distinto dal mondo, protagonista dell’esperienza cognitiva

Oggettività e soggettività del mondo Il presupposto più radicale (e per VTR più fuorviante) è identificato nella presunta oggettività del mondo e delle sue proprietà Ma le proprietà con cui si descrive il mondo sono sempre relazionali: dipendono sempre dal soggetto cognitivo che le caratterizza In realtà (secondo VTR) mondo e soggetto si porrebbero in un rapporto enattivo

Enazione e circolarità Mente e Mondo sarebbero realtà dinamiche reciprocamente fondanti L’errore di fondo delle scienze cognitive tradizionali sarebbe quello di concepire Mente e Mondo come strutture esistenti prestabilite Questo errore si può riconoscere ad ogni livello nell’impostazione dello studio tradizionale della cognizione