Giuseppe Celi 2005 La politica di stabilizzazione Capitolo 13
Giuseppe Celi 2005 Politica monetaria e politica fiscale: efficacia relativa Alla fine della seconda guerra mondiale gli economisti e le autorità di politica economica consideravano la politica fiscale come il principale strumento di stabilizzazione delleconomia. La politica monetaria si era dimostrata inefficace durante la Grande Depressione. I premi per il rischio si erano rivelati troppo elevati e instabili per affidarsi a manovre dei tassi di interesse a breve, da parte delle banche centrali, che potessero influenzare significativamente i livelli di produzione e di occupazione. Di contro, la politica fiscale, attraverso le variazioni delle imposte e della spesa pubblica, si era dimostrata rapida ed efficace nellinfluenzare la domanda aggregata
Giuseppe Celi 2005 Politica monetaria e politica fiscale: efficacia relativa Dopo cinquantanni, il giudizio sullefficacia relativa di politica fiscale e politica monetaria si è ribaltato: oggi è opinione diffusa che la politica monetaria sia uno strumento di stabilizzazione del ciclo economico più rapido ed efficiente della politica fiscale Quando si cerca di stabilizzare leconomia con la politica fiscale, prima che un progetto di legge di variazione delle imposte o della spesa pubblica si traduca in uneffettiva variazione del livello del reddito, devono passare non meno di due anni. Bisogna tener conto infatti del tempo necessario affinchè: 1) il progetto compia il suo iter parlamentare per lapprovazione; 2) lesecutivo provveda a cambiare la spesa o le imposte dopo lapprovazione della misura di politica fiscale da parte del Parlamento; 3) il provvedimento eserciti il suo impatto, attraverso il processo moltiplicativo, sul reddito
Giuseppe Celi 2005 Politica monetaria e politica fiscale: efficacia relativa La politica monetaria, invece, opera più rapidamente: i tassi di interesse vengono cambiati immediatamente dopo che la banca centrale ha preso la decisione di cambiarli. Anche nel caso della politica monetaria si verificano ritardi tra il momento in cui i tassi di interesse cambiano e il momento in cui la produzione viene stabilizzata al nuovo livello di equilibrio. Tuttavia, i ritardi della politica monetaria sono più brevi di quelli associati alla politica fiscale perché il processo decisionale e il ciclo di azione delle autorità monetarie sono più rapidi di quelli di Parlamento e Governo Questo implica che la banca centrale è in grado di neutralizzare limpatto sulla domanda aggregata di qualsiasi manovra di politica fiscale
Giuseppe Celi 2005 Politica monetaria e politica fiscale: efficacia relativa La riduzione delle imposte attuata dallamministrazione Reagan nel 1981 rappresenta un esempio di come la politica monetaria tenda ormai a neutralizzare limpatto della politica fiscale I disavanzi di bilancio conseguenti alla riduzione delle imposte nel 1981 spostarono la IS verso destra. Ma questo spostamento non determinò un aumento del reddito. La Federal Reserve, infatti, non poteva permettere che lespansione rapida del PIL infiammasse nuovamente linflazione. Questa volontà si tradusse in una politica monetaria più restrittiva che portò ad un aumento dei tassi di interesse, ad una diminuzione degli investimenti e non ad un aumento del prodotto e delloccupazione La regola che prevale oggi è che la Federal Reserve neutralizzi le variazioni della domnda aggregata generate da variazioni del disavanzo pubblico
Giuseppe Celi 2005 Politica fiscale: gli stabilizzatori automatici Tuttavia, esiste un tipo di politica fiscale che è capace di operare abbastanza rapidamente: i cosiddetti stabilizzatori automatici fiscali che smorzano le fluttuazioni del reddito disponibile indotte dal ciclo economico Quando leconomia entra in una fase di espansione, il gettito fiscale aumenta automaticamente perché aumentano i redditi. Inoltre, la spesa pubblica si riduce perché, diminuendo la disoccupazione, si riducono le uscite relative a programmi di sostegno sociale. In sostanza, il bilancio pubblico si muove verso lavanzo. Il contrario accade nelle fasi di recessione. In altri termini, gli stabilizzatori fiscali automatici operano in senso anticiclico: attenuano limpatto del ciclo economico sul reddito Nel caso degli USA, gli stabilizzatori automatici fiscali riducono la propensione marginale alla spesa da circa 0.6 a 0.4.Questo comporta una riduzione del moltiplicatore da circa 2.5 a circa Pertanto, in assenza degli stabilizzatori fiscali, le fluttuazioni del ciclo economico sarebbero molto più accentuate
Giuseppe Celi 2005 Come opera la politica monetaria Negli USA, occorrono 3-6 mesi prima che gli istituti statistici raccolgano ed elaborino i dati sulla base dei quali la FR decide di intervenire. Vi è quindi un ritardo di apprendimento. A questo ritardo, si aggiunge il tempo necessario a formulare la politica monetaria da adottare. I comitati delle banche centrali (per esempio il FOMC negli USA) solitamente prendono decisioni sulla base di un consenso generalizzato dei suoi membri che richiede tempo per essere raggiunto. Vi è quindi un ritardo decisionale Dopo che la Banca Centrale ha deciso la politica monetaria, la reazione dei mercati finanziari è immediata. I tassi di interesse variano al più tardi nello stesso giorno in cui gli uffici vendite e acquisti della BC ricevono nuove istruzioni.
Giuseppe Celi 2005 Come opera la politica monetaria Tuttavia, nel caso degli USA, occorre almeno un anno affinchè le variazioni dei tassi di interesse facciano variare PIL e occupazione. Questo significa che la FR non è in grado di smorzare le fasi del ciclo economico prima di un anno. Se si guarda alla fase declinante del ciclo, considerando che in media una recessione negli Stati Uniti dura 18 mesi, la politica di stabilizzazione attuata dalla FR, cumulando tutti i ritardi, esercita il suo effetto sulleconomia soltanto quando la fase discendente del ciclo sta per terminare. Il controllo dei tassi di interesse è una politica efficace quando gli shock che colpiscono leconomia sono di tipo monetario e finanziario (cambiamenti della velocità di circolazione della moneta, del moltiplicatore monetario, etc.). Quando gli shock sono di tipo reale (una curva IS instabile), il controllo dei tassi di interesse non è una politica di stabilizzazione efficace e potrebbe addirittura amplificare gli shock reali (come si evince dal modello IS-LM). In questo caso, come suggeriscono i monetaristi, il controllo degli aggregati monetari sarebbe una politica più adeguata. Comunque, negli anni recenti, nel caso degli USA, la curva IS è stata abbastanza stabile mentre la velocità di circolazione della moneta e il moltiplicatore monetario sono stati instabili
Giuseppe Celi 2005 La velocità di circolazione della moneta in USA Prima del 1980, i monetaristi sostenevano che la velocità di circolazione della moneta fosse stabile e prevedibile. Con lintroduzione nel sistema bancario delle nuove tecnologie, essa presentò una tendenza al rialzo costante e sembrava ormai pressoché priva di fluttuazioni. Facendo crescere lofferta di moneta in modo regolare, i monetaristi sostenevano che la tendenza regolare della velocità di circolazione della moneta avrebbe mantenuto stabile leconomia. Anche essi sbagliavano. Dopo il 1980, la velocità di circolazione della moneta diventò instabile
Giuseppe Celi 2005 Variazioni del rapporto circolante/depositi negli USA Il rapporto circolante/depositi è stato stabile fino alla metà degli anni Ottanta. Da allora, è aumentato notevolmente. Il suo rapido aumento significa che le variazioni dello stock di moneta non sono altamente correlate con le variazioni della base monetaria generate dalle operazioni di mercato aperto della Federal Reserve
Giuseppe Celi 2005 Regole contro discrezionalità: competenza e obiettivi Qual è il criterio per scegliere tra regole automatiche e discrezionalità nella conduzione della politica economica? Il primo argomento a favore delle regole è che i policy maker potrebbero essere carenti sotto il profilo delle competenze. In questo caso, allora, è meglio vincolarli con regole automatiche Il secondo motivo a favore di regole automatiche è che un policy maker discrezionale che debba prendere decisioni quotidianamente, a lungo andare, è più esposto al rischio di perseguire obiettivi che confliggono con linteresse pubblico. Diversamente, per istituire una buona regola automatica di politica economica coerente con un certo obiettivo, è sufficiente prendere la decisione giusta una volta sola, nel momento in cui la regola stessa è istituita, senza il rischio di successive deviazioni dallobiettivo iniziale. Negli ultimi decenni, Il timore che i politici perseguano obiettivi diversi dallinteresse pubblico ha fatto prevalere lidea che la politica monetaria sia condotta da banche centrali indipendenti
Giuseppe Celi 2005 Il ciclo economico-politico: crescita relativa nel secondo anno del mandato presidenziale negli Stati Uniti Negli Stati Uniti, la crescita economica (la crescita del PIL reale) tende a essere rapida nel secondo anno del mandato di un presidente democratico. La crescita economica tende a essere lenta – o negativa – nel secondo anno del mandato di un presidente repubblicano
Giuseppe Celi 2005 Credibilità e impegno: lincoerenza dinamica La banca centrale ha sempre la tentazione di perseguire una politica monetaria espansiva discrezionale nel breve periodo. Tuttavia, questa tentazione entra in conflitto con la sua credibilità nel lungo periodo. Il conflitto tra discrezionalità di breve periodo nella conduzione della politica monetaria e reputazione della BC nel lungo periodo è stato analizzato dagli economisti come un problema di incoerenza dinamica (vedi il modello di Barro-Gordon) Lincoerenza dinamica della banca centrale può essere spiegata con un semplice schema interpretativo basato sulla curva di Phillips.
Giuseppe Celi 2005 Credibilità e impegno: lincoerenza dinamica Supponiamo che la funzione obiettivo della BC sia tale per cui la sua politica sia volta a mantenere linflazione al livello zero ( π* = 0 ) e il tasso di disoccupazione un po al di sotto di quello naturale ( u*< u n ) La BC annuncia che le sue azioni saranno volte a mantenere linflazione al valore π* = 0 Imprese e lavoratori credono alle autorità e firmano contratti incorporando uninflazione attesa nulla ( π e = 0 ). Perciò la curva di Phillips delleconomia sarà : π = α(u u n ) All momento di attuare la politica monetaria, con date aspettative di inflazione da parte di imprese e lavoratori ( π e = 0 ), la BC ha la possibilità di abbassare il tasso di disoccupazione al di sotto del valore naturale muovendosi verso sinistra lungo la CP di breve periodo. In tal modo, però, spinge linflazione a valori superiori a zero. E questa lincoerenza temporale della BC: la BC devia dalla politica annunciata non appena le si presenta loccasione di diminuire il tasso di disoccupazione nel breve periodo
Giuseppe Celi 2005 Credibilità e impegno: lincoerenza dinamica Tuttavia questa politica ha il fiato corto. Nel periodo successivo, imprese e lavoratori rivedranno al rialzo le loro aspettative di inflazione incorporando nei nuovi contratti laumento dellinflazione effettiva del periodo precedente. Il tasso di disoccupazione, quindi, ritornerà al suo livello naturale Allora, le autorità dovranno aumentare ancor di più linflazione per mantenere u < u n Dopo vari periodi e nel lungo periodo linflazione aumenta ma il tasso naturale di disoccupazione tende al suo valore naturale. Il risultato finale è che leconomia viene a trovarsi in una situazione peggiore. In conclusione, l equilibrio discrezionale si rivela meno preferibile rispetto alla regola rigida
Giuseppe Celi 2005 Le crisi finanziarie e il ruolo della BC come prestatore di ultima istanza Uno strumento importante della politica monetaria è lassicurazione dei depositi per proteggere i depositanti dalle crisi finanziarie. In questi casi estremi, il ruolo di prestatore di ultima istanza svolto dalla BC diventa uno strumento importante per sconfiggere le depressioni Da quasi 400 anni le economie di mercato subiscono crisi finanziarie, episodi caratterizzati da un crollo del prezzo dei titoli azionari o di altre attività finanziarie. In queste situazioni, la corsa agli sportelli indotta dal panico finanziario può causare gravi e prolungate depressioni Gli investitori si persuadono allimprovviso che i loro investimenti sono diventati troppo rischiosi e, pertanto, cercano di convertirli in titoli di alta qualità e in contante. Questo comportamento generalizzato rende concreto il rischio che si voleva evitare e i prezzi dei titoli crollano. I tassi di interesse unitamente ai premi per il rischio e ai premi a termine subiscono unimpennata perché tutti preferiscono detenere attività liquide. I tassi di interesse reali a lungo termine aumentano deprimendo gli investimenti e la domanda aggregata. La deflazione dei prezzi contribuisce a rendere ancora più alti i tassi di interesse reali
Giuseppe Celi 2005 Le crisi finanziarie e il ruolo della BC come prestatore di ultima istanza In queste situazioni, la BC può aumentare rapidamente lofferta di moneta per andare incontro allaumentata domanda di attività liquide al fine di contenere il crollo dei prezzi e il rialzo dei tassi di interesse. Inoltre, la BC può concedere prestiti a istituzioni finanziarie fondamentalmente sane e solvibili ma temporaneamente illiquide (perché nessuno è disposto a concedere prestiti non avendo fiducia nella soluzione della crisi). Questo ruolo di prestatore di ultima istanza della BC contribuisce a ridurre il premio per il rischio e il premio a termine. Tuttavia, il ruolo di prestatore di ultima istanza svolto dalla BC può rivelarsi molto dannoso se promuove il salvataggio di istituzioni inefficienti o se, offrendo un ombrello protettivo, incentiva altre istituzioni ad assumere eccessivi rischi futuri. In questultimo caso, si può ingenerare una situazione di azzardo morale. Per questo motivo, lassicurazione dei depositi da parte della BC va complementata dallazione di supervisione e sorveglianza