Cittadinanza e Costituzione: curricolo implicito e organizzazione Categorie interpretative Il “curricolo” (p.d.) è una “tecnologia” utilizzata come strumentazione.

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Cittadinanza e Costituzione: curricolo implicito e organizzazione Categorie interpretative Il “curricolo” (p.d.) è una “tecnologia” utilizzata come strumentazione nei processi di insegnamento/apprendimento, come parte del processo formativo, in un contesto specializzato. Come tale è, rispetto al soggetto, un “artefatto”. La “formazione” è un processo “istituente” che si realizza in parte in un contesto “istituito”, in parte in contesti non specializzati (a-pedagogici e anti-pedagogici) riferibili alle “appartenenze” del soggetto. Il rapporto “istituente”/”istituito” rappresenta il “nucleo caldo” del processo di formazione. La fase “istituita” del processo confronta il soggetto con i saperi e i significati “ereditati”; ma la formazione compiuta (istituente/istituito) consiste nella acquisizione e nell’esercizio della podestà deliberativa sui saperi e significati, fino alla alterazione. “L’adultità” è tale capacità deliberativa, ed è campo dell’esperienza. (Il sapere messo alla prova) Una “buona istituzione” formativa deve essere in grado di contenere e promuovere tale dialettica; creare insieme le condizioni di riproduzione “dell’eredità” e di esercizio dell’adultità. La “buona istituzione”deve disporre dell’ambiente adeguato allo sviluppo della dialettica formativa.

Educazione e città: il mito della comunità educante “La città, nel suo insieme è una impresa educativa” (Tucidide II,41) La formazione del cittadino non è affidata ai “grammatici” (i “tecnici”) ma all’intera città e ai suoi luoghi: l’agorà, l’assemblea, il tribunale, il teatro, lo stadio, la guerra “Quando i ragazzi abbiano lasciato i maestri, la città li obbliga ad apprendere le leggi…… anzi… e chi traligni da esse, punisce, e a tale punizione si dà il nome di raddrizzare” (Platone, Protagora) La città come “ortopedia” del cittadino “Non è con la cooperazione nel lavoro produttivo di ricchezza che il membro della comunità (il cittadino) si riproduce, ma con la cooperazione nel lavoro dedicato agli interessi collettivi….” K.Marx, Grundrisse.. “Il lavoro rende l’uomo simile a dio, perché partecipa della creazione” (Tommaso d’Aquino) La formazione come “esercizio pratico collettivo”, esperienza, creatività operosa. (Qui il “lavoro” sia per Tommaso che per Marx è ouvre, work, werk, non travaille, labour, arbeit) N.B. La cittadinanza non è una “appartenenza”, ma una “militanza”

L’utopia pedagogica: la scuola come “città ideale” L’istituzionalizzazione della formazione (la costruzione di una “organizzazione specializzata”) cui viene conferita “delega sociale”, capovolge il mito della “città educante”: la scuola diventa, nell’utopia pedagogica, simulacro della “città ideale”. Come ricostruire in ambiente simulato, la complessità della funzione pedagogica della città? Cosa sono l’agorà, l’assemblea, il tribunale, il teatro, lo stadio, la guerra, nel contesto “specialistico e simulato” della formazione? (Leggere in questa chiave le esperienze storiche dei Collegi dei Gesuiti dal XVI secolo, o i colleges della tradizione anglosassone) Qui sta il nucleo problematico del “curricolo implicito” La sfida dell’utopia pedagogica (che tutti ci impegna) “..insegnare tutto a tutti…” (Comenius) Il sapere è “democratico” ed egualitario “..forma hominis juxta propria principia..” (Tommaso d’Aquino) La formazione (potature “comprese”) non è fondata su riproduzione di appartenenze, ma su una “teoria della persona umana”

Cittadinanza, appartenenze e formazione “Salva la città, morendo senza figli” (profezia di Apollo a Laio, in Eschilo, I sette contro Tebe) La contrapposizione tra genos (etnos) e polis, tra appartenenze ereditate e città è costitutiva della formazione della cultura occidentale. Un costrutto profondo storico-antropologico-culturale Il fondamento della cittadinanza è la “deliberazione”. Le “appartenenze” (famigliari, etniche, religiose) sono importanti per la formazione del soggetto, ma non sono soggette a deliberazione. “Ogni etno centrismo (appartenenza ristretta) si costruisce sull’ego centrismo” (F. De Anna) La formazione alla cittadinanza non si afferma nelle esortazioni ma a partire dal superamento “dell’io infinitamente desiderante” verso il “noi” A fondamento dell’educazione alla cittadinanza sta la formazione alla “noità” La cittadinanza è “noità” più “padronanza deliberativa” Io, l’altro e la buona istituzione (P. Ricoeur) L’altro può essere il non-chiamato, l’intruso, lo specchio deforme. La costruzione della “noità” non è “naturale”, ha invece bisogno della mediazione della “buona istituzione”

Noità, formazione, cittadinanza Ci sono tanti “noi” Il noi ristretto del rapporto parentale “Per ogni genitore che ha un progetto c’è un figlio che ha un destino” Il noi della “fratria” Ha valore formativo ma a-pedagogico e spesso anti-pedagogico Il noi della società Il noi della città (vedi note precedenti) Il noi dello Stato Come si struttura il “luogo specializzato” della formazione (l’unico “intenzionalmente pedagogico”) per ricomprendere e rielaborare i diversi livelli della noità? Come si declina la “specializzazione tecnica” (il curricolo) congiuntamente a tale rielaborazione della noità in tutte le tappe descritte? N.B qui sta la radice della problematica che indichiamo come “curricolo implicito” Sono il luogo della “cittadinanza”

Curricolo implicito e complessità Ambiente di formazione=contesto spaziale e temporale + relazioni Tra lo spazio e la “cronologia” si colloca “il corpo” degli attori delle relazioni. Primo livello di complessità Come integrare, nell’ambiente formativo, l’artefatto curricolare e il processo “istituente” della formazione Come ricostruire e rielaborare la filiera della “noità” fino alla dimensione dell’esercizio adulto della cittadinanza in dimensione esperienziale (esercizio, esperienza, laboratorio) Quale mix di relazioni tra gli attori e i protagonisti del processo, in rapporto all’ambiente di apprendimento (relazioni asimmetriche e simmetriche, regole, punizioni e premi, deliberazioni e responsabilità) Come configurare la “buona istituzione” nell’utopia pedagogica della città ideale Secondo livello di complessità Al culmine della piramide della “noità” (il noi della società e dello Stato) come trasferire nel contesto formativo la consapevolezza delle dislocazioni che attraversano la cittadinanza Come coniugare “valore/valori” della Costituzione e consapevolezza del mutamento e della transizione Non disponendo di una univoca “teoria della persona umana”(Tommaso) come abilitare l’esercizio dialogico, di “interrogazione permanente” che solo ci consente di “negoziare” tra le “diversità” come parti dell’universale umano, e non ridurle a “differenze”, sottrazioni della potenziale ricchezza del confronto.

Le due “cittadinanze” e la transizione La cittadinanza come relazione sociale di inclusione politica del soggetto nello Stato La cittadinanza come relazione sociale di appartenenza ad una sfera politica che valorizza valori comuni (diritti) attraverso le autonomie sociali e le loro relazioni, sia conflittuali che cooperative L’internazionalizzazione dell’economia e delle istituzioni altera il “territorio” delle regole e implica trasferimento di potere e decisionalità in un ambito di “regole incerte” e di permanente ricorso all’esercizio della forza.

Il confronto storico/internazionale: cittadinanza/cittadinanze Il rapporto soggetto/società civile/Stato configura i diversi modelli di cittadinanza Rapporto Stato/Società civile Pedagogia emancipatrice Pedagogia stabilizzatrice Modello statalista Statalismo emancipatore Statalismo stabilizzatore Modello societario Societarismo emancipatore Societarismo stabilizzatore

Curricolo implicito e formazione “Portare i cuccioli nella foresta per insegnare loro a cacciare” (F. De Anna) I trattati di zoologia e botanica servono, ma sono solo una condizione necessaria. Occorre l’esperienza, simulata, del laboratorio; ma anche quella reale dei “riti di iniziazione” “L’uomo sale verso il futuro, voltandogli le spalle, camminando all’indietro” (Antico proverbio ebraico) “Lo studio è ciò che trasforma il futuro in una avventura” (Ely Wiesel) La formazione è un processo “rischioso”, che sfugge al determinismo del paradigma del risultato L’uomo è un animale “neotenico”, mai cresciuto. (ma ciascuno è “adulto” nell’età sua..) La compiutezza della formazione è il “tradimento del maestro” (Nietzche) La “buona istituzione” che accompagna la realizzazione della “noità” e aiuta i cuccioli a diventare adulti, deve integrare nella sua organizzazione le certezze e le incertezze, le sicurezze e i rischi. Deve aiutare a salire all’indietro: più ci si avvicina alla meta, più ampio si fa l’orizzonte .

Curricolo implicito e organizzazione Le funzioni di integrazione della cultura organizzativa

Lo sviluppo della “noità” Negoziare Conoscere Conoscersi Curiosità e meraviglia Io Gli altri Individuare punti di vista diversi Gestire conflitti Individuare analogie corrispondenze Decentrarsi

Gli strumenti della “noità” Il racconto del corpo Il racconto delle parole Il racconto dei libri Il racconto della storia Il racconto dell’arte La memoria individuale e collettiva L’auto biografia Il racconto delle immagini Il teatro I giochi di ruolo Gli strumenti della noità La ricerca e la “produzione” di sapere