Gioco conversazionale

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Transcript della presentazione:

Gioco conversazionale La comprensione di un enunciato avviene secondo diverse fasi Fasi inferenziali grazie alle quali si compie comprensione e generazione di un enunciato Modello comunicativo che si basa sulla comprensione dell’ascoltatore e del turn taking Le inferenze si muovono tra conoscenze condivise e conoscenze private Queste sono limitate dal tipo di gioco comportamentale (es. “vieni alla riunione domani, può essere utile” capo-amico)

Le fasi E’ possibile distinguere le seguenti fasi: Atto espressivo (riconoscere ciò che è detto) Significato inteso dal parlante (inferire le intenzioni comunicative dell’attore) Effetto comunicativo sul partner (attribuire all’attore stati privati, aggiustare i propri rispetto al dominio del discorso) Reazione (generare intenzioni comunicative) Generazione (pianificare la risposta)

Primitive della comunicazione Esistono processi mentali specifici delle competenze comunicative Diversamente da Grice, Searle e Sperber non basta descrivere la comunicazione secondo le regole generali dell’azione Esistono stati mentali che modellano la conversazione Sono processi reciproci e circolari Non sono riducibili ulteriormente Regole che permettono di effettuare inferenze plausibili per comprendere e per prendere decisioni

Attenzione condivisa Tutti i partecipanti prestano consapevole attenzione al contesto comunicativo La consapevolezza che anche l’altro lo stia facendo Per noi in particolare attraverso il controllo visivo, acustico Dal momento in cui si stabilisce gli eventi a cui i partecipanti prestano attenzione costituiscono conoscenza condivisa

Credenza condivisa Hintikka: la conoscenza deriva dalle credenze che un individuo possiede KNOWxp  p  BELxp (una persona che sa una certa cosa: ci crede ed equivale ad uno stato reale del mondo) Esiste un grado di incertezza maggiore tra conoscenze e credenze Diverso da credenze individuali In frasi letterali individuali e condivise coincidono Clark: la somma delle K e supposizioni che le persone condividono + la consapevolezza che tutti possiedano tale credenza Ha natura soggettiva; faccio supposizioni ma non è ho la certezza Si definisce primitiva perché non necessita di arrivarci per inferenza

Credenza mutua. Definisce una credenza comune quelle credenze che una comunità è in grado di condividere (es. per fare un figlio ci vogliono un uomo e una donna….etc). Questa definizione non basta però per definire le credenze implicate nella conversazione dove: oltre ad avere credenze in comune devo anche sapere che sono in comune

Schiffer (1972) Mutual knowledgexyp= KNOWxp and KNOWyp and KNOWx KNOWyp and KNOWy KNOWxp and KNOWx KNOWy KNOWxp and KNOWy KNOWx KNOWyp La definizione procede così all’infinito Airenti et al. SHxyp = BELx (p SHyxp) Entrambi condividono reciprocamente la credenza che p da ciò si possono ricavare diverse implicazioni  E’ sempre utilizzata da parte di uno dei due interlocuori per questo è SOGGETTIVA Non si parte dalle credenze individuali per generare quelle condivisa bensì viceversa

Intenzionalità Intenzione si definisce come direzionalità (essere riferito sempre a qualche cosa, aboutness) e come deliberazione (corrisponde alla possibilità di generare un piano d’azione) Come Intenzione stabile: quella che sottende ad un piano d’azione o in azione: attiva mete di percorso necessarie per raggiungere la meta finale, spesso non deliberate ma automatiche (guidare) Esistono poi Intenzioni inconsce: realizzate in modo parassitico rispetto a quelle consce; atti mancati ( a volte riconoscibili perché incongruenti)

Intenzionalità comunicativa Un tipo d’intenzionalità particolare perché non privata (come nell’azione) ma con più attori Grice: intenzione comunicativa di A Che p (primo livello) Che A intende comunicare a B che p (secondo livello) Strawson: è ricorsivo perché è necessario un ulteriore intenzione che venga riconosciuta l’intenzione di secondo ordine, regressione all’infinito

Airenti Bara e Colombetti: CINTxyp = INTx SHyx (p  CINTxy p) A ha l’intenzione comunicativa che p quando: Intende che sia condiviso da entrambi che p e che intendeva comunicare a B che p Quali implicazioni logiche è possibile dedurre?

Processi coscienti La consapevolezza è un processo che si costruisce volta per volta K esplicita (sapere cosa) insieme di entità definibili in termini di proposizioni K tacita (sapere come) regole di produzione per l’azione, in genere di natura opache. Agiscono al di fuori della consapevolezza

Sequenza di parole o gesti: Comunicazione vera e propria che prevede intenzionalità comunicativa deve essere consapevole Sequenza di parole o gesti: La formulazione dell’intenzione comunicativa può utilizzare intenzioni in azione, gli effetti secondari non sono ascrivibili a processi deliberati Effetti intesi non apertamente