1 Le Regioni H II nel contesto galattico e la Funzione di Massa Iniziale, IMF A cura di Dario Carbone.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Tano Cavattoni L’Universo Età 13,7 miliardi di anni 1.
Advertisements

Determinazione di abbondanze nelle regioni HII
L’EVOLUZIONE DELLE STELLE
Conclusioni: La posizione di una stella nel diagramma varia nel tempo, poiché la stella si trasforma, La sequenza principale rappresenta la fase più lunga.
Relatore: Enrico Ronchi, responsabile tecnico di Arcturus.
Astronomia 1.
Indici di dispersione Quantili: sono misure di posizione non centrale che dividono la serie ordinata di dati in un certo numero di parti di uguale numerosità.
L’UNIVERSO L’universo è l’insieme di tutti corpi celesti
L12 - Spin In meccanica classica
L’evoluzione delle stelle
Evoluzione cosmica - stellare Colore e luminosità delle stelle evoluzione delle stelle sequenza principale.
Una Scoperta Tutta Italiana: La Prima Pulsar Doppia La scoperta La prima Pulsar Doppia, un sistema di due stelle di neutroni che ruotano luna attorno allaltra.
Supernove, Buchi Neri e Gamma Ray Burst
Calcolare la formula minima dalla composizione percentuale
Forza gravitazionale di un corpo sferico omogeneo
Il cielo nella Grande Nube di Magellano, come appariva il 22 febbraio 1987.
Marco Salvati INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica)
Emissione X da cluster di galassie Introduzione: Cluster di galassie Emissione di Bremsstrahlung Possibili scenari per l'origine ed il riscaldamento del.
dalle stelle alle galassie
LE ETÀ DELLA GALASSIA van Gogh: notte stellata (1989)
Evoluzione cosmica - stellare
Spirali: aloni DM estesi oltre 10 r d : profilo Ellitiche: aloni DM estesi ? Difficile anisotrope. nella zona popolata da stelle i profili osservati fittati.
  = pitch angle  = pitch angle.
Num / 17 Lezione 8 Numerosità del campione, metodi grafici.
Lezione 3 Formazione stellare La formazione stellare avviene nelle regioni della galassia dove forze esterne inducono una compressione del gas interstellare.
Teramo 05-Maggio-2008 F. Faustini - 52° Congresso SAIt 1 Fabiana Faustini Istituto Fisica dello Spazio Interplanetario - INAF Collaboratori: Sergio Molinari.
Oltre il Sistema solare… uno sguardo all’Universo
Le stelle.
LA NATURA DELLA LUCE E IL MODELLO ATOMICO DI BOHR
+ ONDE ELETTROMAGNETICHE UN CAMPO ELETTRICO E’ GENERATO DA
Manifestazioni nel radio delle nebulose gassose SNRs emettono emissione radio non-termica: sincrotrone Regioni HII emettono: Emissione radio continua termica.
Esercizi ISM.
Gas Ionizzato nel Mezzo Interstellare (Introduzione allUniverso Parte IV)
Onde elettromagnetiche e Astrofisica
1 Lorigine delle Stelle e dei Sistemi Planetari Silvano Massaglia – Torino 2013 – Seminario didattico.
LE STELLE E IL SISTEMA SOLARE
L’essenziale è invisibile agli occhi “Antoine de Saint-Exupérie”
Unità Didattica 6 Spettroscopia delle nebulose
Cygnus X-1 è un buco nero che ha circa 15 volte la massa del Sole.
Scuola Elementare Don Milani, COLLEGNO
Roberto Capuzzo Dolcetta, Paolo Miocchi
Studio delle galassie M 82 e ARP63
7/10 FEBBRAIO 2007 II STAGE POLO DI PADOVA.
Perche IR e mm?. 1.Le nubi molecolari contengono polvere Regioni di estinzione molto grande Lestinzione diminuisce al crescere della lunghezza donda.
EVOLUZIONE STELLARE TEORICA
LA NOSTRA GALASSIA La VIA LATTEA 1 parsec= Km 1 parsec=3.26 anni luce alone disco Sole nucleo.
Astronomia.
Indici di colore IC = m1 - m2 U-B = mU - mB B-V = mB – mV
La Scala delle distanze
Dipartimento di Astronomia
Spettroscopia nebulare Padova, 9/13 Dic 2004 Stefano Ciroi.
Misura del tasso di formazione stellare nella galassia
Cinematica di Galassie
Classificazione morfologica delle Galassie
Determinazione delle masse di una galassia ellittica e di una galassia a spirale Benetti Cecilia, Mosconi Matteo, Spagnol Jacopo – Liceo G. Fracastoro.
Se la stella è di piccola massa il nucleo non si comprime più, la pressione degli elettroni stabilizza il nucleo e gli strati più esterni vengono soffiati.
Evoluzione cosmica - stellare
La radioattività o decadimento radioattivo è la transizione di alcuni nuclei atomici instabili verso uno stato avente energia minore, attraverso l’emissione.
L'universo intorno a noi
origine, struttura e movimenti
Nascita di una Stella Disomogeneità e Globuli (Evoluzione Stellare Parte I)
Polveri Interstellari (Introduzione all’Universo Parte VI)
Informazioni importanti circa la dimensione dell’atomo e la distribuzione della massa concentrata nel nucleo Rappresentazione dell’atomo Rutherford (1911)
Interrogativi su origine di materia, energia e loro manifestazioni nell’universo oggi conosciuto evoluzione delle stelle sequenza principale origine elementi.
LE STELLE.
Lanciano, 24 Aprile 2009 L’Universo lontano - Cosmologia Corso di Astronomia V Lezione L’Universo lontano - Cosmologia.
I corpi celesti La luce del Sole è in realtà composta di una mescolanza di luce di svariati colori, che sono anche i colori dell'arcobaleno. L’insieme.
Lanciano, 16 Marzo 2011 Spazio profondo: nebulose e galassie Avvio all’Astronomia IV° Incontro Spazio profondo: Nebulose e galassie.
Vita delle stelle.
Transcript della presentazione:

1 Le Regioni H II nel contesto galattico e la Funzione di Massa Iniziale, IMF A cura di Dario Carbone

2 Regioni H II Regioni con atomi di idrogeno ionizzati da stelle massive molto luminose. Sono dominate dallequazione di equilibrio di fotoionizzazione: (4π Jν)a ν n H0 dν = n p n e α(H 0, T) ν0 hν

3 Regioni H II Raggio ben definito, raggio di Strömgren: 3Q(H 0 ) 1/3 R S = 4π α B (n H ) 2 Libero cammino medio di un fotone ionizzante emesso da una stella con T~410 4 K (in un mezzo otticamente denso) è di 0,01pc contro un raggio minimo di regione H II di 5pc. n H0 In figuraξ = n H

4 Distribuzione delle regioni H II nelle galassie La regione spettale migliore è quella del rosso, centrata attorno allHα λ6563. Le galassie ellittiche ed S0 praticamente non contengono regioni H II.

5 Distribuzione delle regioni H II nelle galassie In praticamente tutte le galassie a spirale sono state trovate molte regioni H II. Le regioni H II sono concentrate per lo più lungo le braccia di spirale.

6 Stelle nelle regioni H II Le regioni H II sono ionizzate da stelle di tipo O o B. Le stelle O e B hanno vita breve (circa 4x10 6 anni); esse si sono dunque formate recentemente. La nebulosa di Orione è quasi interamente ionizzata da ununica stella O, ma vi sono molte altre stelle meno luminose; tutte comunque mostrano righe di emissione che indicano una loro recente formazione. Nella nebulosa di Orione vi sono dunque molte stelle di massa diversa tutte formatesi recentemente.

7 Indici di formazione stellare: lInitial Mass Function, IMF Un indice di formazione stellare è lInitial Mass Function, IMF (ξ(M)), introdotto da Edwin Salpeter nel 1955; essa fornisce il numero di stelle che si formano per unità di intervallo di massa. La forma di ξ(M) viene dedotta da dati osservativi della distribuzione stellare nelle vicinanze solari e dunque non è estendibile al di fuori di tale contesto.

8 Indici di formazione stellare: lInitial Mass Function, IMF Salpeter trovò che lIMF può essere rappresentata con una legge di potenza se si divide in uguali step di log M: d N S / d log 10 M ~ M Se scritta in maniera lineare la legge diviene: ξ(M) ~ M dove ξ(M) è il numero di stelle con massa compresa tra M e M+dM. Tale equazione mostra che la popolazione delle nuove stelle è pesata a favore delle masse minori.

9 Indici di formazione stellare: lInitial Mass Function, IMF Dopo Edwin Salpeter, altri scienziati hanno studiato la IMF, proponendone versioni più complesse. Riportiamo in tabella le versioni di Salpeter (1955), Miller & Scalo (1979) e di Scalo (1986). Gli indici sono riportati intendendo le funzioni scritte come ξ(M) = c M -(1+x) ; M 1 ed M 2 sono i cutoff inferiore e superiore.

10 Initial Mass Function, IMF: vari esempi, tabelle IMFM1M1 M2M2 X Salpeter Scalo Miller & Scalo

11 Initial Mass Function, IMF: vari esempi, grafici

12 Indici di formazione stellare: vari esempi, commenti Le leggi di Scalo e Miller & Scalo sono maggiormente piatte a masse piccole e meno ricche di stelle massive rispetto alla legge di Salpeter. Il maggior numero di stelle massive nella legge di Salpeter produce un flusso eccessivo in banda UV. La legge di Scalo genera troppe stelle di massa paragonabile a quella solare, rendendo lo spettro troppo rosso.

13 Initial Mass Function, IMF: la massa caratteristica, m c La massa caratteristica è la massa che più probabilmente avrà una stella che si forma in una regione con un dato IMF. m c ~0,08M O in sistemi giovani; m c ~0,20M O in ammassi globulari; le prime formazioni stellari non si estendevano al di sotto di ~1M O. La massa caratteristica per la formazione stellare pare dunque diminuire col tempo.

14 Indici di formazione stellare: lInitial Mass Function, IMF universalità dell'IMF indipendenza dalle condizioni iniziali, come ad esempio campi magnetici, rotazione e metallicità della nube protostellare. la formazione di stelle in ambiente con metallicità maggiore sembra produrre più stelle con massa piccola.

15 Indici di formazione stellare: lInitial Mass Function, IMF

16 REFERENZE: Da Astrophysics, documenti trovati in rete: On the variation of the Initial Mass Function, Autore: Pavel Kroupa; The Initial Mass Function of Stars: Evidence for Uniformity in Variable Systems, Autore: Pavel Kroupa; Astrophysics of gaseous nebulae and active galactic nuclei, Autori: Donald E Osterbrock, Gary J Ferland; The origin of stars, Autore: Michael D Smith; Altro materiale dalla rete.