Nane Bianche Stelle di Neutroni Buchi neri

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Transcript della presentazione:

Nane Bianche Stelle di Neutroni Buchi neri Associazione Urania Nane Bianche Stelle di Neutroni Buchi neri Stefano Covino INAF / Osservatorio Astronomico di Brera Genova, giovedì 15 marzo

La formazione stellare La formazione stellare è uno dei processi più complessi del cielo. La forza che guida gli avvenimenti che portano una massa di gas e polveri interstellari a diventare una stella è tuttavia la sola gravità. Con adeguate condizioni fisiche una nube può contrarsi diminuendo di volume ed aumentando la temperatura. Ad un certo punto possono innescarsi delle reazioni nucleari al suo interno. Si instaura anche un potente vento stellare che “ripulisce” lo spazio circostante: è nata una stella!

Un volo nella nebulosa di Orione

Le reazioni nucleari Qual è la fonte di energia che sostiene una stella? Il meccanismo più importante è quello delle catene di reazioni nucleari note come catene protone-protone. Oltre alla produzione di energia sotto forma di fotoni e di energia cinetica dei nuclei prodotti, le reazioni nucleari all'interno delle stelle producono anche particelle elementari come i neutrini. Lo studio di queste particelle permette agli astronomi di sondare le parti più interne del Sole.

Stelle Nane e Giganti Una volta che le stelle si sono formate e comincia ad instaurarsi una stabile fusione nucleare nelle zone centrali si dice che la stella è nella sequenza principale. Una stella in questa fase fonde idrogeno nel centro a temperature di circa dieci-venti milioni di gradi. Con l'andare del tempo l'idrogeno al centro comincierà a scarseggiare e la fusione si sposterà negli strati esterni. Questo provoca una grande espansione degli strati esterni della stella e si dice allora che si è formata una gigante rossa. All'esaurirsi del combustibile nucleare anche nei gusci esterni, la stella attraversa una fase di instabilità più o meno pronunciata. La temperatura interna raggiunge i 100 milioni di gradi e la fusione dell'elio diventa possibile.

Le Ultime Fasi Evolutive Il parametro più importante che determina l'evoluzione di una stella è la sua massa. Le stelle con una massa fino a circa 8 volte quella del Sole termineranno la loro esistenza come nane bianche. Le stelle più massiccie, al contrario, hanno varie strade a loro disposizione e possono anche diventare supernovae. Altri fattori che possono influenzare l'evoluzione delle stelle sono la loro composizione chimica e, in molti casi, l'essere o meno parte di sistemi binari.

Le nebulose planetarie Quando una stella di massa non troppo grande giunge alla fine del suo ciclo di fusioni nucleari evolve diventando: sempre più fredda alla superficie (circa 3500 gradi); di colore rosso; e di dimensioni sempre maggiori. Queste stelle cominciano ad espellere gli strati più esterni tramite venti stellari, ed i materiali espulsi risultano visibili come grandi strutture di simmetria grossomodo sferica che circondano la stella centrale: le nebulose planetarie.

La formazione delle nebulose planetarie

Le nane bianche L'ultimo stadio evolutivo di stelle di massa medio piccola è quello di nana bianca. Dopo la fase di nebulosa planetaria la stella senza più i suoi strati esterni mostra ora le parti centrali caldissime. Il destino di questi oggetti sarà quello di spegnersi in tempi piuttosto lunghi diminuendo progressivamente di luminosità e di temperatura superficiale.

Le stelle novae La maggior parte delle stelle che si possono osservare sono legate in sistemi binari o multipli Un caso particolare si ha quando una delle compagne è una nana bianca Se la distanza fra le stelle binarie non è troppo grande, è possibile che la stella normale evolvendosi diventi una gigante rossa di dimensioni tali da cominciare a perdere materia a favore della nana bianca. Questa materia accumulandosi sulla superficie della nana bianca se supera un valore critico può innescare una serie di reazioni nucleari con caratteristiche esplosive.

Le Supernove Le stelle di massa più grande durante la loro evoluzione arrivano a produrre energia con un tasso estremamente alto. Tale produzione di energia può raggiungere dei livelli parossistici sviluppando una potentissima esplosione che distrugge quasi completamente la stella. In alcuni casi l'unico residuo dell'esplosione è un oggetto noto come stella di neutroni. L'esplosione di una supernova è uno degli eventi più spettacolari e drammatici dell'universo. In quest'atto finale la luminosità della stella che esplode può arrivare a rivaleggiare con quella di una galassia intera.

Stelle di Neutroni, Pulsar e Buchi Neri L'esplosione di una supernova può lasciare come residui oggetti estremamente peculiari. Il nucleo interno della supernova può infatti sopravvivere all'esplosione e ciò che rimane è un oggetto con una massa tipica di circa 1.4 volte quella del Sole e con una densità estremamente alta, paragonabile a quella dei nuclei atomici: una stella di neutroni. In determinati casi una stella di neutroni risulta visibili sotto forma di una pulsar, cioè una stella di neutroni rotante ad altissima velocità e che emette lampi di luce ad ogni rotazione. Se la massa del residuo dell'esplosione è eccessiva può capitare che la forza di gravità alla superficie di questi oggetti raggiunga valori altissimi, tanto elevati da rendere impossibile persino alla luce lo sfuggire dal loro campo gravitazionale: un buco nero.

I fari cosmici

Dischi di accrescimento

William Herschel (1738-1822) L’idea di buco nero L'idea di "buco nero" ha raggiunto il grande pubblico solo di recente. Tuttavia in realtà risale ad almeno 2 secoli fa: Nel 1770 John Michell, Rettore di Thorhill e astronomo, speculava sull'azione esercitata dalla gravità sulla luce; Le idee di Michell furono riprese da William Herschel, nel 1791, per spiegare la natura delle nebulose; Nel 1796, Pierre Simon de Laplace ipotizzò che potevano esistere stelle tanto massiccie da trattenere la luce e quindi apparire ad un osservatore assolutamente nere; L'idea di buco nero torna infine alla ribalta agli inizi del secolo, con la formulazione della teoria della Relatività Generale di Albert Einstein. Albert Einstein (1879-1955)

La Velocità di Fuga Cerchiamo di capire cosa è un buco nero: Supponiamo di lanciare in aria qualunque oggetto, è immediato, e quasi banale, osservare che l'oggetto salirà tanto più in alto quanto maggiore è la velocità impressa all'oggetto alla partenza. Se la velocità iniziale fosse sufficientemente alta, oltre la velocità di fuga, il grave potrebbe non ricadere più sulla Terra e sfuggire alla sua attrazione gravitazionale. La velocità di fuga sulla Terra è circa 11 km/s, sulla Luna 2.4 km/s e sul Sole 620 km/s. All'aumentare della massa (e al diminuire del raggio) del corpo considerato aumenta la velocità di fuga!

La Relatività Generale La teoria della relatività ha mostrato che effettivamente la gravità influenza la traettoria dei raggi di luce. La prima verifica sperimentale fu ottenuta da A. Eddington, durante l'eclisse di Sole del 1919. Ci sono anche altri effetti della gravità sulla radiazione elettromagnetica: Un raggio gamma perfettamente monocromatico spedito dalla base di una torre raggiunge la cima con una frequenza un po' più bassa che alla partenza. Queste osservazioni vengono interpretate nel contesto della relatività generale come il manifestarsi di distorsioni dello spazio-tempo.

I Buchi Neri Riassumendo: La gravità influenza effettivamente la propagazione della luce; La velocità di fuga aumenta all'aumentare della densità dell'oggetto considerato; Aggiungiamo che la velocità della luce è la massima velocità possibile ed otteniamo gli ingredienti teorici per la comprensione di un buco nero: Un oggetto la cui forza di gravità è così intensa da rendere impossibile persino la fuoriuscita della luce e quindi di qualunque altro segnale o corpo materiale; Un oggetto di questo genere non può che apparire nero ad un ipotetico osservatore!

Se fossimo nelle vicinanze di un buco nero? Se fossimo nelle vicinanze di un oggetto compatto, un buco nero ma anche una stella di neutroni, avremmo familiarità con una grande quantità di fenomeni per noi invece peculiari. Uno degli effetti più eclatanti sarebbe quello della deflessione dei raggi di luce. Sarebbe infatti "normale" vedere le immagini delle stelle nei dintorni del buco nero sdoppiate. Se invece fossimo sulla superficie di una stella di neutroni l'intero universo ci apparirebbe distorto. Sarebbe ancora una volta possibile vedere immagini duplicate del cielo stellato, ma anche dell'intera superficie della stella. A causa dell'intensa gravità superficiale sarebbe possibile addirittura vedere la propria schiena guardando davanti a noi!

Se volete altre informazioni…