Costruire la propria vita ULRICH BECK
Prima tesi: L'impulso coattivo e la possibilità di condurre una vita propria hanno origine all'interno di una società altamente differenziata. La società si frantuma in singoli settori funzionali, ciascuno ben differenziato e non interscambiabile con gli altri, Le persone si trovano accomunate soltanto da aspetti parziali, e tratti specifici: contribuente, automobilista, studente, consumatore, elettore, paziente, produttore, padre, madre, sorella, pedone,ecc.
Seconda tesi: Quella che si definisce la propria vita non è affatto «propria»! O comunque essa non lo è nel senso di una vita che fluisca liberamente, che si autodetermini e che dipenda unicamente dall'Io e dai suoi desideri. Al contrario, essa è l'espressione di una forma di socializzazione tardiva e persino paradossale. Le persone si trovano a dover condurre una vita individuale in condizioni che, nella maggior parte dei casi, sfuggono al loro controllo. La propria vita, in-fatti, dipende da fattori quali, per esempio, gli orari di apertura degli asili, il traffico, i tempi morti, la possibilità di fare acquisti in zona, così come dai vantaggi offerti dalle grandi istituzioni (l'istruzione, il mercato del lavoro, il diritto del lavoro, lo stato sociale …
Terza tesi: La vita, lungi dall'essere «propria», dipende totalmente dalle istituzioni. Alle tradizioni vincolanti del passato subentrano oggi i vantaggi che le istituzioni offrono nell'organizzare le vite dei singoli.
Quarta tesi: il concetto di vita propria significa che la biografia da normale diventa elettiva, cioè si tramuta in biografia a rischio o in biografia dell'azzardo (del «o tutto o nulla»). In una società a rischio, le possibilità di scivolare e cadere sono sempre in agguato, nonostante sicurezza e benessere apparenti. Di qui l'ansia e il timore che pervadono anche i ceti sociali più elevati, tendenzialmente benestanti.
Quinta tesi: Nonostante i vantaggi istituzionali (o forse proprio a causa di essi) e di un'incertezza spesso imprevedibile, la vita dell'individuo è in un certo senso condannata all'attività: è una vita attiva anche laddove viene meno la sua stessa struttura di aspettative e speranze.
Sesta tesi: La relazione che si istituisce tra la propria vita e il proprio fallimento comporta che anche le crisi sociali (per esempio, i periodi di disoccupazione di massa) vengano scaricate sui singoli che li percepiscono come rischi individuali. Alcuni problemi di portata sociale sono ricondotti a disposizioni psichiche, a sensi di colpa, paure, conflitti e nevrosi individuali
Settima tesi : Le persone combattono per una vita propria in un mondo che, sempre più spesso si sottrae al loro controllo e appare globalmente avvolto in una rete impenetrabile. Respirare aria pura, prevede che, in ultima analisi, venga sovvertito l'intero ordine industriale del pianeta. La vita individuale è anche e nel contempo vita globale
Ottava tesi: La propria vita è in pari tempo vita privata di ogni tradizione L'altra faccia della globalizzazione è la scomparsa di tutto ciò che è tradizionale. Questo non significa che le tradizioni ormai non abbiano più alcun ruolo da svolgere: anzi, spesso avviene l'esatto contrario…
Nona tesi: La vita propria è una vita sperimentale. I ruoli tradizionali e stereotipati ormai non servono più; il futuro non può essere predetto da ciò che resta dell'eredità del passato; la vita si vive senza modelli storici di riferimento.
Decima tesi: e la vita personale Le tesi sociologiche attuali affermano che la vita è anche vita riflessiva. La riflessività sociale (di cui fanno parte l'elaborazione di informazioni contrastanti, il dialogo, la mediazione e il compromesso) e la vita personale sono due termini dal significato sovrapponibile.
Undicesima tesi: La struttura sociale della propria vita si forma in seguito a un processo di progressiva differenziazione e individualizzazione o, più esattamente, ha origine dall'individualizzazione delle classi, delle famiglie nucleari e della biografia femminile.
Dodicesima tesi : Negli angusti spazi della società chiusa, l'individuo rimane un concetto generico, che designa l'unità più piccola di un «tutto» prestabilito. La perdita di tradizione, l'apertura della società, la moltiplicazione e il conflitto tra le diverse logiche funzionali forniscono all'individuo uno spazio e un senso sociali.
Tredicesima tesi: La propria vita è vita radicalmente non-identica.
Quattordicesima tesi: La vita propria come vita morale o come vita orientata alla ricerca di una morale dell'autodeterminazione, che ha origine dal basso.
Quindicesima tesi: La propria vita è la vita dell'aldiquà, e la sua fine è la fine. C'è una vita sola: quella che viene prima della morte, nel vero senso della parola. Questa è una delle ragioni essenziali a cui imputare il fenomeno, apparentemente contraddittorio, dell'odierna fuga nell'esoterico e della nascita dei movimenti religiosi più disparati.
Prescrizioni di lavoro individuale Il sociologo tedesco U. Beck ci propone quello che egli definisce quasi un “imperativo categorico” delle società occidentale ,ovvero la tendenza dei singoli soggetti a progettare la propria esistenza come un’unica singolare avventura condizionata soltanto dalle decisioni individuali. Si tratta – dice Beck - di un’aspirazione che sancisce, da un lato, il bisogno di prendere le distanze dalla tradizione ma, dall’atro, comporta l’avere fiducia del manifestarsi di un futuro amico che, tuttavia, la società del rischio non è più in grado di garantirci. Dopo avere letto accuratamente le 15 tesi, ed avere provato a riflettere sull’imprevedibilità e sull’insuccesso che gravano, nel mondo globale, sulle scelte di ciascuno provate a scrivere : A) la vostra autobiografia elaborata sulla base di qualcuno dei temi suggeriti dalle tesi sociologiche proposte . B) qualche considerazione sui vantaggi e le difficoltà che gravano sulla formazione di un soggetto coinvolto e travolto, nel costruire la propria vita, dalle scelte e dai condizionamenti di cui fanno menzione i lavori di U. Beck