Economia dell’ambiente

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Transcript della presentazione:

Economia dell’ambiente Gli strumenti economici per correggere il fallimento del mercato Elisa Montresor 2009-2010

Funzioni dell’ambiente L’ambiente offre risorse rinnovabili e non, assimila rifiuti, genera benessere Il sistema economico (mercato libero, pianificato o misto) non offre alcuna garanzia di conservazione dei beni ambientali e di conseguenza di mantenimento delle sue funzioni Queste funzioni possono essere valutate economicamente

Il fallimento del mercato In presenza di beni ambientali le scelte individuali di produzione e di consumo generano un risultato inefficiente Le cause sono imputabili alle caratteristiche dei beni ambientali: Non escludibilità nel consumo Non rivalità nel consumo (pagamento) Per il funzionamento del mercato e’ necessario che si possa escludere chi non paga un corrispettivo

Come regolamentare il mercato? Definizione di standard ambientali, che devono essere rispettati, pena l’applicazione di sanzioni Imposte Permessi o quote negoziabili

1) Approccio basato su strumenti economici Un intervento diretto sui prezzi di mercato o sui costi di produzione (imposte sui prodotti o sui processi) Un intervento indiretto sui prezzi o sui costi mediante strumenti finanziari o fiscali (sussidi, incentivi, oneri fiscali)

Peculiarità delle imposte sulle emissioni Sistema flessibile Sistema efficiente, in quanto se i costi di riduzione dell’inquinamento sono diversi, permette risparmi nei costi d’adeguamento: chi ha i costi di abbattimento più bassi, ha convenienza a ridurre di più l’emissione inquinante Sistema dinamico, in quanto induce ulteriori abbattimenti dell’inquinamento Fonte di gettito Condizione necessaria: la possibilità di controllare le emissioni. Discutibilità degli effetti distributivi

Peculiarità delle imposte sulla produzione Sistema flessibile Effetto dinamico Fonte di gettito Efficacia quando la domanda è elastica rispetto al prezzo (non efficace nel caso opposto) Semplicità d’implementazione, in quanto applicabile a numerose fonti d’inquinamento, specialmente quando i prodotti sono identificabili Possibile ostacolo al commercio internazionale Discutibilità degli effetti distributivi

Rimborso sui depositi Rimborso dei depositi, versati per prodotti inquinanti e restituiti una volta che i prodotti sono riconsegnati Sistema flessibile Incremento dello smaltimento e del riciclaggio dei prodotti Incentivazione di comportamenti di tutela dell’ambiente Possibili implicazioni per il commercio Limitata applicazione e costi di amministrazione elevati

2) Approccio normativo Standard di emissione (concentrazione massima di scarico) Norme di qualità (concentrazione massima del corpo ricettore) Standard di processo (criteri) Norme di prodotto SISTEMA CEC

3) Sistema agente sui diritti di proprietà Creazione di mercati artificiali Permessi trasferibili Favoriscono la riduzione internazionale dei livelli d’inquinamento L’elevato numero di agenti favorisce la creazione di un mercato concorrenziale Elevati costi di transazione ed implementazione La distribuzione iniziale dei permessi rappresenta un problema delicato

L’assegnazione dei diritti di proprietà Il fallimento del mercato per i beni ambientali e’ imputabile alla mancata attribuzione dei diritti di proprietà (chi subisce l’inquinamento non puo’ chiedere una compensazione) Se si assegnano i diritti di proprietà, saranno gli incentivi dei soggetti interagenti nel mercato a far raggiungere un risultato efficiente?

Il teorema di Coase Coase respinge l’intervento da parte dello Stato e dimostra che la contrattazione tra gli attori, sostenuta da diritti di proprietà, consente di ottenere un livello socialmente utile di inquinamento Il processo di contrattazione tra gli attori implica il trasferimento tra le parti di ricompense a seconda di chi detiene il diritto di proprietà

Il teorema di Coase BPMN: Beneficio Privato Marginale Netto CEM: Costo esterno Marginale P D(P) O(P) P* Q Q*

Esempio Un’impresa produce col suo inquinamento un effetto esterno negativo ad un’altra impresa. Supponiamo che l’impresa che subisce l’inquinamento abbia il diritto ad un ambiente non inquinato. La sua preferenza è avere zero produzione inquinante. L’impresa inquinante che desidera espandere la sua produzione dovrà pagare un prezzo almeno pari ai danni causati (CEM). Questi sono inferiori ai BPMN fino a Q°. La produzione non si espanderà oltre perché per quantità superiori la disponibilità a pagare per ulteriore produzione inquinante è minore del costo arrecato all’impresa inquinante (CEM>BPMN).

Il teorema di Coase Se il diritto di proprietà dell’ambiente è attribuito all’impresa inquinante, anche in questo caso Q° rappresenta un equilibrio. Infatti, l’impresa inquinante vorrebbe produrre QP ma può essere compensata da quella che subisce l’inquinamento fino al livello Q°. Per ulteriori riduzioni, quest’ultima non sarebbe in grado di offrire compensazioni sufficienti ad indurre una riduzione dell’inquinamento. Questa soluzione non definisce chiaramente quanto è offerto per compensare il titolare del diritto di proprietà. La distribuzione del surplus è indeterminata.

Difficoltà della soluzione contrattuale Elevati costi di transazione (numerosità dei soggetti) Mancanza di garanzia nel rispetto del contratto Non etica accettabilità dell’attribuzione dei diritti di proprietà Probabile assenza delle preferenze delle generazioni future Assunzione della piena conoscenza da parte di tutte le parti dei benefici e dei costi (slealtà) L’ottimo sociale solo nelle condizioni di una concorrenza perfetta

Intervento dello Stato Quando i costi di transazione impediscono al soluzione di libero scambio sostenuta dall’attribuzione dei diritti proprietà, l’intervento dello Stato e’ giustificabile, in quanto riduce i costi di transazione

Il problema della fissazione dell’imposta: l’imposta ottimale pigouviana BPMN: Beneficio Privato Marginale Netto CEM: Costo esterno Marginale 18

BPMN e CEM POTESI: i danni dell’inquinamento e i profitti dei produttori sono noti Il livello ottimale di produzione (e quindi di inquinamento) e’ determinato dall’incontro di BPMN e CEM L’importo dell’imposta deve essere uguale al danno marginale provocato dall’attività, al livello di produzione efficiente. L’introduzione di un’imposta pari al danno da inquinamento al livello ottimale di produzione Qs. Con un’imposta pari a t*, l’impresa non produrrà unita’ per le quali t*>BMNP. Pertanto, sceglierà la quantità efficiente Qs, con minori emissioni inquinanti rispetto a Qm

Problemi con l’applicazione dell’imposta pigouviana Il raggiungimento della soluzione efficiente dipende dalla conoscenza delle curve dei costi e dei benefici. Per i benefici manca un mercato. Inoltre, la definizione dei CEM necessita di informazioni su: Produzione Rapporto tra inquinamento e produzione Accumulazione dell’inquinamento nel tempo Esposizione della popolazione all’inquinamento Danni causati dall’esposizione Valutazione monetaria del danno

Chi paga l’imposta pigouviana? L’impresa potrebbe riversarlo sui consumatori attraverso un aumento del prezzo I consumatori potrebbero avere un beneficio nonostante l’aumento dei prezzi, determinato dalla riduzione dell’inquinamento Nel caso di domanda elastica, l’imposta sull’inquinamento potrebbe spostare la domanda su prodotti meno inquinanti Nel caso di domanda rigida, l’imposta colpisce direttamente il consumatore Le imposte sul consumo possono avere effetti regressivi

Contesto internazionale Le imposte sull’inquinamento possono svantaggiare le produzioni nazionali Necessità di un coordinamento internazionale

Sussidi per ridurre le produzioni inquinanti Dal punto di vista dell’efficienza, tasse e sussidi possono condurre allo stesso risultato, ma Gli effetti distributivi sono differenti, in quanto non c’è gettito I sussidi potrebbero favorire la crescita (più imprese fanno ingresso nel mercato) causando maggiore esternalità negativa (e maggiori oneri a carico dello Stato); Problemi informativi importanti

La regolamentazione degli standard ambientali Approccio piu’ utilizzato. Le ragioni sono: Costi inferiori per le imprese, in quanto riduce i profitti per la riduzione della quantità prodotta ma non richiede l’onere aggiuntivo del pagamento dell’imposta Sistema piu’ facilmente implementabile, in quanto le imposte possono essere evase

Vantaggi derivanti dall’introduzione delle imposte L’imposta può essere preferibile in una prospettiva dinamica, perché costituisce un incentivo a sviluppare nuove tecnologie per ridurre l’emissione L’imposta scoraggia l’ingresso di nuove imprese nel mercato più della regolamentazione (producendo quindi minori costi sociali) La regolamentazione richiede maggiori informazioni relativamente ai costi di produzione e di abbattimento dell’inquinamento. Inoltre non tiene conto adeguatamente delle differenze tra i vari produttori, cioè non induce a ridurre maggiormente l’inquinamento laddove è meno costoso da ridurre. Con l’imposta, ogni impresa può scegliere il proprio livello ottimale di inquinamento prodotto.

Il commercio dei permessi ambientali Una politica ambientale può realizzarsi con l’assegnazione di diritti negoziabili (per es. di inquinamento), la cui somma indica il livello massimo permesso di una specifica attività.

Procedura standard Un istituzione decide il livello massimo di emissioni inquinanti. Le fasi sono le seguenti: Definizione della domanda aggregata (cioe’ il numero dei soggetti), o su base storica (senza cioe’una riduzione dell’inquinamento) o inferiore Definizione dell’offerta (numero dei permessi), uguale al livello massimo di emissione Allocazione dei permessi: vendita a prezzo determinato, asta o cessione gratuita

Conseguenze Chi inquina meno, dispone di un credito che puo’ essere ceduto Chi ha costi inferiori di abbattimento rispetto al prezzo dei permessi, dispone di un credito che puo’ essere ceduto I permessi tendono a concentrarsi nei soggetti con inquinamento piu’ elevato Il sistema incentiva gli investimenti per la riduzione dei costi di abbattimento

I permessi negoziabili nella UE Protocollo di Kyoto (1997) Dal 2005 la UE ha introdotto il sistema dei permessi negoziabili al fine di limitare le emissioni di anidride carbonica (CO2) Dopo una fase di adeguamento e sperimentazione, dal 2008 al 2012 inizia le seconda fase, in cui verranno rispettati gli accordi di Kyoto

I compiti della UE Tutti gli Stati membri formano un unico blocco di negoziazione A livello comunitario viene determinato il tetto massimo di emissione per tutti gli stati. Nella fase iniziale i settori interessati sono: ferro e acciaio, alcune industrie minerarie (compresa l’estrazione del carbone), energia, carta e trasformazione del legno Controllo indiretto sui Piani nazionali

Compiti degli Stati Membri Predisposizione di un Piano Nazionale di Allocazione, che prevede la distribuzione tra i settori per cui e’ prevista la negoziazione, escludendo quelli in cui vi e’ il sistema CEC. L’obiettivo e’ la definizione dell’offerta dei permessi negoziabili, in quanto dalla dotazione si deve sottrarre l’emissione del settore senza negoziabilità L’allocazione e’ in larga parte gratuita ( solo circa il 5% puo’ essere venduto all’asta)