Letteratura Italiana 8 CFU L-11 EA (GRUPPO A-DER) Apollonia Striano
Chanson de Roland La STORIA: Carlo Magno, per realizzare il suo Sacro Romano Impero, si scontrò con Bàvari, Frisoni, Avari, Longobardi e con gli Arabi, che occupavano la Spagna. Concretamente, l’opposizione a questi ultimi è stato un fatto piuttosto marginale nella vicenda carolingia. Eppure, la LETTERATURA si è soffermata soprattutto su questo conflitto, che è stato
Chanson… caricato di una forte valenza mitica.
Chanson… Si può comprendere il motivo: gli arabi rappresentavano antropologicamente l’opposto, l’oscuro, un elemento misterioso ed insidioso. L’Islam, inoltre, veniva percepito in contrasto con il Cristianesimo, implicitamente contro tutto l’edificio ideologico dell’Occidente. In questa prospettiva, la battaglia affrontata –in realtà per motivi politici ed espansionistici- dal re dei Franchi
Chanson… poteva assurgere simbolicamente ad uno scontro epocale, in cui due civiltà si trovavano a fronteggiarsi, alla soglia dell’anno mille.
Chanson… 778: Carlo Magno tentò una spedizione per espugnare Saragozza, ma fu costretto a battere in ritirata e l’esercito franco fu attaccato dalle popolazioni basche presso Roncisvalle. Tra i nomi dei dignitari franchi uccisi le cronache riportano quello di un certo Hruolandus. 1100: siamo nel periodo della prima
Chanson… Crociata, l’Europa è attraversata dallo spirito della guerra santa: ora nasce in Francia un poema epico di un autore sconosciuto, Turoldo, che racconta della sconfitta di Roncisvalle, della retroguardia guidata da Roland, paladino capace di miracoli con la spada Durendal, dono di un angelo. Soltanto quando sarà ferito a morte, R. darà fiato all’Olifante
Chanson… il corno magico, per chiamare in soccorso re Carlo. Non si sa se Turoldo si sia limitato a mettere ordine nel repertorio dei giullari. Certo è che alla sua materia si è ispirata tanta letteratura romanzesca e avventurosa in Francia, Italia, Spagna. Di Roland la tradizione francese non dice che dello scontro di Roncisvalle
Chanson… e della eroica morte. Nulla si sa della sua storia, della sua vita; nell’interpretazione italiana, invece, Rolando, che diventa Orlando, troverà elementi della sua infanzia e giovinezza. Viene fatto nascere in Romagna o nel Lazio. Il padre è Chiaromonte, un alfiere di re Carlo, la madre è Berta, sorella del sovrano. Inoltre, sempre nell’epica popolare italiana, prende rilievo la figura del cugino Rinaldo
Chanson… paladino ribelle e indomito, indocile perfino all’autorità del re. Osserva Italo Calvino che «nella crescita di Rinaldo al rango di protagonista e nel parallelo abbassamento di Carlomagno a un personaggio quasi comico di vecchio un po’ rimbambito, gli storici vedono rispecchiato lo spirito d’autonomia dei feudatari vassalli o dei Comuni guelfi verso l’autorità imperiale».
Chanson… Certo è che la caratterizzazione dei due personaggi, in rapporto di antagonismo, porta movimento nella narrazione. Man mano che in Europa s’allargava il pubblico in grado di leggere queste storie, accanto ai cantari in versi si diffusero anche romanzi, non solo legati al ciclo carolingio. Inizia a circolare la materia bretone, il ciclo di Re Artù, la
Chanson… Rotonda, la ricerca del Gral, Mago Merlino, Isotta, Ginevra… In Italia, però, era popolare soprattutto l’epica carolingia: nel sud, a Napoli e in Sicilia, cantastorie popolari e «pupari» rievocavano queste storie con straordinario consenso di pubblico.
Chanson… Osserva Calvino che «tra gli intellettuali e le produzioni artistiche popolari c’è sempre stato…un rapporto mutevole: dapprima di rifiuto, di sufficienza sdegnosa, poi d’interesse ironico, poi di scoperta di valori che invano si cercano altrove». Per questo motivo, nella seconda metà del XV secolo due delle corti più raffinate d’Italia, quella dei Medici di Firenze e quella degli Este
Chanson… di Ferrara, sembrano appassionarsi al ciclo carolingio. A Firenze Luigi Pulci (1432-84) mette in rima le solite avventure, nel Morgante, con un taglio caricaturale. Morgante è un gigante vinto da Orlando, divenuto poi suo scudiero: la dimensione è quella del paradosso e dell’inverosimile.
Ferrara A Ferrara, il dignitario di corte Matteo Boiardo (1441-94) interpretò la materia cavalleresca con nostalgia, con quel distacco malinconico proprio di chi ravvisa nel presente dei limiti e per questo vorrebbe tornare ad una dimensione diversa. Osserva Calvino che a Ferrara «erano molto letti i romanzi del ciclo bretone, tutti
Boiardo draghi, fate, prove solitarie di cavalieri erranti; la contaminazione tra queste vicende fiabesche e l’epica carolingia era già avvenuta in qualche poema francese e in molti cantari italiani». In Boiardo i due filoni hanno il primo incontro con la cultura umanistica, che tende a recuperare –dopo il Medioevo- l’eredità pagana.
Boiardo Boiardo non è tecnicamente molto ferrato; il suo Orlando Innamorato, incompiuto per la morte dell’autore, è un poema dalla versificazione rozza, in un italiano incerto. La sua «novità» è nell’aver inserito un tratto psicologico saliente nella storia: Orlando s’innamora di Angelica. Angelica e il fratello Argalìa sono figli del re del Cataio (Cina) e vogliono uccidere
Orlando innamorato i paladini cristiani. Tutti i cavalieri s’innamorano di Angelica, che inseguono come ossessionati. Fuggendo, A. beve ad una fonte, la fonte dell’amore: s’accende di passione per Rinaldo, che invece ha bevuto alla fonte del disamore e sente solo inimicizia per A. A. fa rapire R. da una barca fatata, ma R. scappa;
Orlando Innamorato ritiratasi nel Cataio, A. è assediata da vari re pretendenti; viene salvata da Orlando. Vicende intrecciate e mille peripezie: i protagonisti scorrazzano per l’Oriente mentre la Francia è colpita da nuove minacce. I paladini tornano per aiutare re Carlo e A. segue R. A. beve alla fonte del disamore; R. a quella dell’amore: i ruoli s’invertono.
Orlando… Ora O. e R. sono rivali; in un momento così grave per la cristianità i due pensano solo ad A. Carlo allora decide che A. sarà data al campione più valoroso: la battaglia decisiva tra cristiani e infedeli avviene sui Pirenei e qui Ruggiero, cavaliere saraceno, incontra la guerriera cristiana Bradamante e s’innamorano.
Boiardo-Ariosto Dalla loro unione deriverà la famiglia d’Este. Calvino: «Per più di un secolo Ferrara fu la capitale della poesia epica. […] perché questa terra padana fu tanto feconda d’ottave risonanti colpi di lancia e scalpitio di destrieri? In così imponderabile materia nessun tentativo di spiegazione sarà mai esauriente, ma alcuni dati di fatto possono
Calvino essere tenuti presenti: quella ferrarese era una società ricca, portata al lusso, gaudente; era una società colta, che aveva fatto della propria università un importante centro di studi umanistici ed era soprattutto una società militare […] L’Orlando Furioso nasce in una Ferrara in cui la gloria guerriera è ancora il fondamento d’ogni valore, ma che ormai sa
Calvino d’essere solo una pedina d’un gioco diplomatico e militare molto più grosso. Il poema si sdoppia continuamente su due piani temporali: quello della favola cavalleresca e quello del presente politico-militare, una corrente d’impulsi vitali si trasmette dal tempo dei paladini… alle guerre italiane cinquecentesche».