Lettera intorno ai manoscritti antichi

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Transcript della presentazione:

Vincenzio Borghini (1515-1580) Lettera intorno ai manoscritti antichi ed. a cura di G. Belloni, Roma, Salerno Ed., 1995, pp. 21-28.     … gli scrittori di que’ tempi furono per la maggior parte persone che ne teneano bottega aperta, et vivevano di scrivere i libri a prezzo, et si conta d’uno che con cento Danti che gli scrisse maritò non so quante sue figliuole, et di questo se ne trova ancora qualchuno che si chiamano di que’ del cento, et sono ragionevoli ma non però ottimi. Questi tali scrittori per lo più erano persone materiali et s’egli havessino atteso a copiare fedelmente quel che gli haveano innanzi e’ non si harebbe con esso loro cattivo fare afatto, ma egli hebbono due difetti notabili particularmente (e’ n’hebbon più, ma diciamo hora di questi che sono a proposito del corrompere le voci et i modi di che noi parliamo qui). L’uno fu che scrivendo gli antichi nostri con abbreviature assai - et questo massimamente quando gli accadeva replicare una medesima voce più volte - e’ non sare’ possibil credere quanto pazamente et diversamente e’ le interpretassino, et quanti errori ne siano per ciò nati. […]

L’altro errore è, che tiene un poco alla natura di questo medesimo, che quando e’ s’abbattino a qualche voce nuova strana, per la quale, come idioti che gl’erano, et di grossa pasta, e’ non intendevano, il più delle volte uscendo dell’ufizio loro, il quale era copiare fedelmente le parole che e’ trovavono, e’ pareva lor peccato mettere una parola che a-lloro non significava nulla, pensando che e’ dovesse intervenir così agl’altri, et che perciò il libro loro fusse manco vendereccio; et ricorrevano alla più vicina ch’e’ trovavano, purché la significasse qualcosa, non si curando poi se la faceva punto a proposito di quel luogo. […] Et di questi errori ne sono scorsi tanti ne’ testi che ci sono a mano, che gl’è una pietà a vedergli; et se per mala sorte fusser rimasti soli al mondo certi testi del Boccaccio ch’io ho veduti, et che si havesse a stare a quelli, state sopra di me che non farebbe hoggi manco ridere per le sciocchezze di questo scrittore, che si faccia per la piacevolezza del proprio Autore. […]

Voi mi direte che se uno errore ha’ esser cagione di far gittar via un testo, e’ non ne sarà mai alcuno di chi l’huom si possa fidare. La prima cosa, in questo testo non è un solo errore di questa sorte, ma tanti […] Ma per tutta questa consideratione che vi fussi venuta, o potessi venire ad alcuno, io confesso che sia quasi impossibile trovarsi un testo che sia intatto et per tutto perfettissimo: ma che e’ non se ne truovi de’ buoni, questo niego io gagliardamente; perché lo scambiamento talvolta d’una lettera o d’una parola, il lasciarne qualchuna o per dimenticanza o per inavvertenza, et simili erroruzzi che sono humani et comuni, non tolgono né ’l nome né-ll’effetto del buono.

Omissione di parole brevi. 3. Dettato interiore L’ATTO DI COPIA 1. La lettura del modello Errori di lettura; errori di origine paleografica. La banalizzazione. La memorizzazione Omissione di parole brevi. 3. Dettato interiore Alterazione fonetica del testo. 4. L’esecuzione Salti, duplicazioni, fusione di due parole in una. 5. Il ritorno al modello Saut du même au même

Dante, Inferno I, 22-27 Bibl. Apostolica Vaticana, ms. Urbinate lat. 366, c. 1r   E come quei che con lena affannata uscito fuor del pelago a la riua se uolge a l acqua perigliosa e guata Cosi l animo mio ch anchor fugiua se uolse a rietro a rimirar lo passo che non lassio gia mai persona uiua

APLOGRAFIA : omissione di una sillaba o di una parola di due consecutive identiche o molto simili: filogia per filologia; mercante per mercatante; si avvicinò piano invece di si avvicinò piano piano. DITTOGRAFIA : duplicazione impropria di una sillaba o di una parola; è l’opposto dell’aplografia: biolologia invece di biologia; se ne ne andò invece di se ne andò. OMEOTELEUTO : due parole contigue che terminano con lo stesso gruppo di lettere vengono fuse in unica parola: l’espressione avvoc<ato abbindol>ato potrebbe essere accorciata in avvocato; piuttosto raro. OMEOARTO : due parole contigue che iniziano con lo stesso gruppo di lettere vengono fuse in un’unica parola: l’espressione avv<ocato avv>elenato potrebbe essere resa come avvelenato; piuttosto raro.

errore di anticipazione : una parola che ricorre più avanti nel testo viene anticipata al posto di un’altra, soprattutto se grammaticalmente compatibile col contesto; abbastanza comune. errore di ripetizione : errore opposto e meno comune del precedente; una parola già trascritta viene ripetuta più avanti in luogo di un’altra. errore polare : sostituzione di una parola con un’altra che esprime il concetto opposto: per es., futuro dove il contesto richiederebbe passato; non frequente, ma neppure rarissimo.