Laboratorio di Metodologie per l’elaborazione di testi scientifici A.A. 2006/2007 Dott. Marco Versiero
I. Impaginazione (parametri consigliati) Margini: (da impostare selezionando “File” “Impostazione pagina”) superiore e inferiore: cm 3 sinistro e destro: cm 4 rilegatura: cm 1 Rientri e interlinea: (da impostare selezionando “Formato” “Paragrafo”) rientro sinistro e destro: cm 1,5 rientro di prima riga: cm 1 interlinea: 1,5 righe (testo); singola (note) Numerazione pagine: (da impostare selezionando “Inserisci” “Numeri di pagina”) posizione: in basso a piè di pagina allineamento: centrato numero sulla prima pagina: no
II. Tipologia, dimensionamento e stile del carattere (parametri consigliati) (da impostare selezionando “Formato” “Carattere”) Tipo: sempre “Times New Roman” Dimensione e stile: Titoli dei capitoli: 16, grassetto Titoli dei paragrafi: 14, grassetto Titoli dei sottoparagrafi: 13, corsivo Testo: 12, normale Note: 10, normale N. B. Quando usare il corsivo nel testo: per parole in lingua non italiana (sia lingue straniere – es. inglese – che antiche – es. latino) o per parole/gruppi di parole sulle quali si vuole porre particolare enfasi.
III. Frontespizio Informazioni indispensabili da includere, rispettando il seguente ordine (tra parentesi quadre le dimensioni e il tipo consigliati del carattere): Intestazione Università [16, grassetto] Logo Università (opzionale) Facoltà [15, normale] Corso di Laurea [14, grassetto] Disciplina [13, normale] Titolo tesi [14, grassetto] Nome e Cognome del Relatore, preceduto dalla formula di rito “Ch.mo Prof.”/”Ch.ma Prof.ssa” (in basso a sinistra) [12, grassetto] Cognome e Nome del Candidato, seguito dal numero di matricola (in basso a destra) [12, grassetto] Anno Accademico (in basso, centrato) [13, normale] N. B. : tranne che per i punti 7) e 8), per tutte le altre informazioni è consigliato l’uso del carattere tutto maiuscolo.
IV. Introduzione e conclusioni Si tratta di due testi che completano la struttura della tesi ma vanno scritti entrambi dopo la conclusione della stesura della tesi. Non dovrebbero eccedere le 5 cartelle ciascuno. L’introduzione è costituita da una breve presentazione del lavoro (comprensiva dell’indicazione degli aspetti di interesse/attualità dell’argomento scelto e delle motivazioni personali), seguita da una premessa metodologica (tesa a chiarire, peraltro, le modalità seguite nella raccolta della documentazione bibliografica) e da una sorta di sommario commentato di tutta la tesi. Le conclusioni rappresentano un bilancio del proprio lavoro, condotto al termine dello stesso: viene rapidamente ripercorsa la successione dei capitoli, per evidenziare i risultati o le osservazioni di volta in volta raggiunte e il contributo di ciascuno alla dimostrazione dello scopo teorico della tesi. È anche consigliata un’apertura su un problema o questione suggeriti dallo sviluppo del lavoro e segnalati per futuri ulteriori approfondimenti.
V. Numerazione di capitoli, paragrafi e sottoparagrafi Capitoli: cifre romane Paragrafi: cifre arabe Sottoparagrafi: cifre arabe La numerazione del paragrafo comprende quella del capitolo di appartenenza (es. I.1.), così come quella del sottoparagrafo comprende quelle del capitolo e del paragrafo di appartenenza (es. I.1.1.).
VI. Inserimento delle note (Selezionare “Inserisci” “riferimento” “nota a piè di pagina”) Le note costituiscono una parte fondamentale dell’elaborato: consentono di dimostrare l’esistenza di un fondamento delle questioni trattate nella letteratura critica specialistica. le note possono essere di due tipi: esplicative: destinate a chiarire o sviluppare brevemente aspetti secondari della discussione affrontata nel testo o approfondimenti la cui completa esplorazione esulerebbe dagli scopi del lavoro; bibliografiche: segnalano l’uso pertinente delle fonti bibliografiche consultate. Vanno sempre precedute dalla formula “Cfr.” (= “Confronta”) o alternativamente “Si veda”, quando della fonte consultata non viene citato un passo letterale ma si vuole indicarne i luoghi di interesse per la corrispondente parte del testo. Se in quest’ultimo, invece, viene riportata tra virgolette una citazione letterale, la nota indicherà la fonte consultata direttamente, senza premettere alcuna formula. N. B. : le note a piè di pagina possono anche essere convertite in note di chiusura (cioè poste tutte alla fine del documento); basta selezionare “nota di chiusura” invece di “nota a piè di pagina” nella mascherina “riferimento” dell’opzione “Inserisci”.
VII. Come scrivere le note Per citare un articolo in rivista o periodico: Autore*: selezionare nel menù “Tipo” della mascherina “Carattere” nelle impostazioni di “Formato” l’effetto “Maiuscoletto” Titolo: in corsivo Rivista: caratteri normali ma tra caporali «» (selezionando “Inserisci” “Simbolo”) Annata o Volume della rivista: cifre romane (es.: “a.I” oppure “vol.I”) Numero o fascicolo della rivista: cifre arabe (es.: “n.1”) (si può anche dare sinteticamente un’unica indicazione per annata/ volume e numero/fascicolo, in questo modo: “I/1”) Segue l’indicazione dell’anno di pubblicazione della rivista e dell’intervallo di pagine (“pp. x-y”) nel quale è compreso l’articolo. Per citare un libro: Autore: come sopra Titolo: come sopra Nell’ordine, devono seguire: il luogo di ediz. (es.: Bologna), il nome dell’editore (es.: Il Mulino), l’anno di pubblicazione (se si tratta di ristampa, indicare tra parentesi anche l’anno di prima edizione) e la/le pagine alle quali la nota fa riferimento. Per citare il saggio in volume collettivo: Titolo: caratteri normali ma tra caporali «» Poi inserire le seguenti informazioni: Cognome e Nome del/dei curatori con la formula (a cura di); il titolo in corsivo del volume; luogo, editore, anno e pp. come sopra * In tutti i casi il Cognome scritto per esteso dell’autore è fatto precedere o, preferibilmente, seguire dalla iniziale puntata del Nome (nel secondo caso tra Cognome e Nome va posta una virgola).
VIII. Segue: abbreviazioni Dopo la prima citazione completa della fonte consultata, ogni altra volta che il libro/saggio/articolo venga citato non vanno più date tutte le informazioni ma solo l’Autore, seguito dalla sigla in corsivo “op. cit.” e dall’indicazione delle pagine. Se in una nota immediatamente successiva alla precedente si cita la stessa fonte, le abbreviazioni da utilizzare saranno (in corsivo): Ivi, se si fa riferimento allo stesso libro/saggio/articolo ma citato per pagine diverse. Ibidem, se si fa riferimento allo stesso libro/saggio/articolo citato alla stessa pagina N. B.: quando si cita un saggio o articolo la prima volta per esteso e dopo l’indicazione delle pagine si voglia subito segnalarne alcune in particolare si può procedere alternativamente in uno dei seguenti modi: pp. x-y: a-b pp. a-b (x-y) dove x e y sono la pagina iniziale e finale dell’intervallo in cui il saggio/articolo è compreso, mentre a e b sono la pagina iniziale e finale della sezione consultata. Può trattarsi anche di una singola pagina. Es.: pp. x-y: z oppure p. z (x-y)
IX. Segue: altre abbreviazioni e formule Quando il tema al quale ci si riferisce nel testo è presente un po’ ovunque nella fonte bibliografica consultata, in nota l’indicazione della fonte stessa va fatta seguire dalla formula (in corsivo) passim (avverbio latino, che significa “qua e là”). Talvolta risulta impossibile reperire alcune delle indicazioni bibliografiche, di cui alla precedente scheda VII (soprattutto in caso di fonti antiche). Vanno tenute presenti le seguenti abbreviazioni (da collocare al posto dell’informazione mancante): s.a. (senza anno), s.d. (senza data), s.l. (senza luogo di edizione), s.p. (senza pagina). Ogni volta che si citi in lingua straniera o antica qualcosa che poi si voglia spiegare in italiano corrente, anziché l’uso sgradevole del simbolo = tra parentesi, va preferito l’uso della formula scilicet, sempre tra parentesi. Quando si cita una voce o lemma di dizionario o enciclopedia, vanno tenute presenti le seguenti abbreviazioni: - s.v. (“sub voce”) oppure a.v. (“ad vocem”), seguite dal titolo del lemma (solo nel caso in cui l’autore specifico dello stesso non sia disponibile) - col./coll. (“colonna/colonne”), quando, come spesso avviene, risultino numerate non le pagine ma le colonne di scrittura.
X. Come predisporre Indice e Bibliografia L’Indice va inserito subito dopo il frontespizio e non alla fine del lavoro. Va scritto, preferibilmente, in forma scalare, con indicazione completa delle numerazioni e dei titoli di capitoli, paragrafi e sottoparagrafi. Allineati a destra, vanno inseriti i numeri delle pagine di inizio di ciascun paragrafo e sottoparagrafo (ma non dei capitoli), eventualmente preceduti da serie di punti. La Bibliografia va posta in chiusura del lavoro. Esistono due modi principali nei quali essa può essere compilata: Con ordinamento alfabetico o cronologico: nel primo caso, i cognomi degli autori devono precedere le iniziali dei nomi (es.: Terni, M., Una mappa dello stato, Roma, Carocci, 2003); nel secondo caso, l’anno di pubblicazione tra parentesi deve precedere tutte le altre informazioni (es.: [2003] M. Terni, Una mappa dello stato, Roma, Carocci) *. Predisponendo una bibliografia ragionata, cioè raggruppando le voci bibliografiche o per genere (Fonti o Letteratura primaria; Letteratura secondaria o Letteratura critica) o per tipo (Monografie, Articoli, Saggi) o per contenuti (in base alla pertinenza di ciascun testo consultato alle sezioni tematiche di cui si compone il lavoro). * In questo caso è consigliabile allineare a sinistra gli anni di pubblicazione e lasciare per ogni testo lo stesso spazio vuoto prima dell’indicazione delle altre informazioni bibliografiche.
XI. La ricerca bibliografica Il sistema bibliotecario de “L’Orientale”. Il nostro Ateneo comprende 9 biblioteche dipartimentali, così collocate: Palazzo Giusso: “Filosofia e Politica”; “Scienze Sociali”; “Studi Americani Culturali e Linguistici”; Palazzo Corigliano: “Studi Asiatici”; “Studi del Mondo classico e del Mediterraneo Antico”; “Studi e ricerche su Africa e Paesi Arabi”; Palazzo S. Maria Porta Coeli: “Studi dell’Europa Orientale”; “Studi comparati”; “Studi letterari e linguistici dell’Europa”. La ricerca bibliografica on-line. Dal sito internet www.iuo.it bisogna accedere al Sistema Bibliotecario selezionando “Coordinamento Biblioteche” e successivamente “OPAC Orientale”. A questo punto il search engine della “Sebina Open Library” consentirà di effettuare una ricerca all’interno di una o tutte le biblioteche dipartimentali di Ateneo. La ricerca potrà essere per autore o per soggetto o anche ricerca libera. Quest’ultima va preferita quando non si conosce il libro da ricercare e si vuole avere un’idea di quali volumi l’Ateneo disponga circa l’argomento della propria ricerca. N. B.: il codice che consente l’individuazione del volume è quello della collocazione (sul dorso del volume e in timbro all’interno della copertina), non quello dell’inventario (solitamente timbrato sull’ultima pagina di testo prima dell’indice) N. B.: i cataloghi delle Biblioteche di Ateneo (sia quelli informatici, sia quelli degli schedari cartacei) indicizzano soltanto i volumi (testi a stampa), mentre delle riviste e periodici posseduti è possibile consultare elenchi cartacei, disponibili presso la ricezione di ciascuna biblioteca dipartimentale. In ogni caso, quando si sia appurato che una delle Biblioteche di Ateneo possieda la rivista di interesse, bisognerà consultarne personalmente gli indici per reperire l’annata e il numero del fascicolo contenente l’articolo che occorre, qualora non li si conosca già. È senz’altro utile, in proposito, visitare il sito del Catalogo Italiano dei Periodici www.cib.unibo.it/acnp
XII. Segue: il Sistema Bibliotecario Nazionale e il Polo Bibliotecario Campano È possibile conoscere la collocazione di un libro in una qualsiasi biblioteca italiana consultando il catalogo informatico dell’Indice SBN, disponibile on-line al sito internet www.opac.sbn.it Questa risorsa è utile non solo per conoscere la disponibilità di un certo testo nelle varie biblioteche nazionali ma anche per avere nel dettaglio tutte le informazioni bibliografiche che lo riguardano (inclusi gli anni delle riedizioni e ristampe). È consigliabile registrarsi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli (aperta da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 18.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.00) e farsi rilasciare tesserino di prestito: molte delle fonti non disponibili presso le nostre biblioteche di Ateneo sono agevolmente reperibili in Biblioteca Nazionale (questo vale soprattutto per periodici e riviste). Oltre che attraverso il sito dell’Indice SBN, è possibile risalire alle collocazioni usufruendo del catalogo specifico della Biblioteca (www.bnnonline.it). Tutti i testi a stampa posteriori al 1850 possono essere presi in prestito per periodi variabili (in media per un mese, eventualmente rinnovabile) ma alcune sezioni della Biblioteca prevedono solo la possibilità della consultazione interna dei relativi volumi, eventualmente ricorrendo ai servizi interni di fotocopiatura o all’uso individuale di fotocamera digitale (per i testi di particolare pregio, non fotocopiabili). La Biblioteca Nazionale offre inoltre la possibilità di attingere alle risorse del Polo Bibliotecario Campano, da essa presieduto e coordinato, che raccoglie i cataloghi di tutte le biblioteche (universitarie e non) della Regione Campania. N. B.: la ricerca per autore in Biblioteca Nazionale dà solitamente risultati più fruttuosi, in quanto, a differenza dei cataloghi delle biblioteche di Ateneo, gli schedari cartacei della Biblioteca Nazionale (ma non il catalogo on-line) registrano anche i saggi inclusi in volumi collettivi, anziché solo i titoli generali di questi ultimi.
XIII. Adempimenti formali: modulistica e scadenzario Almeno 3 mesi prima dell’inizio delle sedute di laurea della sessione nella quale si intende laurearsi, bisogna presentare in Presidenza di Facoltà il modulo di assegnazione tesi, debitamente compilato e controfirmato dal relatore. In questa fase occorre solo attestare il nome della disciplina nella quale si vuole discutere l’elaborato finale, senza specificazione dell’argomento/titolo di quest’ultimo. Un calendario redatto dalla Presidenza di Facoltà per ogni anno accademico specifica nel dettaglio le date di inizio di ognuna delle tre sessioni di laurea disponibili (estiva, autunnale, febbraio; rispettivamente a luglio, ottobre e dicembre, marzo e maggio) e lo scadenzario dei relativi adempimenti. Il calendario esce a conclusione dell’ultima sessione di laurea dell’A.A. precedente, quindi dopo maggio; Generalizzando, i moduli da presentare sono i seguenti: Domanda di laurea in Segreteria Studenti (non richiede la firma del relatore), da presentare solitamente tra aprile e maggio per la sessione estiva, a settembre per la sessione autunnale e a gennaio per quella di febbraio, allegando ricevuta relativa alla tassa da pagare per l’esame di laurea (anche questo modulo non richiede la specificazione del titolo dell’elaborato finale); Modulo “verde” in Presidenza di Facoltà (controfirmato dal relatore), da presentare solitamente circa un mese prima della data di inizio delle sedute di laurea della sessione di interesse (questo modulo serve a specificare il titolo definitivo dell’elaborato); Consegna in Segreteria Studenti del frontespizio (cartaceo e firmato dal relatore) e della bozza della tesi su supporto informatico (CD), solitamente circa una settimana dopo la consegna del modulo “verde”; Compilazione presso la Presidenza di Facoltà di un ultimo modulo, attestante l’avvenuta consegna in Segreteria Studenti del frontespizio firmato e della tesi su CD (questo adempimento deve avvenire lo stesso giorno nel quale si consegna la tesi). N. B.: il libretto di iscrizione va presentato all’Ufficio Laureandi (prima della seduta di laurea) e dopo l’apposizione di un timbro (“libretto non valido; studente laureato”) potrà essere conservato dallo studente.