Fuori della Chiesa non cè salvezza ( Cipriano di Cartagine ) è preoccupato per i cristiani scismatici, non per la salvezza dellumanità vale per quelli che sono già dentro la chiesa e sono tentati di abbandonarla è unesortazione, non una formula dottrinale. Più tardi: diventa un assioma generale. Solo una volta nel Concilio di Firenze (1442): si dice che lappartenenza visibile alla chiesa è una condizione necessaria alla salvezza (!) Ma questa tesi fu più tardi condannata, durante il rigorismo giansenista del XVII secolo.
Anche fuori della frontiere visibili della Chiesa cè possibilità di salvezza. nel medioevo si pensava che il Vangelo fosse stato già proclamato a tutta la terra abitata (il mondo mediterraneo) con la scoperta dellAmerica (XVI sec.) e la espansione missionaria verso lAsia: si scopre che milioni di uomini non hanno (per secoli) conosciuto Cristo e ricevuto i mezzi della sal- vezza: la predicazione del vangelo, i sacramen- ti, lappartenenza alla Chiesa. Due diverse reazioni:
Una pratica = Questi uomini sono perduti. Una pessima teologia fu allorigine di una gene- rosità missionaria straordinaria = Francesco Saverio nelle Indie e in Giappone: solo i battezzati possono sfuggire allinferno; perciò affaticava il suo braccio a battezzare! Una teorica = la fede implicita in Cristo. Già Tommaso dAquino dice che è salvo colui che ha una credenza globale in Dio e nella sua volontà salvifica: Se questuomo sapesse che per la sua salvez- za Dio gli chiede di credere in Cristo e di farsi battezzare, lo farebbe (= teoria del votum o desiderio implicito ).
magistero e la teologia Nonostante il magistero e la teologia non hanno mai escluso la salvezza dei non cristiani… posizione pratica Nei fatti sembra che la posizione pratica sia quella che si è imposta di più nella mentalità diffusa tra i cristiani. Basta guardare ancora il commento a disegni al catechismo di San Pio X di Rocchia – Secchi pubblicato nel 1952.