Eneide 6.819-823 Consulis imperium hic primus saevasque secures accipiet, natosque pater nova bella moventes ad poenam pulchra pro libertate vocabit: infelix, utcumque ferent ea facta minores! Vincet amor patriae laudumque immensa cupido.
Sarà il primo console e avrà come onore le crudeli scuri; condannerà a morte i figli in nome della libertà, cui porteranno guerra. Disgraziato, comunque lo giudichino i posteri! L’amor di patria e il volere di lode prevarranno.
Riassunto Eneide I Un principe (Enea), cacciato da casa (Troia), supera varie prove e peripezie e raggiunge una terra favolosa e lontana (l’Italia) dove, dopo aver superato altre prove, sposa la figlia del re (Lavinia).
Riassunto Eneide II Un giovane (Enea), persa la casa e la famiglia, attraverso varie prove e peripezie giunge alla piena consapevolezza di sé, a ottenere il riconoscimento del suo rango sociale, al rientro nell’ordine costituito, sancito da un matrimonio adeguato (Lavinia).
Che cos’è un eroe? L’eroe è una figura granitica, esentata dall’essere qualcuno, perché conta più per quello che fa che per quello che è, il suo essere si riassume nel suo agire. Da un eroe si pretende a priori il coraggio, senza bisogno di spiegazioni e di specificazioni. L’eroe è implicitamente anche dalla parte del giusto, sempre: perché la sua figura serve a una giusta causa, garantire il lettore dalle paure, dalle insicurezze, dai dubbi. Il mondo è ostile e pericoloso, ma si danno gli eroi che sono in grado di vincerlo… (A. Baricco)
Enea è un eroe? pius, gli si attribuiscono facta impia (Aen. 4.596) desiste dall’impresa (Aen. 5.700-703) ha paura (Aen. 1.92) non raggiunge nessuna riconciliazione finale, salvo la legge del più forte (Aen. 12.953).
Quando Enea è eroico? Aen. 1.209 = il buon comandante spem vultu simulat, premit altum corde dolorem Aen. 4.340-344 = l’uomo forte me si fata meis paterentur ducere vitam / auspiciis et sponte mea componere curas, / urbem Troianam primum dulcesque meorum / reliquias colerem, Priami tecta alta manerent, / et recidiva manu posuissem Pergama victis Aen. 12.311-317 = l’uomo etico dextram tendebat inermem…«mihi ius concurrere soli…».
Alcune necessità nella lettura - lettura che tenga conto di progressione temporale, dell’autore e dell’epoca lettura che tenga conto del testo, non di notizie e interpretazioni esterne lettura che tenga conto di tradizione e cerchi di inferire significato e novità dallo scarto dalla tradizione.
Alcuni temi nuovi a) la figura di un nuovo eroe e un nuovo eroismo b) il legame necessario dell’eroe con la comunità c) il compito morale dell’eroe e della comunità (Roma) d) il labor inteso come impegno personale e) il tema virtus contro fortuna
f) la necessità di contemnere opes g) le doti di un vero capo h) la necessità di un’educazione nuova i) il rifiuto dell’antica educazione patrilineare l) il rispetto per l’altro, anche quando sconfitto m) rispetto per pochi valori forti e realmente fondanti.
Alcune date importanti 31 a.C. – battaglia di Azio 27 a.C. – Ottaviano assume il nome di Augusto 26 a.C. – probabile inizio composizione Eneide 23 a.C. – morte di Marcello 23 a.C. – Augusto rinuncia al consolato 23 a.C. – appannamento di Mecenate 19 a.C. – morte di Virgilio
Tre affermazioni singolari Aen. 12.435-436 «Disce, puer, virtutem ex me verumque laborem / fortunam ex aliis…» Aen. 8.362-365 «…haec – inquit – limina victor / Alcides subiit, haec illum regia cepit. / Aude, hospes, contemnere opes et te quoque dignum / finge deo, rebusque veni non asper egenis» Aen. 6.851-853 tu regere imperio populos, Romane, memento / (hae tibi erunt artes), pacique imponere morem, / parcere subiectis et debellare superbos.