Azioni di riabilitazione ed inclusione sociale in Regione Campania attraverso la green economy Giovanni Bartoli, progetto Pro.P, ISFOL Obiettivi: La realizzazione.

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Azioni di riabilitazione ed inclusione sociale in Regione Campania attraverso la green economy Giovanni Bartoli, progetto Pro.P, ISFOL Obiettivi: La realizzazione di azioni di sistema finalizzate a sostenere percorsi formativi e di inserimento socio-lavorativo delle persone con disturbo psichico è una delle finalità del progetto Pro.P/ISFOL. Recenti attività di ricerca puntano sulla green economy, in particolare fattorie e orti sociali, che hanno ottenuto un primo riconoscimento dalle istituzioni europee, dimostrando come l’agricoltura permetta di dare un senso all’esistenza delle persone svantaggiate ed in particolare con disturbi psichici. Dallo studio delle politiche attive del lavoro, ed in particolare l’area dello svantaggio, emerge chiaramente che le esperienze di agricoltura sociale, si incentrano sulla formazione ed inserimento lavorativo, riabilitazione e cura, ricreazione e qualità di vita, educazione, servizi alla vita quotidiana, nell’ottica di rafforzamento delle politiche di Welfare. Sulla scia di ciò, la diffusione dei risultati scientifici raggiunti nelle Regioni, che hanno aderito al protocollo Pro.p/Isfol, come ad esempio la Campania, ha permesso attraverso l’individuazione di un percorso di buone prassi, la costruzione di un “modello”, che costituisca un prototipo utilizzabile dalle amministrazioni ed attori coinvolti, per l’inserimento nel mercato del lavoro di soggetti svantaggiati. Infatti l’agricoltura sociale, importante segmento dell’economia è la nuova frontiera di un'attività responsabile e multifunzionale, che impiega pratiche agricole per promuovere azioni di riabilitazione e di inclusione e lavorativa a beneficio di persone svantaggiate o a rischio di esclusione.   Metodo: L’ indagine scientifica ha preso l’avvio dalla L.R.C. n.5 del 30/03/2012: «Norme in materia di agricoltura sociale e disciplina delle fattorie e degli orti sociali» confrontata con le esperienze europee, dalle quali è emersa la crescita esponenziale del fenomeno. In Italia, non esistono dati complessivi sull'estensione quantitativa dell’argomento; infatti, mentre risultano iscritte 385 cooperative sociali agricole presso le camere di commercio, non sono disponibili dati complessivi sulle imprese e sulle altre forme imprenditoriali ed associative che praticano l'agricoltura sociale. Secondo gli studi svolti da alcuni enti e università risulterebbero oltre 1000 le realtà sul territorio nazionale aventi le seguenti caratteristiche: svolgimento contestuale di attività agricola e di servizi sociosanitari; configurazione come “realtà aggregate” nel senso di coinvolgere soggetti pubblici e privati a livello locale; utilizzazione delle norme nazionali e locali in materia, per formalizzare accordi, protocolli e convenzioni; svolgimento di un’attività agricola di qualità e predilezione per i canali della filiera corta. Una caratteristica delle esperienze italiane di agricoltura sociale è anche il legame con le politiche di sicurezza, con particolare riferimento alla utilizzazione delle terre confiscate alle organizzazioni mafiose e con le realtà carcerarie. Risultati: Non è possibile ad oggi, divulgare dati ufficiali, ma molteplici finalità raggiunte come formazione e inserimento lavorativo: esperienze orientate all’occupazione di soggetti svantaggiati, con disabilità relativamente meno gravi o per soggetti a bassa contrattualità (detenuti, tossicodipendenti, migranti, rifugiati); riabilitazione/cura: esperienze rivolte a persone con disabilità (fisica, psichica, mentale, sociale), con un fine principale socio-terapeutico; ricreazione e qualità di vita: esperienze rivolte ad un ampio spettro di persone con bisogni più o meno speciali, con finalità socio-ricreative, tra cui particolari forme di agriturismo sociale, le esperienze degli orti sociali peri-urbani per anziani; educazione: azioni volte ad ampliare le forme ed i contenuti dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ambientali persone giovani o meno giovani; servizi alla vita quotidiana: come nel caso degli "agri-asili" o di servizi di accoglienza diurna per anziani. Conclusioni: L’inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate ed in particolare con disturbo psichico, si realizza principalmente attraverso l’integrazione operativa tra i servizi , pubblici, privati, imprenditoriali, commerciali, del terziario, attraverso azioni coordinate di policy. Ciò costituisce la premessa per realizzare a livello locale e nazionale, interventi per l’occupabilità , e, per combattere fenomeni di esclusione nell’ambito della salute mentale. Programma per il sostegno e lo sviluppo dei percorsi integrati di inserimento socio lavorativo dei soggetti con disturbo psichico – Pro.P Il Pro. P è finalizzato allo sviluppo e alla messa a sistema di interventi a sostegno dell’inserimento lavorativo delle persone con disturbo psichico. Il Programma, finanziato dal Ministero del lavoro e Politiche Sociali e realizzato dall’Isfol, Ente pubblico di ricerca in house, in collaborazione con dieci regioni italiane, si articola in: attività territoriali, legate alle specifiche realtà regionali, ma riconducibili ad azioni di sistema di rilevanza nazionale; attività trasversali, comuni a tutte le regioni o legate alla messa a sistema delle attività regionali. Le molteplici linee di azione sviluppate sono riconducibili a tre tematiche prioritarie: reti interistituzionali; competenze e formazione degli operatori; percorsi di inserimento al lavoro. Il programma si fonda sulla metodologia di lavoro partecipato, che prevede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori pubblici, privati e del privato sociale che intervengono nei percorsi di inclusione attiva delle persone con disturbo psichico, con il coordinamento di un partenariato istituzionale integrato tra livello centrale e regionale.