Primo Soccorso.

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Transcript della presentazione:

Primo Soccorso

Il Pronto Soccorso è l’intervento di emergenza operato da personale medico che utilizza tutte le tecniche medico-chirurgiche disponibili Il Primo Soccorso è l’aiuto dato al soggetto infortunato o malato, da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato

“Ma chi me lo fa fare?

Omissione di soccorso (art. 593 C.P.) Il reato è consumato da chiunque”...trovando abbandonato...persona incapace di provvedere a se stessa omette di darne avviso all’Autorità. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso alle Autorità.”

ARTICOLO 54 CODICE PENALE STATO DI NECESSITÀ ARTICOLO 54 CODICE PENALE Non è punibile chi abbia commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo non da lui volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionale al pericolo.

LE FINALITÀ DEL PRIMO SOCCORSO Mantenere le funzioni vitali Prevenire eventuali peggioramenti della situazione Migliorare, se possibile, le condizioni della persona infortunata Prestare primo soccorso NON SIGNIFICA SOSTITUIRSI AL MEDICO ED INFERMIERE 11

URGENZA: SITUAZIONE DI ESTREMA GRAVITA’ CHE ESIGE DECISIONI IMMEDIATE; SITUAZIONE DIRETTAMENTE PROPORZIONATE AL PERICOLO DI VITA DELL’INFORTUNATO GRAVITA’: SITUAZIONE CARATTERIZZATA DA CAUSE O CONSEGUENZE SFAVOREVOLI, NON NECESSARIAMENTE COMPORTANTI URGENZA L’entità dell’urgenza è direttamente proporzionale al pericolo immediato di vita dell’infortunato: bisogna intervenire subito e rapidamente eseguire. L’urgenza è sempre una situazione gravissima. D’altra parte ci sono casi gravissimi in cui non c’è estrema urgenza. Facciamo degli esempi: il caso di sospetta frattura di colonna vertebrale è di estrema gravità ma non richiede urgenza assoluta. Anzi qui vale una regola base di primo soccorso: meglio non fare che fare male; infatti in questo caso l’infortunato deve essere lasciato immobile come si trova (anche a lungo) nell’attesa di soccorritori qualificati a effettuarne il sollevamento ed il trasporto corretto. L’attesa non lo aggrava, i movimenti inconsulti possono peggiorare la situazione e, al limite, ucciderlo. Casi di arresto respiratorio, arresto cardiaco, emorragie importanti, oltre ad essere molto gravi, sono anche casi urgentissimi. E’ evidente che l’infortunato rischia la morte in tempi brevi: il soccorritore ha poco tempo a disposizione: deve agire senza indugi e rapidamente sul posto. Il futuro di un traumatizzato dipende prima di tutto dalla prontezza di intervento del soccorritore, dalle sue capacità nel riconoscere le cause delle lesioni e i sintomi che ne indicano la gravità, dalle qualità delle prime cure e anche da un trasporto corretto in ospedale.

In caso di infortunio grave, la Parola d’ordine per chi soccorre è P.A.S. PROTEGGI (eliminare la causa, o allontanare ) AVVERTI (telefonare al 118) SOCCORRI (attuare i primi interventi)

PROTEGGERE Proteggere se stessi, la persona a cui si presta soccorso, eventuali persone presenti E’ necessario: mantenere la calma osservare bene se la situazione e l’ambiente sono sicuri se vi sono rischi, adottare misure idonee per rimuoverli o evitarli

AVVERTIRE Il numero telefonico unico per l’emergenza sanitaria è il 118 attivo su tutto il territorio regionale la chiamata è gratuita (dalle cabine telefoniche non sono necessarie monete o la scheda, il cellulare funziona anche se la scheda prepagata è esaurita)

fornire con calma le informazioni richieste dall’operatore ATTIVAZIONE DELLA CENTRALE OPERATIVA fornire con calma le informazioni richieste dall’operatore Nome Località esatta Via - Nr. Civico Riferimenti Telefono Evento: infortunio o malore, dinamica, eventuale pericolo di incendio, rischio di intossicazione, fuga di gas 118 Infortunati: quanti sono, se sono incastrati, schiacciati, dove si trovano

Cosciente Battito Cardiaco Respira Torace Dolore Addome Altro ATTIVAZIONE DELLA CENTRALE OPERATIVA Cosciente Battito Cardiaco Respira Torace Dolore Addome Altro Da quanto tempo 118 Età del paziente

NON IRRITARTI, NON STA PERDENDO TEMPO! N.B. L’operatore telefonico che lavora in Centrale Operativa 118 è un Infermiere professionale esperto: quando risponde alla chiamata ha già iniziato ad aiutarti, rispondi alle sue domande con calma e precisione: NON IRRITARTI, NON STA PERDENDO TEMPO!

SOCCORRERE in caso di infortunio agire con calma e determinazione Esame dell’infortunato: -controllo delle funzioni vitali: la vittima è cosciente o non cosciente? E se è incosciente, respira o non respira? Il polso è presente o assente?. Questo viene detto controllo primario (fa parte del controllo primario anche il riscontro di un’emorragia imponente). Valutate e garantite le funzioni vitali si passa alla: - ispezione accurata del soggetto (controllo secondario). Questa può essere effettuata con la palpazione, lo sguardo ed altri sensi. Si valuta se la persona è ferita, se sanguina, se c’è sospetto di frattura, ecc. Si controlla il colorito del viso, ecc. Parlare all’infortunato, se risponde ascoltarlo. Il soccorritore deve controllare segni e sintomi. E’ definito segno ciò che il soccorritore rileva sul paziente con l’udito, la vista, il tatto, l’odorato, in rapporto al problema del paziente stesso (ogni manifestazione evidente di lesione o malattia). E’ definito sintomo ciò che il paziente riferisce riguardo alla sua condizione. - Soccorso psicologico: il soccorritore continui a parlare alla vittima, gli infonda coraggio, lo rassicuri. Il soccorritore si qualifichi. Parli con voce calma e chiara. Evitare commenti sullo stato del soggetto. Si eviti ogni protagonismo. iniziare i primi soccorsi salvaguardando la sicurezza dei soccorritori

CENNI DI PRIMO SOCCORSO

- indossare i guanti monouso COSA FARE - indossare i guanti monouso - controllare la scena dell’infortunio e la pericolosità ambientale per l’infortunato, per sé e per gli altri - controllare le condizioni dell’infortunato - se la causa dell’infortunio agisce ancora, rimuoverla ovvero allontanare l’infortunato - se necessario, telefonare al 118, ovvero predisporre il trasporto in Ospedale con l’auto - attuare misure di sopravvivenza evitare l’aggravamento delle lesioni anche attraverso una corretta posizione rassicurare e confortare l’infortunato - fornire ai soccorritori ulteriori informazioni circa la dinamica dell’infortunio ed eventualmente consegnare le schede di sicurezza

- Correre rischi e agire senza COSA NON FARE: - Correre rischi e agire senza precauzioni personali; evitare di diventare una seconda vittima - Agire d’impulso e perdere la calma - Muovere e sollevare l’infortunato qualora si sospetti lesione alla colonna vertebrale (eccetto che in caso di incendio o fuga di gas o altri pericoli imminenti) - Somministrare bevande, soprattutto alcoliche - Permettere che si crei confusione attorno all’infortunato. Quindi allontanare i curiosi e chi crea confusione. All’infortunato non devono mai essere somministrati: farmaci o alimenti o liquidi. E’ anche consigliabile allontanare la folla: se l’evento si verifica in un luogo pubblico il soccorritore con calma e fermezza dovrà imporsi per allontanare curiosi, i molesti, i volenterosi incapaci. Si faccia aiutare da qualcuno, per non perdere tempo, a creare uno spazio libero intorno all’infortunato, per evitargli ulteriori danni e per facilitare le manovre di assistenza e soccorso

Valutazione primaria VALUTAZIONE ISTINTIVA Ancor prima di toccare la vittima, il soccorritore tende a valutare istintivamente la gravità di un quadro. La vittima: è cosciente? si lamenta? respira? sanguina? si muove spontaneamente?

Incosciente: non risponde agli stimoli VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA Cosciente: reagisce agli stimoli esterni, risponde alle domande; se non è in grado di parlare dimostrerà in qualche modo di poter rispondere Incosciente: non risponde agli stimoli Come sta ? Tutto bene? La coscienza è lo stato di un soggetto consapevole della propria esistenza e in relazione con l’ambiente esterno. Il soggetto cosciente sente e/o si muove. Risponde verbalmente se lo si interroga con domande semplici (mi sente? Come va?). Risponde con movimenti se lo si stimola in caso di mancata risposta verbale: scuotendolo, dandogli ordini semplici quali mi stringa la mano, oppure apra gli occhi o tiri fuori la lingua. Può darsi infatti che senta, sia cosciente, ma non abbia la forza o la possibilità di rispondere verbalmente. Bisogna quindi stimolarlo anche con gesti. Per valutare lo stato di coscienza il soccorritore dovrà quindi: - inginocchiarsi di fianco all’infortunato, guardandolo bene in viso; - scuoterlo leggermente per le spalle - chiedergli: signore, mi sente? L’ordine va dato con calma, con voce alta, chiara e netta, scandendo le parole, ma senza urlare (il soccorritore potrà poi anche tenere nella sua la mano dell’infortunato, aspettando una risposta). Se il soggetto ha risposto in qualche modo, anche debolmente, può essere considerato cosciente. Se è cosciente, egli respira e il suo cuore batte. Il soccorritore potrà allora valutare con calma il suo stato procedendo ad ulteriori indagini e valutazioni. Di fronte ad una persona incosciente il soccorritore deve: - immediatamente valutare se respira o non respira. Un incosciente lasciato abbandonato supino, rischia il soffocamento. Nell’incosciente la muscolatura è completamente rilasciata ed inoltre manca il controllo di alcune funzioni.. Un incosciente ha la lingua rilasciata: questa scivolando all’indietro può occludere le vie respiratorie. L’incosciente abbandonato a se stesso rischia di soffocare. Un incosciente non controlla più il riflesso della deglutizione né il riflesso della tosse (riflessi difensivi). La saliva prodotta, non deglutita può scendere lungo le vie respiratorie invece che nell’apparato digerente; lo stesso dicasi di eventuali liquidi biologici quali sangue o vomito che si raccolgono in bocca e che possono provocare soffocamento. Infine nella bocca del soggetto potrebbero essere presenti corpi estranei: caramella, protesi o anche denti rotti

ESAME DELLE FUNZIONI VITALI Monitorare l’ABC A = Airways: controllo delle vie aeree B = Breathing: controllo della respirazione C = Circulation controllo della circolazione La vita di un organismo è assicurata da 3 funzioni essenziali collegate strettamente l’una all’altra: la funzione nervosa, la funzione respiratoria, la funzione circolatoria. I tre parametri vitali da ricercare immediatamente sono quindi: - lo stato di coscienza - l’attività respiratoria - l’attività cardio-circolatoria.

CENNI DI ANATOMIA

Sterno Polmoni Coste Processo xifoideo Cuore Colonna vertebrale Diaframma

A - Airway (controllo delle vie aeree) Apertura vie aeree estrarre i corpi estranei inserendo lateralmente in bocca uno o due dita ad uncino (es protesi dentarie, residui di cibo, denti rotti) Valutazione dell’attività respiratoria. Premettiamo che, per procedere alla valutazione del respiro, il soccorritore dovrà prima di tutto assicurare la pervietà delle vie aeree: - al soggetto posizionato supino (capo, tronco, arti allineati) dovrà slacciare tutto ciò che stringe o che potrebbe ostacolargli il respiro (cravatta, colletto, cintura) e scoprirgli, per quanto possibile il torace - eseguirà l’apertura della bocca e controllerà rapidamente con lo sguardo che il cavo orale sia libero. La bocca si apre con la manovra delle dita incrociate (pollice ed indice che si incrociano). Non si perda tempo a far ricerche nella bocca: se al rapido controllo effettuato con lo sguardo, la bocca non presenta ostruzioni visibili, si passa subito alla fase successiva. - se invece la bocca risulta visibilmente ostruita si procede alla sua pulizia. I liquidi o semiliquidi dovranno essere estratti mediante l’uso del dito indice e medio coperti da un pezzo di stoffa; i materiali solidi dovrebbero essere estratti con il dito indice piegato ad uncino (manovra ad uncino). Non si introducano comunque le dita dritte lungo la parte centrale del cavo orale: si rischierebbe di sospingere ancora più in giù il materiale, invece di asportarlo.

CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE B - Breathing CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE Guarda: se il torace si alza e si abbassa Ascolta: se l’aria esce dalla bocca o dal naso Senti: sulla guancia se alita Non tenere conto di deboli tentativi di respirazione

SE RESPIRA SE NON RESPIRA - presenta colorito normale - la gabbia toracica si muove più o meno ritmicamente (normalmente sono presenti 15-18 escursioni respiratorie al minuto) - la prova dello specchietto è positiva (mettendo uno specchio o un paio di occhiali o un pezzo di vetro sotto le narici dell’infortunato, o davanti alla bocca, questo si appannerà: vuol dire che c’è attività respiratoria) SE NON RESPIRA - il colorito del soggetto è cianotico - la gabbia toracica è immobile -prova dello specchietto negativa, non si ravvisa alcuna modificazione N. B. da quando la respirazione si ferma ci sono circa 3-4 minuti di tempo per salvare l’infortunato

RESPIRAZIONE PRESENTE COSA FARE metti la vittima in posizione laterale di sicurezza - controlla che continui a respirare Se l’incosciente respira le funzioni vitali sono presenti (anche il cuore batte). Il soccorritore potrà agire con calma e fare altre valutazioni. Continuerà però a sorvegliare la vittima, favorendo il mantenimento delle funzioni vitali. Se l’incoscienza si prolunga con respiro e polso presenti, e se l’infortunato presenta problemi medici o comunque di natura non traumatica, mentre si attende l’arrivo del soccorso qualificato bisogna mantenere la pervietà delle vie aeree mettendo in atto la POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA. E’ una posizione di attesa che garantisce il mantenimento della respirazione autonoma del soggetto. L’infortunato è posto su un fianco, per cui eventuali liquidi presenti in bocca (saliva, sangue, vomito) possono defluire all’esterno; inoltre ha il capo in iperestensione. Posizione laterale di sicurezza(PLS)

RESPIRAZIONE ASSENTE APERTURA DELLE VIE AEREE SI NO Se l’incosciente non respira, si entra nella estrema urgenza. Il soccorritore pone una mano sulla fronte del soggetto ed esercita una ferma pressione all’indietro con il palmo della mano (iperestensione del capo); la punta delle dita dell’altra mano (indice e medio) sono poste sotto il mento della vittima in modo da sollevare la mandibola tirandola in alto fino ad ottenere l’allineamento delle arcate dentarie. Le dita devono essere tenute sulla parte ossea, evitando di comprimere i tessuti molli presenti nella parte inferiore della mandibola stessa. La bocca non deve essere chiusa. Il capo è così rovesciato all’indietro, il mento è rivolto verso l’alto: in questo modo la lingua si sposta e non ostruisce più le vie aeree. Questa tecnica consente di ottenere la massima apertura delle vie respiratorie. Attenzione: se l’infortunato è un grave traumatizzato (e questo lo si può dedurre dalla dinamica dell’incidente) esso andrà sempre considerato potenziale portatore di lesioni alla colonna vertebrale (soprattutto nel tratto cervicale: testa-collo). Pertanto la manovra per assicurare e mantenere la pervietà delle vie aeree si dovrà limitare al sollevamento del mento con due dita, escludendo l’iperestensione del capo. sollevare il mento con due dita, estendere la testa, spingendo all’indietro la testa e appoggiando l’altra mano sulla fronte. N.B. Tale manovra non va effettuata in caso di sospetta frattura del rachide.

Controllo della Circolazione C - Circulation Controllo della Circolazione Per valutare la presenza di attività cardiaca si dovrà palpare il polso (indice di presenza del battito cardiaco) o cercare le pulsazioni alla carotide per 10” Usando i polpastrelli dell’indice e del medio, localizza sulla trachea il pomo d’Adamo (o zona analoga nella donna) situato nella parte mediana del collo. Non si usi il pollice che ha un proprio battito e potrebbe essere fuorviante. Sposta le due dita lateralmente verso di sé, nel solco affiancato alla trachea, fra questa e i muscoli del collo: all’interno di questo canale scorre l’arteria carotide. Preme dolcemente contro il piano osseo rappresentato dalla colonna cervicale. Basta una pressione minima per rilevare il polso carotideo. N.B Non si prema con la punta delle dita verso la trachea: si ostacolerebbe la respirazione Non si cerchi Mai di sentire il polso su entrambi i lati del collo premendo contemporaneamente sulle due carotidi. Non si perda tempo alla ricerca di altri polsi periferici, perché non facilmente apprezzabili. Per queste situazioni di emergenza è da preferirsi sempre il polso carotideo perché: - è prodotto da una arteria di grosso calibro - è molto vicino al cuore - è facile da reperire e da avvertire - è l’ultimo a scomparire

Arteria radiale

Arteria radiale Arteria carotide

POSIZIONI DELL’INFORTUNATO se il paziente è cosciente posizione supina se il paziente è incosciente lasciarlo disteso; non alzargli le gambe solo se vomita ed è in posizione supina adottare la posizione laterale di sicurezza (ruotarlo mantenendo testa-collo- tronco sullo stesso asse) se non si può escludere una frattura della colonna vertebrale lasciarlo dove e come si trova; limitarsi a controllare le funzioni vitali Se è cosciente ma non ci sono altre controindicazioni si può mettere il soggetto semiseduto.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA N.B.: In caso di sospetta lesione della colonna vertebrale NON SI DEVE PRATICARE LA PLS - il soccorritore è inginocchiato di fianco all’infortunato, all’altezza del suo torace - egli allunga ad angolo retto rispetto al corpo (o leggermente ripiegato verso l’alto) il braccio della vittima che si trova dalla sua parte - sul lato opposto, il soccorritore flette il ginocchio dell’arto inferiore controlaterale e ripiega il braccio controlaterale sul torace portandone la mano fino sulla spalla opposta - ponendo una mano sulla spalla ed una sul bacino del lato opposto, ruota l’incosciente verso di sé, sino a farlo appoggiare su un fianco: nella rotazione la testa va ad appoggiarsi sulla mano che era stata portata su quel lato - il soccorritore iperestende subito il capo sostenendolo con una mano, mentre spinge in alto il mento con due dita; sistema infine definitivamente la mano sotto la guancia - può agganciare il piede dell’arto flesso al polpaccio dell’arto sottostante, oppure può lasciare libero il piede pur mantenendo la flessione dell’arto (il ginocchio deve appoggiare al suolo) - se necessario, metta appoggi dietro la schiena o sotto il ginocchio. Si accerti che la posizione sia stabile e che il paziente non cada prono né ritorni supino. La posizione si chiama di sicurezza proprio perché, così sistemata, la vittima non corre rischi di soffocamento ed il soccorritore può allontanarsi per un tempo breve, ma sufficiente a chiamare il soccorso qualificato.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA - lesione arto inferiore: non sarà questo ad essere flesso, ma sarà quello sano: l’arto al suolo sarà quello leso - lesione arto superiore: non sarà quello ad essere ripiegato sul torace, ma sarà quello sano; quello al suolo sarà l’arto leso - lesione toracica: il paziente dovrà essere ruotato sul lato della lesione affinchè il polmone sano non sia compresso e possa espandersi bene - in caso di orecchio che sanguina è meglio che il sangue fuoriesca, quindi il paziente resti sul lato da cui esce il sangue

MANOVRA DI PRONO-SUPINAZIONE E’ una manovra di rotazione da effettuarsi solo se è necessario. Serve per mettere supino un infortunato trovato prono. Supponendo di non conoscere molto della dinamica dell’evento, si attua una tecnica che protegga per quanto possibile la colonna vertebrale (con particolare cura per il tratto cervicale). Questo solo nel caso in cui il soccorritore si trovi da solo e nella necessità di agire rapidamente: quando cioè deve effettuare valutazione delle funzioni vitali, altrimenti impossibili, o quando, valutarne l’assenza, debba procedere alla RCP. - Se il paziente giace a faccia in giù il soccorritore dovrebbe situarsi a lato della vittima (dalla parte opposta a dove è situata la sua testa) e all’altezza del suo bacino, lasciando un po’ di spazio fra sé e l’infortunato - Gli raddrizza piano piano le gambe. Porta il braccio che sta dalla sua parte verso l’alto, oltre la sua testa. - Porta la sua mano che sta verso la testa (anche polso e avambraccio) a sostenere saldamente testa-collo - posiziona l’altra mano sotto l’ascella dell’infortunato effettua una rotazione verso di sé spostando il paziente prima su di un fianco poi sulla schiena. Si dovrà muovere l’insieme testa-collo-tronco come se fossero un blocco unico. - esegue la rotazione accompagnandola e seguendola per quanto possibile con il corpo, avendo poi cura di posare delicatamente al suolo la testa

MANOVRA DI PRONO-SUPINAZIONE - Incidente dubbio o l’infortunato è un grave traumatizzato non praticare la manovra di prono-supinazione impulsivamente, ma lasciare il soggetto nella posizione in cui si trova e dove si trova, provando a sentire se respira. Quindi: - E’ possibile valutare l’attività respiratoria e l’infortunato respira, lasciarlo dove si trova e nella posizione in cui si trova, continuando a controllarlo - L’infortunato non respira, e si intende rianimarlo, bisogna attuare la manovra di prono-supinazione. - in caso di malore o altro tipo di infortunio non traumatico attuare comunque la manovra di prono -supinazione per praticare la sequenza dell’ABC Se riconosce che non respira, se intende rianimarlo, deve per forza girarlo supino. E’ quindi a sua discrezione praticare la manovra di prono-supinazione, senza la quale la RCP non si può praticare. Ricordi però che l’individuo morirebbe comunque sicuramente per arresto delle funzioni vitali e quindi in ogni caso è sempre meglio tentare di salvare una persona da morte certa, sperando che questa manovra, studiata allo scopo e ben eseguita, ci permetta di tenerlo in vita senza ulteriori danni. Il soccorritore si limiterà a decidere di eseguire la manovra di prono-supinazione in un soggetto reduce da un incidente altamente traumatizzante, solo nel caso abbia accertato che il soggetto non respira per potergli praticare la RCP. Non prenda l’iniziativa di muoverlo per accertare il respiro o per assicurargli la pervietà delle vie aeree; se riesce ad individuarne il respiro presente senza muoverlo è meglio: si limiti a dare l’allarme senza abbandonarlo e continuando a sorvegliarlo.

POSIZIONE SUPINA A GAMBE FLESSE In caso di: - Traumi o ferite addominali - per rilassare i muscoli addominali Posizionare sotto le ginocchia un supporto (coperta arrotolata, cuscino) permettendo ai piedi di appoggiare al pavimento

POSIZIONE SEMISEDUTA In caso di: - difficoltà respiratoria (pat. Respiratorie o cardiache - traumi toracici (ferite o fratture al torace) - dolore intenso al petto: sospetto infarto miocardico - per facilitare la respirazione - posizionare sotto il busto e il capo dell’infortunato un sostegno statico (sedia, sacchi) creando un angolo di circa 45°

POSIZIONE ANTISHOCK In caso di: - shock - ustioni estese - per facilitare il ritorno del sangue verso cuore e cervello - posizionare sotto le gambe dell’infortunato un supporto (sedia, sacchi) creando un angolo di almeno 45°

PRIMO SOCCORSO in caso di LESIONI OSTEOARTICOLARI (traumi cranici, lussazioni, contusioni, distorsioni e fratture) FERITE E AMPUTAZIONI USTIONI AVVELENAMENTI ELETTROCUZIONE

LESIONI OSTEOARTICOLARI

Non cercare mai di ridurre la lussazione E’ lo spostamento permanente delle estremità ossee di una articolazione per rottura dei legamenti. Segni e sintomi: deformazione anatomica dolore acutissimo impotenza funzionale completa ed immediata Consiste nella fuoriuscita o nella separazione dell’osso dal suo sito naturale nell’ambito dell’articolazione. Alcune articolazioni, come quelle della spalla o delle dita si slogano facilmente perché le ossa e i legamenti non sono adeguatamente protetti.Le lussazioni in genere sono più evidenti delle fratture, poiché le articolazioni appaiono deformate. Un osso slogato può spesso causare una protuberanza anormale, un rigonfiamento od una depressione che rende molto più facile individuare subito una lussazione rispetto ad altre lesioni dell’apparato muscolo-scheletrico. I sintomi soggettivi sono il dolore acutissimo e talvolta disturbi della sensibilità e formicolii; impotenza funzionale completa ed immediata, causata dalla perdita dei rapporti articolari, dal dolore e dalla contrattura dei muscoli. Distorsioni e lussazioni hanno quindi sintomi comuni: l’unico fattore che consente di distinguerle è il movimento, spesso ancora possibile nella distorsione, impossibile nella lussazione, in quanto l’osso ha abbandonato completamente i suoi rapporti articolari. Non cercare mai di ridurre la lussazione

CONTUSIONE DISTORSIONE La contusione è la lesione delle parti cutanee e muscolari, dovuta alla pressione o all’urto di un corpo estraneo, senza la rottura della parete cutanea e con la formazione di ematomi DISTORSIONE La distorsione: si tratta di un violento spostamento di un capo articolare che esce dalla propria sede per rientrarvi spontaneamente. La distorsione è lo scostamento articolare temporaneo delle estremità delle ossa di una articolazione.

CONTUSIONE E DISTORSIONE Sintomi: dolore vivo e costante gonfiore immediato ecchimosi o ematomi i movimenti possono essere possibili Trattamento: - immobilizzazione e messa a riposo - applicazione di ghiaccio sulla zona - se possibile, sollevare la parte lesa - Immobilizzazione: se il tipo di lesione è piuttosto grave, occorre immobilizzare la parte prima di effettuare ulteriori cure, quali l’applicazione del ghiaccio o il sollevametno della parte lesa. L’immobilizzazione è importante perché riduce il dolore, previene ulteriori danni ai tessuti molli, riduce il rischio di sanguinamenti gravi, riduce la compromissione della circolazione nella parte lesa, evita che le fratture chiuse si trasformino in fratture esposte. - Riposo: evitare ogni movimento o attività che possa provocare dolore. Aiutare la vittima a trovare la posizione comoda. - Elevazione della parte: sollevando, quando possibile, la parte lesa, si riduce il gonfiore e si rallenta il flusso di sangue. Non sollevare se si sospetta una frattura, fino a quando la parte fratturata non sia stata steccata. Non togliere le scarpe antinfortunistiche in caso di lesione a livello della caviglia. - Ghiaccio: mettere sempre il ghiaccio o qualcosa di molto freddo sia in caso di frattura chiusa che in presenza di una distorsione, una lussazione od uno stiramento muscolare. Il freddo aiuta a ridurre il gonfiore, attutisce il dolore e il disagio. Mettere sempre un pezzo di garza o di tessuto tra il ghiaccio e la pelle, per non danneggiarla con il contatto diretto con il freddo. Non mettere mai il ghiaccio sulle fratture esposte.

LE FRATTURE Rottura di un osso causata da una forza tale che supera la resistenza dell’osso stesso. Una frattura può essere: composta: senza spostamento dei monconi scomposta: con spostamento dei monconi chiusa: l’osso non comunica con l’esterno esposta: i muscoli e la pelle sono lacerati e le ossa fratturate comunicano con l’esterno La frattura è l’interruzione della continuità di un osso.

Che tipo di frattura è questa?

Che tipo di frattura è questa?

Come riconoscerle gonfiore, dolore intenso nella zona di frattura incremento del dolore con il movimento deformazione della parte colpita esposizione dei monconi ossei, se frattura esposta gli arti fratturati si presentano di solito accorciati e in posizione anomala rispetto all’asse del corpo Una lesione scheletrica è a rischio per la vita se associata ad una emorragia importante

Cosa fare chiamare i soccorsi, 118 non muovere il soggetto se non è strettamente necessario e in questo caso immobilizzare l’arto tagliare delicatamente i vestiti sopra la frattura tamponare altre emorragie associate non muovere i monconi in caso di fratture esposte non forzare la parte colpita non tentare di riallineare i monconi posizione antishock E’ meglio toccare le fratture esposte il meno possibile per evitare ulteriore contaminazione ed altre complicanze quali lesioni di vasi e nervi circostanti; inoltre qualsiasi manovra potrebbe favorire il distacco e l’entrata in circolo di frustoli d’osso e di frammenti di midollo con il rischio di embolia. La frattura esposta è più grave e urgente di una frattura chiusa. Se dalla ferita sporgono i monconi ossei della frattura non si tenti mai di farli rientrare sotto la pelle; non si cerchi di allontanare o togliere frammenti d’osso anche se liberi e se sembrano completamente staccati dall’arto. Coprire la ferita e l’osso che sporge (senza toccare e senza disinfettare) con garza sterile. Lo steccaggio della frattura esposta compete esclusivamente ad un soccorso qualificato.

Cosa fare nelle sedi di frattura vertebre o il bacino: evitare il più possibile movimenti; se necessario uno spostamento devono collaborare almeno tre persone ponendo sotto il soggetto una superficie dura e immobilizzare le varie parti del corpo al sostegno Steccaggio: non deve tener bloccato solo l’osso fratturato ma deve comprendere anche le articolazioni a monte e a valle del punto di frattura; I legacci, per fissare la steccatura, devono essere posti al di sotto e al di sopra del punto in cui il paziente denuncia il dolore L’applicazione di stecche (steccaggio) è il metodo seguito per immobilizzare fratture o lussazioni o distorsioni. Il termine stecca va riferito a qualsiasi mezzo usato a questo scopo. Ci si può servire di assi legno, bastoni, cartoni, riviste ripiegate a doccia, avendo cura di imbottirli con stoffa o cotone. Lo steccaggio non deve tener bloccato solo l’osso fratturato ma deve comprendere anche le articolazioni a monte e a valle del punto di frattura; questo allo scopo di evitare spostametni e rotazioni dei monconi. Non si fissa mai una steccatura passando un legaccio sul punto di lesione ma si pongono i legacci che devono tenerla bloccata sempre al di sotto e al di sopra del punto in cui il paziente denuncia il dolore Ricordare ancora che quando si fascia un arto si devono lasciare sempre libere le dita per controllare che le unghie restino rosee; se le dita diventano fredde e violacee significa che, forse anche a causa della tumefazione progressiva dei tessuti, lo stoccaggio risulta essere troppo stretto.

Nel caso di un arto fratturato, invece di usare stecche si può usare come supporto una parte del corpo sana.

L’angolo largo del triangolo è posto nella direzione del gomito dell’arto leso. Un capo lungo del triangolo si fa scivolare sotto il braccio flesso a 90°. Il capo sale sulla spalla del lato leso, gira intorno al collo verso la spalla controlaterale. L’altro capo avvolge l’avambraccio flesso e sale sulla spalla controlaterale: i due capi verranno annodati dietro il collo. La punta del triangolo rivolta verso ilgomito (angolo largo) verrà ripiegata e fissata in questa sede. Due teli trasversali possono servire come nastri per fissare il tutto al torace.

CENNI DI ANATOMIA Il CERVELLO Contenuto nella scatola cranica, è avvolto da tre membrane chiamate meningi nel cui spazio è contenuto un liquido che, insieme alle meningi, costituisce un sistema di protezione del SNC Il cervello è suddiviso in due emisferi, separati da una scissura. Lo strato esterno del cervello detto corteccia cerebrale è composto da una sostanza grigia e contiene le cellule nervose (neuroni):- di senso, sensazioni dalla periferia ai centri - di moto: sensazioni dai centri alla periferia. E’ la parte più importante del cervello perché contiene i centri delle varie funzioni come la mobilità, la sensibilità, la vista, l’udito, il linguaggio, ecc. Esistono cellule di vario tipo riunite secondo la loro specializzazione o meglio per i compiti che devono svolgere. Le stimolazioni che giungono dall’ambiente esterno vengono raccolte alla periferia e trasportate fino alla superficie del cervello attraverso le fibre di senso. Nella corteccia le cellule identificano il segnale e generano degli ordini che scendono tramite le fibre di moto danno luogo a movimenti. Il cervello è sede di tutte le funzioni superiori e centro di regolazione metabolica

TRAUMI CRANICI Sintomi nelle forme gravi : sonnolenza, disorientamento sangue che fuoriesce dal naso, dalla bocca, dall’orecchio paralisi di un lato del corpo vomito, vertigine, cefalea perdita di coscienza Ogni persona che abbia subito al cranio un severo evento traumatico deve essere considerata portatrice di lesioni potenzialmente gravi.

Valutare lo stato di coscienza; se cosciente posizione supina Cosa fare? Valutare lo stato di coscienza; se cosciente posizione supina se è incosciente lasciarlo disteso; non alzargli le gambe Accertare respiro e battito cardiaco se vomita ed è in posizione supina adottare la posizione laterale di sicurezza (ruotarlo mantenendo testa-collo- tronco sullo stesso asse) se si sospetta una frattura della colonna vertebrale lasciarlo dove e come si trova; limitarsi a controllare le funzioni vitali Se è cosciente ma non ci sono altre controindicazioni si può mettere il soggetto semiseduto.

sorvegliare il paziente in attesa del 118 COSA FARE? sorvegliare il paziente in attesa del 118 effettuare rianimazione cardiopolmonare in caso di incoscienza e assenza di respirazione e circolazione COSA NON FARE? non bloccare la fuoriuscita di sangue dagli orifizi non rimuovere gli oggetti conficcati non dare nulla da bere all’infortunato non sollevare il capo ed eseguire altri movimenti bruschi; non dare schiaffi non alzare gli arti inferiori non alzare gli arti inferiori: si aumenterebbe l’afflusso di sangue al cervello

CENNI DI ANATOMIA La colonna vertebrale è formata da 33 o 34 vertebre. 7 vertebre cervicali, 12 vertebre dorsali, 5 vertebre lombari 5 vertebre sacrali 3/5 vertebre coccigee.

SNC (Sistema Nervoso Centrale) (Sistema nervoso Periferico) Cervello midollo spinale SNP (Sistema nervoso Periferico)

LESIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE può coinvolgere solo la struttura ossea oppure può interessare il midollo spinale contenuto all’interno del canale vertebrale QUANDO SOSPETTARLA: l’infortunato lamenta dolore alla schiena se lamenta formicolio, scosse elettriche, senso di caldo o freddo alle estremità; insensibilità agli arti se è caduto in piedi da un’altezza superiore ai 4 metri se ha riportato trauma cranico e/o facciale l’assenza di dolore non esclude che vi possa essere una lesione della colonna Può perdere urina e feci. Una sezione del midollo spinale significa paralisi definitiva e irreversibile per tutto il segmento del corpo sottostante al punto di lesione. Se la lesione è localizzata a livello lombare potranno essere compromessi gli arti inferiori Se la lesione è localizzata più in alto (vertebre cervicali) si potrà avere paralisi anche degli arti superiori (tetraplegia). Se la lesione ha interessato il bulbo si potrà avere arresto respiratorio. E’ UNA SITUAZIONE GRAVISSIMA MA NON URGENTE E’ il caso in cui vale la regola del meglio non fare che fare male.

Cosa fare ? Il soccorritore deve: chiamare tempestivamente il 118 non muovere l’infortunato Se cosciente: immobilizzare la testa, tranquillizzare, coprire l’infortunato Se non cosciente: verificare respirazione e circolazione nella posizione in cui si trova Se assenti: posizionare tenendo allineati testa, tronco, gambe; liberare le vie respiratorie; effettuare la rianimazione cardiopolmonare - Se l’incosciente di fronte a lui, già in posizione supina, reduce da un grave trauma sta respirando, non lo muova assolutamente. Non lo abbandoni, gli stia vicino e controlli che continui a respirare. - se andasse in asfissia, tenterà la respirazione artificiale, se lo riterrà opportuno; per praticarla NON userà però l’iperestensione del capo, ma solo il sollevamento della mandibola: questa manovra ridotta, pur non aprendo al massimo le vie respiratorie, potrebbe consentire un sufficiente passaggio di aria per rianimarlo.

Il 40% dei traumatizzati vertebro-midollari con deficit neurologici concomitanti ha un danno che si verifica in fase di trattamento preospedaliero e in Pronto Soccorso

FERITE E AMPUTAZIONI

CENNI DI ANATOMIA La pelle è paragonabile ad un manto che riveste tutto il nostro corpo. Nella cute si distinguono due strati sovrapposti: l’epidermide e il derma. La pelle protegge i nostri organi con la sua elasticità e resistenza. Ha funzione termoregolatrice: contribuisce a mantenere costante la temperatura corporea. La pelle depura il nostro corpo. La pelle reagisce all’azione dei raggi solari. La pelle è sensibile: permette all’organismo di percepire varie condizioni fisiche provenienti dall’ambiente.

LE FERITE sono lesioni di continuo della cute, più o meno profonde, che possono interessare anche i muscoli e i vasi I SINTOMI: cute lesa fuoriuscita di sangue dolore

Abrasione: superficiale, da corpo tagliente che ha agito tangenzialmente (es. rasoio da barbiere) Escoriazione: superficiale, da corpo contundente ruvido, irregolare (es. ghiaia) È danneggiato solo lo strato esterno. Si verifica quando la pelle viene strofinata o graffiata. L’abrasione è spesso dolorosa. La fuoriuscita di sangue non è grave, poiché vengono lesionati soltanto i capillari. Lo sporco e i germi possono facilmente fissarsi sulla pelle, sicchè è molto importante pulire e disinfettare la ferita. La ferita può presentarsi di grosse dimensioni con notevole perdita di sangue, dolore, shock fino alla morte

GRAVITÀ DELLE FERITE La gravità delle ferite si giudica da: estensione profondità presenza di corpi estranei

Sono sempre gravi e richiedono terapie ospedaliere le ferite: al viso agli orifizi naturali del corpo al torace all’addome

FERITE LIEVI - Superficiali Utilizzare i guanti Risciacquare sotto l’acqua corrente oppure lavare con acqua e sapone attorno alla ferita per togliere polvere e terriccio Versare acqua ossigenata sulla ferita possibilmente dal centro verso l’esterno Disinfettare attorno alla ferita, dal centro verso l’esterno, con disinfettante usando garze sterili Applicare la medicazione sterile sulla ferita Trattamento delle lesioni aperte: evitare sempre di entrare in contatto diretto con sangue e liquidi corporei indossando i guanti. Per prima cosa esporre la ferita in modo da valutarne l’estensione e la gravità. Nel caso di indumenti stretti potrà risultare preferibile tagliarli in modo da non aggravare le lesioni con movimenti scorretti. Liberare la superficie della ferita eliminandole eventuali corpi estranei non penetranti. Lavare bene la ferita con acqua e sapone per togliere polvere e terriccio: usar garza (non cotone idrofilo che rilascia filamenti), procedendo dai bordi della ferita verso l’esterno e sostituendo ad ogni passaggio la garza usata con garza pulita; Si completa il lavaggio della ferita con acqua ossigenata versandola direttamente sulla lesione. L’acqua ossigenata esercita un’azione meccanica: libera ossigeno formando bollicine che portano in superficie eventuali impurità. Passare sui bordi della ferita un disinfettante (qualsiasi prodotto consigliato in farmacia che non sia lesivo per le cellule).N.B. per la disinfezione delle ferite non usare alcol che è lesivo per le cellule, ritarda la guarigione, provoca dolore e non ha un elevato potere battericida. L’alcol si usa esclusivamente per disinfettare la cute sana. La tintura di iodio è anch’essa lesiva ed irritativa per i tessuti; le stesse considerazioni valgono per il mercurocromo. Non mettere mai sulla ferita pomate o polveri che irritano e occludono ritardando la guarigione. coprire con garza sterile bendare o mettere un cerotto. Una medicazione deve essere asettica (priva di germi), assorbente, protettiva; non dee dare fastidio né dolore.

Cosa fare? se c’è emorragia, fare una compressione sul punto di sanguinamento se vi sono corpi estranei conficcati non comprimere e non rimuovere il corpo estraneo (pericolo di emorragia) Raccomandare di verificare lo stato della vaccinazione antitetanica N.B. Se profonda o lunga più di 1,5 cm o corpi estranei conficcati: trasportare al PS o chiamare tempestivamente il 118 Per prima cosa occorre controllare rapidamente il sanguinamento con una pressione diretta e l’elevazione della parte ferita. La compressione della ferita si effettua apponendo una garza sulla lesione e schiacciando con vigore. Se non c’è niente di sterile a disposizione puoi usare qualunque ci sia a portata di mano purché ben pulita. Applicare un bendaggio sopra la medicazione, per mantenere la compressione sulla ferita. Se la ferita sanguina insistere con l’acqua ossigenata che ha un leggero potere emostatico; eventualmente apporre una compressa di garza imbevuta di acqua ossigenata, fissandola con bendaggio compressivo. Le ferite più profonde, in cui il tessuto danneggiato è più esteso o sanguinano non devono essere lavate. E’ meglio, infatti, non agire direttamente sulla ferita, per non causare ulteriori lesioni e non rendere più difficile il compito del chirurgo che dovrà suturarla. Queste ferite vanno pulite a fondo nelle strutture mediche, durante il normale trattamento di tali lesioni. In questi casi, infatti, è molto più importante arrestare la fuoriuscita di sangue.

Applicazione di garza e cerotto i bordi sono stati chiusi bene CORRETTA: i bordi sono stati chiusi bene

Come si tiene e si gira una benda, ad un Bendaggio Come si tiene e si gira una benda, ad un braccio articolazione Il bendaggio è utile per mantenere in posizione le medicazioni, per esercitare una pressione e controllare la fuoriuscita di sangue, per proteggere la ferita dallo sporco e dal pericolo di infezione, per sostenere un arto traumatizzato o immobilizzare altre parti del corpi Nell’applicazione del bendaggio, non coprire le dita delle mani o dei piedi perché tenendo scoperte queste parti sarà possibile controllare che il bendaggio non sia troppo stretto. Se le dita incominciano a diventare fredde, pallide o bluastre, significa che la benda è troppo stretta e che deve venire allentata. Se il sangue filtra attraverso la benda, applicare un’altra medicazione ed un’altra benda sopra la prima. Le bende elastiche, se non vengono applicate correttamente possono limitare il flusso di sangue, il che non solo è doloroso, ma può anche danneggiare i tessuti se non si provvede in fretta ad allentare la benda.

FERITA CON OGGETTO CONFICCATO La rimozione dell’oggetto potrebbe causare un’emorragia o aggravare una lesione ai nervi e ai muscoli. Oggetto Piccolo: - immobilizzare l’oggetto: tenere fermo l’oggetto, posizionare strati di garze intorno per immobilizzarlo e fissare con bende Oggetto Voluminoso: -tenere fermo l’oggetto, tranquillizzare - chiamare il 118 Se c’è emorragia: pressione manuale su entrambi i lati dell’oggetto

LESIONI PENETRANTI SE A CARICO DEL TORACE, DELL’ADDOME O DELLA RADICE DEGLI ARTI, COSTITUISCONO EMERGENZE ASSOLUTE E INDIFFERIBILI

FERITA PROFONDA AL TORACE ( Rischio di asfissia per lesione polmonare) Se è cosciente posizionarlo in modo da non avere difficoltà respiratorie (posizione semi-seduta) Se è incosciente disporre con il lato ferito verso il basso Coprire la ferita con garze sterili Non versare disinfettanti Non rimuovere corpi estranei Coprire l’infortunato Tenere sotto controllo stato di coscienza, respirazione e circolazione

FERITA PROFONDA ALL’ADDOME (Rischio di emorragia interna) Posizione orizzontale con ginocchia flesse Non dare da bere Se l’intestino fuoriesce in parte dalla ferita, non cercare di farlo rientrare, ma coprire il tutto con garza o telino.

COMPLICANZE DELLE FERITE infezioni tetano emorragie lesioni organi interni shock Le lesioni che comportano lacerazioni nella pelle comportano un rischio di infezione. Infatti, poiché la pelle ha tendenza ad ospitare microrganismi, le lesioni che procurano tagli nella pelle possono infettarsi se non vengono accuratamente curate.

COMPLICANZE DELLE FERITE Infezioni Quando i germi penetrano e si riproducono nella ferita si ha l’infezione Sintomi: rossore, calore, tumefazione; tumefazione delle linfoghiandole (collo, ascella, inguine). a volte febbre; a volte pus;

COMPLICANZE DELLE FERITE L’incubazione va da 2 a 20 giorni Tetano È una malattia provocata da un microbo che vive in ambiente anaerobico (in assenza di ossigeno) Nelle ferite profonde, soprattutto se sono provocate da oggetti arrugginiti o sporchi, questo microrganismo trova terreno fertile per riprodursi L’incubazione va da 2 a 20 giorni Le ferite sono potenzialmente pericolose poiché sono facilmente soggette alle infezioni. Particolarmente pericoloso è il microrganismo che causa il tetano, una grave infezione. Nell’ambiente esterno per vivere il bacillo del tetano si presenta sotto forma di spore.Le spore sono disseminate nell’ambiente esterno con gli escrementi degli animali erbivori (bovini, equini, ovini) nel cui intestino si trovano con grande frequenza. Il tetano insorge quando le spore penetrano in una ferita; qui il bacillo trova la temperatura e le condizioni adatte per svilupparsi; si libera dalla sua struttura protettiva, ridiventa bacillo con la possibilità di riprodursi; rimane localizzato nella ferita e si moltiplica. Il batterio del tetano produce una potente tossina, velenosa per il corpo. Questo veleno entra nel sistema nervoso e si manifesta colpendo alcuni muscoli specifici. La persona ha spasmi ai muscoli masticatori con progressivo blocco della mandibola (riso sardonico). Le contratture muscolari sono dolorosissime e si estendono anche al tronco. La morte dell’individuo avviene per soffocamento ed è terribile perché egli conserva l’intelligenza e le funzioni sensoriali. La prevenzione richiesta è di pulire bene la ferita e praticare la vaccinazione antitetanica.Questa malattia può essere perfettamente evitata, effettuando la vaccinazione antitetanica.

COMPLICANZE DELLE FERITE VACCINAZIONE ANTITETANICA tempo 0 : 1° dose dopo 4-6 settimane: 2° dose dopo 6-12 mesi: 3° dose dopo 10 anni: richiamo I richiami successivi devono essere effettuati ogni 10 anni E’ importante esser informati sullo stato delle proprie vaccinazioni e sulla loro validità. Dal momento che l’immunizzazione non è efficace per tutta la vita, vanno effettuati periodici richiami, per mantenere sufficientemente alta nel sangue la quantità di anticorpi che proteggono contro il tetano. Il siero antitetanico viene iniettato immediatamente ma ha una durata limitata. Perché gli anticorpi si formino ci vuole un po’ di tempo, per cui l’effetto della vaccinazione non è immediato ma duraturo nel tempo. Invece se un individuo non vaccinato si ferisce, si usa inoculare il siero. Il siero è preparato su individui che contengono anticorpi (soggetti preventivamente vaccinati). La sieroprofilassi dà immunità passiva in quanto l’organismo riceve anticorpi già pronti e non se li costruisce. Per cui si può intuire che l’effetto della sieroprofilassi è immediato ma non duraturo nel tempo. Infatti gli anticorpi ricevuti passivamente, sono destinati a estinguersi in breve tempo (15-20 giorni).

COMPLICANZE DELLE FERITE Fuoriuscita di sangue dai vasi sangugni: emorragie COMPLICANZE DELLE FERITE Fuoriuscita di sangue dai vasi sangugni: 1. emorragia esterna, il sangue fuoriesce direttamente all’esterno (arteriose, venose, capillari) 2. emorragia interna, con raccolta di sangue nelle cavità corporee (cranio, torace, addome) 3. emorragia interna esteriorizzata, con raccolta di sangue all’interno di organi che sono in comunicazione con l’esterno (orecchio, naso...)

LA GRAVITÀ DIPENDE DALLA QUANTITÀ DI SANGUE PERDUTO COMPLICANZE DELLE FERITE 1. emorragia arteriosa: perdita di sangue rapida e cospicua; solitamente esce a fiotti ed è pulsante in quanto segue i battiti cardiaci. Il colore è rosso vivo. 2. emorragia venosa: il sangue sgorga con flusso costante ed in quantità abbondante. Il colore è rosso scuro. 3. emorragia capillare: il flusso è lento; il colore è rosso ma di tonalità meno viva rispetto al sangue arterioso. LA GRAVITÀ DIPENDE DALLA QUANTITÀ DI SANGUE PERDUTO

Cosa fare? Emorragia Esterna Semplice EMORRAGIA MODESTA, VENOSA O MISTA; CONTENIBILE;NON rischio di vita - sdraiare l’infortunato senza rialzare il capo. Nel caso di braccia e gambe sollevare l’arto sopra il livello del cuore; non sollevare in caso di sospetta frattura - tamponamento semplice sulla ferita: compressione sul punto di uscita del sangue, seguita da un tamponamento compressivo; - bloccare il tampone con una fasciatura leggermente compressiva fatta con una benda larga e lunga, applicata sul tampone in giri successivi. - mantenere calmo il ferito, non dare alcolici - posizione antishock - tamponamento semplice sulla ferita: compressione sul punto di uscita del sangue; seguita da un tamponamento compressivo; si può usare un pacchetto di garza sterile se disponibile (eventualmente interponendo del cotone idrofilo fra due pacchetti di garza), oppure un fazzoletto pulito ripiegato più volte ordinatamente su se stesso - si deve poi bloccare il tampone con una fasciatura leggermente compressiva fatta con una benda larga e lunga applicata sul tampone in giri successivi. In mancanza d’altro, fissare con cravatta o foulard. Aggiungere altri tamponi se continua a sanguinare, sovrapponendoli sempre al bendaggio già fissato; - non dare alcolici da bere: l’alcol è un vasodilatatore periferico Attenzione. Non si dimentichi l’autoprotezione. Nota bene: si ricordi che la compressione deve durare anche diversi minuti e che alcune parti del corpo possono sanguinare copiosamente perché molto vascolarizzate.

COMPLICANZE DELLE FERITE

COMPLICANZE DELLE FERITE

Cosa fare? Emorragia Esterna Gravissima EMORRAGIA PROVENIENTE DA UN’ARTERIA: il sangue zampilla. Rischio di Vita - Tamponare l’emorragia sui punti di compressione a distanza (sulla ferita non basta) - Sdraiare l’infortunato senza rialzare il capo. Nel caso di braccia e gambe sollevare l’arto sopra il livello del cuore; non sollevare in caso di sospetta frattura - Chiamare tempestivamente i soccorsi, 118 - Solo in situazioni di rischio per la vita, applicare un laccio (striscia di tessuto, cintura..) a monte della ferita (in caso di emorragia arteriosa) più vicino possibile alla radice dell’arto annotando l’ora di applicazione; a valle della ferita (in caso di emorragia venosa). 5. non rimuovere i corpi conficcati 6. coprire per evitare perdite di calore La persona può morire dissanguata in pochi minuti. Nelle zone in cui le arterie sono affioranti e poggiano su un piano osseo è possibile esercitare una compressione manuale in punti precisi lungo il decorso dell’arteria, per far da barriera ed arrestare il flusso sanguigno in quel distretto. I punti di compressione vengono detti a distanza perché non sono sul punto leso, ma sempre fra il punto di emorragia e il cuore, lungo il decorso del vaso principale. Emorragie delle parti alte del corpo: posizione semiseduta (anche orizzontale senza alzare gli arti inferiori) Emorragie delle parti basse del corpo: posizione supina (arti inferiori sollevati se possibile). Il laccio emostatico è uno strumento rischiosissimo. In mancanza di una striscia larga si può usare una striscia di stoffa sempre ampia, un foulard, una cravatta, un cintura. Non usare spago, cordoni, fili di ferro, calze di nylon, elastici. Bisogna stringerlo a cappio. Il braccio e la coscia sono gli unici due punti in cui si può mettere. Non serve e non si applica mai all’avambraccio e alla gamba (le arterie al di sotto del gomito e del ginocchio passano in profondità protette dalle ossa e quindi stringere qui non serve. Mai sulle articolazioni. Il laccio non deve essere tolto se non alla presenza di un medico. Può essere lasciato per non non più di 20 minuti.

COMPLICANZE DELLE FERITE Emorragie del braccio (parte superiore del braccio): comprimere l’arteria ascellare con i due pollici affrontati e paralleli che premono nel cavo ascellare; le altre dita circondano in alto la spalla ad anello. - infortunato semiseduto; l’arto superiore è sollevato in alto per evidenziare il vaso da comprimere. Emorragia del braccio (terzo inferiore), gomito, avambraccio: si comprime l’arteria omerale contro l’omero. Si preme sulla faccia interna del braccio (sempre fra la ferita e il cuore). Con una mano si solleva l’arto ferito prendendo al polso; con l’altra mano e precisamente con le quattro dita lunghe, si preme sul punto di mezzo della faccia interna del braccio (premere con tutte le falangi non solo con la punta delle dita); il pollice si appoggia sul lato opposto. Arto INFERIORE Emorragia della coscia: si comprime nell’inguine a pugno chiuso, comprimendo l’arteria femorale nella piega inguinale; infortunato supino; il soccorritore inginocchiato al fianco dell’infortunato all’altezza della coscia, preme con il pugno chiuso, a braccio teso, nella piega inguinale; la direzione della forza esercitata è verso il bacino, non verso il terreno; per mantenere con forza questa pressione l’altra mano aiuta afferrando il polso della mano che preme; Emorragia della coscia (terzo inferiore) e della gamba: si preme sulla faccia interna della coscia

COMPLICANZE DELLE FERITE Le emorragie esterne devono essere tamponate Nel caso di emorragie esterne da amputazione completa o parziale di un arto praticare una medicazione compressiva del moncone e si può applicare un laccio a monte della lesione (anche un pezzo di stoffa può fare da laccio e consente il passaggio di un po’ di sangue e una parziale ossigenazione)

ALLENTARE PARZIALMENTE OGNI 15 MINUTI LACCIO EMOSTATICO UTILIZZO - Stringere fino alla riduzione dell’emorragia - Annotare l’orario di applicazione sul corpo della vittima Una volta messo il laccio non va rimosso ALLENTARE PARZIALMENTE OGNI 15 MINUTI

Emorragie esteriorizzate Cosa fare? Otorragia (fuoriuscita di sangue dall’ orecchio): porre l’infortunato in posizione laterale di sicurezza, sul lato leso, se non vi sono controindicazioni non utilizzare cotton fiock allertare il 118 L’orecchio sanguina spontaneamente solo in via eccezionale. Le cause possibili sono due: un trauma locale, dovuto alla introduzione di un corpo estraneo, o un trauma cranico. In caso di trauma cranico l’emorragia dall’orecchio spesso associata alla emorragia del naso, deve far sospettare frattura della base cranica. Non muovere l’infortunato.

Emorragie esteriorizzate Cosa fare? Epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso): far sedere la persona con la testa in avanti comprimere il naso tra due dita applicare garze di acqua fredda alla radice del naso Le cause possono essere traumatiche o patologiche. Se c’è stato un trauma cranico o facciale non si deve mai procedere a manovre di tamponamento delle cavità nasali per non provocare spostamenti e aggravamenti di eventuali fratture delle ossa del naso. Nei sanguinamenti comuni (epistassi) legati in genere a rottura spontanea di piccoli vasi della mucosa nasale. Non è consigliabile utilizzare un tampone di cotone, impregnato o no di un prodotto emostatico, perché in tal caso si forma un grumo fra la lesione vascolare e il tampone e quando questo viene rimosso l’epistassi può riprendere.

AMPUTAZIONE Distacco traumatico di parti anatomiche tamponare l’emorragia tenere l’arto sollevato far sdraiare il paziente (posizione antishock) coprirlo

MONCONE STACCATO Raccogliere il moncone Avvolgerlo in telini o garze sterili, se possibile Metterlo in un sacchetto di plastica e chiuderlo ermeticamente Tale sacchetto, contenente il moncone, va conservato al freddo, in un contenitore contenente ghiaccio Evitare immersione in acqua e diretto contatto del moncone con il ghiaccio Scrivere data e ora sul sacchetto

LE USTIONI

LE USTIONI Un ustione è un danno della cute o dei tessuti sottostanti causato dal contatto con una fonte di calore o da una corrente elettrica e rappresenta una delle esperienze più dolorose che una persona possa provare

TERMICA- da fiamme , liquidi bollenti ed oggetti roventi Cause TERMICA- da fiamme , liquidi bollenti ed oggetti roventi CHIMICA- da vari acidi , basi e sostanze caustiche ELETTRICA- da corrente elettrica e di tipo nucleare

Possono essere classificate in tre gradi in base alla profondità della lesione I° grado: ustione superficiale, si presenta come un arrossamento cutaneo (eritema) 2° grado: compaiono bolle o/e vescicole e dolore Può essere presente un leggero gonfiore e dolore. Questo tipo di ustioni in genere guariscono in 5-6 giorni, senza lasciare cicatrici permanenti 3° grado:distruzione di tutti gli strati della cute ed anche dei tessuti sottostanti (cute carbonizzata)

ustione gravissima quando supera il 30% della superficie corporea ustione localizzata quella che non supera nell’adulto il 18-20% e nel bambino il12-15% e provoca fenomeni locali, per lo più di tipo infiammatorio ustione gravissima quando supera il 30% della superficie corporea ustione mortale se supera il 60% è mortale 9% 36% 9% 1% La gravità delle ustioni dipende dalla profondità e dall’estensione del territorio ustionato. L’estensione viene valutata considerando la percentuale di superficie corporea interessata. Per determinare questa percentuale vi sono diverse modalità, di cui la più semplice è la regola del 9 di Wallace, che è una metodica che assegna dei punti percentuali ad ogni parte del corpo Testa 9 arto superiore destro 9 arto superiore sinistro 9 faccia anteriore del tronco 18 faccia posteriore del tronco 18 organi genitali 1 arto inferiore destro 18 arto inferiore sinistro 18 18%

Sono considerate gravi: le ustioni che interessano il tratto respiratorio, i tessuti molli e le ossa le ustioni di 2° e 3° al viso, inguine, mani, piedi e articolazioni principali le ustioni in persone di età > 60 anni ed < a 8 anni A volte dalla lesione può derivare, a causa della cicatrice, una limitazione funzionale, per es. quando l’ustione interessa zone in cui sono localizzate articolazioni e dove, quindi l’elasticità della cute è indispensabile al loro movimento. A parità di superficie corporea ustionata, la gravità nei bambini e negli anziani è maggiore che non in una persona giovane.

Nelle ustioni esiste il pericolo di : infezioni shock disidratazione Una possibile e grave complicanza di una ustione è l’infezione. La distruzione della pelle provoca anche la perdita di liquidi ed un calo della temperatura. E’ assolutamente da evitare l’applicazione di qualsiasi tipo di pomata o di altri medicamenti(burro, olio o altri rimedi casalinghi) sulle vesciche o sulle ustioni di III grado, o su qualsiasi ustione per la quale sia necessario l’intervento del medico.

Cosa fare? Ustioni di 1° : - bagnare con acqua fredda Ustioni di 2° (piccole dimensioni): raffreddare la parte in acqua fredda non bucare la bolla medicare asetticamente, usare garze mai cotone non applicare pomate o sostanze grasse Ustioni di 2° (grandi dimensioni): versare acqua fredda sulla parte o immergere la parte in acqua coprire con garza sterile e proteggere con telo sterile portare l’ustionato in Ospedale in posizione antishock - Applicare acqua fresca sulla zona ustionata: è una manovra importantissima, attenua il dolore e abbassa la temperatura corporea, riducendo la perdita di liquidi. Usa qualsiasi mezzo a disposizione: un catino, una doccia, una pompa del giardino. E’ possibile fare uso di indumenti bagnati, lenzuola umide o altro per un viso ustionato o per altre parti del corpo che non possono essere immerse. Fai attenzione a mantenere queste compresse fredde, aggiungendo acqua, poiché assorbono velocemente il calore superficiale della pelle. Occorre molto tempo prima che la zona ustionata si raffreddi. Se il dolore continua, o se ai margini l’ustione è ancora calda, continua a raffreddare con acqua. - Coprire la zona ustionata: con garze sterili per prevenire l’infezione e per ripararla dall’aria ed aiutare a lenire il dolore. Usare, se possibile, medicazioni asciutte e sterili ed un bendaggio delicato, in modo da non esercitare alcuna pressione sulla superficie ustionata. Non rompere mai le vesciche, perché questo favorirebbe l’infezione e la perdita di liquidi. Non usare per la copertura delle lesioni del materiale non sterile. Non si applichino mai pomate, né olio né grassi non si usino disinfettanti non si somministrino alcolici da bere

Cosa fare? USTIONI GRAVI Limitare il tempo di contatto dell’agente ustionante ustione provocata da fuoco: soffocare eventuali fiamme presenti sul corpo avvolgendo la vittima in una coperta (attenzione ai tessuti sintetici) e rotolandolo al suolo ustione provocata da liquido caldo: raffreddare il soggetto sia immergendolo in acqua fresca, sia dirigendogli addosso un getto d’acqua. Scopo primario è limitare il tempo di contatto dell’ agente ustionante. Ustione provocata dal fuoco: impedire al soggetto di correre se ha gli abiti in fiamme. Se l’evento si è svolto al chiuso, impedirgli di precipitarsi all’esterno in quanto l’aria alimenta le fiamme. Soffocare le fiamme avvolgendolo in una coperta o cappotto o tappeto (attenzione ai tessuti sintetici) e rotolandolo al suolo. Non tentare di togliere vestiti bruciati perché possono essersi attaccati alla pelle della vittima (soprattutto se si tratta di tessuti sintetici). Piuttosto raffreddare con acqua la parte. Ustione provocata da liquido caldo: raffreddare il soggetto sia immergendolo in acqua fresca, sia dirigendogli addosso un getto d’acqua. Solo nel caso l’infortunato abbia parecchi indumenti addosso si può togliere lo strato più esterno per evitare che il tessuto imbibito di acqua bollente formi un impacco. Lo strato più aderente alla pelle non va toccato: si rischia di strappare via la pelle stessa. Continuare l’immersione in acqua fresca.

ustioni da corrente elettrica cercare sia l’ustione d’entrata che d’uscita della corrente e trattarle entrambe come ustioni di 3° ustioni chimiche Consultare l’etichetta e la scheda di sicurezza poi se non ci sono controindicazioni lavare con acqua corrente in abbondanza, per almeno 10 minuti Non gettare mai acqua su prodotti in fiamme come petrolio, benzina, alcol. L’acqua fa estendere la superficie infiammabile e alimenta il fuoco. Spegnere con della sabbia o con un estintore. Sono consigliati gli estintori a schiuma; il getto deve colpire la base delle fiamme. Evitare di colpire con il getto le vittime. ustioni chimiche lavare con acqua corrente in abbondanza, per almeno 10 minuti Non versare acqua quando l’ustione è provocata da: acido cloridrico, acido nitrico e acido solforico Per le sostanze secche come la calce o che reagiscono pericolosamente con l’acqua, non sciacquare ma eliminare la polvere, facendo attenzione a non lesionare la pelle

USTIONI GRAVI COSA FARE? Limitare il tempo di contatto dell’agente ustionante verificare se il paziente è cosciente attivare tempestivamente il 118 non rimuovere abiti che aderiscono alle ustioni, non applicare pomate o sostanze grasse o ghiaccio; posizione antishock coprire per evitare il raffreddamento corporeo se è il caso, valutazioni come da BLS Dare l’allarme con precisione, fornendo anche dettagli sull’agente ustionante, sul grado dell’ustione e sulla sua estensione; Coprire l’infortunato i soggetti ustionati infatti tendono a perdere temperatura. Se l’ustione interessa un’ampia zona del corpo, coprirla con un lenzuolo pulito ed asciutto, o con altri indumenti. - durante le operazioni evitare di parlare, alitare o tossire in prossimità della cute ustionata. Nel caso di ustioni alle dita di mani e piedi o a livello articolare, è importante separare i segmenti ossei con garze sterili bagnate di fisiologica in modo da prevenire la formazione di cicatrici retraenti (cheloidi) ed il conseguente danno funzionale.

AVVELENAMENTI

AVVELENAMENTI ENTITÀ DELLA LESIONE dipende da: In seguito all’introduzione nel corpo di sostanze estranee ad esso ENTITÀ DELLA LESIONE dipende da: caratteristiche dell’agente chimico quantità di sostanza assorbita durata dell’esposizione Molte sostanze non velenose in piccole quantità lo diventano se assunte a dosi elevate. Quando si sospetta un avvelenamento si deve cercare di dare una risposta alle seguenti domande: - che tipo di avvelenamento è avvenuto? - in che quantità è stato assunto il veleno? - quando è stato assunto il veleno? Queste informazioni risulteranno preziose nell’impostare il soccorso

CENTRI ANTIVELENI Esiste sul territorio un Servizio preposto a fornire informazioni per tutto ciò che concerne gli avvelenamenti Torino: 011 - 6637637 Pavia: 0382 - 24444 Milano - Niguarda: 02 - 66101029 Quando si sospetta un avvelenamento si deve cercare di dare una risposta alle seguenti domande: - che tipo di avvelenamento è avvenuto? - in che quantità è stato assunto il veleno? - quando è stato assunto il veleno? Queste informazioni risulteranno preziose nell’impostare il soccorso

Avvelenamento - Principi Generali Controllare il luogo dove è stata ritrovata la vittima attentamente per verificare che sia sicuro e per raccogliere eventuali indizi in grado di spiegare l’accaduto Allontanare la vittima dalla fonte del veleno se possibile e necessario Effettuare una sorveglianza primaria per assicurare la pervietà delle vie aeree, la presenza del respiro e della circolazione (ABC) Far fronte ad ogni situazione che possa mettere in pericolo la vita del soggetto

Avvelenamento - Principi Generali Se la vittima è cosciente effettuare una sorveglianza secondaria per raccogliere ulteriori informazioni Cercare ogni tipo di contenitore che possa avere relazione con il veleno e portarlo vicino al telefono Chiamare il più vicino centro Antiveleni (od il Servizio Medico Specializzato) Seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dagli esperti del Centro Non si deve assolutamente dare da bere o da mangiare alla vittima

INGESTIONE DI SOSTANZE TOSSICHE Il latte non è un antidoto universale, piuttosto somministrare carbone attivo sospeso in acqua (2 cucchiai in un bicchiere) Vomito provocato: in caso di tossici allo stato solido. Far bere 1-2 bicchieri d’acqua, meglio se calda e un po’ salata. Stimolare poi il fondo della gola con le dita. Raccogliere il materiale espulso in una bacinella o su un telo; Il latte non è un antidoto universale come spesso si crede (anzi spesso può essere dannoso in quanto facilita l’assorbimento dei veleni solubili nei grassi: insetticidi, solventi, smacchiatori, petrolio e derivati) Se non si riesce ad avere rapidamente un consiglio valido, un mezzo per limitare l’assorbimento di qualunque tossico, che non è dannoso, è il carbone attivo sospeso in acqua (2 cucchiai in un bicchiere) Un’altra misura attuabile dovunque e da chiunque, ma con importanti limitazioni è il vomito provocato. Lo si consiglia soprattutto in caso di tossici allo stato solido. Far bere 1-2 bicchieri d’acqua, meglio se calda e un po’ salata. Stimolare poi il fondo della gola con le dita. Raccogliere il materiale espulso in una bacinella o su un telo. conservare e portare in pronto soccorso l’eventuale vomito per l’identificazione della sostanza tossica ingerita

Non provocare mai il vomito: Se il soggetto ha bruciore o dolore alla bocca, in gola e dietro il petto, e soprattutto se ha segni di ustioni al cavo orale; Se si sa o si sospetta che abbia ingerito benzina o kerosene, petrolio o simili, smacchiatori, solventi, etc. Se si sa o si sospetta che abbia ingerito sostanze schiumogene; Se il soggetto è in coma o in convulsione se la schiuma viene aspirata nei polmoni può dare morte per soffocazione Se vi è vomito spontaneo ed il paziente è privo di coscienza, tenere il paziente coricato su un fianco per facilitare la fuoriuscita del vomito

ELETTROCUZIONE

ELETTROCUZIONE Si verifica quando il corpo umano interrompe il flusso di corrente tra due punti in tensione (differenza di potenziale) in un circuito elettrico La quantità di corrente è direttamente proporzionale alla tensione e inversamente proporzionale alla resistenza elettrica tra i due punti

I fattori che determinano la gravità e il tipo di lesione da elettricità sono: - la sede colpita - l’umidità del tessuto colpito - il percorso della corrente elettrica - il tipo di corrente (alternata è più pericolosa della corrente continua) - il voltaggio - la durata del contatto

FOLGORAZIONE Contratture muscolari o tetanizzazione Effetti cardiaci (arresto cardiaco e aritmie) Elettroshock Ustioni Lesioni muscolari da calore Manifestazioni cliniche tardive - lesioni agli organi di senso - turbe del ritmo cardiaco

allertare o far allertare il 118 COSA FARE? essere prudenti, eliminare la causa. Se il soggetto è incollato alla sorgente elettrica: interrompere la corrente immediatamente oppure staccare il soggetto con tela gommata o un palo di legno, cioè con oggetto non conduttore valutazione delle condizioni vitali valutazione di eventuali fratture valutazione e primo trattamento di eventuali ustioni ventilazione/massaggio cardiaco se è in arresto cardiorespiratorio (BLS) Priorità assoluta è data dall’autoprotezione Mai toccare l’infortunato, mai avvicinarsi a qualsiasi conduttore (filo elettrico, pozza d’acqua, oggetti metallici) in contatto con lui. Prima di tutto staccare la corrente o farla interrompere. Procedere ad allontanare l’infortunato il più presto possibile dalla sorgente di elettricità. Ricordare ancora che MAI il soccorritore deve toccarlo se non è perfettamente isolato dal terreno. Piuttosto deve salire su uno sgabello di legno e usare un bastone di legno asciutto per spingere il corpo della vittima lontano dalla sorgente di elettricità. Tutto ciò se non si è riusciti a staccare la corrente (ormai in tutti gli edifici esistono sistemi obbligatori di protezione stabiliti a norma di legge); In caso di folgorazione da corrente ad alta tensione NON avvicinarsi MAI al folgorato se la corrente non è stata staccata. allertare o far allertare il 118

MANOVRE RIANIMATORIE DI BASE (vedi BLS)