MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE     LA DIZIONE DI MST HA PRESO ORIGINE ALL’INIZIO DEGLI ANNI 70 E CON TALE TERMINE VIENE INDICATO UN TIPO PARTICOLARE.

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MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE     LA DIZIONE DI MST HA PRESO ORIGINE ALL’INIZIO DEGLI ANNI 70 E CON TALE TERMINE VIENE INDICATO UN TIPO PARTICOLARE DI TRASMISSIONE.     LE MST OGGI COMPRENDONO PIÙ DI 50 PATOLOGIE E 25 SINDROMI. SONO CAUSATE DA UNA TRENTINA DI MICRORGANISMI.    SONO IN COSTANTE AUMENTO E ASSUMONO LA CONFIGURAZIONE DI PATOLOGIE EMERGENTI A DIFFUSIONE EPIDEMICA.    NEGLI USA SI CALCOLA UNA INCIDENZA DI 12 MILIONI DI CASI L’ANNO.    PIÙ COLPITA È L’ETÀ GIOVANE 85 % AL DI SOTTO DEI 25 ANNI DI ETÀ    SI STIMA CHE OGNI ANNO VENGANO CONTAGIATI CIRCA 2.5 MILIONI DI GIOVANI ADOLESCENTI (TRA I 13 E I 19 ANNI).    

MOTIVAZIONI CHE CONTRIBUISCONO ALLA DIFFUSIONE DELLE MST  Ø    ESPLOSIONE DEMOGRAFICA NEL PERIODO POST BELLICO    Ø    AUMENTO DEL VOLUME DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE E DELLA VELOCITÀ DEI TRASPORTI    Ø    AUMENTATA ATTIVITÀ SESSUALE TRA I GIOVANI    Ø    ANTICIPO DELL’ETÀ DEL PRIMO RAPPORTO    Ø    AUMENTATO NUMERO DI ADULTI SINGLE    Ø    NUOVI METODI ANTICONCEZIONALI    Ø    IGNORANZA DELLA MATERIA    Ø    DIFFICOLTÀ DI DIAGNOSI PER ALCUNE MST    Ø    AUTOMEDICAZIONE

UN AUMENTO CONSIDEREVOLE SOPRATTUTTO TRA LE RAGAZZE TRA I 15 E I 19 ANNI.   NELLE DONNE, QUALUNQUE SIA LA MST, LE PRIME MANIFESTAZIONI CLINICHE PASSANO INOSSERVATE IN CIRCA IL 90% DEI CASI. L’ENTITÀ RELATIVA DEI SINTOMI CARATTERISTICI DELLA FLOGOSI PUÒ VARIARE NOTEVOLMENTE NELLE DIVERSE INFEZIONI E NEI DIVERSI CASI. VA CONSIDERATA ANCHE L’ESTREMA VARIABILITÀ DELLA PERCEZIONE O VALORIZZAZIONE DELLA SINTOMATOLOGIA SOGGETTIVA.    STRETTO RAPPORTO TRA MST E RISCHIO DI CANCRO,   COMPROMISSIONE DEGLI ORGANI RIPRODUTTIVI CON COMPARSA DI STERILITÀ,    COMPLICAZIONI DELLA GRAVIDANZA CON ABORTI E GRAVIDANZE EXTRAUTERINE,    TRASMISSIONE DI INFEZIONI TRA MADRE E FETO.

23 marzo 2006 - Contraccezione: SESSO: 'PRIMA VOLTA SENZA PRECAUZIONI PER 30% ADOLESCENTI ITALIANE Milano, 23 mar. (Adnkronos Salute) - Prima volta 'senza rete ' per tante adolescenti italiane. ''Il 30% al primo rapporto non usa alcun metodo anticoncezionale ''. Parola di Gianbenedetto Melis, ginecologo dell'Università di Cagliari e vicepresidente della Sic, Società Italiana di Contraccezione, che cita i dati Sic a margine di un incontro oggi a Milano, per 'fotografare' il rapporto fra le italiane e il cerotto contraccettivo. ''Possiamo dire, proprio in base a questo dato - assicura il ginecologo all'ADNKRONOS SALUTE - che la prima volta, dal punto di vista delle gravidanze indesiderate, è la più pericolosa ''. Un appuntamento con il sesso che ''in media nel nostro Paese arriva intorno ai 16 anni, al quale però in poche si presentano preparate '', sottolinea l'esperto. Se tante giovanissime si affidano ancora al coito interrotto (metodo all'origine della maggioranza delle gravidanze indesiderate), ''le adolescenti - conclude - sono, fra le utilizzatrici della pillola, quelle più a rischio di pericolose dimenticanze ''.

Concluso il 34esimo congresso del Sism al Policlinico di Palermo Malattie a trasmissione sessuale, aumentano i casi Quartararo: "Occorre più informazione, continua e mirata" Non solo Aids. Sono tante le malattie che si contraggono dopo rapporti sessuali occasionali e non protetti. Patologie che, se non curate in tempo, possono provocare grossi problemi alle donne: dal tumore al collo dell'utero alla sterilità. "In pochi sanno dell’esistenza di queste malattie, servono campagne televisive continue e mirate", spiega Paolo Quartararo, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Palermo

CLASSIFICAZIONE DELLE MST         INFEZIONI BATTERICHE Ø   Treponema pallidum - sifilide Ø   Neisseria gonorrhoeae - gonorrea Ø   Clamydia trachomatis - linfogranuloma venereo, cervicite, bartolinite, annessite, uretrite subacuta, prostatite, epididimite, proctite, congiuntivite, otite, faringite, pneumopatie, sindrome di Reiter. Ø   Gardnerella vaginalis - vaginite, cervico-vaginite Ø   Escherichia coli, Proteus spp - uretrite, vaginite, vulvite subacute Ø   Streptococcus pyogenes - uretrite, vaginite, vulvite subacute Ø   Haemophilus ducreyi - ulcera venerea molle Ø   Calymmatobacterium granulomatis - granuloma inguinale e Donovanosi.      INFEZIONI DA MICOPLASMI Ø   Mycoplasma pneumoniae Ø   Mycoplasma hominis Ø   Ureaplasma urealyticum - cervicite, annessite, uretrite subacuta, prostatite.         

INFEZIONI VIRALI Ø   HIV – sindrome da immunodeficienza acquisita Ø   HSVI 1-2 – herpes genitale Ø   Citomegalovirus (CMV) Ø   Papillomavirus umano (HPV) – papillomatosi genitale Ø   HAV – epatite A Ø   HBV – epatite B Ø   HCV – epatite C Ø   Virus Epstein-Barr (EB) Ø   Virus dell’Herpes zoster Ø   Pox virus – mollusco contagioso genitale  

INFEZIONE DA PROTOZOI Ø   Trichomonas vaginalis – vulvovaginite, cervicite, uretrite, balanopostite, prostatite Ø   Entamoeba histolytica – amebiasi Ø   Giardia lamblia – giardiasi    INFEZIONE DA MICETI Ø   Candida albicans – vulvovaginite, uretrite, balanopostite Ø   Candida tropicalis Ø   Candida pseudotropicalis Ø   Candida krusei    INFEZIONI DA ECTOPARASSITI Ø   Phthirus pubis – pediculosi del pube Ø   Sarcoptes scabiei – scabbia

Quadro riassuntivo delle principali MST MALATTIA AGENTE EZIOLOGICO   MALATTIA AGENTE EZIOLOGICO QUADRO CLINICO Sifilide Treponema pallidum Siflide primaria, secondaria e latente Gonorrea Neisseria gonorrhoeae Uretrite, cervicite, salpingite, proctite, faringite Infezione da clamidia Chlamydia trachomatis Uretrite, cervicite, salpingite, proctite Infezioni non-gonococciche non clamidiali Micoplasmi, Streptococco gruppo B, anaerobi, Gardnerella vaginalis Vaginite, uretrite, proctite Infezione da trichomonas Trichomonas vaginalis Vaginite, uretrite Linfogranuloma venereo Chlamydia trachomatis sierotipi L1, L2 e L3 Lesioni ulcerative o adenopatia imponente Granuloma inguinale Calymmatobacterium granulomatis Lesioni ulcerative genitali Ulcera venerea Haemophilus ducreyi Lesioni ulcerative e adenopatia inguinale Herpes genitale Herpes virus di tipo 1 e 2 Ulcerazioni ano-genitali, cervicite Condilomatosi genitale Virus del papilloma umano (HPV) Lesioni esofitiche e proliferanti peniene, vaginali, vulvari, cervicali, anorettali Mollusco contagioso Poxvirus Lesioni esofitiche ombelicale genito-pubiche Epatite virale HBV, HCV Epatite acuta e cronica AIDS HIV Immunodeficienza grave progressiva Pediculosi del pube Phtirus pubis Infestazione pubica o perigenitale Scabbia Sarcoptes scabiei  

SEGNI E SINTOMI DI ALCUNE MST   AREA NON GENITALE Piaga, ulcera od eruzione sulla bocca o sulle labbra o in gola dopo un rapporto oro-genitale Eruzione sul corpo Piaghe, ulcere o eruzioni tra le dita o sulle mani e sulle pieghe della pelle Perdita irregolare di capelli   SINTOMI GENERALI Nausea Febbre non elevata Dolori addominali Mal di schiena Mestruazioni abbondanti e dolorose      

SEGNI E SINTOMI DI ALCUNE MST   AREA GENITALE Piaga, ulcera o eruzione su: pene, vagina, vulva e zona perianale; Prurito persistente in vagina o sull’estremità del pene Ingrossamento delle ghiandole inguinali Perdite inusuali dal pene e dalla vagina Dolori durante il rapporto Bruciore o dolore durante la minzione Frequente stimolo ad urinare   

SIFILIDE   AGENTE il treponema pallido è una spirocheta estremamente fragile e scarsamente resistente all’ambiente. INCUBAZIONE tre settimane (tra 10 e 90 giorni).   EPIDEMIOLOGIA è presente in tutto il mondo e ancora oggi risulta una delle più comuni malattie contagiose.   QUADRO CLINICO a) sifilide primaria: sifiloma (ulcerazione unica, inalterata, non dolente, dura) e adenite satellite (ingrossamento dei linfonodi inguinali). Il sifiloma guarisce spontaneamente in 30 – 40 giorni. Le prove sierologiche (test) diventano positive dopo 3 – 4 settimane dall’infezione. b) sifilide secondaria: compare dopo 1 – 2 mesi dalla comparsa del sifiloma. Malessere, insonnia, febbre, cefalea, dolori articolari, e lesioni cutanee eritematoso – papulari, non pruriginose e lesioni mucose. Le papule tendono ad ulcerarsi e sono altamente infettanti. Tali lesioni possono recidivare nei primi 3 – 9 mesi. Le prove sierologiche sono altamente positive.

RISCHI NEONATALI E MST   GERME IN CAUSA MODALITA’ DI CONTAGIO CONSEGUENZE Treponema pallidum Attraverso le villosità coriali al 5° mese, talvolta già dal 3° mese. Contagio diretto durante il parto. Sifilide congenita precoce fino ai due anni, in seguito tardiva Herpes virus di tipo 1 e 2 Rara la trasmissione placentare. Soprattutto se l’infezione primaria è vicina al termine. E anche se è presente herpes recidivante durante il parto. Il più delle volte morte del feto. Forme generalizzate, lesioni erpetiche, sindrome setticemica, meningo-encefalite Citomegalovirus (CMV) Trasmissione placentare. Durante il parto. Talvolta nessun rischio alla nascita, ma possibile interessamento cerebrale nel futuro. Polmonite interstiziale, epatite, esantema, adenopatia, ecc. Chlamydia trachomatis Polmonite interstiziale, otite, congiuntivite, oftalmia Neisseria gonorrhoeae Vulvo-vaginite, congiuntivite suppurata, oftalmia, artrite, meningite, peritonite, setticemia Trichomonas vaginalis Presenza di TV nelle urine dei neonati. Vulvo-vaginite Candida albicans Lesioni cutaneo-mucose, talvolta lesioni viscerali gravi, faringiti, broncopolmoniti, setticemia, ecc. Mycoplasma Ureoplasma urealyticum Basso peso alla nascita, aborti spontanei ripetuti. Artrite Germi diversi Streptococchi beta, germi Gram - Via ematogena. Setticemia, forme meningee Conditomi Vegetazioni nella gola

c) sifilide latente: inizia dopo il termine del periodo secondario e dura fino alla comparsa delle manifestazioni terziarie e viene suddivisa in due periodi, latenza iniziale e tardiva a seconda che l’infezione risalga a meno o più di quattro anni. d) sifilide terziaria: si verifica nel 15-20% dei luetici non trattati, da 1 a 10/20 anni dopo l’infezione. Le lesioni, lente, profonde e destruenti, praticamente non contagiose, sono in grado di interessare ogni organo. Aortite luetica con tipica distruzione del tessuto elastico della parete Neurolue, interessamento meningeo e lesioni nervose provocate dalle alterazioni vascolari, degenerazione dei cordoni midollari posteriori.   Sifilide congenita per passaggio placentare dell’infezione. L’infezione può provocare la morte del feto o la nascita prematura; può essere asintomatica nelle prime settimane di vita oppure giungere a manifestazioni multisistemiche.  

EPATITE VIRALE A   E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HAV che colpisce il fegato. E’ presente in tutto il mondo, ma è maggiormente frequente in quei Paesi dove le condizioni igienico-ambientali sono scadenti. L’epatite A dopo un periodo di incubazione di 14 - 45 giorni dall’infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea. Il decorso della malattia è generalmente benigno. E’ una malattia che si trasmette con l’ingestione di acqua ed alimenti contaminati dalle feci di soggetti malati (trasmissione oro-fecale).   L’epatite A è diffusa nei Paesi in via di sviluppo o in zone in cui si consumano frutti di mare provenienti da acque contaminate. Condizioni ambientali scarsamente igieniche, scarsa igiene personale e nella preparazione degli alimenti favoriscono la trasmissione dell’infezione da virus A. Tutti possono contrarre l’infezione, ma a maggior rischio sono: coloro che sono a stretto contatto con persone infette; i viaggiatori internazionali; i bambini; gli anziani non autosufficienti.  

L’epatite A è presente su tutto il nostro territorio, ma è più diffusa in Puglia e in Calabria.   Può essere prevenuta adottando corretti comportamenti alimentari, validi anche per prevenire altre malattie a trasmissione oro-fecale, che tengano conto di accurate misure igieniche quali: ü     non consumare frutti di mare crudi ü     lavare accuratamente la verdura prima di consumarla ü     lavare e sbucciare la frutta ü     conservare in frigorifero i cibi appena cotti se non si consumano subito ü     non usare acqua di pozzo ü     essere scrupolosamente puliti nella manipolazione di cibi e bevande ü     proteggere gli alimenti dagli insetti.   Esiste la vaccinazione contro l’epatite A.  

EPATITE VIRALE B     E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HBV che colpisce il fegato.   Si manifesta dopo un periodo di incubazione di 2 – 6 mesi dall’infezione con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea.   Nella maggioranza dei casi (circa il 90 % ) l’infezione acuta è asintomatica. Il 10 % di tutte le infezioni, sintomatiche e non, cronicizza e può evolvere verso quadri clinici di grave compromissione epatica, quali epatite cronica, cirrosi epatica ed epatocarcinoma.   Si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti, la trasmissione può avvenire anche da madre infetta al bambino durante la gravidanza.  

  A maggior rischio sono: coloro che hanno rapporti sessuali con partner infetti; i tossicodipendenti; gli operatori sanitari; i bambini nati da madre HbsAg positiva.     Si può prevenire adottando comportamenti corretti:   ü     usare il preservativo nei rapporti sessuali con partner sconosciuto o portatore di HbsAg ü     evitare lo scambio di siringhe usate ü     evitare lo scambio di oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine, rasoi, tagliaunghie, siringhe riutilizzabili ü     in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o in altre parti del corpo, pratiche estetiche che prevedono l’uso di aghi, accertarsi delle condizioni igieniche e pretendere l’uso di aghi usa e getta.

    Esiste un vaccino reso obbligatorio con una legge del 1991 per tutti i nuovi nati e per i dodicenni; inoltre la vaccinazione è offerta gratuitamente e raccomandata alle persone appartenenti a categorie a rischio.   Il virus è presente in tutto il mondo, si stima che nel mondo i portatori di HbsAg siano circa 350 milioni.   È una malattia presente su tutto il territorio italiano, abbiamo circa 2 milioni di portatori cronici del virus.   Un milione all’anno sono i morti per patologie correlate all’HBV.   L’infezione è più frequente tra i 15 e i 24 anni e la percentuale di cronicizzazione aumenta con il diminuire dell’età di infezione.

EPATITE C       La causa più frequente di malattia cronica del fegato, di cirrosi e di epatocarcinoma, complicanze che ogni anno in Italia sono responsabili della morte di 30.000 persone.   L’infezione da HCV spesso cronicizza a causa dell’alta propensione del virus a persistere, eludendo l’attacco del sistema immunitario.   La cirrosi epatica rappresenta il quadro clinico evolutivo più frequentemente osservato con una latenza di sviluppo che può essere di pochi anni dall’esposizione ad alcuni decenni. Il rischio e la velocità di progressione sono influenzati sia da fattori genetici dell’ospite, che dall’età al momento dell’infezione, dall’uso di alcool, dalla presenza di coinfezioni con altri virus epatitici o con HIV.   in Italia il virus dell’ epatite C colpisce oltre due milioni di persone.      

  E’ una malattia infettiva causata da un virus chiamato HCV che colpisce il fegato.   L’epatite C, dopo un periodo di incubazione che va da due settimane ai sei mesi, si manifesta con una sintomatologia sfumata, in modo più subdolo rispetta all’epatite B con nausea, affaticamento, perdita di appetito, cefalea e , a volte, febbre e dolori addominali e può, molto frequentemente, cronicizzare ed evolvere verso quadri clinici di grave compromissione epatica. L’epatite C può decorrere anche senza sintomatologia.  E’ una malattia che si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali sangue e suoi derivati infetti; il rischio di trasmissione con rapporti sessuali, per gli operatori sanitari durante l’assistenza medico-chirurgica, da madre infetta al bambino durante la gravidanza, è basso.  

A maggior rischio sono i tossicodipendenti A maggior rischio sono i tossicodipendenti. I politrasfusi e gli emodializzati, inoltre appartenevano, in passato alle categorie più a rischio di infezione attraverso le trasfusioni di sangue e/o emoderivati.   L’epatite può essere prevenuta adottando corretti comportamenti quali: ü     usare il preservativo se si hanno molteplici partner sessuali ü     evitare lo scambio di siringhe usate ü     evitare lo scambio di oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine, rasoi, tagliaunghie, siringhe riutilizzabili ü     in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o in altre parti del corpo, pratiche estetiche che prevedono l’uso di aghi, accertarsi delle condizioni igieniche e pretendere l’uso di aghi usa e getta.   Non esiste ancora un vaccino disponibile.  

EPATITE VIRALE C   Il virus è diffuso in tutto il mondo ed è presente su tutto il territorio nazionale.   Si stima un numero di portatori in tutto il mondo di circa 300.000.000 .   In Europa l’epatite C interessa 8,9 milioni di persone, circa 20.000 individui muoiono di complicazioni da epatite C ogni anno.   Circa il 25% dei pazienti non trattati svilupperà una forma irreversibile di cirrosi epatica.   Molti pazienti sono asintomatici per molti anni.   TRASMISSIONE VERTICALE DEL VIRUS DELL’EPATITE C   La trasmissione può avvenire in utero, per via transplacentare in qualsiasi momento durante la gravidanza, al parto o nel periodo postnatale.   L’infezione da HCV materna non è una controindicazione alla gravidanza

SOPRAVVIVENZA AMBIENTALE HIV     3 GIORNI IN MATERIALE SECCO A TEMPERATURA AMBIENTE   15 GIORNI NEL LIQUIDO DI COLTURE CELLULARI   N. B . : L’ESSICAZIONE AMBIENTALE PROVOCA UNA RAPIDA RIDUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE VIRALE IN POCHE ORE      SOPRAVVIVENZA AMBIENTALE HBV (HCV)   IL VIRUS E’ MOLTO RESISTENTE AGLI AGENTI FISICI E CHIMICI   SOPRAVVIVE A 60°C PER OLTRE 4 ORE   A TEMPERATURA AMBIENTE PER 6 MESI   TRA -10°C E -20°C PER PIU’ DI 20 ANNI  

VIRUS DELL’IMMUNODEFICIENZA UMANA HIV   VIRUS DELL’IMMUNODEFICIENZA UMANA    AIDS  SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA

AIDS L’AIDS O SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA E’ UNA MALATTIA INFETTIVA TRASMISSIBILE, CAUSATA DA UN RETROVIRUS DENOMINATO HIV, AD ELEVATA MORTALITA’ CHE COLPENDO DI PREFERENZA LE CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO, ESPONE L’INDIVIDUO A CONTRARRE INFEZIONI MOLTEPLICI (INFEZIONI OPPORTUNISTICHE) E NEOPLASIE RESPONSABILI DI DIVERSI QUADRI CLINICI; INOLTRE E’ SPESSO CARATTERIZZATA DA INTERESSAMENTO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE (DOVUTO A EFFETTO CELLULARE DIRETTO) CON QUADRO DI DEMENZA.

QUADRO CLINICO   L’INFEZIONE PRIMARIA   In una percentuale bassa dei casi l’infezione da HIV si fa sentire, da 1 a 12 settimane dal contagio con un quadro sintomatologico non specifico: febbre sudorazione artromialgie (dolori articolari e muscolari) mancanza di appetito nausea diarrea mal di gola ingrossamento dei linfonodi reazione cutanea tipo rosolia e orticaria mal di testa fastidio alla luce confusione mentale    

E’ difficile fare diagnosi differenziale con influenza, rosolia, infezioni di altro genere.   NON SEMBRA CHE IL CARATTERE SINTOMATICO O MENO DELL’INFEZIONE PRIMARIA ABBIA IMPORTANZA NEL DETERMINARE L’ULTERIORE PROFILO EVOLUTIVO.   LA SIEROPOSITIVITA’ ASINTOMATICA nella maggioranza dei casi. LA LIFOADENOPATIA SISTEMICA (LAS) frequente. Aumento di volume dei linfonodi, non dovuto ad altre cause, che duri almeno tre mesi e che interessi due o più stazioni linfoghiandolari extrainguinali, non contigue, con linfonodi di oltre un centimetro di diametro. La sede più frequente è la regione cervicale posteriore. Rappresenta il motivo per cui una persona si rivolge al medico.   NON COSTITUISCE UN FATTORE PROGNOSTICO SFAVOREVOLE NEL DECORSO DELLA MALATTIA.

FASE SINTOMATICA   CANDIDOSI DEL CAVO ORALE (forma pseudomembranosa, iperplastica, eritematosa, cheilite angolare)  LEUCOPLACHIA ORALE VILLOSA  HERPES ZOSTER (più metameri)  DERMATITE SEBORROICA  TUBERCOLOSI (più spesso si tratta di una riaccensione di un precedente episodio tubercolare)  SINTOMI GENERALI - Facile stancabilità, sudorazione notturna, febbre, diarrea intermittente, calo ponderale, consistente caduta dei capelli (donne), wasting syndrome (cachessia).  PIASTRINOPENIA in genere asintomatica  INFEZIONI OPPORTUNISTICHE  TUMORI

DIAGNOSI DI INFEZIONE   INFEZIONE NON VUOL DIRE MALATTIA LA DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV VIENE EFFETTUATA MEDIANTE LA RICERCA DI ANTICORPI ANTI-HIV RICERCA DEGLI ANTICORPI SPECIFICI DIRETTI CONTRO IL VIRUS SI TRATTA DI ANTICORPI CHE NON SONO IN GRADO DI DETERMINARE LA GUARIGIONE, LA LORO PRESENZA NON E’ PERTANTO UN INDICE DI PREGRESSA INFEZIONE bensì DI INFEZIONE IN ATTO

IL SIEROPOSITIVO E’ SEMPRE CONTAGIANTE IN QUALSIASI FASE DEL DECORSO CLINICO DELL’INFEZIONE   COMPARSA DEGLI ANTICORPI: DA 30 – 40 GIORNI A 6 MESI DOPO L’INFEZIONE (periodo definito finestra immunitaria) FINESTRA IMMUNITARIA: periodo che intercorre tra l’infezione e la comparsa della sieropositività; quindi individuo sieronegativo, ma infetto e contagiante. NON SI PUÒ AFFERMARE CHE L’INFEZIONE DA HIV DEBBA INESORABILMENTE PORTARE ALL’AIDS, ANCHE SE E’ MOLTO PROBABILE.

SANGUE DALL’ANNO 1985 -          screening delle unità di sangue in giacenza -          minor ricorso alle trasfusioni “inutili” -          trattamento con il calore degli emoderivati -          selezione dei donatori   NESSUN CASO DI CONTAGIO IN SEGUITO ALLA SOMMINISTRAZIONE DI IMMUNOGLOBULINE NESSUN CASO DI INFEZIONE E’ STATO FINORA DOCUMENTATO IN CONSEGUENZA DI PUNTURA ACCIDENTALE CON AGHI ABBANDONATI IN LUOGHI PUBBLICI POSSIBILITA’ DI INFEZIONE PER ESPOSIZIONE A SANGUE INFETTO DELLE MUCOSE O DELLA CUTE LESA, MENTRE LA CONTAMINAZIONE DI CUTE INTEGRA NON COMPORTA ALCUN RISCHIO DI CONTAGIO

DOVE SI PUO’ FARE IL TEST NELLA NOSTRA ULSS     SEVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA – Montebelluna, presso palazzo ex INAM - IN ANONIMATO - IL TEST E’ GRATUITO E PUO’ ESSERE FATTO IN COMPLETO ANONIMATO SOPRATTUTTO SE RICHIESTO DALLA PERSONA (ROUTINARTIAMENTE VIENE ESEGUITO IN ANONIMATO SOLO AL SERT E AL SERVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA) E’ CONSIGLIATO ü    A TUTTI COLORO CHE PRESENTONO SINTOMI O SEGNI CHE POSSONO SUGGERIRE UNA INFEZIONE DA HIV, anche in assenza di dichiarati fattori di rischio ü    A INDIVIDUI ASINTOMATICI, MA CON UNA STORIA DI COMPORTAMENTI A RISCHIO NEGLI ULTIMI 10 ANNI. E’ OBBLIGATORIO ü    PER I DONATORI DI SANGUE. IMPORTANTE: UN RISULTATO NEGATIVO NON ESCLUDE IL CONTAGIO, SE ESSO E’ STATO ESEGUITO PRIMA CHE SIANO TRASCORSI I SEI MESI DALL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO. SI DEVE RIPETERE L’ESAME Se persiste l’esposizione al rischio, al soggetto sieronegativo viene consigliato di ripetere il test ad intervalli di circa sei mesi.

LIQUIDI BIOLOGICI CHE TRASMETTONO IL VIRUS   Sangue Sperma Liquido pre-eiaculatorio (prostatico) Secrezioni vaginali Latte materno Altri liquidi interni che contengono il virus: amniotico, pericardico, pleurico, sinoviale, cerebrospinale, ecc.).

NON SONO IN GRADO DI TRASMETTERE IL VIRUS  Lacrime Sudore Saliva Urina Feci Secrezioni nasali Vomito     L’ACQUISIZIONE DEL VIRUS E’ LEGATA AD ALCUNI FATTORI Carica virale – quantità di virus contenuta nel liquido Ripetute esposizioni Probabilmente alcuni fattori individuali dell’ospite

TRASMISSIONE VERTICALE   La trasmissione verticale è attualmente responsabile della maggior parte delle nuove infezioni nei preadolescenti. Il rischio di infezione per un piccolo nato da madre sieropositiva che non abbia ricevuto una terapia antiretrovirale, viene valutato tra il 13 % e il 39 %. La trasmissione dopo il parto avviene attraverso l’allattamento. Si stima che nel mondo da un terzo alla metà dei casi di trasmissione mamma-bambino avvengano durante l’allattamento. Un numero sempre maggiore di bambini si mantiene asintomatico per più di cinque anni.

PROCEDURE DOMESTICHE PER IL TRATTAMENTO DEL SANGUE E DEI LIQUIDI BIOLOGICI Le procedure usuali di pulizia impiegando prodotti commerciali (detergenti, detergenti-disinfettanti o germicidi chimici) adatti alla maggior parte delle superfici sono sufficienti per pulire macchie di vomito, urine e feci. Le secrezioni nasali possono essere pulite con fazzoletti di carta, che si possono gettare nei rifiuti normali. Per disinfettare macchie contaminate con sangue o altre secrezioni corporee bisogna asportare il materiale organico presente e disinfettare la superficie con candeggina diluita (1:10). Guanti di gomma riutilizzabili possono essere utili nel detergere macchie estese per evitare la contaminazione delle mani del personale di pulizia, ma i guanti non sono essenziali nella pulizia di piccole macchie di sangue che possono essere facilmente contenute dal materiale usato per rimuoverle. Il personale responsabile della pulizia di superfici contaminate deve evitare di toccare, con le mucose o zone di cute lesa, sangue o liquidi biologici. Se possibile, devono essere usati stracci e asciugamani a perdere, che devono essere gettati dopo l’uso, e gli spazzoloni devono essere puliti con disinfettanti. PER LA DISNFEZIONE DELLA CUTE ESPOSTA SI RACCOMANDA L’USO DI UN DISINFETTANTE A BASE DI CLORO DOPO UN ABBONDANTE RISCIACQUO CON ACQUA (EFFETTO DILUIZIONE).  

In guardia L'aumento della sopravvivenza determina un incremento del numero di persone sieropositive viventi, che si stima ormai vicino a 110 mila. Pertanto, anche se i successi della terapia sono notevoli e hanno contribuito alla diminuzione di casi di malattia conclamata e a un crollo dei decessi, si rileva un aumento globale dell'impatto dell'epidemia a livello di popolazione. Conclusioni L'allungamento del tempo di incubazione e della sopravvivenza ha determinato una diminuzione dei nuovi casi di AIDS, ma anche un aumento delle persone malate attualmente viventi. Analogamente, nonostante l'incidenza di nuove infezioni sia diminuita rispetto a quella riscontrata a metà degli anni Ottanta e tenda ad essere pressoché stabile, l'allungamento della sopravvivenza determina ora una tendenza all'aumento dei sieropositivi nel nostro Paese. Per questo motivo, nonostante un cauto ottimismo non sia del tutto fuori luogo, è quanto mai necessario continuare a monitorare con attenzione l'epidemia e mettere in atto efficaci interventi di prevenzione.

Il numero cumulativo di casi di AIDS notificati al COA (Centro operativo AIDS- Istituto Superiore di Sanità) dall'inizio dell'epidemia (anno 1982) al 31 dicembre 2004 è pari a 54.497. Di questi 42.312 (77,7%) sono di sesso maschile, 741 (1,4%) in età pediatrica (<13 anni ) e 3.179 (6,0%) stranieri. L'età mediana alla diagnosi, calcolata per gli adulti, è di 34 anni per i maschi e di 32 anni per le femmine. Nel 2004 sono stati notificati 1.654 nuovi casi di AIDS, di cui 1.220 (73,8%) diagnosticati nell'ultimo anno e 434 riferiti a diagnosi effettuate negli anni precedenti.

Territorialmente si evidenzia l'esistenza di un gradiente nord-sud nella diffusione della malattia in Italia, come risulta dai tassi di incidenza che continuano ad essere mediamente più bassi nelle regioni meridionali. Le regioni più colpite sono nell'ordine: la Lombardia, il Lazio, la Liguria e l'Emilia Romagna. La distribuzione dei casi adulti per anno di diagnosi e categoria di esposizione mostra come il 59,0% del totale dei casi sia attribuibile alle pratiche associate all'uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa (tossicodipendenti + tossicodipendenti/omosessuali). Nel tempo è presente un aumento della proporzione dei casi attribuibili alla trasmissione sessuale (omosessuale ed eterosessuale) ed una contemporanea diminuzione dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione

MONDO Aspetti epidemiologici   Secondo il Rapporto Mondiale 2005 pubblicato da Unaids e OMS sono 40,3 milioni i sieropositivi nel mondo. Un dato che indica come l'infezione sia ancora in aumento in tutti Paesi del mondo, fatta eccezione per i Caraibi: nel 2005 sono stati registrati infatti 5 milioni di nuovi casi in più rispetto al 2003.   Per quanto riguarda invece la mortalità, nel 2005 sono morte di Aids più di 3 milioni di persone, di cui 500.000 bambini. L'aumento più consistente delle infezioni si è riscontrato nell'Europa orientale e nell'Asia centro-orientale, per quanto l'Africa sub-sahariana continui a essere la regione più colpita, con il 64% di nuovi casi, per un totale di 3 milioni di persone infette.

EUROPA In Europa la situazione varia notevolmente fra Est e Ovest. Nell'Europa occidentale i sieropositivi sono circa mezzo milione, con un aumento dei casi attraverso i rapporti eterosessuali, soprattutto fra le donne. Insieme agli Stati Uniti, l'Europa occidentale è l'unica regione del mondo dove l'accesso alla terapia antiretrovirale è garantito: la mortalità per Aids è infatti in netta diminuzione (da circa 4.000 morti nel 2000, a 2.200 nel 2004: una riduzione di oltre il 40%).   Ben diversa è la situazione in Europa orientale, dove l'epidemia è in crescita vertiginosa. I dati indicano che nella regione che comprende l'Europa orientale e l'Asia centrale vivano circa 1,6 milioni di sieropositivi, 860.000 soltanto in Russia. Insieme all'Ucraina, la Federazione russa è il Paese più colpito, soprattutto fra i giovani: ogni anno, più dei tre quarti delle nuove diagnosi sono in persone al di sotto dei trent'anni.

IIL NUMERO DEI SIEROPOSITIVI NELLA POPOLAZIONE CRESCE: IL LIVELLO DI ATTENZIONE PER IL PROBLEMA HIV E LE NORME DI PREVENZIONE E’ CLAMOROSAMENTE CALATO.   IIL NUMERO DEI SIEROPOSITIVI NELLA POPOLAZIONE CRESCE: Ø    AUMENTO DELLA SOPRAVVIVENZA Ø   NETTO AUMENTO DEL NUMERO DI INFEZIONI ACQUISITE PER VIA ETERO SESSUALE Ø NETTO AUMENTO DELLA PROPORZIONE DI SOGGETTI NON A CONOSCENZA DELLA PROPRIA SIEROPOSITIVITA’

SI RENDE NECESSARIO:   RISOLLEVARE IL LIVELLO DI GUARDIA NEI CONFRONTI DEL PROBLEMA RIATTIVARE LE INIZIATIVE DI PREVENZIONE SULLE PERSONE A RISCHIO E DI RICERCA DEI POSSIBILI SOGGETTI ETEROSESSUALI INFETTATISI PER AVER TRASCURATO LE ELEMENTARI REGOLE CHE RENDONO SICURO IL RAPPORTO SESSUALE.

Aumenta la sopravvivenza L'uso delle terapie combinate anti-retrovirali ha determinato una diminuizione dei nuovi casi di AIDS, ma anche un incremento della sopravvivenza delle persone infette o malate; cresce, conseguentemente, il totale dei pazienti viventi, che supera ormai quota 19 mila. Epidemia da tenere sotto controllo Sorvegliare l'andamento dell'epidemia basandosi esclusivamente sull'incidenza dei casi di AIDS non è però sufficiente, specie ora che i trattamenti hanno modificato la storia naturale dell'infezione e l'allungamento del tempo di incubazione ha determinato una riduzione del rischio di sviluppare l'AIDS da parte delle persone sieropositive. Per questo motivo, la Commissione Nazionale AIDS ha raccomandato di estendere i sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione, sinora limitati ad alcune entità regionali, a tutto il territorio nazionale. I nuovi casi di HIV L'incidenza di nuove diagnosi di infezione da HIV, stimata sulla base dei dati provenienti da 5 regioni, è di 6,7 nuove infezioni per 100mila abitanti. Nell'ultimo anno sono state segnalate 720 nuove diagnosi di infezione solo in queste regioni, di cui la gran parte (84%) attribuibili a trasmissione sessuale.