Visita con legambiente La riserva naturale di Ischitella e L’oasi dei Variconi
Notizie sulla gita La partenza. Siamo partiti alle ore 8:15 il giorno 22/05/06 dal bar “2 Pini”, saliti su pullman ci siamo seduti e mentre percorrevamo la strada che ci avrebbe condotto a destinazione abbiamo intravisto una grossa fabbrica con dei fogli di carta attaccati sulle serrature.. A quel punto il pullman si è fermato e si incominciò a udire una voce dal microfono. Era il padre di Gea, una nostra compagna di classe, che è il responsabile della Legambiente di Aversa, ci spiegava cos’era quella grossa fabbrica. In quella enorme struttura si faceva uno dei processi della raccolta differenziata : il compostaggio. L’edificio era stato chiuso da un giudice, perché mescolavano ai rifiuti umidi dei fanghi tossici e il compost così prodotto era altamente velenoso. Il papà di Gea ci ha raccontato che alcune fabbriche per non pagare le tasse per smaltire i rifiuti in modo regolare ,avevano gettato quest’ultimi in modo irregolare in dei fossi scavati per estrarre la sabbia, ma non è finita qui: dopo aver gettato questi rifiuti nei fossi i “furbi” li hanno riempiti d’acqua e vi hanno allevato dei pesci. Proprio per la presenza di acqua i contenitori di questi rifiuti si stanno sciogliendo e quindi sono impossibili da identificare e possono provocare grandi danni alla falda acquifera. Lungo il percorso abbiamo visto molte bufale che si rotolavano nel fango per la presenza di zone umide.
Lungo il percorso abbiamo visto molte bufale che si rotolavano nel fango per la presenza di zone umide.
La riserva naturale d’Ischitella Arrivati alla riserva abbiamo incontrato “Topo” la nostra guida della guardia forestale che ci ha detto di mettere le protezioni contro il sole e contro le zanzare. Abbiamo attraversato il cancello e c’era odore di sottobosco. Ci siamo messi in cerchio . Topo ci ha anticipato le cose che avremo visto e poi ci ha descritto il posto: la prima parte è costituita da pini marittimi piantati nel terreno una sessantina di anni fa, la seconda è costituita da vegetazione naturale,e nella terza e ultima parte la flora è la cosi detta Macchia Mediterranea .
Il nostro esperto Topo ci ha anticipato le cose che avremo visto e poi ci ha descritto il posto: la prima parte è costituita da pini marittimi piantati nel terreno una sessantina di anni fa, la seconda è costituita da vegetazione naturale,e nella terza e ultima parte la flora è la cosi detta Macchia Mediterranea .
Vi presento alcune piante che abbiamo incontrato lungo la passeggiata…. Fillirea Mirto Leccio Caprifoglio Smilax Rosmarino Asparagina Lentisco Cisto
Le piante della macchia mediterranea: la Fillirea Ilatro comune o fillirea Phillyrea latifolia L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento: Si tratta di una specie perenne legnosa appartenente alla famiglia delle Oleacee diffusa allo stato arbustivo e che talvolta assume le dimensioni di un piccolo albero alto fino a 3m. Foglie: Le foglie sono sempreverdi, opposte, quelle giovanili ovato-cordate con margine seghettato; quelle definitive, più piccole, sono lanceolate con margine intero; la consistenza è coriacea, il colore verde-scuro lucido sulla pagina superiore, verde-chiaro opaco su quella inferiore. Strutture riproduttive: I fiori sono raggruppati in infiorescenze poste all'ascella delle foglie, hanno dimensioni molto piccole con corolla a 4 lobi di colore bianco-verdognolo e un profumo molto intenso. Il periodo di fioritura va da marzo a maggio. I frutti sono piccole drupe tondeggianti, simili alle olive, nero-bluastre a maturità, cioé nel periodo di settembre-ottobre. La fillirea è una pianta che vive molto bene nei nostri ambienti sia per gli aspetti climatici sia per le esigenze pedologiche, predilige infatti climi miti e substrati calcarei. Resiste bene anche nelle zone più vicine al mare e possiamo trovarla facilmente sulle dune del litorale.
Pistacia lentiscus L. Famiglia : Anacardiaceae Pistacia lentiscus L. Famiglia : Anacardiaceae Foglie : sempreverdi, composte, paripennate con 8-12 foglioline ellittiche a inserzione alterna Fiori : pianta dioica a piccoli fiori rossastri(maschili) o giallastri(femminili) in pannocchie all' ascella delle foglie. Fioritura da marzo a maggio Frutti : piccole drupe prima rosse poi nere Portamento: alt. sino a 5 m, ma più spesso arbustivo Foglie : sempreverdi, composte, paripennate con 8-12 foglioline ellittiche a inserzione alterna Fiori : pianta dioica a piccoli fiori rossastri(maschili) o giallastri(femminili) in pannocchie all' ascella delle foglie. Fioritura da marzo a maggio Frutti : piccole drupe prima rosse poi nere Portamento: alt. sino a 5 m, ma più spesso arbustivo Il lentisco è specie diffusa nella macchia mediterranea.E' pianta eliotila e termofila, che sopporta condizioni di spinta aridità; molto adattabile per il terreno, predilige però suoli silicei, dove vegeta raggiungendo le dimensioni di un piccolo albero contorto, o, piú comunemente, di arbusto. Ha azione miglioratrice e protettiva nei confronti del terreno.Gli usi dei lentisco oggi sono molto limitati; un tempo si utilizzava il legno per produrre ottimo carbone o direttamente per piccoli lavori al tornio, grazie alla sua durezza e al bel colore rosso-venato Il lentisco è specie diffusa nella macchia mediterranea.E' pianta eliotila e termofila, che sopporta condizioni di spinta aridità; molto adattabile per il terreno, predilige però suoli silicei, dove vegeta raggiungendo le dimensioni di un piccolo albero contorto, o, piú comunemente, di arbusto. Ha azione miglioratrice e protettiva nei confronti del terreno.Gli usi dei lentisco oggi sono molto limitati; un tempo si utilizzava il legno per produrre ottimo carbone o direttamente per piccoli lavori al tornio, grazie alla sua durezza e al bel colore rosso-venato Le piante della macchia mediterranea: il Lentisco Albero del mastice Pistacia lentiscus L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento: è un albero sempreverde che può essere alto fino a 3m, gli steli ramificati portano foglie pennate. Gli organi riproduttivi :ogni pianta porta fiori di un solo sesso: quelli femminili sono verde-giallastro, quelli maschili sono rosso scuro. La pianta produce una resina usata in campo medico e alimentare.
Le piante della macchia mediterranea: il Mirto Myrtus communis Caratteristiche generali, dimensione e portamento: Il mirto è un cespuglio a portamento eretto o espanso sempreverde, tipico della zona mediterranea, è alto dai 200 ai 250 cm. Foglie: Le foglie sono ellittiche e con apici appuntiti Strutture riproduttive: Il mirto ha fiori bianchi con numerosi stami prominenti, il frutto è una bacca bluastra lunga fino a 10 mm che matura da novembre a gennaio. I fiori del mirto sono usati nelle composizioni dei bouquet delle spose. In Sardegna ,dove è molto diffuso, le bacche vengono usate per fare un liquore dolce.
Le piante della macchia mediterranea: lo Smilax strappabraghe smilax aspera L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento Pianta lianosa sempreverde con fusti legnosi e rami muniti di spine e cirri. Foglie: alterne, coriacee, cuoriformi con apice acuto, spinose lungo il margine. Strutture riproduttive: Fiori unisessuali, profumati, piccoli, con tepali bianchi, riuniti in ombrelle portate da un asse a zig-zag lungo 10-15 cm, fiorisce da settembre a novembre ; Il frutto è una bacca sferica, rossa a maturità, matura nell'autunno successivo. Il nome stracciabrache deriva, intuitivamente, dalla grande tenacità di questa pianta che con le sue robuste spine rende impenetrabile il bosco, tanto che è meglio aggirarla se si vuole riportare a casa integri i pantaloni.
Le piante della macchia mediterranea: il Rosmarino rosmarinus officinalis L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento: E' un arbusto sempreverde, molto ramificato appartenete alla famiglia delle Labiate. Il fusto è legnoso , tipico della zona mediterranea, è alto fino a 150 cm. Foglie: le foglie piccole, sottili e opposte, a forma di lancia con la parte inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea. Strutture riproduttive: I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro o biancastro. Il frutto è una piccola capsula. Il rosmarino è usato in cucina per aromatizzare gli arrosti.
Le piante della macchia mediterranea: l’ Asparagina asparagus officinalis L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento L’asparagina è una pianta perenne ornamentale originaria dell’Africa meridionale alta da 40 a 200 cm. Foglie: Quelle che sembrano foglie verde chiaro sono dei fusti laterali modificati, le sue radici si sviluppano in modo molto fitto e riescono ad immagazzinare una notevole quantità d’acqua. Strutture riproduttive: Piccoli fiori di colore giallo chiaro o verde. In autunno produce delle piccole bacche rosse e velenose. Cure e manutenzione : Preferisce luoghi luminosi ma al riparo dal sole diretto, necessità di annaffiature abbondanti perché le foglioline seccano facilmente soprattutto in estate. Moltiplicazione La riproduzione dell’Asparagina va fatta ad Aprile sia per semina che per divisione.
Le piante della macchia mediterranea: il Leccio Quercus Ilex L. Caratteristiche generali, dimensione e portamento: Alto fino a 25 metri con chioma densa, sempreverde, molto scura. Tronco e corteccia: Tronco diritto e robusto con corteccia rugosa grigio-brunastra, screpolata in placchette subrettangolari. Foglie: Persistenti, coriacee, variano molto nella forma e nelle dimensioni. Sono lunghe al massimo 7 cm, con breve picciolo; lamina superiore glabra, vere scuro e lucida, inferiore tomentosa, grigiastra con nervature rilevate. Strutture riproduttive: I fiori maschili sono disposti in glomeruli che formano amenti filiformi, mentre quelli femminili, con breve peduncolo, si trovano sui rami soli o in gruppi di 2-3. La ghianda è lunga fino a 3 cm e presenta una cupola grigio chiaro con squamette appressate.
Le piante della macchia mediterranea: il Cisto Cistus incanus e cistus salvifolius Caratteristiche generali, dimensione e portamento: Il cisto è un arbusto a portamento eretto o espanso sempreverde, tipico della zona mediterranea, è alto dai 30 ai 100 cm. La sua diffusione è facilitata dalla sua caratteristica velocità di ripresa dopo gli incendi. Preferisce terreno acido. Nel mondo esistono poco più di venti specie. In Italia crescono spontanee 5 specie. Foglie: Le foglie sono ovali e ricoperte da densa peluria. Strutture riproduttive: Il cistus incanus ha fiori rosa e spesso è confuso con la rosa, quello salvifolius ha fiori bianchi con la porzione centrale gialla.
Le piante della macchia mediterranea: il Caprifoglio lonicera implexa Caratteristiche generali, dimensione e portamento: pianta rampicante sempreverde alta fino a 200 cm. Foglie: le foglie, di consistenza coriacea, hanno aspetto variabile a volte sono unite intorno allo stelo, la pagina inferiore è bianca. Strutture riproduttive: i fiori sono portati da infiorescenze sessili sono bilabiati esternamente e rosa internamente, sono bianchi e profumatissimi.
Si riparte : Dopo avere visitato la riserva naturale di Ischitella siamo ripartiti per andare poco lontano all’Oasi dei Variconi, lungo il percorso abbiamo fatto una deviazione per andare a vedere le vasche dove i “furbi” hanno buttato i rifiuti tossici. A vederle non sembravano pericolose anzi, abbiamo visto uccelli che non sospettavamo vivessero così vicino a noi : aironi bianchi che si chiamano anche garzette, cavalieri di Italia o trampolieri , folaghe e anche molte rane ma il papà di Gea ci ha detto che quando, tra qualche anno, i contenitori si romperanno ci saranno molti problemi. Dopo un po’ siamo arrivati a Castel Volturno e ci siamo fermati per fare merenda dopo siamo ripartiti e siamo arrivati all’ oasi dei Variconi.
L’oasi dei Variconi Partiti da Castel Volturno dopo pochi minuti siamo arrivati davanti un cancello ma c’era un piccolo problema : una mandria di bufale che pascolavano, noi avevamo paura di scendere dal pullman e allora le professoresse hanno chiesto al mandriano se potevano farle spostare, così siamo potuti scendere dal pullman e ci siamo avviati su un terrapieno sterrato che arrivava fino al mare.
Il papà di Gea ci aveva detto di stare in silenzio altrimenti gli uccelli scappavano via ma noi non ci siamo riusciti se non nell’ultimo tratto mentre andavamo al capanno che si affaccia sul laghetto. Questo capanno serve per osservare gli uccelli senza disturbarli, però non siamo riusciti a vedere molti uccelli perché era tardi e faceva caldo inoltre avevamo dimenticato di portare il cannocchiale e gli uccelli stavano rintanati fra le canne al fresco, questo ci è dispiaciuto e abbiamo deciso di ritornarci più organizzati il prossimo anno scolastico.