S.C. Oncologia Ivrea (TO)

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Transcript della presentazione:

S.C. Oncologia Ivrea (TO) La continuità terapeutica in oncologia San Benedetto del Tronto - Maggio 2008 Quali sono i bisogni del malato oncologico domiciliare? Patrizia D’ Amico S.C. Oncologia Ivrea (TO)

Perché gli utenti ricorrono alle strutture o rientrano in ospedale? Analisi dei punti di criticità delle cure domiciliari che possono se risolti diventare punti di forza di una buona assistenza

Hanno bisogno di non sentirsi abbandonati e di continuare ad essere seguiti in un percorso di cura che inizia in ospedale e che prosegue al domicilio. Passaggio di informazioni dall’equipe di cura ospedaliera a quella di cure domiciliari

Contattare prima della dimissione il medico di medicina generale (medico di base) che è il responsabile dell’A.D.I informandolo del programma terapeutico che si è stabilito ed identificando insieme gli obbiettivi futuri (preventivi,curativi, riabilitativi, palliativi) Presa in carico dell’equipe assistenziale domiciliare già durante la degenza . Far conoscere l’infermiera domiciliare Nell’A.D.I U.O.C.P (assistenza domiciliare integrata dell’unita operativa di cure palliative) far conoscere anche il medico palliativista che passerà al domicilio.

Continuità assistenziale

Diagnosi infermieristica ... per gli infermieri è importante parlare un linguaggio comune Diagnosi infermieristica “giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/processi vitali attuali o potenziali. Costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l’infermiere e responsabile”

Passare le informazioni sull’utente non solo verbalmente ma certificandole. Lettera di dimissione infermieristica

Hanno bisogno di avere una figura di riferimento anche al domicilio Identificare da subito il care-giver e le persone della famiglia che possano supportarlo “risorsa famiglia” Istruire il care -giver ed eventuali altri famigliari per far fronte ai problemi più frequenti nell’assistenza “autonomia d’intervento”

Educazione sanitaria Solitamente quando gli operatori agiscono sull’utente i perenti vengono fatti uscire dalle stanze .… iniziamo a far partecipare il care giver nelle diverse attività, insegnamo come mobilizzare l’utente, come cambiarlo, quale postura farle assumere durante i pasti, come fare una medicazione semplice ….. ricordiamoci che l’assistenza non è presente durante le 24 ore

Hanno bisogno di avere una buona qualità di vita L’equipe agisce sui sintomi: fisici “diario del sintomo” psicologici Sociali spirituali Importanza del lavoro d’equipe e del passaggio di informazioni all’interno del gruppo di lavoro

Hanno bisogno di avere informazioni per poter decidere in autonomia del loro futuro “Consapevolezza”

“Team di professionisti” Hanno bisogno di essere seguiti da personale competente “Team di professionisti” Qualità delle cure

Buon controllo dei sintomi Qualità delle cure Buon controllo dei sintomi Continuità assistenziale Adeguatezza del care giver

Grazie