Ludovica Carfora e Camilla Seghedoni presentano… …L’effetto serra
Il Sole è indispensabile! Il Sole rappresenta il fattore principale nella determinazione del clima, dei venti e del tempo atmosferico. Ogni giorno una quantità enorme di energia solare arriva negli strati superiori dell’atmosfera terrestre e si raggiunge un totale circa di 1,3 X 1024 calorie all’anno; questa quantità è detta costante solare. A causa della presenza dell’atmosfera, solo una parte dell’energia solare raggiunge la superficie della Terra e diventa disponibile per gli organismi viventi.
EFFETTO SERRA Tutti i gas che compongono l’atmosfera sono trasparenti alla luce solare diretta verso la Terra, ma il vapore acqueo e, soprattutto, l’anidride carbonica non lo sono verso i raggi infrarossi; di conseguenza, il calore viene trattenuto dall’atmosfera e produce un riscaldamento della superficie terrestre che prende il nome di effetto serra.
Conseguenze globali dell’effetto serra Nel corso delle ere geologiche la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera ha subito variazioni, ma negli ultimi 10000 anni è rimasta relativamente costante; in volume, tale concentrazione rappresenta una percentuale pari solo allo 0,03%. A partire dal 1850, in seguito alla rivoluzione industriale, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è andata gradualmente aumentando, passando da 290 parti per milione nel 1880 a oltre le 386 parti per milione alla fine del 2007, soprattutto a causa dell’uso di combustibili fossili, del disboscamento e degli incendi delle foreste, molto frequenti soprattutto nella fascia tropicale.
Le conseguenze di un tale incremento della temperatura non sono note con certezza. In alcune parti del mondo ci potranno essere primavere più lunghe, maggiori precipitazioni e, una maggiore produttività agricola. In altre parti del mondo invece le precipitazioni potrebbero essere minori, di conseguenza diminuirebbe la produttività agricola e si accentuerebbe il processo di desertificazione. Inoltre l’innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento del ghiaccio polare è una grave minaccia, non solo per gli abitanti di quelle regioni, ma anche per la moltitudine di organismi marini che vivono e si riproducono ai margini dei continenti.
Grafico che mostra la relazione tra l’aumento della temperatura media globale e la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera
Il protocollo di Kyoto A Kyoto in Giappone 84 nazioni hanno sottoscritto nel 1997 un accordo internazionale che stabiliva una riduzione su scala mondiale di una riduzione delle emissioni di anidride carbonica, al fine di limitare i danni dovuti al riscaldamento del pianeta. In realtà è accaduto che gli U.S.A. che producono più di un terzo dell’emissione totale hanno ritirato la loro adesione al trattato mentre sono notevolmente aumentate le emissioni prodotte dalla Cina e dall’India. Oggi pertanto la situazione è tale da rendere difficile ogni previsione futura.
La situazione in Italia La quota di riduzione prevista per l’Italia come già detto è del 6,5%; ma si è molto lontani da questo obiettivo se si pensa che nel 2002 il nostro paese ha avuto un incremento delle emissioni di poco inferiori del 10% del 1990. I settori italiani maggiormente responsabili delle emissioni sono: La produzione di energia elettrica (30%) Trasporti (26%) Entrambi in crescita. Anche gli altri paesi industrializzati però si trovano oggi molto distinti dagli impegni raggiunti. Ci si dovrebbe indirizzare sull’utilizzo di fonti rinnovabili.
I cambiamenti climatici Oltretutto sono sempre più evidenti i fenomeni legati ai cambiamenti climatici quali: Aumento della temperatura: la media globale del nostro pianeta è aumentata di un valore compreso fra 0,4 e 0,8°C a partire dal 1800; se si analizzano le temperature minime e massime si nota che il riscaldamento globale è dovuto essenzialmente all’aumento delle temperature minime il cui tasso di crescita è stato doppio delle temperature massime. In termini di durata e ampiezza il riscaldamento durante il 1900 sembra essere stata il più importante degli ultimi 1000 anni;
Riduzione dei ghiacci polari: quelli antartici risultano stabili mentre quelli artici hanno subito una riduzione negli ultimi decenni; si sono verificate diminuzioni anche dei ghiacci alpini nelle medie latitudini dell’emisfero nord; Crescita del livello del mare: negli ultimi 100 anni si è già verificato un innalzamento di circa 10-25cm; Precipitazioni e siccità: le precipitazioni totali annue sono in aumento nell’emisfero nord e soprattutto a medie e alte latitudini. Nelle regioni subtropicali vi è una chiara tendenza alla diminuzione. In alcune zone vi è il rischio di desertificazione; Eventi climatici estremi: le valutazioni dell’IPCC indicano un aumento dell’intensità dei fenomeni. Non è aumentata la frequenza dei cicloni tropicali ed extratropicali, ma la loro intensità.
Cambiamenti climatici in Italia I cambiamenti climatici provocano anche per l’Italia conseguenze negative. È previsto un aumento delle precipitazioni soprattutto nelle regioni centrosettentrionali, con crescite delle portate dei fiumi e la possibilità dei venti alluvionali. L’aumento della frequenza delle inondazioni e dell’erosione delle coste avrà conseguenze per il delta del Po e per la laguna di Venezia.