La cura come prosecuzione dell’opera materna. Un caso

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LE CURE AL PAZIENTE CON CRITICITA’ LEGATE ALL’AUTONOMIA
Advertisements

FIGLI DI ULTIMA GENERAZIONE: punti di forza e criticità
LE RAGIONI DEL SEMINARIO
Pone laccento sulla salute e sul funzionamento piuttosto che sulla disabilità È uno strumento per misurare il funzionamento delle persone NELLA società,
La responsabilità sociale dimpresa per lo sviluppo dellazienda e del territorio Rossella Sobrero 22 maggio 2012.
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Introduzione alla pedagogia dello sport Emanuele Isidori corso di laurea in Scienze Motorie Università di Roma “Foro Italico”
Cosa mi ha lasciato questo corso……..
Prof.ssa Eugenia Scabini
Lo sforzo di molti, la passione di tutti
Verso un modello di analisi e misurazione del Capitale Etico aziendale nelle organizzazioni sanitarie Bologna 9 giugno 2011 Ida Grossi Direttore Sanitario.
Verso un modello di analisi e misurazione del Capitale Etico aziendale nelle organizzazioni sanitarie Bologna 9 giugno 2011 Ida Grossi Direttore Sanitario.
DAL TUTORING AL RIORIENTAMENTO
PER IL SUCCESSO FORMATIVO interventi e servizi per gli studenti ITC PIETRO VERRI MILANO Anno scolastico 2002/2003 documentazione a cura di P. Avena, A.
grande contenitore nel quale vengono risolti i diversi aspetti del vivere sociale. I singoli individui trovano proprio nell interazione reciproca lo spazio.
Centro Oncologico “ Ettore M.S. Conti” di Terracina e di Gaeta
SPAZIO DAZIONEPROGETTO STRUTTURALEATTEGGIAMENTOSENSO In prima approssimazione possiamo dire che un setting, in contesto scolastico, sia un ambiente intenzionalmente.
Diventare un Manager-Coach
Il bilancio di sostenibilità della Camera di Commercio di Milano
Lo scenario della politica regionale di sviluppo
Per valorizzare il lavoro educativo delle donne e per offrire servizi all"infanzia.
4^ - 5^ scuola primaria 1^-2^-3^scuola secondaria di primo grado
LA DOCUMENTAZIONE EDUCATIVA Comunicazione, Formazione e Ricerca nel sistema formativo dellEmilia Romagna 5 novembre 2009 Claudia Vescini.
PERSONALIZZAZIONE apprendimento e insegnamento valorizzazione dell’alunno Innovare la didattica per personalizzare L'educazione personalizzata non si riduce.
Allievo: Pettinato Daniele Classe IV AM A.S. 2011/2012
“Peter Pan non abita più qui: disabilità intellettiva e adultità”
“LABORATORIO DI COMUNICAZIONE”
METODO DI ALLENAMENTO PER IL BENESSERE
Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci.
PREVENZIONE DEL RISCHIO E PROMOZIONE DEL BENESSERE IN ADOLESCENZA
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
La mia autostima.
Insegnare: il modo adulto di imparare
ISTITUTO COMPRENSIVO GRISELLI MONTESCUDAIO
La ricercazione partecipativa
SEI EDUCAZIONI ALLA CONVIVENZA CIVILE
LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm
Lo sviluppo delle emozioni
Differenziare in ambito matematico
Funzione strumentale area 2: sostegno al lavoro dei docenti
SCUOLA DELLINFANZIA DI LAGOSANTO SCUOLA DELLINFANZIA DI LAGOSANTO IDENTITA DELLA SCUOLA.
Uno sguardo sul gioco Dall’esperienza della “Mondolfiera” Ludoteca del Comune di Firenze A cura della coordinatrice della Ludoteca Barbara Hoffmann.
IL PUPAZZO JONATHAN UN PERCORSO DI LAVORO Insegnante specializzata
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA
“A PARTIRE DALLA FINE” Nuovi obiettivi e strumenti per i giovani in uscita dal sistema dei Servizi Milano, 24 Maggio 2011.
Lavoro e Democrazia Cosa significa lavorare nella nostra società?
“A PARTIRE DALLA FINE” Nuovi obiettivi e strumenti per i giovani in uscita dal sistema dei Servizi Milano, 24 Maggio 2011.
Voglio parlare col dirigente! Conflitto e conflitti a scuola Incontro conclusivo Torino – 16 febbraio 2015 Relatore: Mauro Doglio.
Virginia Henderson cenni storici
Z OO A NTROPOLOGIA Attraverso la RELAZIONE con l’animale, la Zooantropologia Didattica e Assistenziale promuove importanti valenze educative, formative.
Aspetti cognitivi del gioco. autonomia  metodo centrato sui problemi da risolvere  ragazzi protagonisti attivi  ragazzi che imparano a fare scelte.
Certificazione delle competenze disciplinari
ISTITUTO COMPRENSIVO DI ALBINO
Francesco Maiorano PIST Peucetia: LA MAPPA DI COMUN ITA’
Definizioni, obiettivi, oggetti, partecipanti, modalità, tempi
Psicomotricità educativa e preventiva
Sintesi lavori della Sessione 5 Le politiche e i servizi per l’accoglienza Un decennio di contrasto alla istituzionalizzazione di bambini e adolescenti.
Rapporteur: Laura Baldassarre
1 “Luoghi di bene e bambini vulnerabili: l’accoglienza che educa e sostiene” Dr.ssa Daniela Piscitelli.
Istituto Comprensivo “PABLO NERUDA” Roma Indirizzo Musicale
TECNICHE DI MEMORIA 4 settembre 2015 Istituto Comprensivo A. Fogazzaro Prof.ssa Elena Conte.
Presentazione Life skills relazionali Gioia Mavi gen 2016.
SCUOLA INFANZIA “F. GATTI”
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
IL PUNTO D’ASCOLTO. IL PUNTO D’ASCOLTO PER IL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’
R.S.P.P. Alessandro Maianti STRESS LAVORO - CORRELATO Ministero del lavoro e delle politiche sociali, prot.15segr./00236)92 del 18/11/2010 Accordo Europeo.
Tavola Rotonda: la disabilità e le sue implicazioni La rete dei servizi Mario Melazzini Vigevano, 8 ottobre 2011.
Il Progetto network Tutti segnalano che l’educare e il prendersi cura oggi richiede un investimento consistente non solo in termini emotivi - affettivi,
PROGETTO ORCHESTRA Riavvio dell’Osservatorio Povertà e Risorse 1.
Transcript della presentazione:

La cura come prosecuzione dell’opera materna. Un caso Emmi Pikler e l’istituto Pikler Loczy di Budapest

Il lavoro sui casi. Il contesto generatore di idee Le esperienze degli educatori del passato, riprese/ridotte nei codici disciplinari rischiano di vedere appannarsi la forza vitale, mortificata l’originalità, banalizzate le condizioni caratterizzanti in formula di cui tutti possono impadronirsi, magari attribuendo alle parole significati diversi e lontani da quelli dati in partenza. Impadronirsi è una buona pratica, fare confusione no. Illustrazione della “drammaticità” della pratica educativa: la complessità del percorso da “mi piacciono i bambini” alla competenza: l’ ’area prossimale’ di competenza. Approccio complementare ad altri più sistematici: attenzione a connessioni e sviluppi, sguardo non interrotto.

La problematica Le madri al centro del lavoro di cura: un riconoscimento laborioso... Ripercorrendo a grandi linee l’evoluzione storica dell’intervento nei confronti di bambini che crescono fuori dalla famiglia d’origine si può registrare un processo paradossale: più si individuano i bisogni fondamentale e più si soddisfano, più gli operatori implicati, educatori, assistenti sociali, tecnici, magistrati, registrano l’insufficienza dei loro interventi. Tutto quello che – nell’agire dei servizi e dei singoli operatori – va nella direzione di sostituire una madre non capace di curare il suo bambino con una figura capace di farlo al suo posto, non evita il fenomeno della carenza di cure materne. La qualità delle cure fornite è una variabile fondamentale, ma perché un bambino sia in grado di beneficiare di quanto gli è offerto, è necessario che sia aiutato a mantenere ed elaborare la relazione con la madre e con la famiglia d’origine per quanto problematica essa sia. Per gli operatori permettere al bambino di mantenere il contatto con la madre e offrirgli buone cure sostitutive di quelle prestate dalla madre, implica una posizione difficile, spesso causa di sofferenza che spinge a “scegliere” fra la madre e il bambino.

…un approccio educativo al passaggio dal corporeo allo psichico: Cura: attenzione, applicazione, vigilanza per il benessere, applicata in particolare a partire dal corpo Negli ultimi decenni la cura è stata svalutata a vantaggio della relazione(con ‘buoni’ motivi e buone intenzioni). Dalle storie dei servizi considerati appare che la cura è un veicolo di relazione, capace di generarla, indirizzarla, trasformarla. Il prestare cura è un agire concreto a proposito del quale si possono dare indicazioni, fare osservazioni…. Cura e relazione formano un binomio indissociabile nel quale ognuna delle parti alimenta l’altra e può sostenerla o ostacolarla

Emmi Pikler. Loczy Le madri sono(fisicamente)assenti 1 Emmi Pikler. Loczy Le madri sono(fisicamente)assenti 1.Cenni biografici 1902 nascita a Vienna 1920-1930 studi di medicina e specializzazione in pediatria a Vienna 1930-1945 pratica professionale a Budapest. Insegnamento in corsi di formazione per puericultrici e maestre giardiniere. Le leggi razziali impediscono agli ebrei la pratica professionale nei servizi pubblici.Pub llicazione del testo Cosa sa fare il vostro bambino, rivolto alle madri. 1946 creazione, in via Loczy, di un servizio residenziale per bambini 0-3 anni orfani.Incarico del ministero della salute e la sicurezza sociale. 1946-1979 dirige il servizio 1979 pensionamento, attività di formazione 1984 morte a Budapest 1984-1990 nascono Associazioni nazionali Pikler Loczy in Europa e Nord e Sud America 1998 Loczy passa alla gestione di una Fondazione pubblica con finanziamento privato e sostegno di una Associazione internazionale. 1998 – 2006……..

2. Principi organizzativi Bambini senza famiglia, costretti a vivere i primi anni di vita in collettività, possono crescere autonomi e responsabili come i loro coetanei più fortunati grazie a un progetto educativo basato su: la valorizzazione dell’attività autonoma del bambino, fondata sulla sua iniziativa , all’interno di un ambiente adeguato; l’esistenza di rapporti personali stabili e, in particolare, di una relazione privilegiata fra ognuno dei bambini e una delle educatrici all’interno di questa relazione l’educatrice deve preoccuparsi che il bambino costruisca una immagine positiva di sé e, in sintonia con il suo grado di sviluppo, impari a conoscere la sua collocazione nell’ambiente, fra le cose e le persone che lo circondano, gli avvenimenti che lo riguardano, il presente e l’avvenire immediato e più lontano; la promozione e il mantenimento della salute fisica che, in parte sostiene e in parte è effetto dei tre punti precedenti.

3. Dalla storia al lavoro nei servizi Un’educatrice deve mettere un bambino nella stessa condizione di benessere in cui lo mette una madre ‘sufficientemente buona’, e può farlo solo comportandosi in modo diverso da quello della madre.Perchè questa affermazione non resti solo enunciata, Loczy attua tre dispositivi: a) Differenzia cura e relazione. Lo fa ‘strumentalmente’, problematizzando la assenza di soluzione di continuità. La differenziazione permette di - dare concretezza( possibilità di intervento) agli ingredienti che compongono la relazione empatica madre o educatrice – bambino e alla loro diversa composizione: madre sente con il bambino educatrice è con il bambino fa con il bambino - creare lo spazio in cui è presente la madre biologica e potrà essere presente la madre adottante

b) Offre alle educatrici un punto di attenzione al bambino che insiste sull’autonomia: il movimento. E chiede loro di regolare su questo il proprio comportamento c) Propone formazione attraverso l’esperienza ragionata del rapporto. A partire da una sceneggiatura in cui gesti osservabili (osservati) e discutibili (discussi) permettono di intervenire nel passaggio – senza soluzione di continuità – dal corporeo allo psichico . Tocca l’articolazione fra regola e spontaneità: una stessa intenzione deve dar luogo a diversi comportamenti per permettere di far fare la stessa esperienza a bambini diversi