Breve storia del romanzo poliziesco

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Breve storia del romanzo poliziesco Giallo Breve storia del romanzo poliziesco

Gli Antenati L’origine della detective story: l’Edipo re di Sofocle. Mortua quidam uxore, ex qua filium habebat, duxit aliam: sustulit ex ea filium. Habebat procuratorem in domo speciosum. Cum frequenter essent iurgia novercae et privigno, iussit eum semigrare: ille trans parietem habitationem conduxit. Rumor erat de adulterio procuratoris et matris familiae. Quodam tempore pater familiae in cubiculo occisus inventus est, uxor volnerata, communis paries perfossus; placuit propinquis quaeri a filio quinquenni, qui una dormiverat, quem percussorem cognosceret; ille procuratorem digito denotavit. Accusat filius procuratorem caedis, ille filium parricidi. Seneca il retore per coloro che in futuro avrebbero ricoperto il ruolo di accusatore o difensore nei processi. Un delitto in ambiente ristretto, un personaggio sul quale si addensano i sospetti, uno che avrebbe potuto creare ad arte indizi per deviare i sospetti su un innocente.

Data di nascita... 1841, anno della pubblicazione del racconto lungo di Edgard Allan Poe, "I delitti della Rue Morgue". Per la prima volta, in un romanzo con delitto, viene messa in primo piano l'analisi e la deduzione al posto del sentimento. Ma perché proprio a metà dell'Ottocento? Sono gli anni in cui si impone il "Positivismo”, che propone di analizzare gli eventi grazie soprattutto all'utilizzo di procedimenti logici, basati su metodi scientifici. Contemporaneamente, si assiste allo sviluppo delle grandi città e si fa urgente il problema dei delitti metropolitani. Nasce l'antropologia criminale: il delinquente, il delitto vengono studiati e classificati come se fossero margherite di un erbario.

Ma “Giallo” perché? Il termine nasce in Italia nel 1929, quando l'editore Arnoldo Mondadori lancia una collana di tascabili polizieschi, acquistabile in ogni edicola e libreria. Per le copertine viene scelto il colore giallo. Siamo negli anni del fascismo e le leggi dell'epoca impongono che nella collana ci sia un certo numero di firme di scrittori italiani. La parola è entrata nel nostro vocabolario per designare tutto ciò che riguarda delitti e intrighi, in somma tutta la narrativa (racconti, romanzi, film, fumetti) di solito definita poliziesca. Negli altri paesi, data l’importanza in questo genere della produzione anglo-americana, si parla generalmente di detective story.

Ingredienti Base... Si dice che un giallo, per essere tale, debba avere: un delitto, un'indagine poliziesca e un momento finale (soluzione) in cui il caso viene risolto. Questa "classificazione", forse un po' generalista, aiuta però a chiarire il rapporto spesso confuso tra il poliziesco e altri generi a lui vicino: la crime novel, in cui l'eroe non é un poliziotto ma un criminale, anche se super intelligente (cfr. Arsenio Lupin o Fantomas); il thriller, in cui spesso i colpevoli sono conosciuti fin dall'inizio e il lettore partecipa emotivamente alla preparazione del colpo.

A ritroso Il poliziesco è una storia che procede a ritroso e si sviluppa come una continua sfida fra intelligenze, quella dello scrittore (narratore) e quella del lettore: il primo deve essere bravo ad occultare, il secondo a cogliere gli indizi disseminati secondo il disegno ordito dallo scrittore. Nel racconto giallo è evidente la differenza fra fabula e intreccio (rispettivamente il fatto come è avvenuto e il fatto come viene raccontato a partire dall’effetto) perché l’indagine, svelando l’enigma, ripercorre le vicende che cronologicamente stanno prima del delitto. Più in generale possiamo distinguere due correnti principali: una prevalentemente avventurosa per cui l’identificazione del colpevole e l’inchiesta hanno un’importanza relativa; l’altra in cui l’elemento fondamentale è appunto l’investigazione condotta con mezzi logici e scientifici.

Poe Edgar Allan Poe, americano (metà del XIX secolo), ed Emile Gaboriau, francese, possono essere considerati i veri inventori del genere. Le regole di questi 2 autori fecero scuola quasi per un secolo: avvincere la curiosità del lettore con un enigma terrificante e talvolta assurdo, comporre una narrazione ridotta all’essenziale, descrivere minuziosamente le ricerche dell’investigatore fino alla vittoria finale.

Arthur Conan Doyle Nel 1887 Arthur Conan Doyle scrisse A study in scarlet: si ispirò ad un ex professore della facoltà di medicina di Edimburgo, il dottor Joseph Bell. Solo nel 1891 l'editore dello "Strand Magazine“ cominciò a tempestare Doyle con la richiesta di nuove storie. L'autore, disinteressato a riprendere il personaggio, chiese una forte somma per scoraggiarlo, ma con sua sorpresa si vide accettare il contratto. Era l'inizio di una delle più grandi saghe del nostro tempo, anche grazie all’interpretazione grafica che di Holmes avrebbe dato sullo "Strand" il disegnatore Sidney Paget.

Sherlock Holmes: l’identikit... Alto, magro, il naso affilato, con le mani perennemente sporche d'inchiostro o di sostanze chimiche, Sherlock Holmes vive a Londra, in un appartamento al numero 211B di Baker Street dove alterna la lettura con esperimenti di laboratorio e lunghe suonate di violino. Condivide l'appartamento con il dottor Watson, vera "spalla" e, nella finzione, biografo di Holmes. In nessun romanzo la frase "elementare, Watson!”: si tratta infatti di un'invenzione dell'attore Gillette.

La pipa e la lente, la mantellina e il cappello da caccia, sono diventati da tempo simboli della letteratura poliziesca, anche se sono farina del sacco del disegnatore Sidney Paget.

Conan Doyle uccide Sherlock Holmes Nel 1893 nessuno poté salvare il detective dal precipitare a capofitto nella cascata di Reichenbach in Svizzera, vittima del suo avversario Moriarty. Conan Doyle resistette 4 anni alle pressioni e alle lettere di milioni di appassionati in lutto; alla fine cedette e nel 1897 scrisse per l'attore William Gillette la commedia Sherlock Holmes. Nel 1901 arrivò The hound of the Baskervilles, anche se Doyle puntualizzò che si trattava di un'avventura antecedente alla morte di Holmes nella cascata. Nel 1903 l'arrivo dall'America di un'offerta economica cui non era possibile dire di no indusse Conan Doyle a riprendere le avventure del suo pur detestato investigatore.

L’ACME’ In Francia trionfa Gaston Leroux, mentre in America il periodo fra le due guerre mondiali segna l’epoca d’oro del romanzo poliziesco “scientifico”. La falsariga è sempre quella di Conan Doyle, il protagonista è sempre l’investigatore di genio, formidabile ragionatore, ma la tecnica si raffina e l’umorismo crea uno stile più credibile. Si va dall’inglese Gilbert Keith Chersterton, creatore di Padre Brown, ad Agatha Christie con i suoi Ercule Poirot e Miss Marple, fino ad Edgar Wallace, Ellery Queen e S.S.Van Dine, con i suoi racconti che sembrano partite a scacchi.

LA SVOLTA In Francia la comparsa di Georges Simenon nel 1931 segna una data importante. Il suo commissario Maigret è un nuovo tipo di investigatore, dotato di un intuito particolare che si esplica fra i quartieri vecchi di Parigi. Si ricordano poi Jorge Luis Borges con il suo Isidro Parodi, in comproprietà con l’amico Adolfo Bioy Casares; in Italia Ezio d’Errico, il binomio Fruttero-Lucentini, Renato Olivieri.

Hanno “nobilitato” il genere Dino Buzzati con le sue Notti difficili, Carlo Emilio Gadda con Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, Leonardo Sciascia con Il giorno della civetta e A ciascuno il suo, Il nome della rosa di Umberto Eco e ora Andrea Camilleri con il suo Commissario Montalbano. Negli ultimi anni alla russa Alexandra Marinina il successo del genere ha fruttato ben 13 milioni di copie e ha garantito la fama del padre di Pepe Carvalho, Manuel Vazquez Montalban (Il centravanti è stato assassinato verso sera, Le ricette di Pepe Carvalho, I mari del Sud…)

Negli Stati Uniti il crimine a partire dagli anni Venti e Trenta conosce una crescita esponenziale unitamente alla corruzione di coloro che dovrebbero garantire l’ordine sociale: è il periodo dei gangster invincibili, della mafia che si trapianta negli USA e si americanizza, del proibizionismo, oltre che della grande depressione economica che colpisce i più deboli e gli emarginati.

La violenza fattasi quotidiana non ha bisogno di eroi sofisticati salottieri, ma di uomini che conoscono il linguaggio della violenza per averla provata nelle strade del loro quartiere. E’ il caso di Philip Marlowe che subisce anche molte sconfitte, solitario, con pochi soldi, malinconico, pronto a tutto per sbarcare il lunario ma non a transigere sulla sua dignità di uomo. (Humphrey Bogart indimenticabile col suo feltro grigio, la sigaretta in bocca e il bicchiere di whisky nel film Il grande sonno, mentre Jean Gabin e Gino Cervi hanno dato il volto a Maigret).

Altri cambiamenti investono il giallo negli anni Ottanta e Novanta: da un lato cresce il numero delle detectives donne, dall’altro si impone il detective sfigato un po’ fantozziano sempre più vicino all’uomo comune del quale condivide la mediocrità della vita. L’inchiesta non ha più nulla di eroico.

DETECTIVE SPECCHIO DEI TEMPI... La tipologia del detective si è profondamente modificata nel corso del tempo, anzi è proprio la fisionomia dell’investigatore (non solo l’aspetto fisico, ma il modo di investigare, il codice comportamentale) a costituire la cifra del giallo e a datarlo.

Controllare il mondo Un segugio che analizza le tracce più insignificanti, dalle spiccate doti logico-razionali. La tipologia del detective alla Sherlock Holmes e alla Dupin è il prodotto di un preciso modello culturale, quello della 2^ metà dell’Ottocento, fiducioso nei metodi del sapere scientifico, nelle capacità dell’uomo di sconfiggere il disordine sociale e di controllare il mondo.

I tempi cambiano Maigret e Parker Pyne sono uomini dotati di buon senso che preferiscono affiancare all’analisi dei fatti quella dell’ambiente in cui avviene il reato e quella psicologica degli indagati. La cultura occidentale della fine del XIX secolo è pervasa da una crisi profonda che ha minato le certezze scientifiche acquisite e ha portato alla ribalta discipline come la psicanalisi e la psicologia.

GIALLO e ALTRO... A partire dagli anni Settanta diviene: denuncia delle collusioni fra politica e mafia (Sciascia) indagine sulla violenza dei regimi dittatoriali che lungo il corso del secolo hanno brutalizzato l’uomo (Tabucchi) denuncia contro il passato regime fascista e segno del groviglio oscuro che è la vita nel cui “vortice” di eventi e cause a nulla vale la ricerca di una verità che per giunta non esiste (Gadda) “opera aperta” a più livelli di significazione, la decifrazione del cui senso è affidata al lettore che nella realtà si imbatte ugualmente in un labirinto di segni (Eco).