IL COMMERCIO ELETTRONICO INDIRETTO Dott. Enrico La Rosa Commissione Fiscalità Odcec Civitavecchia 5 Marzo 2015.

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IL COMMERCIO ELETTRONICO INDIRETTO Dott. Enrico La Rosa Commissione Fiscalità Odcec Civitavecchia 5 Marzo 2015

Ai fini iva si applica una disciplina particolare per le "vendite a distanza", per tali intendendosi le vendite in base a cataloghi, per corrispondenza e simili, comprese le vendite a domicilio e quindi anche quelle riconducibili al c.d. "commercio elettronico indiretto". Commercio elettronico indiretto Le vendite a distanza

Nell’ambito delle vendite nei confronti di consumatori finali italiani, l'art. 22, comma 1, n. 1), del D.P.R. n. 633/1972 esonera dall'obbligo di fatturazione le vendite per corrispondenza e a domicilio salvo, naturalmente, che la stessa sia richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell’operazione. Commercio elettronico indiretto Le vendite a distanza

Peraltro, per effetto dell'art. 2 del D.P.R. n. 696/1996, le predette vendite non sono soggette nemmeno all'obbligo di certificazione mediante scontrino e ricevuta fiscale. Commercio elettronico indiretto Le vendite a distanza

Il venditore ha di fatto il solo obbligo di annotare, entro il giorno non festivo successivo a quello di effettuazione dell’operazione, i corrispettivi giornalieri delle vendite nel “registro dei corrispettivi”, (articolo 24 del Dpr n. 633/1972). Commercio elettronico indiretto Le vendite a distanza

Attenzione: questo esonero vale solo per le cessioni di beni a distanza verso consumatori finali e mai per le prestazioni di servizi. Commercio elettronico indiretto Le vendite a distanza

L’esonero dalla certificazione dei corrispettivi, se da un lato rappresenta certamente un’agevolazione, dall’altro può rivelarsi un handicap in caso di merce resa dal cliente. Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

Nel caso di reso di merce, infatti, ove non sia stata emessa la fattura di vendita il venditore, è abilitato a rettificare in meno l’Iva dovuta solo se è possibile individuare il collegamento tra la vendita originaria e la successiva restituzione della merce. Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

A tal fine, secondo quanto specificato nella Risoluzione 274/E del 5 novembre 2009 dell’Agenzia delle Entrate, il verificatore deve essere in grado, dalla documentazione in possesso del venditore, di individuare gli elementi necessari a correlare la restituzione al medesimo bene risultante dal documento probante l'acquisto originario. Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

Elementi quali: le generalità del soggetto acquirente; l'ammontare del prezzo rimborsato; il "codice" dell'articolo oggetto di restituzione e il "codice di reso" (quest'ultimo deve essere riportato su ogni documento emesso per certificare il rimborso). Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

Inoltre, mediante la corretta tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino, in sede di verifica fiscale, deve essere possibile rilevare la movimentazione fisica del bene che è stato oggetto di restituzione. Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

La risoluzione non lo dice è, però, ragionevole ritenere che tutta la procedura sopra indicata possa essere espletata anche nel caso di imprese non tenute alla contabilità di magazzino. Commercio elettronico indiretto. Il reso di merce.

Ove, dunque, sia stata emessa fattura di vendita, l’impresa venditrice è abilitata a recuperare l’Iva addebitata semplicemente mediante emissione di nota di variazione in diminuzione, secondo quanto previsto dall’art. 26 del Dpr 633/1972. Commercio elettronico indiretto Il reso di merce

Per tutto il resto, al commercio elettronico indiretto, si applicano le regole iva ordinarie delle cessioni di beni interne, delle esportazione e delle cessioni in ambito comunitario. Commercio elettronico indiretto

Per la facilità con cui il commercio elettronico in generale si trova ad avere a che fare con soggetti stranieri, merita qualche parola la particolare disciplina che in ambito europeo, ai fini della tassazione indiretta, soggiacciono le transazioni di commercio elettronico diretto verso i consumatori finali. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Nel caso di vendite nei confronti di consumatori finali residenti in altri paesi Ue (B2C), si applica un regime speciale per la territorialità applicabile alle vendite a distanza (artt. 40, comma 3 e comma 4, del DL 331/1993). Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Tale regime prevede che le vendite sono imponibili in Italia (tassazione all’origine) a seconda se il cedente italiano, sia nell’anno precedente, sia in quello in corso, ha effettuato, nello stato membro di destinazione della cessione comunitaria, vendite a distanza di ammontare globale inferiore ad una determinata soglia. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Finché si rimane al disotto della soglia, quindi, l’operazione è imponibile in Italia e il venditore sarà soggetto a tutta la normativa italiana in materia d’iva (aliquote, non obbligatorietà di fatturazione, annotazione sui corrispettivi etc.. ). Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Tali soglie (in inglese thresholds), per lo più comprese tra un massimo di € ,00 ed un minimo di € ,00, sono definite dalla disciplina interna di ciascuno dei 28 Stati membri potenziali destinatari dei beni. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

La tabella, continuamente aggiornata, può essere reperita accedendo a: ders/vat_community/index_en.htm Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Nel caso invece che il fatturato nello stato membro di destinazione della cessione comunitaria superi la soglia come precedentemente individuata, immediatamente cambierà l’applicazione del criterio territoriale e l’operazione sarà imponibile in quello stesso stato. Territorialità C.E. Indiretto. Cessioni a clienti Ue consumatori finali.

Il cedente sarà, quindi, tenuto a nominare un proprio rappresentante fiscale, ovvero ad identificarsi direttamente ai fini dell’assolvimento dell’iva. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Si capisce quindi come questo possa diventare un ostacolo insormontabile per alcune imprese da valutare bene già in fase di start up. Fondamentale, anche, il costante monitoraggio delle soglie che possono variare ad ogni periodo d’imposta. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Anche qualora la suddetta soglia non fosse stata superata il cedente può comunque optare per l’applicazione dell’imposta nell’altro stato membro dandone comunicazione all’amministrazione finanziaria italiana. Tale opzione ha effetto fino a quando non viene revocata e, in ogni caso, vale per almeno 3 anni. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

La stessa opera dal 1° gennaio dell’anno in corso, se esercitata in sede di dichiarazione Iva (VO10) annuale relativa all’anno precedente, oppure dal momento in cui viene esercitata nel caso di inizio dell’attività. La revoca (VO11) va comunicata all’Agenzia delle Entrate nell’ambito della dichiarazione annuale e ha effetto dall’anno in corso. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

P AESE S OGLIA DI ESONERO P AESE S OGLIE DI ESONERO Belgio €Austria € Danimarca €Finlandia € Francia €Repubblica Ceca € Germania €Estonia € Gran Bretagna €Cipro € Grecia €Lettonia € Irlanda €Lituania € Lussemburgo €Ungheria € Portogallo €Malta € Spagna €Polonia € Italia €Slovenia € Olanda €Slovacchia € Romania €Svezia € Tabella riepilogativa della soglia fissata dai singoli Stati membri per l’applicazione del regime speciale delle vendite a distanza effettuate nei confronti dei soggetti residenti nei loro territori. MARZO 2014

E’ chiaro come una soglia più alta sia indice di una politica più tesa a voler facilitare l’ingresso sul mercato interno di operatori comunitari e viceversa in caso di soglie più basse. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue consumatori finali

Nel caso in cui, invece, l’acquirente, residente in un altro stato membro, sia un soggetto passivo iva (B2B), siamo, ovviamente di fronte a «normali» operazioni intracomunitarie, disciplinata dagli artt. 41 e seguenti del Dl 331/1993, con tutti gli obblighi e le difficoltà connesse (imponibilità a destino e reverse charge in capo al committente, compilazione degli Intrastat..). Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue soggetti passivi B2B

Il cedente, iscritto al Vies, entro il 15 del mese successivo a quello della consegna o spedizione dei prodotti, emetterà fattura, senza applicazione dell’Iva, indicandovi il proprio numero identificativo Iva e quello del cliente estero. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue soggetti passivi B2B

Sulla fattura bisognerà fare attenzione ad apporre la dicitura in italiano: “Operazione non imponibile articolo 41, comma 1, lettera a), del DL 331/1993–inversione contabile”. L’operazione sarà, inoltre, oggetto di comunicazione attraverso il modello Intrastat. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue soggetti passivi B2B

La fattura deve essere emessa all’atto della consegna o spedizione dei beni. Se anteriormente alla consegna o spedizione dei beni, viene incassato il corrispettivo, la fattura deve essere emessa entro le ore 24 del giorno in cui è stato incassato il corrispettivo. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue soggetti passivi B2B

Se, dunque, il pagamento della fornitura viene eseguito all’atto della compilazione dell’ordine, mediante carta di credito o Paypal, è necessario emettere fattura immediata. Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti Ue soggetti passivi B2B

Per le cessioni nei confronti di clienti extracomunitari, indipendentemente dalla soggettività passiva o meno di questi, si tratterà di esportazione e quindi di operazione non imponibile ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 633 del Territorialità C.E. Indiretto Cessioni a clienti extra Ue