Corso residenziale per infermieri del D.S.M.

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Corso residenziale per infermieri del D.S.M. L’evoluzione della figura dell’infermiere psichiatrico Rosa Cassisi Ragusa 24/09/2009

e delle situazioni del presente ” “ la storia non è pura speculazione intellettuale: la comprensione del passato professionale può, infatti, favorire la consapevolezza dei problemi e delle situazioni del presente ”

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere ESCURSUS STORICO E GIURIDICO

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere H. Wilensky identifica 5 fasi: Occupazione a tempo pieno Istituzione di scuole di formazione Nascita di associazioni professionali Elaborazione di un codice etico

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere Sapere (apprendimento organizzato) Saper fare (apprendimento guidato e valutato) Saper essere (regole etiche e comportamentali )

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere Epistemiologia = presupposti teorici di una disciplina (teorici dell’assistenza: V.Henderson, D.Orem. H.Peplau, J.Watson, etc.); Disciplina infermieristica = insieme di conoscenze, metodologie e strumenti di cui dispone l’infermiere per erogare un’assistenza di qualità ed assicurare interventi basati su evidenze scientificamente validate.

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere Elementi propri di una disciplina: oggetto di studio insieme di conoscenze scopo metodi e strumenti L’uomo e i suoi bisogni assistenziali Specifiche della disciplina Attinte da altre discipline Sostituire, supportare, promuovere l’autonomia Processo nursing - sistemi informativi - EBN formazione – ricerca - documentazione

Il processo di professionalizzazione dell’infermiere La legislazione degli ultimi anni: Dpr 739/1994: Profilo Professionale L. 42/1999: Abolizione del mansionario L.251/2000: Riconoscimento della dirigenza infermieristica L. 43/2006 e DPCM 2008: Ordini professionale e requisiti professionali per l’accesso alle diverse qualifiche (infermiere, Inf. Coord., Inf. dirigente) Revisione del CODICE DEONTOLOGICO nel 2009

L’infermiere psichiatrico l’epoca pre-Basaglia

L’infermiere psichiatrico (Regio Decreto del 16 agosto 1909 n. 615) COMPITI DELL’INFERMIERE: sorveglianza, custodia e contenimento degli alienati REQUISITI RICHIESTI: - saper leggere e scrivere - abitare vicino al manicomio - essere robusti e forti MEZZI ADOTTATI: camicia di forza, isolamento, bagni freddi, frizioni irritative, purganti, emetici, somministrazione forzata di acqua, elettroshock….. il malato mentale veniva considerato pericoloso e inguaribile

L’infermiere psichiatrico l’epoca post-Basaglia

L’infermiere psichiatrico L. 431 1968 Mariotti / Legge 180 del 1970 Vengono chiusi gli Ospedali Psichiatrici istituiti i CIM potenziati gli organici medici e infermieristici (rapporto di 1 infermiere ogni 4 pazienti) introdotte figure nuove (psicologo, assistente sociale, igienista) VIENE SOPPRESSA LA FIGURA DELL’INFERMIERE PSICHIATRICO !

L’infermiere psichiatrico Ma qual’è stato e quale è ancor oggi il vissuto degli infermieri in questi anni di transizione?

L’infermiere psichiatrico Il processo di trasformazione istituzionale è stato complesso e difficile, con molteplici conflitti interni. Gli infermieri non si sentivano tutelati e facevano fatica ad abbandonare il tradizionale ruolo di "custodi" né avevano avuto modo di acquisire competenze adeguate ai nuovi processi di cura. Ancor oggi coesistono vecchi e nuovi modelli all’interno della professione e, come in tutti i processi evolutivi, sono frequenti gli avanzamenti e le retrocessioni, le paure e gli entusiasmi, le resistenze e le spinte al cambiamento.

I problemi più frequentemente rilevati PROBLEMI legati alla tipologia del lavoro imprevedibilità dei comportamenti e degli eventi Alta complessità relazionale Frequenti casi di non compliance alla terapia farmacologica PROBLEMI DI RUOLO Incertezze sul proprio ruolo Difficoltà di identificazione con gli infermieri di altre aree Limitato riconoscimento professionale da parte di altre figure professionali all’interno dell’èquipe.

I problemi più frequentemente rilevati Il lavoro dell'infermiere è quindi, tra le professioni d’aiuto, tra i più coinvolgenti e a rischio di cadere nella SINDROME di BURN OUT

QUALI PERCORSI POSSIBILI ?

L’infermiere di salute mentale si occupa della prevenzione e promozione della salute, della gestione della crisi e del quotidiano dell'utente, della riabilitazione e ricerca in salute mentale. E’ quindi responsabili di definire, pianificare, erogare e valutare le prestazioni individualizzate al paziente e al suo gruppo d'appartenenza, oltre che a gruppi della popolazione. Lavora prevalentemente in équipe multiprofessionali e interdisciplinari, in strutture sociali, sanitarie, nel territorio, nell'assistenza domiciliare e comunitaria. Svolge la propria attività in regime dipendente o libero professionale. Aggiorna le proprie conoscenze attraverso una formazione permanente, supervisioni personali e di gruppo e riflessione critica sull’esperienza. I suoi valori di riferimento sono la considerazione delle persone in termini globali l’accoglienza e il rispetto dell’altro, dei suoi bisogni, valori, paure, aspettative, limiti e problemi, il coinvolgimento attivo e la responsabilizzazione dell’utenza e del suo sistema d’appartenenza nel proprio percorso terapeutico, la continuità delle cure.

Oltre allo svolgimento di quei compiti previsti per gli infermieri diplomati, gli specialisti della salute mentale hanno le seguenti competenze più globali: - affrontare con coinvolgimento attivo le situazioni di cura preservando la propria integrità emotiva; - analizzare e gestire le implicazioni e i problemi etici legati all’operatività quotidiana; - sviluppare e gestire progetti di prevenzione primaria e di educazione nell’ambito della salute mentale in collaborazione con enti, scuole e altri professionisti e associazioni; - gestire nella globalità una situazione complessa, a livello intra ed extra istituzionale; - prevenire e gestire situazioni patologiche o di disagio sociale in contesti multiculturali; - promuovere processi di riabilitazione e reinserimento sociale di individui e gruppi di persone con problemi psichiatrici; - sostenere l’utente con un disagio o un problema psichico e il suo sistema d’appartenenza nella situazione di crisi;

fornire consulenza specialistica e sostegno a persone, équipes o enti; svolgere attività di ricerca al fine di prevedere i cambiamenti degli scenari sociopsichiatrici e di adattarvi le risposte terapeutiche e preventive; collaborare a programmi di ricerca nel campo della salute mentale e a promuovere la diffusione dei dati; elaborare modelli di presa a carico per il proprio istituto o servizio di salute mentale finalizzati al miglioramento della qualità dell’offerta erogata e alla qualità della vita dell’utenza; fungere da stimolo all’équipe per la riflessione costante sull’attività clinica pianificare e svolgere attività d’insegnamento e di aggiornamento. (ASI Associazione Svizzera infermieri)

CASE MANAGEMENT MODALITÀ DI GESTIONE CLINICO ORGANIZZATIVA, AD ELEVATA COMPLESSITÀ, CENTRATA SUL SINGOLO CASO Risponde ai principi della Community care, la migliore assistenza possibile per il minor costo e con la maggiore efficacia

CASE MANAGER Tiene per il paziente i contatti con il DSM Aiuta il paziente ad identificare ed accedere a tutte le opzioni di cura ed assistenza Interviene nella gestione della crisi Effettua visite domiciliari Gestisce il calendario delle visite e degli accertamenti Controlla la compliance Favorisce i contatti con i medici

CASE MANAGER Contatta costantemente pazienti e familiari Controlla l’adesione alle terapie prescritte Gestisce agenda degli appuntamenti Facilita l’inserimento in attività riabilitative Affiancamento ai familiari per la gestione sociale Report di spesa per il singolo caso

L’infermiere case- manager amplia gli orizzonti di intervento agevola il compito di valutazione del clinico promuove salute attraverso l’integrazione sociale diventa figura di riferimento socio- assistenziale