La misura della povertà

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La misura della povertà

Definizione (EU Third Poverty Program, European Council Declaration, 19 Dicembre 1984) "..dovrebbero essere definiti poveri quegli individui, famiglie e gruppi di persone le cui risorse materiali, culturali e sociali sono così limitate da escluderli dallo standard minimo di vita accettabile della comunità in cui vivono…"

Approcci oggettivo soggettivo assoluto relativo unidimensionale multidimensionale statico dinamico

Oggettivo-soggettivo Si basa su variabili oggettivamente rilevate, che non dipendono dal giudizio o dalla percezione individuale (oggettivo) rientra nell’approccio oggettivo l’uso del reddito, della spesa per consumi, delle condizioni abitative, degli aiuti ricevuti, delle difficoltà nell’accesso a beni e/o servizi Si basa sulla percezione soggettiva della propria condizione di indigenza e/o deprivazione (soggettivo) rientra nell’approccio soggettivo l’uso delle valutazioni del proprio stato di povertà, del reddito minimo sufficiente a sbarcare il lunario, della propria condizione di difficoltà economica

Assoluto - Relativo Scarsità di beni essenziali (assoluto) valutazione monetaria di un paniere di beni e servizi considerati essenziali, invarianti nel tempo e nello spazio. La povertà viene, quindi, definita come una condizione economica di incapacità all'acquisto di determinati beni e servizi, indipendentemente da quello che è lo standard di vita medio della popolazione di riferimento. Situazione di deprivazione relativa rispetto ad altri individui/famiglie nella comunità (relativo) forniscono una valutazione della disuguaglianza presente all'interno della popolazione oggetto di studio. La povertà viene cioè definita rispetto a quello che è lo standard medio (mediano) della popolazione di interesse e viene quindi individuata nella condizione di alcuni membri della comunità che risulta peggiore rispetto agli altri).

Unidimensionale-multidimensionale Si basa sull’informazione proveniente da un’unica variabile (unidimensionale) Ad es. la variabile reddito o spesa per consumi, variabili privilegiate qualora il fenomeno venga strettamente inteso come una situazione di carenza di risorse economico-monetarie e si presupponga l'equivalenza tra reddito disponibile, o spesa per consumi, e livello di benessere. Si basa sull’informazione proveniente da più indicatori (multidimensionale) Si parte dal presupposto che non esiste una unica informazione in grado di classificare una famiglia in povera o non povera, la povertà si manifesta come mancanza di una pluralità di beni e servizi considerati essenziali in una determinata società.

Statico-Dinamico Si basa sull’informazione proveniente da un’unica occasione di indagine (statico) L’informazione riguarda le famiglie e le persone povere al momento dell’osservazione. Si basa sull’informazione proveniente da più occasioni di indagine sulle stesse unità (dinamico) Si possono distinguere le situazioni di povertà a carattere permanente da quelle transitorie e e si possono individuare i percorsi familiari od individuali (in termini di cambiamenti nella struttura familiare, di partecipazione al mercato del lavoro, di eventi di disabilità, ecc.) che possono determinare l'entrata o l'uscita da tale condizione

Strumenti per la misura della povertà. Linea di povertà soglia di reddito, spesa per consumi, possesso di beni e servizi che permetta di separare i poveri dai non poveri. Scale di equivalenza insieme di coefficienti usati per deflazionare il reddito o la spesa per consumi per ogni tipologia familiare. Il reddito di una generica famiglia è reso “equivalente” – cioè confrontabile in termini di tenore di vita – a quello di una tipologia familiare di riferimento (economie di scala, diversità nei bisogni) Indici di povertà Head Count Ratio (percentuale di famiglie povere) Poverty Gap Ratio (intensità, esprime quanto il reddito o la spesa media equivalente della famiglie povere è al di sotto della linea di povertà, esprime la quota di reddito/consumo che dovrebbe essere trasferito ai poveri per assicurare loro un valore pari alla linea di povertà).

La povertà in Italia STIMA UFFICIALE: Nel 1984 viene istituita presso il Dipartimento degli Affari Sociali la prima Commissione di Indagine sulla Povertà e sull'Emarginazione Nel 1986 viene presentato il primo rapporto ufficiale sulla povertà in Italia, in collaborazione con L'Istat Nel 1999 gli organi di Governo affidano all'Istat il compito di diffondere gli indicatori di povertà Nel 2000 viene istituita la Commissione di Indagine sull'Esclusione Sociale.

La povertà in Italia Variabile di analisi: Spesa familiare per consumi (fonte: Indagine sui Consumi delle Famiglie). Linea di povertà: International Standard of Poverty Line - è definita povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore od uguale alla spesa media nazionale pro-capite. Scala di equivalenza: Carbonaro 1 componente 0.60 2 componenti (linea standard) 1.00 3 componenti 1.33 4 componenti 1.63 5 componenti 1.90 6 componenti 2.16 7+ componenti 2.40

Linea di povertà 2004: 919,98 euro mensili

Congiuntura economica e linea di povertà

I profili delle famiglie povere

I profili delle famiglie povere

La povertà assoluta Paniere di beni e servizi considerati essenziali

La povertà assoluta

La povertà assoluta nel 2002

La povertà assoluta nel 2002

L’esclusione sociale nel 2002: problemi abitativi Almeno un problema abitativo: 16,3% delle famiglie residenti In particolare: Scarsa luminosità: 8,9% (Basilicata 14,9%, Sicilia 14,4% Campania 13,4%, Sardegna 12,8%, Calabria 12,0%) Infiltrazioni di acqua: 8,1% (Sardegna 14,7%, Calabria 11,4%) Infissi o pavimenti fatiscenti: 4,4% (Sicilia e Sardegna 6,1%)

Problemi nella zona di residenza Disagio legato alla zona di residenza: sporcizia nelle strade, criminalità, atti vandalici o di violenza, presenza in strada di persone che si drogano, ubriacano o prostituiscono Non c’è differenza tra famiglie povere e non povere Più problemi nei comuni con oltre 200.000 abitanti (53,6%), in particolare nel Centro (56,9%) Meno problemi nei comuni fino a 10.000 abitanti (18%), in particolare nel Nord (15,5%)

Problemi abitativi e nella zona di residenza Il 7,7% delle famiglie ha contemporaneamente problemi abitativi e problemi nella zona di residenza In particolare: tra le famiglie povere  13% tra le famiglie del Mezzogiorno  11,3% tra le famiglie povere del Mezzogiorno  15,1%

Tra le famiglie dichiarano molta difficoltà nell’accesso a: Accesso ai servizi Tra le famiglie dichiarano molta difficoltà nell’accesso a: ASL  7,0% pronto soccorso  9,5% Più difficoltà nelle regioni del Mezzogiorno: il 14,9% dichiara molta difficoltà per ASL e/o pronto soccorso. In particolare: per pronto soccorso  Sardegna (22,7%), Calabria (16,2%) per ASL  Campania (13,2%), Calabria (10,8%) Più difficoltà tra le famiglie povere: il 17,1% (contro il 10,3% delle non povere) dichiara molta difficoltà per ASL e/o pronto soccorso. In particolare  Sardegna (29,6%), Liguria (22,5%), Piemonte (22,4%), Valle D’Aosta (22,1%), Calabria (20,8%)

Problemi nell’acquisizione di beni e servizi essenziali Ha dichiarato difficoltà per il pagamento/acquisto di: utenze domestiche l’8,9% delle famiglie cure mediche il 6,0% cibo il 3,6% Maggiori difficoltà nel Mezzogiorno, in particolare in Sicilia: utenze domestiche il 22,7% delle famiglie cure mediche il 16,8% cibo il 7,8% Maggiori difficoltà tra le famiglie povere (il 23,3% dichiara almeno una difficoltà), soprattutto in: Sicilia il 37,3% Campania il 30,3%

Aiuti informali Il 4,9% delle famiglie ha ricevuto almeno un aiuto in natura o in denaro Più elevata la percentuale: nel Mezzogiorno (5,4%) tra le famiglie povere (7,9%) tra le famiglie povere monogenitore (13,4%) Ammontare medio degli aiuti finanziari: 2.493 euro più bassi nel Mezzogiorno (2.043 euro), in particolare in Calabria (1.226 euro) più alti nel Nord (2.837 euro), in particolare in Piemonte (3.625 euro)

Essere poveri  sentirsi poveri Percezione Essere poveri  sentirsi poveri L’8,7% delle famiglie si definisce povera o molto povera. Più forte la percezione nel Mezzogiorno (12,1%) e supera la media nazionale in Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia. Nel Nord, il Piemonte mostra il valore più alto (10,6%), Umbria (3,4%) e Marche (3,6%) i valori più bassi

La povertà in Europa Variabile di analisi: Reddito familiare (fonte: ECHP, EU-Silc). Linea di povertà: è definita povera una famiglia con reddito equivalente pari o inferiore al 60% del reddito mediano Scala di equivalenza: OECD modificata primo componente adulto 1.00 altri componenti adulti 0.50 componenti di età inferiore ai 14 anni 0.30

Povertà relativa ECHP

Persistenza nella povertà