II° guerra mondiale Seconda parte.

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Transcript della presentazione:

II° guerra mondiale Seconda parte

Gli aggressori verso la disfatta Finisce la guerra lampo La Gemania nel suo momento di massima estensione controllava 250 milioni di uomini e tutte le risorse dei paesi occupati che saccheggiava per mantenersi in guerra. I più elementari diritti umani furono negati: oppressione, sfruttamento, deportazioni, lavori forzati; migliaia di persone morirono di stenti, fatiche, fame e miserie. Le truppe nazifasciste sono bloccate su tutti i fronti. La Germania non può sostenere un conflitto di lunga durata. L’Italia era debole militarmente e non disponeva di materie prime sufficienti. Gli Alleati, Gran Bretagna, Francia e Urss, avevano un numero maggiore di uomini, e grazie all’appoggio degli Stati Uniti, risorse economiche illimitate. Infine Stalin aveva saputo organizzare una macchina bellica formidabile.

Lo sterminio degli ebrei: l’Olocausto Le SS e la Gestapo con l’appoggio dei governi collaborazionisti, rastrellarono uomini, donne, bambini ebrei per deportarli nei campi di lavoro e di sterminio, costruiti in Germania, Austria, Polonia. Gran parte delle donne, bambini, vecchi e malati venivano inviati direttamente in ambienti in cui affluiva gas mortale, le famigerate camere a gas. Oltre agli ebrei i nazisti mandarono nei campi di sterminio migliaia di oppositori politici, omosessuali e zingari. Di intere famiglie si perse ogni traccia. Intere comunità, soprattutto nell’Europa dell’est, furono sterminate.

Gli Stati Uniti entrano in guerra Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò senza preavviso la base americana di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Immediatamente gli Stati Uniti entrarono in guerra contro il Giappone e le potenze dell’Asse (Italia e Germania) L’avanzata Giapponese fu fermata nel maggio del 1942 con la battaglia aeronavale del mar dei Coralli. Il Giappone voleva estendere il suo potere in oriente ed occupò le Filippine, l’Indonesia e la Malesia. Le popolazioni sconfitte furono trattate con ferocia: i prigionieri rinchiusi in campi di prigionia e costretti ai lavori forzati. Dal 1943 gli Americani riportarono la vittoria in molte altre battaglie aeronavali e iniziarono la riconquista delle isole del Pacifico.

La guerra in Italia il 9 luglio 1943 gli Alleati sbarcano in Sicilia 25 luglio 1943 Mussolini viene arrestato dal re Vittorio Emanuele III e affidò il governo al generale Pietro Badoglio. 8 settembre 1943 l’Italia firma un armistizio con gli Alleati Il 9 luglio 1943 truppe inglesi e americane sbarcano in Sicilia fra Gela e Siracusa e senza incontrare particolari ostacoli in breve tempo occupano le principali città siciliane, passarono in Calabria e iniziarono a risalire la penisola, combattendo. Il re Vittorio Emanuele III, gli alti comandi militari e molti gerarchi fascisti volevano, a questo punto, la pace, ma si rendevano conto che Mussolini non era d’accordo. Inoltre il prestigio di Mussolini, con la guerra, era diminuito notevolmente. Il 25 luglio il gran Consiglio del Fascismo, un’assemblea presieduta da Benito Mussolini cui partecipavano solo gli alti gerarchi del partito, votò la sfiducia a Mussolini e invitò la monarchia a prendere i pieni poteri. A quel punto il re fece arrestare Mussolini Su mandato del re Badoglio iniziò le trattative per giungere a un armistizio, una pace, con gli alleati, ma segretamente perché temeva la reazione dei Tedeschi. I Tedeschi, infatti, dopo la caduta del fascismo non si fidavano degli Italiani, e facevano affluire truppe nella penisola. L’armistizio fra Alleati e Italiani fu reso noto l’8 settembre del 1943.

Cosa è successo in Italia dopo l’8 settembre 1943 Le truppe tedesche occupano militarmente l’Italia Il re e Badoglio scappano a Brindisi sotto la protezione degli Alleati, ormai attestati a Salerno L’esercito italiano non ha ordini e direttive sicure. È abbandonato a se stesso Mussolini viene liberato dai nazisti e portato in Germania Dalla Germania Mussolini proclama la Repubblica Sociale italiana. L’Italia è divisa in due. L’Italia sperava con l’armistizio di uscire dalla guerra e invece, non solo rimane in guerra, ma darà vita a una sanguinosa guerra civile. Al centro-nord i Tedeschi controllano militarmente il territorio e politicamente guidano Mussolini che ha formato la repubblica di Salò. Salò è una cittadina sul lago di Garda. Al Sud invece ci sono le truppe anglo-americane che stanno risalendo la penisola. A nord i partigiani organizzano la resistenza e quindi ci saranno Italiani che combatteranno contro altri Italiani. Lungo la penisola, invece, si fronteggeranno i due eserciti nemici: quello tedesco e quello alleato.

Le operazioni sul fronte italiano Nell’ottobre del 1943 gli Alleati occuparono Napoli, già liberata da una insurrezione popolare contro i Tedeschi. Agli inizi dell’estate del 1944 gli Alleati, dopo massicci bombardamenti, sfondarono la linea difensiva tedesca: la linea Gustav. Il 4 giugno liberarono Roma. Il 4 agosto fu la volta di Firenze. In autunno l’avanzata anglo-americana si fermò e il fronte si attesto fra la Toscana e l’Emilia Romagna lungo l’Appennino tosco-emiliano: la linea Gotica.

La guerra partigiana Nascosti nelle montagne i partigiani organizzarono azioni di guerriglia e di sabotaggio, spesso favoriti dalle popolazioni locali. I nazi–fascisti organizzarono operazioni di rastrellamento, cioè operazioni militari di perlustrazione dei vari territori in cui erano presenti formazioni partigiane. Per rappresaglia nei confronti delle popolazioni civili che avevano ospitato, o dato un aiuto, ai partigiani i nazi–fascisti commisero azioni molto brutali, uccidendo vecchi, donne e bambini compresi. Molti Italiani rifiutarono la Repubblica sociale italiana, così come tanti soldati si rifiutarono di arrendersi ai Tedeschi. All’interno della guerra che contrapponeva Alleati da una parte e forze dell’Asse dall’altra, in Italia ci fu anche una guerra civile: Italiani contro Italiani. Da chi erano composti i primi nuclei di resistenza partigiana? Da tutti quelli che rifiutarono qualsiasi forma di collaborazione con la Repubblica sociale o con i Tedeschi, i soldati che si rifiutavano di combattere per i Tedeschi, i militanti dei partiti antifascisti che rientrarono dall’esilio e infine tanti giovani che per scelta morale e politica prendevano le armi contro la dittatura nazi–fascista. Nascosti nelle montagne i partigiani organizzarono azioni di guerriglia e di sabotaggio, spesso favoriti dalle popolazioni locali. I nazi–fascisti organizzarono operazioni di rastrellamento, cioè operazioni militari di perlustrazione dei vari territori in cui erano presenti formazioni partigiane. Per rappresaglia nei confronti delle popolazioni civili che avevano ospitato, o dato un aiuto, ai partigiani i nazi–fascisti commisero azioni molto brutali, uccidendo vecchi, donne e bambini compresi. La lotta durò quasi due anni, alcune zone furono anche controllate temporaneamente dai partigiani, e lì sorsero «città libere» e «repubbliche» dove fu possibile riattivare le istituzioni democratiche che il fascismo aveva soppresso. Le condizioni in cui erano costretti i partigiani furono spesso disumane, soprattutto in inverno. Dopo l’inverno 1944-45 lungo la linea Gotica molti tornarono a casa e scelsero di sottomettersi. Chi rimase organizzò meglio i gruppi di combattimento, trasformandoli in un vero e proprio esercito, il Corpo dei Volontari della Libertà (CVL), mentre la direzione politica e militare fu affidata al CLN, i Comitati di Liberazione Nazionale.

25 aprile 1945 l’Italia settentrionale viene liberata Nella primavera del 1945 gli Alleati sfondarono la linea Gotica e dilagarono nella pianura Padana: fu questo il momento scelto per l’insurrezione generale, popolare e partigiana che divampò nell’Italia del nord. Il 25 aprile i partigiani liberarono Milano, Torino e Genova. Quattro giorni dopo i Tedeschi trattarono la resa. Il 27 aprile Mussolini fu catturato mentre cercava di fuggire in Svizzera e venne fucilato su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale.

Lo sbarco in Normandia: la resa della Germania Gli alleati sbarcarono in Normandia, nel nord della Francia, il 6 giugno 1944. Rapidamente avanzarono verso Parigi e nell’autunno raggiunsero il Reno dove i Tedeschi avevano un’ultima difesa. Le truppe sovietiche ad entrare a Berlino e a Vienna nel maggio del 1945. A est i Russi nell’agosto del 1944 presero Varsavia e proseguirono l’avanzata verso Berlino e Vienna. A marzo del 1945 le truppe americane e russe s’incontrarono sul fiume Elba A fine aprile gli Alleati giunsero al Brennero. Hitler si uccise nel suo bunker qualche giorno prima che il comando tedesco dichiarasse la resa.

La resa del Giappone L’estrema difesa nipponica è simboleggiata dalle disperate azioni dei kamikaze. Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica fu sganciata sulla città di Hiroshima. Tre giorni dopo fu sganciata sulla città di Nagasaki. Il Giappone firmò la resa il 2 settembre 1945. Sul fronte del Pacifico, dopo le grandi vittorie aeronavali del Pacifico, delle Filippine e delle Arianne, le truppe americane cominciarono ad avvicinarsi al territorio giapponese. Il nuovo presidente Henry Truman prese la decisione di usare la bomba atomica. Un’arma micidiale appena messa a punto durante la guerra.

L’Europa dopo la seconda guerra mondiale Prima della fine della guerra, nel febbraio del 1945, ormai certi della vittoria finale Stalin (il dittatore sovietico), Churchill (il primo ministro inglese) e Roosevelt (il presidente americano) s’incontrarono a Yalta in Crimea, per decidere le sorti del mondo dopo la guerra. Finita la guerra si operò in direzione stabilita dalla conferenza di Yalta: la Germania perse tutti i territori che aveva conquistato oltre a cedere alla Polonia la Prussia orientale. La Polonia cedette parte dei suoi territori orientali all’URSS che annettè anche gli stati baltici, Estonia, Lettonia e Lituania. L’Austria restò occupata fino al 1955, tornata ad essere una repubblica indipendente, fu obbligata alla neutralità. L’Italia, grazie al movimento della liberazione, non fu trattato come un paese sconfitto, ma dovette rinunciare all’Istria e alle colonie. Cedette alcune piccole zone di confine alla Francia. Una parte della Venezia–Giulia passò alla Yugoslavia e Trieste fu dichiarata «territorio libero», ma nel 1954 Trieste ritornò all’Italia. Come deciso a Yalta l’Europa orientale fu assegnata all’influenza russa e l’Europa occidentale (più Austria e Grecia) a quella anglo–americana. La Germania che sta esattamente al centro dell’Europa fu divisa in due. A ovest, sotto l’influenza degli Alleati, fu creata la Repubblica Federale Tedesca, a est, sotto l’influenza sovietica, nacque la Repubblica Democratica Tedesca.