La fraternità nell’epoca post-moderna.

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Transcript della presentazione:

La fraternità nell’epoca post-moderna. AURONZO – 1-2 settembre 2012 La fraternità nell’epoca post-moderna. ---- RELATORE: Giuseppe Milan Docente di Pedagogia interculturale – Univ. di Padova

l’incontro è la più grande, la più importante delle esperienze” . … Per iniziare … “Fermati, Accanto a te c’è un altro uomo. Incontralo: l’incontro è la più grande, la più importante delle esperienze” . (E. Lèvinas)

…per iniziare…… Si possono insegnare tante cose, ma le cose più importanti, le cose che importano di più, non si possono insegnare, si possono solo incontrare.                         (Oscar Wilde)

Apologo orientale: il lungo cammino … Un saggio, guardando da lontano, grida: “Vedo una belva avvicinarsi!!” Poco dopo, osservando la medesima figura, esclama: “Vedo un uomo venirmi incontro!” Infine, quando l’altro gli è ormai accanto, afferma: “C’è un fratello con me alla mia mensa!”

Direzioni dell’impegno 1. Compito di intuizione (primo quadro – realtà) 2. Compito di intenzione (secondo quadro- utopia) 3. Compito di attuazione (terzo quadro – metodologia)

Realtà: Epoca post-moderna. Lo stolto di Lublino (Martin Buber) “C’era una volta uno stolto così insensato che era chiamato il ‘Golem’. Quando si alzava al mattino gli riusciva così difficile ritrovare gli abiti che alla sera, al solo pensiero, spesso aveva paura di andare a dormire. Finalmente una sera si fece coraggio, impugnò una matita e un foglietto e, spogliandosi, annotò dove posava ogni capo di vestiario. Il mattino seguente, si alzò tutto contento e prese la sua lista. Il berretto: là, e se lo mise in testa. I pantaloni: lì, e se li infilò. E così via fino a che ebbe indossato tutto. Sì, ma io, dove sono? – chiese all’improvviso in preda all’ansia – dove sono rimasto? Invano si cercò e ricercò: non riusciva a trovarsi. Così succede anche a noi”. (Buber M., 1990, pp. 47-48) (Tante cose…confusione esistenziale…rischiamo di perderci…di non essere “cittadini di noi stessi”: necessario trovare l’essenziale)

GIAN CARLO CALMA, Relax

E infine disse, turbato:' Tutto è diventato più piccolo!'” Realtà: Epoca post-moderna. L’essere umano: “Più grande o più piccolo?” “Egli (Zarathustra) voleva venire a sapere che cosa fosse avvenuto nel frattempo dell’uomo: se fosse diventato più grande o più piccolo. E una volta, al vedere una fila di case nuove, disse pieno di meraviglia: Che mai significano queste case? In verità, non fu certamente un’anima grande a erigerle a sua immagine e somiglianza! Un bimbo scemo le ha tirate fuori da scatole dei suoi balocchi? Magari un altro bimbo le rimettesse dentro la sua scatola! E queste camere e stanzette: possono uomini entrarne ed uscirne?… E Zarathustra si fermò meditabondo. E infine disse, turbato:' Tutto è diventato più piccolo!'” Nietzsche “Così parlò Zarathustra”

EPOCA POST-MODERNA: “Chiuso in casa!” nella “propria tinozza” Edgar Lee Master (in “Antologia di Spoon River”, Griffi il bottaio) “Credete di conoscere la vita, credete che i vostri occhi spazino su un largo orizzonte, forse, in realtà state solo guardando le pareti della tinozza… Siete sommersi nella vostra tinozza”. EGOCENTRISMO – SOLIPSISMO- INDIVIDUALISMO

Trappola identitaria egocentrico-solipsistica Enfatizzazione della dimensione “INTRA” ....clausura esistenziale autocentrica....

Liquefazione universale dell’identità (Bauman) Precarietà.. “quando si pattina sul ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocità” Amore liquido Relazioni fragili, usa e getta, inaffidabili, senza impegno nel tempo. Necessità di fondamenti solidi/profondi

Narciso (Caravaggio)

Il sonno delle Dipendenze. Anestetizzazione… Il sonno delle Dipendenze. Anestetizzazione…..Sordità appresa, tecnologicamente incrementata.

“Building paranoia” (Flusty) “patologia del costruire muri” boom edilizio provocato dalla crescente “paura dell’altro” ricerca della “sicurezza dell’isolamento” “spazi di interdizione” Dimensione “intra”

Ghettizzazione. Comunità isola. La città-arcipelago: MULTICULTURA Realtà: “multicultura” molti e diversi “arcipelago” Tessere scompaginate di un mosaico privo di senso Ghettizzazione. Comunità isola.

rigida osservanza delle norme trasmesse dalla propria cultura Isole : MONOCULTURA rigida osservanza delle norme trasmesse dalla propria cultura “isola” educazione intra-culturale Pensiero unico-conformismo-omologazione “Coscienza ingenua intransitiva” (P.Freire)

Dio ha plasmato l’uomo dalla creta, cotta al fuoco. Mito: noi, perfetti! La propria perfezione e l’altrui imperfezione Racconto antropogenetico (tribù dei Cerocki) Dio ha plasmato l’uomo dalla creta, cotta al fuoco. - All’inizio cuoce troppo (errore!!): uomo- nero! -Ritenta, ma cuoce poco (errore!!): uomo- bianco! -Finalmente cuoce perfettamente, al punto giusto (OK!): ecco l’uomo “giusto”: il pellerossa!!

Nell’assimilazione = “rendere simile”: Tipologie di integrazione: assimilazione Nell’assimilazione = “rendere simile”: l’altro, solo lui, deve cambiare, conformarsi alla cultura ospitante. Questo avviene per: il potere inibente, autocentrato, della cultura autoctona la frequente fragilità dell’identità culturale di molti immigrati. OMOLOGAZIONE – CONFORMISMO IMPOSTO

Trappola allocentrico-gregaristica. Auto-assimilazione. Sudditanza-mimetismo culturale l’artificiosa assunzione di modalità estetiche improprie “Sindrome di Michael Jackson” (cambiar pelle)

Reazioni: apartheid culturale Cultura dell’altro riconosciuta nella sua diversità, recintata, ghettizzata in appositi “contenitori sociali” cultura “separata”: Stiano “tra di loro” Il diritto alla propria differenza si trasforma in diritto all'indifferenza eccesso di “resistenza culturale” (“gabbie etno- culturali”) Isolamento, forma di auto-segregazione. Trappola identitaria del settarismo, del “tra noi” (e “tra loro”). Società risultante: multiculturale. arcipelago

Apartheid: Comunità a parte

Pieter Brueghel il Vecchio "La torre di Babele“. Babele: luogo dei monologhi senza dialogo

Secondo quadro: finalità/utopia tendere a – “oltrepassare” - speranza “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. (I. Calvino“Le città invisibili”, Einaudi,1972, p.170)

Compito e metodo: Unità nella diversità “L’umanità contemporanea parla con molte voci (…). La questione centrale della nostra epoca è come trasformare questa polifonia in armonia…: essa “è edificata esclusivamente con la calce e i mattoni degli affetti umani e dell’impegno” Allora il suo compito precipuo è quello di trovare l’ “unità nella diversità”. Z. Bauman

QUESTIONE “FRATERNITÀ” DOV’È TUO FRATELLO?? “Sono io il custode di mio fratello?” “Che lo ammetta o no, io sono il custode di mio fratello in quanto il benessere di mio fratello dipende da quello che faccio o mi astengo dal fare (…). Nel momento in cui metto in dubbio quella dipendenza (…) abdico alla mia responsabilità e non sono più un soggetto morale”.(BAUMAN,2001).

IO-ALTRO. Filosofia dell’ospitalità “L’omicidio dell’altro uomo è l’impossibilità per lui di dire ‘sono’, laddove quel ‘sono’ è un ‘eccomi’”. L’Altro ha il diritto di dire “sono io”. Emmanuel Levinas

L’ “ospitalità assoluta” Di fronte all’ “‘eccomi’ dell’ospite che compare e traumatizza”, l’uomo è chiamato a un’ospitalità assoluta, perché è l’altro assoluto – senza nome o cognome, prima e aldilà di qualsivoglia determinazione contingente – a dire “sono io”. E “sono io” è un’affermazione ma anche una domanda, una presentazione di sé ma anche un invito, una richiesta di riconoscimento e di incontro. Jacques Derrida

“Dar luogo” all’altro “L’ospitalità assoluta esige che io apra la mia dimora e che la offra…all’altro assoluto, sconosciuto, anonimo, e che gli dia luogo, che lo lasci venire, che lo lasci arrivare e aver luogo nel luogo che gli offro, senza chiedergli né reciprocità (l’entrata in un patto) e neppure il suo nome”. …Dar luogo all’altro: significa far accadere, far vivere, generare, concepire, accogliere. J. Derrida

L'ALTRO : il giorno e la notte (fraternità) Un vecchio rabbino chiedeva qual è il momento preciso del passaggio dalla notte al giorno. -Quando si può distinguere da lontano un cane da un agnello? No, disse il rabbino. -Quando si distingue un dattero da un fico? No, no rispose. -Ma allora, in che momento? Quando guardi il volto di un qualsiasi essere umano, e tu vi riconosci tuo fratello e tua sorella. Solo allora si alza il giorno. Altrimenti, resta la notte nel tuo cuore. (In SIDIC, 3/1992, p.12)

La relazione autentica in Martin Buber L’educazione dialogica come relazione IO-TU-NOI-MONDO Dimensione relazionale-sistemica-sinergica Errori (intrappolamenti) IO trappola egocentrica TU trappola allocentrica Noi trappola settaristica Mondo trappola consumistico-utilitaristica 30

MARTIN BUBER

Finalità dell’educazione (Vs. : autorealizzazione dell’ “io”) Uomo dialogico – comunitario - fraterno (Vs. : autorealizzazione dell’ “io”) -Unità esistenziale (lo stolto di Lublino) (ritrovare se stessi) -Incontro interpersonale (Io-Tu) (fraternità nella relazione micro) -Incontro comunitario-interculturale (Noi autentico) (fraternità in dimensione macro) 32

"Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti "Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". (Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo)