La nascita dei comuni A. Lorenzetti: Effetti del buon governo. L'opera descrive con precisione realistica episodi della vita quotidiana in età comunale.
Le mura cittadine si allargano Le città italiane dopo il 1000 sono in grande crescita. La città attira uomini e donne dalla campagna perché ha bisogno di nuova manodopera per i laboratori e le botteghe. I cantieri edilizi richiamano nuovi operai.
La borghesia: una classe sociale in ascesa Al centro della vita delle città c’è una classe sociale che diventa sempre più importante: la borghesia. Antichi abitanti dei borghi: mercanti, banchieri, artigiani, medici, giudici e notai La mariegola conteneva le regole dell’arte
Fioriscono i mercati cittadini I mercati si svolgono nelle città, sotto la benedizione del vescovo. Gli scambi di merci avvengono entro le mura delle città, in occasione di fiere: grandi mercati che si tengono in giorni fissi.
L’istruzione si fa laica Si moltiplicano nelle città i maestri privati, laici, che insegnano a pagamento: hanno così origine le Università. La rinascita delle attività commerciali e il fiorire delle città favoriscono lo sviluppo della cultura. L’istruzione diventa necessaria per la borghesia per esercitare il proprio mestiere e migliorare la posizione sociale. Scuole laiche, ossia non religiose, sono la grande novità del Basso Medioevo. Assieme all’istruzione inferiore si sviluppa quella superiore: la prima Università, quella di Bologna, nasce nel 1088. Attorno a pochi, illustrissimi, maestri di teologia, matematica, diritto, medicina, si raccolgono gruppi di studenti che pagano per poter seguire le lezioni. Le università nascono quando studenti e professori si riuniscono in corporazioni, ottenendo privilegi e diritti. L’istruzione diventa necessaria per la borghesia per esercitare il proprio mestiere e migliorare la posizione sociale. Scuole laiche, ossia non religiose, sono la grande novità del Basso Medioevo. Assieme all’istruzione inferiore si sviluppa quella superiore: la prima Università, quella di Bologna, nasce nel 1088.
L’esempio di Milano Al termine di un lungo contenzioso tra il vescovo, i nobili e l’imperatore per il dominio della città, i gruppi sociali presenti a Milano si accordano fra loro e danno vita al comune (XI sec.) Durante la prima metà dell’XI secolo, Milano è guidata dall’arcivescovo Ariberto d’Intimiano, che deve affrontare l’opposizione dei piccoli feudatari, alleati con l’imperatore Corrado II il Salico. Nel 1047, tuttavia, le corporazioni mercantili e artigiane insorgono contro nobili grandi e piccoli e contro l’arcivescovo, chiedendo di poter partecipare al governo della città. La libertà è raggiunta quando vassalli maggiori e minori, mercanti e artigiani si accordarono fra loro per liberarsi sia del giogo imperale che di quello vescovile. Il caso di Milano è emblematico del processo che porta alcune città del Basso Medioevo a trasformarsi in comuni. Durante la prima metà dell’XI secolo, Milano è guidata dall’arcivescovo Ariberto d’Intimiano, che deve affrontare l’opposizione dei piccoli feudatari, alleati con l’imperatore Corrado II il Salico. L’imperatore favorisce la piccola nobiltà, concedendogli il diritto di lasciare in eredità ai figli il proprio feudo (1037), allo scopo di danneggiare i vassalli maggiori, alleati dell’arcivescovo. Nel 1047, tuttavia, le corporazioni mercantili e artigiane insorgono contro nobili grandi e piccoli e contro l’arcivescovo, chiedendo di poter partecipare al governo della città. La libertà è raggiunta quando vassalli maggiori e minori, mercanti e artigiani si accordarono fra loro per liberarsi sia del giogo imperale che di quello vescovile.