LUCANO 39 d. C.: nasce a Cordoba, da un fratello di Seneca.

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LUCANO 39 d. C.: nasce a Cordoba, da un fratello di Seneca. Educazione: a Roma: Anneo Cornuto ad Atene Entra a far parte della cohors amicorum di Nerone; questore 60 d. C.: nei Neronia canta le Laudes Neronis Improvvisa caduta in disgrazia: motivi: risentimenti personali o più probabilmente la sua posizione politica filorepubblicana; ritiro di Seneca nel 62 d. C. 65 d. C.: aderisce alla congiura dei Pisoni; è costretto a darsi la morte (madre Acilia)

BELLUM CIVILE Nome: Bellum Civile o Pharsalia (passo del IX libro) Argomento: guerra civile fra Cesare e Pompeo (49-48 a. C.) in dieci libri, incompiuto (forse doveva chiudersi con il suicidio di Catone Uticense. Fonti: Tito Livio, Asinio Pollione, Seneca il Retore (tutti filorepubblicani). Modifiche e distorsione dei fatti storici. Sintesi:

Caratteristiche di un poema atipico Manca l’apparato divino e mitologico e recupera l’elemento “meraviglioso” con sogni, visioni, profezie, pratiche magiche (critiche di Macrobio e Tasso) invece di esaltare Roma e le sue personalità, l’opera si presenta come il racconto di un evento funesto perché narra la caduta della libertas repubblicana che coinciderebbe per L. con la fine della grandezza di Roma

Deplora gli eventi che narra; non si tratta di una vittoria ma di una catastrofe proemio: bella plus quam civilia; cognatas acies; gener-socer: tutto fornisce una coloritura tragica e un cupo senso di ineluttabilità. Elogio di Nerone: convenzionale (ironico o ambiguo) ricerca l’elevatezza necessaria al genere epico nella grandiosità e nell’eccesso, sia per i personaggi che per gli eventi singolare frequenza del motivo della morte, del gusto per il truculento e il macabro. Narrazione selettiva ed asimmetrica: procede a scene statiche; più che narrare descrive e commenta. I discorsi diretti sono dilatati e non sempre funzionali alle situazioni: stile patetico tipico della tragedia impostazione fortemente soggettiva: in prima persona

Ideologia di Lucano Motivi stoici presenti nel poema: - ideale della virtus - celebrazione di Catone (incarnazione del sapiente stoico) - esaltazione del suicidio - teoria della conflagrazione universale Però -non giunge all’accettazione razionale di un destino provvidenziale e all’amor fati. Contro il destino esprime ribellione e protesta (invida fatorum series). La Fortuna e gli dei aiutano i colpevoli, sono perciò ingiusti. “Uno stoico che ha perso la fede”. Attenti però a non considerare L. alla stregua di un filosofo!

Rapporti con l’epos virgiliano Vuole distinguersi dal modello emulandolo. Nel proemio enuncia contenuti opposti a quelli dell’Eneide, ma riprende il modulo dell’interrogatio: Quis furor, o cives? Finale del I libro: profezie di Nigidio Figulo profezia di Giove a Venere Libro VI: maga Eritto discesa agli inferi di Enea: il modello è rovesciato.

I personaggi del B. C. Anche i personaggi sono influenzati dal grandioso e dal sublime: i due più importanti sono designati : Caesar (già sinonimo di imperatore) e Magnus. I loro atteggiamenti sono estremi ed eccessivi. Non c’è possibilità di un personaggio positivo dall’inizio alla fine. CESARE: genio del male, animato da furia distruttiva, contro ogni precetto umano e divino. - attivismo frenetico, energia indomita, furor, ira superbia, arroganza tipologia tipica del tiranno. - empietà (>pius Aeneas): dopo Farsalo vieta la sepoltura (falso storico!)

POMPEO: pur essendo il difensore della legalità repubblicana è ritratto come magni nominis umbra; in declino, debole passivo, incerto, timoroso, destinato alla sconfitta. In caso di vittoria si sarebbe comportato come Cesare. Nel corso della vicenda acquista tratti più patetici: simpatia per il suo tragico destino. CATONE: campione della legalità, incarnazione del saggio stoico; però compare solo nel II libro e dal IX alla fine…ma è incompleto. Si esprime secondo i principi stoici: nel dialogo con Bruto dichiara il dovere della virtus anche in circostanze sfavorevoli. Però non aderisce alla volontà degli dei, ai quali imputa la sconfitta dei giusti valori. Appare perciò superiore agli dei: victrix causa deis placuit, sed victa Catoni. dismisura della statura morale

Il linguaggio di Lucano gusto per le sententiae: trovate ingegnose e sorprendenti gusto per la forma carica e patetica: vuole creare tensione, di qui la magniloquenza e il tono alto e teso. Si avvicina a Seneca tragico: gusto per l’orrido ( v. brano sul conflitto tra Mario e Silla). la concettosità si unisce spesso all’iperbole e al paradosso; frequenza dell’enjambement: amplificare, travalicare ogni limite.