FAMIGLIE.

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Transcript della presentazione:

FAMIGLIE

Contenuti della lezione: La famiglia. Concetti di base e principali teorie I mutamenti della famiglia nelle società occidentali La situazione in Italia Patologie della vita famigliare

Parte I: la famiglia. Concetti di base e principali teorie

Alcuni concetti di base: famiglia, parentela, matrimonio - La famiglia (istituzione sociale) è un gruppo di persone direttamente legate da rapporti di parentela e legami di reciprocità, all’interno del quale i membri adulti hanno la responsabilità di allevare i bambini. - La parentela è un sistema di rapporti fondati sulla discendenza tra consanguinei (nonni, genitori, figli ecc.) o sul matrimonio (si parla di affini). - Il matrimonio è l’unione sessuale socialmente riconosciuta e approvata tra due individui adulti, OGGI (poiché non sempre è stato così in passato, ad esempio nella civiltà greco-romana) tramite atto pubblico (istituzione formale). Il matrimonio è sia civile che religioso (concorrenzialità culturale tra Stato e Chiesa)

Per gran parte della storia dell’Occidente e, ancora oggi, in gran parte del mondo vige il matrimonio combinato dalle famiglie di origine: il matrimonio è (o era) prevalentemente uno strumento per trasmettere e regolare ricchezza e patrimonio, secondo una linea di discendenza; In questo contesto, la sessualità matrimoniale è concepita come essenzialmente riproduttiva e l’amore come affettività assoluta rivolta liberamente all’altro, non è attributo qualificante il matrimonio; Amore e sessualità espressiva sono esperite all’esterno del matrimonio o, nelle società che lo permettono, nelle unioni di fatto; A partire dal XVIII\XIX secolo, subentra il modello dell’amore romantico come fondamento ideale del matrimonio, pur rimanendo i rapporti tra i coniugi (anche dal punto di vista sessuale) e con i figli, improntati ad un codice di “distanza” e rispettabilità (specie nel ceto medio); Con il diffondersi dell’industrializzazione e la progressiva modernizzazione delle società, cresce la quota di matrimoni improntati sull’idea e la pratica dell’amore romantico, una sessualità espressiva (specie dopo gli anni ’60), la libera scelta del partner e una maggior intimità\affettività tra i membri della famiglia; Oggi, la tendenza prevalente è quella verso un modello di amore e di sessualità “liquida” (dominio della fase dell’innamoramento) – Bauman, Alberoni; e di relazione pura (cioè individualizzata) nei rapporti di coppia (non necessarimente formalizzati).

In quasi tutte le società sono presenti: famiglie nucleari: due adulti che vivono insieme sotto uno stesso tetto con i propri figli naturali o adottivi. Quando insieme alla coppia e ai suoi figli vivono sotto lo stesso tetto anche altri parenti prossimi (es. zii, fratelli, nipoti ecc.) in un rapporto stretto e continuativo, si parla di famiglie estese (fenomeno abbastanza raro in tutta la storia occidentale e diffuso prevalentemente in società rurali). Nelle società occidentali il matrimonio, e quindi la famiglia, sono associati alla monogamia  è possibile sposare un solo partner. In altre società, invece, è possibile sposare più di un partner  poligamia: poliginia l’uomo può sposare più donne poliandria la donna può sposare più uomini

Lo studio della famiglia e della vita familiare è stato affrontato in maniera difforme da sociologi di scuole diverse. Le principali interpretazioni teoriche della famiglia sono: approccio funzionalista: la famiglia svolge compiti che contribuiscono a soddisfare i bisogni fondamentali della società e a preservare l’ordine sociale; approccio femminista: contesta la visione della famiglia come regno dell’armonia e dell’uguaglianza; nuove prospettive: pongono attenzione alle recenti trasformazioni della famiglia.

L’approccio funzionalista: T. Parsons Le due principali funzioni della famiglia sono: socializzazione primaria stabilizzazione della personalità processo attraverso cui i bambini apprendono le norme culturali della società in cui nascono. ruolo svolto dalla famiglia nel fornire supporto emotivo ai suoi membri. La famiglia nucleare è la struttura meglio equipaggiata per affrontare le richieste della società industriale: il marito può lavorare fuori casa (ruolo strumentale di male breadwinner), mentre la moglie (ruolo affettivo) si occupa della casa e dei figli.

L’approccio femminista rivolge l’attenzione all’interno delle famiglie, per esaminare le esperienze delle donne nella sfera domestica. La famiglia non è un’unione cooperativa fondata su interessi comuni e sostegno reciproco, ma in essa si riscontrano squilibri di potere e disparità di vantaggi. I principali argomenti trattati da questo approccio sono: la divisione domestica del lavoro; la disuguaglianza dei rapporti di potere; le attività di cura e il “lavoro emotivo”.

Parte II: i mutamenti della famiglia nelle società occidentali

In Occidente, negli ultimi decenni, i modelli familiari hanno subìto profonde trasformazioni: è diminuita la propensione al matrimonio come fondamento della famiglia (de-istituzionalizzazione); è aumentata l’età media al matrimonio (aumento scolarizzazione, individualizzazione crescente, famiglie “marsupiali”); è aumentato il tasso di divorzi; sono aumentate le famiglie monoparentali (con un solo genitore); sono aumentate le famiglie ricostituite (si formano dopo un nuovo matrimonio o attraverso nuove relazioni che coinvolgono i figli delle unioni precedenti= famiglia allargata).

Il divorzio In Occidente, per molti secoli, si è considerato il matrimonio indissolubile  il divorzio era concesso solo in caso di “mancata consumazione” del matrimonio. In seguito il divorzio fu introdotto sulla base del “sistema accusatorio”: per divorziare uno dei coniugi doveva accusare l’altro di crudeltà, abbandono del tetto coniugale o adulterio (modello oggi prevalente nelle società dove è maggioritaria la religione islamica). Negli anni ’70 furono introdotte le prime leggi che prevedevano il divorzio “senza colpa”  per divorziare non è più necessaria la colpa di uno dei coniugi, ma è sufficiente che la convivenza sia diventata intollerabile.

Perché oggi il divorzio è sempre più diffuso? Il mutamento del diritto di famiglia, con l’introduzione del divorzio, è stato accompagnato da una crescita dell’instabilità coniugale. Perché oggi il divorzio è sempre più diffuso? il matrimonio non ha più molte connessioni con la trasmissione di ricchezza e status tra generazioni; le donne sono sempre più indipendenti economicamente  il matrimonio non ha più gli aspetti di partnership economica di un tempo; il divorzio non è più oggetto di pregiudizi; si tende a valutare il matrimonio sulla base della soddisfazione personale.

Negli ultimi anni sono in crescita alcuni fenomeni: famiglie monoparentali: risultato di vedovanza, separazione o divorzio, madri mai sposate; seconde nozze: tutti i matrimoni successivi al primo; famiglie ricostituite: famiglie in cui almeno uno degli adulti ha figli nati da un precedente matrimonio o relazione. In queste famiglie spesso si sviluppano nuovi rapporti di parentela: il divorzio spezza il matrimonio, ma non la famiglia, soprattutto se vi sono dei bambini  famiglie binucleari o allargate: i legami persistono nonostante la costruzione di nuovi rapporti familiari da parte dei genitori che si risposano.

Un altro fenomeno in crescita è quello del padre assente: legame sporadico del padre con i figli a causa della separazione o del divorzio. - Per alcuni sociologi questo fenomeno è all’origine di problemi sociali (es. esplosione dei costi per il sostegno all’infanzia, aumento dei tassi di criminalità, difficoltà dei figli a diventare bravi genitori). - Per altri, invece, i crescenti livelli di occupazione femminile provocano la crisi della figura paterna: gli uomini percepiscono le donne come capaci di occuparsi dei figli in modo autosufficiente  si sentono deresponsabilizzati.

Negli ultimi decenni si è anche assistito alla flessione del tasso di fecondità => il numero medio di figli per donna. Dopo la seconda guerra mondiale in Europa si è assistito al fenomeno del Baby Boom. Dalla fine degli anni ‘60 il tasso di fecondità è sceso in tutta Europa ed è molto al di sotto della soglia critica di 2,1 figli per donna, cioè del livello di ricambio generazionale, che assicura l’equilibrio nascite/morti e la crescita zero della popolazione.

In generale, il passaggio dalla famiglia come unità di produzione (società tradizionali e contadine) alla famiglia come unità di consumo (società moderna e del benessere) comporta la diminuzione strutturale del tasso di fecondità Il tasso di fecondità è influenzato: dalle politiche sociali, dalle caratteristiche del mercato del lavoro (oggi: problemi della precarietà) e dagli orientamenti culturali prevalenti che definiscono la forma dei bisogni e delle aspettative degli adulti

“Alternative” emergenti alla famiglia fondata sul matrimonio Convivenza: è il rapporto tra due persone legate sessualmente, che vivono insieme senza essere sposate. - “Urban Tribes”: reti di reciprocità, solidarietà e sostegno (relazioni terziarie) a base amicale costituenti, soprattutto nelle grandi aree urbane e tra persone di elevato grado d’istruzione, un’equivalente funzionale della famiglia fondata sulla coppia. All’interno della rete gli scambi sessuali tra i membri sono molto limitati e raramente i membri della rete formano coppie (in sostanza, la ricerca del partner si colloca fuori la “tribù”).

Famiglie omosessuali: in molti paesi i rapporti di coppia omosessuali non sono riconosciuti legalmente  si fondano sull’impegno personale e sulla reciproca fiducia. In alcuni paesi, sono stati introdotti i “Pacs” (Patti civili di solidarietà => assistenza e responsabilità in caso di malattia, diritto all’eredità e alla reversibilità della pensione, subentro nei contratti e nelle licenze), che estendono alcune prerogative tradizionali delle coppie sposate alle coppie di fatto, tra cui anche quelle omosessuali. In altri (ad esempio l’Olanda), è previsto il matrimonio per gli omesessuali

Parte III: la situazione in Italia

Una delle principali caratteristiche della famiglia in Italia è l’omogeneità sociale e culturale degli sposi e dei conviventi (endogamia socioculturale). Secondo i dati Istat, oltre il 25% delle famiglie italiane è composta da un solo membro (+4% circa in 10 anni). Meno di una donna su due sposata\convivente lavora fuori casa.

Fino agli anni ’60, la maggior parte degli sposi\conviventi si conosceva: 1) attraverso il vicinato 2) i parenti 3) feste di paese Oggi, essi si conoscono: 1) feste tra amici 2) casa di amici\parenti 3) lavoro 4) in discoteca

Fonte: Istat

Nel 2008: oltre un matrimonio su tre è celebrato davanti al sindaco: il 36,7% di tutti i matrimoni. Solo 10 anni fa l’incidenza dei matrimoni civili non arrivava al 20%. Anche in questo caso il dato medio nazionale nasconde profonde differenze territoriali. Sono celebrati con il solo rito civile oltre il 48% dei matrimoni registrati al Nord, il 44% di quelli registrati al Centro, mentre al Sud questo valore è del 20%; Il 15% dei matrimoni celebrati nel 2008 era misto (straniero\a-italiano\a) fenomeno in rapido aumento. 1) Il caso più frequente è quello dello sposo italiano e della sposa straniera 2) il classico modello, per l’Italia, del matrimonio socioculturalmente endogamico viene meno 3) la maggior parte dei matrimoni misti sono seconde nozze.

Nella vita di coppia: tende ad aumentare l’intimità a distanza tra figli e famiglia di origine: il 45% circa delle nuove famiglie risiede entro 1 KM dalla casa di almeno uno dei genitori. Questa tendenza si consolida nel momento in cui si ha il primo figlio; Il motivo di contrasto più diffuso all’interno della coppia, riguarda l’impiego del denaro (specie nelle coppie non coniugate). Il gioco e le uscite con i figli sono l’attività più diffusa delle coppie (seguite dal fare la spesa). Meno diffusa è l’abitudine di andare al ristorante, week end fuori, consumi culturali (tutte cose che aumentano all’aumentare del titolo di studio). Le coppie non coniugate passano più tempo fuori casa. Il desiderio di fecondità delle donne in coppia tra i 18 e i 49 anni è, in media, di 2,1 figli (pari al tasso di sostituzione) e cresce al decrescere dell’età