PASSIONE E MORTE DI GESÙ

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Transcript della presentazione:

PASSIONE E MORTE DI GESÙ Corso di Cristologia Lezione 8

Il disegno divino Nella Morte di Gesù, al di là delle cause storiche immediate - il Sinedrio, Pilato, i soldati romani - c’è una causa di livello superiore che può essere conosciuta solo attraverso la rivelazione: il piano e la disposizione di Dio che hanno permesso gli atti compiuti con cecità dagli uomini, per realizzare il disegno della nostra salvezza.

Perché la croce? Dio vuole che l’uomo si penta dei suoi peccati ed esprima il suo pentimento interiore anche con opere esteriori di penitenza, opere di donazione alla volontà divina. Le pene derivate dal peccato si ordinano alla riparazione del peccato stesso. Dio le permette perché sono medicinali e si ordinano ad un bene maggiore: la vita soprannaturale.

Riparazione e soddisfazione Nel piano divino, il dolore purifica l’anima, toglie l’ostacolo della propria volontà che ci allontanò da Dio, serve, con l’aiuto della grazia, a riparare il disordine del peccato nell’uomo. La sofferenza, conseguenza del peccato originale, riceve un senso nuovo con l’opera salvífica di Cristo. La riparazione piena per i peccati degli uomini è dovuta alla Passione e Morte di Cristo.

Dio Padre permise la morte di suo Figlio Dio Padre non è causa diretta della Morte di suo Figlio. La permise perché da essa sareb-be scaturito un bene maggiore. Consegnò Cristo alla Passione e alla Morte perché, secondo il suo eterno disegno, servissero per riparare i peccati del genere umano. Di così immenso valore è per Dio la salvezza delle anime.

Gli autori della passione Autori della Passione di Cristo (sua causa efficiente) furono coloro che avevano l’intenzione di ucciderlo, lo condannarono e gli fecero soffrire i tormenti che provocarono la sua morte. Dietro di loro agiva Satana, omicida fin dal principio (cfr. Gv 8, 44). Ma sono autori della Passione anche tutti i peccatori: “la Chiesa non esita ad imputare ai cristiani la responsabi-lità più grave nel supplizio di Gesù” (CCC 598).

La responsabilità degli Ebrei Nostra aetate 4: “Sebbene le autorità dei giudei con i loro seguaci reclama-rono la morte di Cristo, ciò che si perpetrò nella sua passione non può essere imputato indistintamente a tutti i giudei che vivevano allora, nè ai giudei di oggi (...). I giudei non possono essere considerati come ricusati da Dio e maledetti come se tale cosa si deducesse dalla Sacra Scrittura”.

Cristo ha accettato la Passione volontariamente Cristo accettò liberamente la sua Passione e la sua Morte per amore a suo Padre e agli uomini che il Padre voleva salvare. Si consegnò liberamente e volon-tariamente alla Passione, per amor nostro. Ma questa donazione non signi-fica in alcun modo che uccidesse se stesso, bensì che, pur potendo, non impedì l’azione di coloro che lo giustiziarono.

Cristo ha patito per obbedienza Fil 2, 8: “Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. Si tratta di un’obbedienza vissuta per amore. Il vero amore per Dio si manifesta compiendo liberamente la sua volontà.

I patimenti di Cristo Gesù patì a causa dei giudei, dei gentili e dei suoi discepoli (Giuda, Pietro, l’abbandono...). Patì nell’anima: tutti i peccati degli uomini, tristezza e timore di fronte alla morte certa, tradimento di Giuda, scandalo dei discepoli, umiliazioni, ingiustizie, burla e insulti. Patì nel corpo: flagellazione, coronazione di spine, crocifissione, agonia sulla croce fino alla morte.

Il carattere meritorio... “Merito” è il diritto a un premio o retribuzione per un’opera realizzata. Nei confronti di Dio, l’uomo propriamente non ha nessun diritto. Se può meritare qualcosa davanti a Dio, è perché Egli previamente e liberamente ha stabilito di retribuire alcune nostre azioni fatte per amore. Non appare la parola nella Sacra Scrittura, ma sí il suo contenuto.

...della Passione di Cristo Tutte le azioni di Cristo sono meritorie (nascono dal suo amore e dalla sua libertà) ed ottengono dal Padre la nostra salvezza. Però nella sua Passione meritò in modo particolare. Cristo meritò la vita sopran-naturale per tutti gli uomini e, sempre per tutti, la grazia che toglie il peccato: si offrì per noi come nostro Capo.

Il carattere soddisfattorio... Soddisfazione = riparazione di una mancanza od offesa me-diante la consegna di qualche compenso. Con Dio, per analo-gia: significa l’azione che Dio richiede all’uomo per cancel-lare il suo peccato (pentimento, opere di penitenza).

...della Passione di Cristo CCC 615: “Con la sua obbe-dienza fino alla morte, Gesù ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre ‘se stesso in espiazione’, mentre porta ‘il peccato di molti’, e li giustifica addossandosi ‘la loro iniquità’ (cfr. Is 53, 10-12). Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati”.

Una sodddisfazione vicaria La Passione di Cristo soddisfa per i peccati del mondo. È una soddisfazione vicaria: del “giusto per gli ingiusti” (1 Pt 3, 18). Il Figlio di Dio, Santo e Giusto, ma reso solidale con noi peccatori per amore, rappresentandoci tutti, e prendendo su di sé le pene per i nostri peccati, come víttima del peccato, intercede per tutti per cancellare le nostre colpe. Così si devono interpretare alcuni testi della Scrittura come: 2 Cor 5, 21: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore”; Gal 3, 13: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi”.

Il Sacrificio di Gesù... Sacrificio è l’offerta fatta a Dio di qualcosa di proprio, segno della donazione interiore a Dio e della rinuncia a se stessi, per riconciliarci con lui. Il valore del sacrificio esteriore sta nell’essere segno del sacrificio interiore o spirituale (donazione dell’anima a Dio per amore), elemento principale del sacrificio.

...è un sacrificio volontario La Passione è un sacrificio perché in essa Cristo si offre volontariamente a suo Padre per riconciliare gli uomini con Dio. Da parte di coloro che lo crocifissero la Passione non fu nessun sacrificio, bensì iniquità; Ma da parte di Cristo che pativa liberamente e per amore, fu un atto supremo de donazione, un vero sacrificio.

Cristo ci dona la grazia Cristo non solo me-ritò che Dio Padre ci donasse la grazia, ma è anche lo stesso Cri-sto colui che ce la co-munica. La salvezza di cia-scuno proviene dal nostro Capo, come la vita dei tralci provie-ne dalla vite.

L’umanità di Gesù, strumento della grazia La causa efficiente principale della grazia della salvezza può essere solo Dio; Dio produce questa grazia in noi mediante l’umanità di Gesù Cristo che è lo strumento della divinità per comunicare - e non solo per meritare - tutte le grazie agli uomini. Le azioni realizzate da Cristo nel passato hanno un potere divino e raggiungono con la loro efficienza tutta la storia.

Contemplare la Passione di Cristo La contemplazione della Passione di Cristo ci muove ad amarlo, poiché Egli ci ha dato prova della verità e della grandezza del suo amore. Ci muove alla contrizione, alla conversione, ad evitare il peccato (apprezziamo più chiaramente la sua malizia), a seguire Cristo e ad imitarlo, e alla generosità nell’ab-bracciare la volontà di Dio (sebbene a volte richieda di sopportare la croce).

Il senso della sofferenza La Passione di Cristo ci insegna il senso del dolore: Gesù non ha eliminato le nostre sofferenze, nè ci evita la morte, ma le ha trasfor-mate. Adesso queste pene non sono una semplice pena per il peccato, ma ci servono di purificazione e di merito, sono partecipazione alla sua croce e alla sua opera redentrice, sono cammino di salvezza e di vera vita.