IL LIBRO DELL’ESODO Uscire

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Transcript della presentazione:

IL LIBRO DELL’ESODO Uscire a cura di Antonella Anghinoni e Silvia Franceschini © Silvia Franceschini, 2010

Genesi - Esodo Il protagonista di Genesi 1-11 è la storia Universale, la Creazione del mondo Il protagonista da Genesi 12 è invece il personaggio del Patriarca e i propri discendenti che ricorrono uno dopo l’altro Il protagonista di Esodo è la storia di un popolo, il personaggio è collettivo: Israele Domande sottese nel Libro di Esodo - Chi è il Sovrano d’Israele? - Chi devo servire? - Quale tipo di servizio? - Perché Israele nasce nel deserto?

1912, Sir Edward Poynter, Ebrei in Egitto

Schiavitù e ironia Il Faraone costringe quelli che ormai sono divenuti suoi schiavi, a costruire per lui delle città-magazzino, Pitom e Ramses, città per la difesa dell’Egitto: è gente pericolosa, utilizziamola per difenderci! Gli schiavi così fabbricano mattoni e … fanno figli! Il tutto condito di ironia nelle parole del Faraone:… Comportiamoci saggiamente …(Es 1,10) Ricorrono nel testo, ai versetti 13 – 14, i termini: lavoro, per cinque volte, e, con brutalità/asprezza, due volte Brutalità è in realtà un termine giuridico, che esprime ingiustizia e conduce alla condanna: - Ez 34: lungo oracolo contro i pastori, cioè i sovrani d’Israele, che vengono condannati per aver trattato il gregge con brutalità - Lv 26: leggi sul giubileo in cui si dichiara che non si deve trattare lo schiavo con brutalità, perché siamo tutti servi

XIV sec., Miniatura francese, Ebrei schiavi in Egitto

Le levatrici: donne che ascoltano il cuore Il Faraone dice alle due levatrici, Sifra e Pua, di uccidere i figli maschi nel momento stesso del parto, e di lasciar vivere le femmine, invece … … e temettero Dio […] e fecero sopravvivere i bambini … (Es 1,17) I nomi delle levatrici, pur sembrando egiziani, hanno però in ebraico radici che alludono alla luce, allo splendore e all’irradiazione: Śifrâ allude a «essere grato», «gradevole», «bello», la radice richiama il verbo «brillare» Pû‘â in ebraico evoca il verbo «risplendere», così la levatrice potrebbe essere detta la «splendida», «colei che risplende» Il Faraone chiede giustificazione di questa iniziativa autonoma delle due donne, le quali subito rispondono che le donne ebree sono vitali, al momento della nascita loro non arrivano in tempo, che queste hanno già partorito Il Faraone è portato su un terreno scivoloso, in quanto uomo non è ammesso ad assistere al parto, è quindi costretto a fidarsi delle parole di quelle donne che riescono così a ingannarlo Un grande sistema si sgretola là dove qualcuno ascolta il cuore

XIV sec., Miniatura inglese, Uccisione dei bambini Ebrei nel Nilo, Londra, British Library

Saggezza di donne e timore di Dio Due donne libere da ogni potere dispotico che non esitano a disobbedire. Proteggendo la vita, esse pongono così le basi per il futuro del Popolo Qui si affrontano un potere, quello del despota, inefficace e cieco che, in fondo è debole e pieno di paure, e dall’altro lato una saggezza di donne, assolutamente libera, che vuole lasciare crescere la vita Le donne vincono il Faraone perché «l’inizio della saggezza è il timore di Dio» Le levatrici fanno tutto per timore di Dio e non per paura del Faraone. Il Signore le ricompensa di ciò rendendole feconde

1625, Merian il vecchio, Annegamento bei bambini Ebrei nel Nilo, coll 1625, Merian il vecchio, Annegamento bei bambini Ebrei nel Nilo, coll. priv.

I figli d’Israele nel Nilo Il Faraone, fallito l’accordo con le levatrici, escogita un altro sistema per “controllare” gli schiavi … dà ordine a tutto il popolo d’Israele di annegare i figli maschi nel Nilo, solo le femmine potranno salvarsi In realtà, a ben vedere, questa non sembra una mossa astuta in quanto, sarebbe stato più “furbo” eliminare le femmine, tanto più che aveva bisogno di mano d’opera Ma tutto ciò ha una logica. Il Salvatore prima di salvare, deve essere salvato. (cfr. Mt 2 Strage degli Innocenti)

XIV sec., Miniatura francese, Uccisione dei bambini Ebrei nel Nilo

Una madre e una cesta … la donna concepì e partorì un figlio e vide che quello era buono/bello e lo nascose per tre mesi …(Es 2,2) Quando lo partorì, la madre di Mosè vide che era buono: Rashì spiega: l’intera casa si riempì di luce In questa situazione dove viene decretata la morte, dove dominano paura e persecuzione, la donna vede la bellezza e la grazia di suo figlio perciò non può consegnarlo alla morte Poi giunge il momento in cui non le è più possibile tenerlo nascosto e allora escogita un espediente per dargli almeno una possibilità di vita: lo mette in una cesta (tevà), lasciandola galleggiare sulle acque del Nilo … Continua l’ironia del testo, a ben vedere la madre apparentemente non trasgredisce al comando di Faraone perché davvero mette il bimbo nel Nilo come era prescritto dalla legge, solo che a proteggere la creatura c’è la tèva, l’Arca

1878, Moreau, Mosè nel Nilo, Fogg Art Museum, Harvard University, Cambridge, Massachusetts

Doppia nascita di Mosè … e la sorella lo segue e lo custodisce da lontano per vedere cosa sta accadendo al fratello. Osserva e vigila da dietro i giunchi del Nilo, ossia vede cercando di non essere vista La figlia del Faraone (Batia) scende al bagno con le ancelle e vede qualcosa galleggiare lì vicino e manda un’ancella a prenderlo. Apre la cesta ed ecco il bimbo che piange … La donna, pur riconoscendo che è figlio di ebrei, si intenerisce fortemente, ne ha pietà/compassione Scopo di questo episodio narrato è creare un legame affettivo di “simpatia” per il “grande legislatore”, figura controversa con cui alcuni del popolo concorderanno e altri no ... Ora la figlia di Faraone scese al Nilo per lavarsi, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava ed essa lo prese ... (Es 2,5)

1570-75, Paolo Veronese, Ritrovamento di Mosè National Gallery of Art, Washington

Miryam: sorella di Mosè La tenerezza è la breccia nel cuore della figlia del Faraone, attraverso di essa passa la sorella Miryam che arriva sul posto e dice: … devo andare a chiamare per te una balia tra la donne ebree, perché allatti per te il bambino? … (Es 2,7) Miryam, mette inequivocabilmente la figlia del Faraone di fronte a una decisione che per la donna è ancora incerta, ma che la giovane dà invece per scontata, così Miryam con astuzia la conduce ad adottare il bambino … Và , le disse la figlia di Faraone. La ragazza andò a chiamare la mamma del bambino … (Es 2,8) Mosè è ebreo, allattato dalla madre naturale e da lei custodito fino alla fine dello svezzamento, per circa tre anni. Anche in questo caso il testo è ironico, la madre ebrea viene addirittura pagata dal Faraone, per allattare suo figlio Una ragazzina, figlia di schiavi, cambia inconsapevolmente le sorti dell’Egitto e dà inizio alla storia della Salvezza … in realtà, l’amore di Dio sta guidando le fila attraverso l’amore di poche donne Miryâm, deriva probabilmente dal nome ebreo mrym che significa «altezza», «sommità»; come nome femminile ha la connotazione di «eccellenza» La figura di Miryam forse deriva dalla legge del racconto, si tratta di una necessità narrativa: è la sorella maggiore la figura più adatta a custodire le sorti del piccolo

1904, Lawrence Alma Tadema, Mosè viene portato a palazzo reale

… come se fosse suo figlio La figlia del Faraone lo baciava, lo abbracciava, lo cullava come se fosse suo figlio e non permetteva che egli uscisse dal palazzo reale. Poiché egli era molto bello, tutti volevano vederlo e, una volta vistolo, non riuscivano ad allontanarsi da lui. Lo stesso Faraone lo abbracciava e lo baciava, mentre il bimbo prendeva la sua corona e se la metteva in testa. Ora i maghi degli Egiziani, che stavano al cospetto del re, dissero: “per questo gesto noi abbiamo paura che questo bambino sia colui che è destinato a strapparti il potere”. Per questo alcuni proponevano di ucciderlo, altri di gettarlo nel fuoco. In mezzo a loro si trovava anche Ietro il quale disse: “questo bimbo non sa ancora discernere: provate a portargli davanti in un piatto dell’oro e delle brace: se prenderà l’oro, vuol dire che ha discernimento, e allora uccidetelo; se prenderà la brace, vuol dire che non sa discernere, e non è giusto che voi lo condanniate”. Così essi fecero ed il bimbo stava per prendere con la mano l’oro; ma subito l’arcangelo Gabriele diresse la sua mano in modo che egli prendesse la brace: egli le introdusse in bocca e la sua lingua ne rimase scottata. Da quel momento Mosè divenne balbuziente nel parlare. (Esodo Rabbah 1)

1630, Giovanni Andrea de’ Ferrari, Mosè e i carboni ardenti, Kunsthistorisches Museum, Vienna, Austria

Mosè: guai in Egitto Mosè cresce alla corte del Faraone, finché accade che un giorno uscito dal palazzo, vede le sofferenze degli schiavi … E vede un egiziano che colpisce uno dei suoi “fratelli” ebrei, e vede che non c’è nessuno intorno, colpisce l’egiziano e ne occulta il cadavere sotto la sabbia Il giorno seguente esce dal palazzo, ed ecco due ebrei che stanno litigando. Interviene verso l’empio, ma costui ribatte chiedendo se avesse intenzione di uccidere anche lui come aveva fatto con l’egiziano il giorno prima Mosè a quel punto teme che la cosa, che lui credeva occulta, possa giungere alle orecchie del Faraone, infatti il Faraone cerca di ucciderlo

1865, Carolsfield, Mosè interviene per difendere l’ebreo

Mosè e le figlie di Ietro Mosè fugge dall’Egitto e va a stabilirsi nella terra di Madian Giunto a un pozzo, topos letterario di svariati accadimenti amorosi, anche in questo caso si rivela provvidenziale … Qui Mosè incontra le sette figlie del sacerdote Ietro e le difende e le salva dai pastori del luogo che le vogliono scacciare dal pozzo Mosè è stato salvato da delle donne e ora è lui stesso che si espone in prima persona per salvare delle donne Questa è la terza volta che Mosè si schiera dalla parte del più debole … da queste scelte di comportamento si evince il suo senso di giustizia Le fanciulle, rientrano dal loro padre prima del solito, raccontano dell’accaduto e dello straniero che le ha aiutate ad abbeverare il gregge. Il padre Ietro fa chiamare Mosè Mosè accetta di abitare in casa del sacerdote e sposa una delle sue figlie, la maggiore: Zippora Da questo matrimonio nasce un figlio, il suo nome è: Ghershom: perché disse … fui forestiero (Gher) in terra sconosciuta … (Es 2,22) Regna ancora l’ironia nel testo, è strano che Mosè sia rigettato dal suo popolo di nascita e al contrario bene accolto da un popolo di stranieri

1720, Sebastiano Ricci, Mosè difende le figlie del sacerdote Ietro

Grido d’Israele a Dio Il Faraone muore e gli schiavi, i figli d’Israele, gemono, gridano, e la loro supplica sale a Dio Una supplica a causa dell’immenso dolore per la loro ormai insopportabile condizione di schiavitù (la parola schiavitù ricorre due volte) Dio ascolta il loro gemito e si ricorda dell’antica alleanza con i Patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe … Dio vide i figli d’Israele e Dio conobbe (cosa fare) … (Es 2,25) “vide” e “conobbe” fanno parte della terminologia giuridica: il giudice-Dio fa un sopralluogo e si fa un’opinione in merito al misfatto, per poi intervenire … la risposta di Dio è sempre … qualcuno

1956, Marc Chagall, Mosè vede le sofferenze del Popolo

Perchè brucia e non consuma? Mosè è un pastore e si occupa del gregge del suocero Ietro e conduce il gregge “oltre il deserto” fino ad arrivare al monte di Dio, l’Oreb … l’angelo di Dio apparve a lui in fiamma di fuoco dal mezzo del roveto … (Es 3,2) Mosè vede il roveto che arde nel fuoco ma che non viene consumato dalle fiamme Il lettore che sa dell’angelo, si chiede a questo punto se Mosè si accorgerà dell’inviato divino Tutto il discorso ruota attorno al verbo “vedere” (yara’) Mosè vede e Dio vede che lui vede!... e lo chiama

1650, Sebastien Bourdon, Roveto Ardente

… nascose la sua faccia perché temette di guardare a Dio … (Es 3,6) Luogo di santità Dio chiama Mosè due volte,e Mosè risponde: eccomi Dio poi gli chiede di slacciarsi i sandali per rispettare la sacralità del luogo I sandali nella Bibbia sono il segno di una certa condizione di autorità. Lo schiavo infatti non porta sandali. Togliersi i sandali vuol dire non avere più autorità, o comunque sottomettersi a un’autorità superiore; in questo caso diventa un profondo segno di rispetto e di sottomissione a Dio Mosè, capisce, vuole vedere, ma si copre il volto, … nascose la sua faccia perché temette di guardare a Dio … (Es 3,6) Dio dice: ho visto, ho sentito e conosco, così scende per salvare e per far uscire La narrazione segue lo schema dei “racconti di vocazione” (vd. Gedeone, Gdc 6; Isaia, Is 6; Geremia, Ger 1): - Apparizione - Dio affida una missione - Obiezione dell’inviato prescelto - Dio dà un segno e promette assistenza - Conclusione

1613, Domenico Feti, Mosè si toglie i calzari

Quante obiezioni Lo scopo del racconto di vocazione è fondare l’autorità del personaggio, e l’obiezione è il segno di autenticità dell’inviato Interessante notare le varianti dei diversi racconti di vocazione In questo caso Mosè fa ben cinque obiezioni, e un chiaro rifiuto alla missione, perché è l’inviato più importante e si vuole sottolineare che la sua vocazione è certamente vera … Dio deve essere molto abile per convincerlo Per invocare una divinità bisogna conoscerne il nome Quel Dio che si era presentato come: Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, era il Dio di una famiglia, di un clan, che ora sta crescendo, sta diventando un popolo, una nazione, Dio quindi necessita di avere un nome nuovo Dio risponde a questo punto … sarò quello che sarò …(Es 3,14) La forma verbale del verbo “essere”, è una forma che implica un processo che sta iniziando e che si svilupperà Come se Dio dicesse: potrai sperimentare quello che sono in quello che sto per fare. Il Dio d’Israele si rivela negli eventi, nella storia

1956, Marc Chagall, Mosè e il Roveto ardente

… il popolo credette […] e si inchinarono e si prostrarono … (Es 4,31) Partenza di Mosè Mosè prende sua moglie e i suoi figli e li fa salire sull’asino, e prende in mano il bastone di Dio E lungo il cammino verso l’Egitto il Signore cerca di farlo morire e Zippora lo circoncide lui e presumibilmente anche il figlio Il brano 4,24-26 suscita sempre domande. Mosè nei capp 3-4 è stato investito da Dio, Dio ha sconvolto tutta la sua vita ed ha iniziato con lui un cammino difficile. Mosè così sente che Dio lo travolge e può percepirlo come colui che lo fa morire a se stesso: muore il Mosè pastore e nasce il Mosè liberatore. Quindi Mosè incontra suo fratello Aronne sul monte di Dio, e insieme radunano gli anziani come Dio aveva detto. … il popolo credette […] e si inchinarono e si prostrarono … (Es 4,31) Mosè e Aronne si recano dal Faraone e chiedono di lasciare andare il popolo nel deserto per festeggiare Dio Il Faraone si rifiuta di lasciarli uscire, adducendo il fatto di non conoscere il loro Dio

1956, Chagall, Mosè e Aronne davanti al Faraone