Differenza tra Fotoritocco e Restauro Virtuale

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Differenza tra Fotoritocco e Restauro Virtuale Metodi e mezzi utilizzati sono gli stessi, cambiano totalmente le finalità: Fotoritocco Restauro di tipo estetico finalizzato al miglioramento di immagini fotografiche e particolari Rappresentazione di situazioni impossibili o troppo costose per poter essere realmente simulate o rappresentate -> Non sottostà ad alcuna regola, il suo limite può essere solo la fantasia… Restauro virtuale Restauro di immagine digitale che rappresenta un documento/opera finalizzato all’analisi dello stato di conservazione e al miglioramento della leggibilità e riconoscibilità -> Segue le regole del restauro tradizionale Ambiti di applicazione: pubblicità, moda, fotografia Digitale Ambiti di applicazione: catalogazione, archiviazione documenti/opere

Esempio di fotoritocco nella pubblicità + =

Esempio di restauro virtuale su codici antichi

-> definizione alternativa: ripristino iconologico digitale Restauro Virtuale La definizione “restauro virtuale” indica il mezzo tecnico con cui si effettua il restauro, piuttosto che la metodologia adottata -> definizione alternativa: ripristino iconologico digitale Caratteristica del restauro virtuale è che esso non viene applicato direttamente sull’oggetto reale, ma su una immagine digitale che lo rappresenta (icona): e’ anche per questo motivo che il restauro virtuale non può porsi in competizione con il restauro tradizionale, ma piuttosto come supporto di analisi e di studio non è stata elaborata, a tutt’oggi, una definizione univoca dello statuto delle operazioni legate al restauro virtuale

Finalità del Restauro Tradizionale e Restauro Virtuale Finalità comuni Finalità Conservazione Miglioramento della leggibilità e riconoscibilità Catalogazione Archiviazione Maggiore fruibilità Pre-visualizzazione e analisi di interventi di restauro -> scelta della migliore alternativa La mancata applicazione dei principi del restauro puo’ portare ai seguenti rischi: Rischi Rischi comuni Rischi interventi errati con danni irreversibili Errata lettura e interpretazione da parte del fruitore, falsificazione Ridotti, perchè non si agisce direttamente sull’originale

Principi del Restauro Tradizionale e Restauro Virtuale Princìpi Restauro Virtuale Uso di sostanze che non rechino danno fisico o estetico all’originale compatibilità Non applicabile Ogni intervento di ripristino deve essere distinguibile dalla parte originale del documento, per non consentire una lettura falsa dell’opera, attraverso l’assimilazione indebita delle parti reintegrate a quelle originali riconoscibilità Rende riconoscibili le integrazioni tramite la «memoria di percorso» Ogni intervento di restauro deve poter essere rimosso (il materiale utilizzato potrebbe in seguito alterarsi e danneggiare l’originale, o potrebbero essere scoperti, nel tempo, materiali di resa migliore) reversibilità La «memoria di percorso», rendendo riconoscibili le integrazioni, ne stabilisce anche la reversibilità minimo intervento Limitare il più possibile l’opera di ripristino, evitando interventi pesanti e/o fantasiosi e rispettando le tracce visibili della storia del manufatto stesso

Funzioni e vantaggi del restauro virtuale: Funzione Determinazione dello stato di conservazione delle opere d’arte; Catalogazione ed archiviazione delle informazioni; Pre-visualizzazione e analisi di interventi futuri; Vantaggi Possibilità di richiamare, modificare, aggiornare e trasformare i dati; Memoria di percorso; Reversibilità/ripristino totale; Visualizzazione di interventi non più possibili; Facilità di consultazione; Introduzione dell’interattività; Possibilità di utilizzo di processi di automazione;

Fasi principali del restauro Virtuale Acquisizione e digitalizzazione Pulitura virtuale Ricostruzione/restauro Archiviazione elettronica E’ importante evitare troppi passaggi, perchè ogni passaggio introduce variazioni di colori e deformazioni dell’immagine Archiviazione Dispositivi analogici Sviluppo Stampa su carta Stampa su CD Scannerizzazione Restauro Virtuale Stampa Dispositivi digitali = Digitalizzazione

Prima Fase: acquisizione L'acquisizione delle opere può essere realizzata tramite diversi dispositivi e apparati, come ad esempio Macchine fotografiche digitali o analogiche Apparati di scansione opto-meccanica Telecamere normali e di tipo speciale Apparati particolari (Radar, Sonar…) ….

Prima Fase: digitalizzazione L’acquisizione dell’immagine in formato digitale (bitmap) rende possibile gli interventi di restauro virtuale. La fase di digitalizzazione è decisiva per il risultato finale del restauro virtuale: un restauro perfetto, costato ore di lavoro, sarà pressochè inutile se applicato ad una immagine acquisita in bassa risoluzione; in generale, più alta sarà la risoluzione, ovvero la quantità di pixel (= dati) su cui agirà il restauro, migliore sarà la qualità del restauro stesso, oltre che, naturalmente, della definizione e della qualità dell’immagine finale; per questo motivo è consigliabile utilizzare una risoluzione non inferiore a 400 dpi. Altro importante fattore è la regolazione del monitor del computer e della gestione dei colori dell’applicazione utilizzata, fase preliminare indispensabile per assicurare una corrispondenza ottimale tra i colori originali, i colori visualizzati a monitor e i colori in uscita (fase di stampa)

Seconda Fase: pulitura virtuale Osservazione diretta dell’opera (possibilmente a luce solare): è indispensabile per poter valutare e considerare le eventuali opacizzazioni o alterazioni chimico-fisico dei pigmenti originali; Conversione dei colori in quadricromia per assicurare una maggiore corrispondenza tra i colori a video e quelli dei pigmenti originali Bilanciamento del colore per eliminare eventuali dominanze di colore dovute alla fase di digitalizzazione Regolazione della luminosità Per eliminare l’eventuale effetto di oscuramento dovuto alla patina di polvere accumulata nel tempo Regolazione del contrasto Per aumentare il contrasto dei colori opacizzati dalla luce e dalla polvere (aumento della distinzione cromatica dei pixel adiacenti) RGB->CMYK

Terza Fase: ricostruzione/restauro Il ripristino iconologico-virtuale non è sempre possibile per opere molto rovinate e con vaste mancanze. Con il computer si possono ricostruire le forme regolari, le costruzioni simmetriche, riempire buchi o grandi campiture, ma non si può riottenere qualcosa di totalmente sconosciuto. Ricostruzione delle parti mancanti Eliminazione di macchie o graffi clonando il colore delle zone integre adiacenti, se occorre confrontando immagini o stampe dell’opera: si consiglia di lasciare scoperte o riempire con colore neutro le lacune molto vaste, impossibili da ricostruire

Quarta Fase: archiviazione elettronica Archiviazione ad alta risoluzione: serve a conservare al meglio le immagini originali del codice e quelle del successivo restauro; permette di controllare e ripercorrere in ogni momento tutte le tappe della ricostruzione virtuale, nonché di fermare in ambiente digitale il processo di degrado. I documenti, salvati in questa modalità servono come sorgenti per un eventuale successiva archiviazione a bassa risoluzione: Archiviazione a bassa risoluzione: permette al fruitore di caricare in tempi più rapidi e ragionevoli le immagini sul personal computer a fini didattici o di ricerca. Una ragionevole compressione dell’immagine, senza pregiudicare la resa a monitor, renderà possibile l’inserimento in banche dati su CD-ROM o DVD.

Operazioni automatiche Le operazioni automatiche rappresentano una notevole risorsa nel caso in cui la tipologia di intervento non richieda operazioni manuali specifiche, localizzate solo in alcune parti, ma anzi siano operazioni da eseguire in modo ripetitivo su un numero notevole di immagini dello stesso tipo (ad esempio regolazione del contrasto e della luminosità, bilanciamento dei colori etc…). Inoltre, quando si voglia procedere ad archiviazione a bassa risoluzione, si può procedere in automatico al salvataggio dei sorgenti in formati “ridotti” (ad esempio, riconvertendo le immagini in formato rgb, riducendone le dimensioni e salvandole in un formato compresso) In questi casi, una volta stabilite quali sono le operazioni da applicare a tutti i documenti, è possibile salvare la “serie di azioni” (batch) svolte su un singolo documento, e quindi applicarle ad un gruppo definito di immagini.

Fonti Scrittura ed immagini : un’ipotesi di restauro virtuale http://lemo.irht.cnrs.fr/41/mo41_06.htm Il Restauro Virtuale http://net.supereva.it/bennardi.freeweb/restVir.htm?p Restauro Virtuale http://www.bncf.firenze.sbn.it/progetti/Restauro_Virtuale/home.htm Il Restauro Virtuale su calcolatore http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Scienze_de/FAR/Gruppi-di-/Corsi-univ/Teoria-del/Lezioni-on/Principi-d/arnelli.doc_cvt.htm