La città protoindustriale
Parole chiave: Mercante imprenditore Lavoro a domicilio (putting out system)
ad una contrassegnata dalle attività industriali come prevalenti Protoindustria Franklin Mendels (1972) Mendels intende formulare un’interpretazione articolata della transizione da un’economia ed una società di impronta prevalentemente agraria ad una contrassegnata dalle attività industriali come prevalenti
Alla tesi classica della rottura rappresentata dalla rivoluzione industriale, Mendels risponde raffigurando un processo di lunga durata che, attraverso una serie di tappe assicura una sorta di continuità tra le industrie rurali e l’industrializzazione ottocentesca.
Attraverso lo studio della situazione produttiva delle Fiandre nel Settecento, Mendels mette a punto la propria teoria. Nella dimensione della regione Mendels coglie i tratti della protoindustrializzazione.
Caratteristiche del processo di protoindustrializzazione: 1) La protoindustrializzazione ha rotto l’assetto matrimoniale che differiva l’età al matrimonio in ragione dei mezzi di sussistenza. Ora infatti, oltre che sulla produzione agricola si poteva contare anche su una serie di attività artigianali
2) l’espansione del lavoro a domicilio nelle campagne di una regione crea, spesso, delle difficoltà nel rilevamento del prodotto e nel controllo della sua qualità. Ciò condurrà i mercanti-imprenditori – nel corso dell’Ottocento – a provvedere a concentrare nelle città una parte della manodopera in opifici dotati di macchine
3) Il capitale necessario per l’impianto di detti opifici era stato accumulato localmente grazie dagli stessi mercanti imprenditori. 4) La protoindustrializzazione favorisce, da parte dei mercanti, l’acquisizione di un’esperienza notevole per quanto riguarda capacità di negoziazione e tecniche produttive e commerciali.
5) La protoindustrializzazione prepara una manodopera qualificata, che in un secondo momento potrà facilmente essere impiegata all’interno di un sistema di fabbrica. 6) Lo sviluppo in senso capitalistico dell’agricoltura della regione prepara il settore primario a sostenere, in un secondo momento, la crescita delle dimensioni urbane.
Questa modalità produttiva agli inizi del XIX secolo era ormai ampiamente diffusa in Europa. All’interno delle regioni cosiddette ‘protoindustriali’, generalmente in prossimità di corsi d’acqua o in zone montane, venivano prodotti tessuti, oggetti in metallo, manufatti di vario genere. in Irlanda: lino; nelle montagne vicino a Zurigo: filo; regione di Solingen: coltelli e altri oggetti metallici.
In linea di massima le zone protoindustriali si trovavano all’esterno delle aree agricole migliori, dove la produzione alimentare per il mercato dava lavoro sicuro. In particolare, poi, le regioni della protoindustria tessile erano tendenzialmente prossime ma non sovrapposte a quelle in cui si lavoravano metalli ed entrambe si trovavano in aree provviste di giacimenti di carbone.
Cosa stimola la concentrazione della proto industria rurale? a) particolari sistemi di trasmissione ereditaria ed alcune strutture agrarie sono più favorevoli allo sviluppo protoindustriale (p. es. la divisione in quote tra più figli; rendite fondiarie fisse; cessione in affitto della terra); b) il successo di una determinata regione funziona come elemento ‘cumulativo’: si forma una forte concentrazione di capitale urbano che viene poi utilizzato in settori protoindustriali
c) presenza di risorse naturali sul territorio; d) importanza della scelta della tipologia del prodotto (tessuti di lana e cotone piuttosto che quelli di lino; lavorazione dei metalli piuttosto che metallurgia primaria basata sulla combustione del carbone) .
Il ruolo dei cittadini quali produttori di merci industriali su larga scala tra il 1500 e il 1800 è stato però trascurato dagli studiosi dello sviluppo proto industriale. In realtà, però, l’attività manifatturiera ha svolto un ruolo rilevante prticamente in tutte le città all’ini